precedente successiva

San Casciano in Val di Pesa

■ un ospizio di Santa Maria Novella

 

123

 

 

ë

 

1333. «Il 3 nov. seguente <1333> fr. Ugolino Minerbetti si fece sostituire nella procura per gli ospizi di Figline, dell'Ancisa e di S. Casciano da fr. Giovanni Infangati» (Necr. I, 398; in nota si rinvia al rispettivo diploma ASF, Dipl. S. Maria Novella ???, da verificare e trascrivere).

Fra Ugolino dei Minerbetti, OP 1298, † 18.VI.1348 (Cr SMN n° 364 ).

■ 1334-1335. «Fra Giovanni del q(uondam) Tuccio degli Infangati, ricevente per l'oratorio de' frati del convento di SMNovella di Firenze posto vicino al borgo di  San Casciano c. d. Mercatale, compera due pezzi di terra nella villa di Gavignano, comuni di Gangalandi, per prezzo di 50 d'oro... Item compera per il detto oratorio e spedale di San Casciano un pezzo di terra posto nella detta villa di Gavignano... per prezzo di 40 d'oro, con patto che fra Giovanni da Petroio del detto ordine di san Domenico ne tirasse il frutto finché vivesse, essendosi compera con i suoi danari» (ASMN I.A.14, Spogli (1625-1630 ca.) di Francesco da Radda, f. 11r, n° 81). «Nel 1335 <fr. Giovanni Infangati> fa diverse compre e riceve una donazione per gli ospizi di Montelupo e di S. Casciano» (Necr. I, 398; in nota si rinvia  al rispettivo diploma ASF, Dipl. S. Maria Novella ???; da verificare e trascrivere).

Fra Giovanni di Tuccio degli Infangati, OP 1308, † San Miniato 22.IV.1348 (Cr SMN n° 330).

«1344. Fra Matteo di Piero, converso dell'ordine dei Predicatori di SMNovella, sindaco e procuratore dello spedale di Santo Casciano di Val di Pesa de' detti frati, piglia il possesso d'un pezzo di terra di staiora otto..., lasciato a detto spedale da madonna Bruna, figlia di messer Morando Morandi e moglie del q(uondam) Simone di messer Biliotto Donati» (ASMN I.A.14, Spogli (1625-1630 ca.) di Francesco da Radda, f. 24v, n° 165).

Frater Matheus, conversus, filius olim Petri Cotenne de Campi, OP 1312, † 19.VI.1347 (Cr SMN n° 318).

20 febbraio 1345. «Anno Domini Mcccxliiij, die xx februarii, frater Ubertus Guidi ordinis Predicatorum et Gualterius filius olim Taddei Tieri Dietisalvi...» (ASMN I.A.3, Liber recordationum novus (redaz. 1365-71) f. 24r): segue testo molto evanito e pressoché illeggibile. Cf. Necr. I, 374, n. 4.

ottobre 1345. «Frater Uguiccio de Sancto Cassiano rogavit me fratrem Iohannem de Infangatis quod ego venderem ser Duccio germano suo campum olim Rossi Philippi de Sancto Cassiano, qui est iuxta ecclesiam nostram dicti Sancti Cassiani, et quem ego emeram a syndacis sotietatis de Bonaccursis pro pretio flor(inorum) auri lxxxj et soldorum xlij et denariorum vij cum gabella, die <  .   .  > mensis octobris anno 1345, per manus ser Iohannis Parent(is) (...). Dicti vero ser Duccius et frater Uguiccio promiserunt nobis verbo pluries dimictere et donare dictum campum hospitali nostro de Sancto Cassiano  ut de redditibus dicti campi fiat una pictantia sive anniversarium in nostro conventu Sancte Marie Novelle; et etiam plura alia bona promiserunt facere. Predictus frater Uguiccio de Sancto Cassiano, de licentia conventus, donavit Sotietati Sancte Marie Novelle unam domum positam in Sancto Cassiano et quandam terram ut de usufructu earum fierent per capitaneos predicte sotietatis pro anima sua, ser Duccii et suorum, due pictantie annuatim in perpetuum conventui Sancte Marie Novelle, videlicet una in Nativitate sancti Iohannis Baptiste et alia in festo beati Thome apostoli. Et ista habentur in supradicto libro conventus et fratris Iohannis de Infangatis car. 22» (ASMN I.A.3, Liber recordationum novus f. 24v).

Fra Uguiccione del fu Toso da San Casciano, OP 1312, † 24.II.1355/6 (Cr SMN n° 411). Cf. Necr. I, 449 (correggi anno 1335 in 1345).

ottobre 1345. «Domina Tancia uxor olim Dardani de Acciaiolis dedit fratri Dominico Lapi, ospitalario Sancti Cassiani, de mense octobris 1345 florenos auri L, cum istis pactis et conditionibus quod toto tempore vite dicte domine Tancie dictum hospitale det et solvat annuatim in kalendis ianuarii, incipiendo in anno 1346 <* *>, dicte domine Tancie florenos auri iiijor. Et post mortem dicte domine Tancie similiter et eodem modo solvantur dicti iiijor floreni auri sorori Lape, monasterii Sancti Dominici ordinis Predicatorum et filie dicte domine Tancie et dicti Dardani. Et post mortem dicte sororis Lape, dictum hospitale teneatur in perpetuum et annuatim facere unam pictantiam trium florenorum auri toti conventui fratrum Sancte Marie Novelle OP in festo sancti Nicholai...» (ASMN I.A.3, Liber recordationum novus f. 25v).

Riletto nell'originale, confronta pertanto e correggi Necr. II, 426. Fra Domenico di Lapo di Uberto (OP 1298, Firenze 24.V.1348): «… fuit enim aliquandiu procurator conventus, ac hopistalia Montis Lupi et Sancti Cassiani diligenti cura et studio gubernavit» (Cr SMN n° 341).

http://www.sancascianovp.net/visitare-il-comune/cenni-storici: «Il 4 luglio del 1354 San Casciano fu nuovamente messo a ferro e fuoco dalle armate di Fra Moriale D'Albano, tanto che per liberarsi di questo flagello la repubblica fiorentina fu costretta a pagare ben 16.000 fiorini d'oro. Toccata nei suoi forzieri la repubblica fiorentina rinsavì e nel gran libro delle "Provvisioni" si può leggere >> Si fortifichi Sancasciano >>. I lavori per la costruzione delle mura e del "Cassero" furono prontamente iniziati e terminarono nel settembre del 1356. Il recinto delle mura, ancora in parte ben conservato, chiuse tutto il poggio includendo il borgo, la chiesa, il palazzo del podestà ed il cassero. Da allora San Casciano si impose agli eserciti del tempo come una fortezza munitissima ed imprendibile, cessarono i saccheggi e proseguì quella stagione fertilissima di artisti, fiorentini e senesi, che tante opere hanno lasciato in questa zona. Nel 1304 fu costruita nel borgo di San Casciano una chiesa intitolata a Santa Maria al Prato. I padri Domenicani, che la fecero edificare, vollero che questa chiesetta, con annesso convento e ricovero per i pellegrini, fosse alla altezza della loro colta tradizione, chiamando a lavorare per in essa i più famosi artisti dell'epoca. Nel 1339 Ugolino di Nerio stava dipingendo in questo luogo quando, transitandovi diretto alla corte papale di Avignone, si fermò, forse a salutare l'amico, Simone Martini, che volle dipingere per questa Chiesa quella che divenne la sua ultima opera in Italia, la dolce mestizia della croce dipinta da Simone resta a testimonianza dell'animo presago dell'artista, che infatti non ritornò più a Siena ma mori ad Avignone. Nel 1349 lo scultore Giovanni di Balduccio, allievo di Giovanni Pisano, scolpì il bellissimo pergamo che tuttora si può ammirare in Santa Maria al Prato».

http://www.sancascianovp.net/visitare-il-comune/musei-chiese-e-monumenti/6088-santa-maria-al-prato: «La costruzione della chiesa di Santa Maria al Prato, voluta dai Padri Domenicani di Santa Maria Novella, risale al 1304. Nel XVI secolo fu profondamente modificata e nel 1631 divenne la sede dell'Arciconfraternita della Misericordia di San Casciano. Nella prima metà del XVII secolo la chiesa fu rinnovata in stile barocco con l'inserimento lungo le pareti laterali di quattro altari proprietà di alcune facoltose famiglie come i Bambagini, i Ninci e i Borromeo. Durante la seconda guerra mondiale subì gravi danneggiamenti che comportarono un profondo restauro. All'interno, sulla parete sinistra si trova la Madonna in trono col Bambino e i Santi Caterina, Pietro, Maddalena e Bartolomeo apostolo di Fra' Paolino da Pistoia, datata 1518, mentre sopra l'altare maggiore è collocata la Madonna con Bambino opera di Ugolino di Nerio. Sopra le porte della sacrestia sono collocati San Francesco e San Pietro, resti di un polittico ora smembrato e perduto sempre di Ugolino di Nerio; a fianco di queste opere due tele seicentesche raffiguranti San Tommaso d'Aquino e San Lorenzo opera di Rutilio Manetti. Sulla parete destra è invece collocata l'opera forse di maggior pregio della chiesa: si tratta del Pulpito realizzato nei primi decenni del XIV secolo da Giovanni di Balduccio e commissionato dalla famiglia Bonaccorsi. Accanto, è collocata croce dipinta unanimemente attribuita a Simone Martini e datata al terzo decennio del XIV secolo».

□ Li copio, per conoscere quel che correntemente si racconta e si trasmette. Nessuna fonte diretta viene citata. Attenzione a tempi e a denominazioni!

agosto 1355 - settembre 1356. Matteo Villani [† 1363], Cronica V, 73, ed. G. Porta, Parma 1995, I, pp. 695-96, Come fu fatto il castello di San Casciano:

«Tornando alquanto nostra materia al fatto di Firenze, occorse in questi dì che tornando a memoria a' collegi del nostro Comune i danari ricevuti al tempo delle persecuzioni fatte al nostro Comune, e i pericoli che occorsi erano alla città ponendosi i nimici a oste in sul poggio del borgo di San Casciano in Val di Pesa, e questo conosciuto per sperienza dello 'mperatore Arrigo di Luzzimborgo, e apresso di Castruccio tiranno di Lucca, e novellamente della Gran Compama di fra Moreale, che catuno nimicando il nostro Comune tennono campo in quel luogo con podere, per lo vantaggio del sito, di podere [sic] vantaggiare assai e non potere essere danneggiati: acciò che questo più non potesse avenire, diliberò il Comune di farvi un nobile e forte castello di mura, e incontanente del mese d'agosto del detto anno mcCCLv si cominciarono a·ffare i fossi, e all'uscita di settembre del detto anno si cominciarono a·ffondare le mura, e tutte s'alogarono in somma a·bbuoni maestri e con discreti e avisati proveditori, dando d'ogni braccio quadro soldi sette di piccioli, di libre III in soldi VIIII il fiorino d'oro, dando in comune a' maestri solo la calcina, acciò che i maestri avessono cagione di fare buone le mura. Le mura furono larghe nel fondamento braccia IIII, e fondate braccia uno sotto il piano del fosso, e sopra terra grosse braccia due, ristrignendosi a modo di barbacane, e sopra terra alte braccia XII, con corridoi intorno con beccatelli, e armate di torri intorno intorno, di lungi braccia L dall'una torre all'altra, alzate braccia XII sopra le mura e con due porte mastre, catuna con due torri più alte che·ll'altre e bene ordinate alla guardia. E questo circuito comprese il poggio e il borgo, e sanza aresto fu compiuto e perfetto il lavorio del mese di settembre seguente nel MCCCLvI. E veduto il conto del detto edificio, costò al Comune di Firenze XXXVm di fiorini d'oro».

□ Vedi anche ib., Cronica IV, 16, 17.24 (1354), ed. I, 494-95; IV, 20, 3 (1354), ed. I, 501.

■ 19.XI.1487, da i registri delle lettere del maestro dell'ordine domenicano: «Sorori Costantie Ioannis domini Salustii de Buonghulielmis, monasterii Sancti Dominici in Cafagio, conceditur sibi cella sororis Orette, que a predecessoribus sibi concessa fuerat, videlicet Salvo, Bartolomeo et Barnaba. Non obstantibus etc. In Sancto Cassiano, 19 novembris» (AGOP IV.9, f. 74r). «Frater Ioannes Francisci, supprior conventus Sancte Marie Novelle, absolvitur ab officio supprioratus etc. Datum in Sancto Cassiano, die xix novembris 1487» (AGOP IV.9, f. 74v).

□ La sosta del  maestro dell'ordine in San Casciano in Val di Pesa si articola tra quella precedente in Firenze (19 nov.) e quella successiva in Siena (20 nov.).

■ 1488. «Fratri Michaeli Angelo de Sancto Cassiano de Florentia conceditur licentia eundi ad Congregationem Lombardie. Florentie, 14 augusti» (AGOP IV.9, f. 78v).

■ 1494. «Fratri Alberto de Ciglianis de Florentia conceditur locus seu hospicium Sancti Cassiani, qui locus vocatur Sanctus Iustus, et hoc in vita eius. Die 2 iunii, Ferrarie» (AGOP IV.10, f. 84v).

Fra Alberto di Niccolò dei Cigliani: «Hic pro sua quiete morabatur ut plurimum in predio quem tenebat a conventu. Fuit et bursarius sepe in conventu. Tandem in ea regione fratre suo mortuo de peste et ipse infettus, Florentie in domo attinentium suorum, eodem morbo extinctus quievit in Domino» (Cr SMN n° 748: † 27.XI.1499). Le testimonianze complementari di AGOP IV.10, f. 84v (2.VI.1494) e di AGOP IV.11, f. 67r (12.II.1496), 67v (23.II.1496), danno nome agli indefiniti predium ed ea regione del cronista conventuale Cr SMN n° 748: in giugno 1494 il convento affida a fra Alberto, vita natural durante, la cura del podere San Giusto nell'ospizio San Casciano; contagiato lì di peste - dove di peste era deceduto anche un suo fratello -, Alberto cede la cura di San Giusto a fra Piero di Mariotto (12.II.1496), fa ritorno a Firenze, e qui muore in novembre 1499.

■ 2.V.1495. «Precipitur fratri Petro de castello Sancti Cassiani, sub sententia excomunicationis late sententie et sub pena privationis filiationis conventus et habitus, quod a noticia literarum in terminum octo dierum debeat dictum castellum et eius territorum exivisse et ire Florentiam, in quo est assignatus; et quod reddat per inventarium rationem amministrationis tam de rebus mobilibus quam immobilibus et de ordinariis et extraordinariis loci dicti "hospitium fratrum Predicatorum" in eodem castro; item sub eisdem penis, inde etiam expellitur frater Andreas de Florentia et eodem modo; et quod amplius ibidem non redeant absque licentia rev.mi petita et optenta. Cuius rei rexecutio committitur magistro Gabrieli Dominici de Florentia. Die ij maii, Venetiis» (AGOP IV.11, f. 66r).

12.II.1496. «Fratri Petro Mariotti Antonii de Sancto Cassiano committitur cura hospicii Sancti Iusti prefati opidi Sancti Cassiani, in spiritualibus et temporalibus, approbando et confirmando renuntiacionem sibi factam per fratrem Albertum de Ciglianis. Die 12 februarii, Florentie» (AGOP IV.11, f. 67r).

1508. «Frater Ioannes Dominicus de Sancto Cassiano», OP 1493, prof. 1494 per il convento San Domenico di Fiesole, † 1508(?).

Chronica conventus Sancti Dominici de Fesulis, f. 147r: «obiit in conventu Sancte Marie de Saxo» in Bibbiena, pr. Arezzo (A.F. Verde, La Congregazione di S. Marco..., MD 14 (1983) p. 212).

1508. «Frater Nicolaus, prius dictus Iacobus vel Papinus, de Sancto Cassiano», OP 1500, prof. 1501 per San Domenico di Fiesole, † 1508-09 ca.

Chronica conventus Sancti Dominici de Fesulis, f. 147r: «fr. Nicolaus de Sancto Cassiano obiit .  .  » (A.F. Verde, La Congregazione di S. Marco..., MD 14 (1983) p. 214).

1523. Niccolò da San Casciano, OP 1491, prof. 1492 per San Domenico di Fiesole, † Roma 1523.

Chronica conventus Sancti Dominici de Fesulis, f. 148v: «Frater Nicolaus de Santo Cassiano, cum per plures annos vagabundus extra ordinem mansisset, in habitu tamen, tandem Romae extra conventum in quodam hospitio obiit die  .   .  iu(lii) MDXXIII. Cuius animae Deus misereatur» (A.F. Verde, La Congregazione di S. Marco..., MD 14 (1983) p. 211).

■ 1527. «Frater Petrus Mariotti de Sancto Cassiano die 23 augusti 1527 in hospitio Sancti Cassiani peste obiit. Hic talis semper extitit ut iuvenis existens meruerit hospitium predictum habere, quod quidem hospitium ab eo auctum fuit et in fabrica et in redditibus; nulloque alio gaudebat quam visione suorum fratrum dum secum hospitabantur, ac tam diu laudabiliter vixit donec capitulum provinciale in suo hospitio celebratum fuit 1525, etc.» (CrSMN n° 812).

■ → scascno3.htm

precedente successiva