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1969 (genn. - maggio: Lyallpur, Lahore)

Gennaio <1969> - Lyallpur

|166| "Service" in comune con i Protestanti per l'"Unity Octave".

Siamo invitati dal Rev. John Wilder. Ci si ritrova presso Rev. Woodberry's. Due sermoni:

- da parte cattolica, P. Emilio P. (sul passo della kenosi, Filipp. 2,6-11)

- da parte protestante: Woodberry (su la "riconciliazione" con Dio).

Molto positivo. Legami da intensificare.

Lahore, 10 febbr. 1969

|165| I) Porfirio scrive di Plotino: "like a man ashamed of being in the body". 

II) "The soul attains to this |166| deliverance by knowledge, by meditation on itself, by not earning fresh merit or demerit through actions sprung from desire... It is knowledge and not virtue which obtains final deliverance from the body" (John Davies, Hindu Philos., London 1884).

Lahore, 10 Aprile '69

|167| Torno a Lahore con la riapertura dell'Università dopo quasi 5 mesi di chiusura forzata per disturbi politici. Regime Yahyāh Khān.

<Lahore> 20 Ap. '69

Khāja Sādiq [scritto in urdu]: prendendo lo spunto dal dualismo della filosofia greca passa al dualismo dei mistici: indù, sufi, e poi cristiani.

Discussione in classe sui "monaci e monache" in X.mo.

Vi si espone l'idea che per essere vero x.no bisogna abbandonare il mondo, la convivenza sociale, reprimere e combattere contro il corpo ecc. |168| Si chiede il mio parere.

Uno studente domanda se chi non è monaco è considerato vero x.no o no!

Islam è presentato come la finale e perfetta soluzione storica del dualismo delle religioni precedenti: soluzione del dualismo anima-corpo, spirituale-materiale, individuale-sociale, spirituale e temporale.

<Lahore> 21 apr. '69

In bibliot. una ragazza (che si dichiara atea) sostiene che nella società islamica le ragazze si conservano caste in confronto con quelle dei paesi occidentali...

<Lahore> 25 apr. '69

Diario, p. 169: 25 e 30 aprile 1969

 

|169| Un compagno di scuola mi passa questi versi [in lingua urdu]:

maut kahā hai ik lafaz be-ma'ni

jisé mārā hayyāt ne mārā

[= ha detto qualcuno: parola senza senso è "morte";

quanti ne uccise, li uccise la vita!]

<Lahore> 30 april. '69

Profess. Iqbāl Qādir [scritto in urdu nel quaderno] mi chiede a scuola se esista un problema del "modernismo" nel X.mo. Espongo brevemente. Poi si passa a parlare del modernismo in Islam. Interventi degli studenti.

Posizione del Profess.: il problema è ineludibile; la religione e la scienza hanno un proprio campo e un proprio linguaggio; non potran<n>o mai combaciare.

<Lahore> 5 - V - '69

|170| Shāhzād compagno di scuola mi espone a lungo il suo punto di vista circa il "modernismo" in Islam. È di chiara e convinta confessione ortodosso-tradizionale. Ma è intelligente, quindi prevede e accetta tutte le conseguenze dell'Islam ortodosso nel mondo moderno.

<Lahore> 17 maggio '69

Shāhzād m'invita a pranzo; villetta al Gulberg(?); famiglia benestante.

Dopo pranzo andiamo alla moschea e mazār di Ganj Bakhsh (Jullām al-Hujwīri di Ghazna). Il mausoleo è alla destra del cortile della moschea. Molta gente tocca, bacia il mausoleo, getta fiori sulla tomba. Fontana d'Hujwīri; la gente vi beve e vi si lava la faccia per devozione. Azām della preghiera delle |171| h. 14; Shāhzād si unisce all'assemblea; io osservo dall'angolo del mausoleo; fuori la moschea "kawāl": un ragazzo al centro appare fuori senno e si muove ritmicamente seguendo la musica; impressione mediocre.

Andiamo alla Bādshahi Mosque, e visitiamo le tabarkāt (le reliquie) di Muh.: underwear, slippers, un capello, bastone...

Hazrat Dātā Ganj Bakhsh  [in urdu]

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