Note a Nota introduttiva

[1] ASMN I.A.49, Alberto Zucchi OP, Memorie personali, p. 59 (1893-94): «ricominciai, destinando ad essa <biblioteca> quella stanza prima del corino, dov’era la compagnia di San Benedetto Nero, cioè sopra l’entrata nel chiostro verde». Vedi Abbreviazioni e sigle più oltre.

[2] Ricord-E, p. 103, Costanzo Becchi: «Nel corso del 1903 furono condotte a buon termine le pratiche da lungo tempo intavolate, perché fosse a noi retrocesso l’antico Corridore e Dormitorio del Noviziato». Spese in uscita sono registrate in ASMN I.E.181, Entrata/uscita del convento ff. 63r (dic. 1903)    91v (luglio 1905).

[3] I. Taurisano, Hierarchia ordinis Praedicatorum, Romae 1916, IX; Il Capitolo di Santa Maria Novella in Firenze, MD 33 (1916) 27 n. 2, 219; Il culto di Dante nell’ordine domenicano, AA. VV., Per il settimo centenario dall’approvazione dell’ordine domenicano, Firenze 1916, 58n. MD 26 (1995) 320.

[4] LC3 f. 228r (4.XI.1695): «Insuper decretum fuit, instanter [sic] adm(odum) R.P. provinciali, quod archivium provincię Romanę, quod tenent patres Sancti Marci di Florentia (conventus alias ad provinciam Romanam minime spectantis utpote determinati nuper inter conventus congregationis novę Sancti Marci), ad conventum nostrum S(anctę) Marię Novellę transferatur, et quod scripta et ea quę ad provinciam spectant claudantur in parvo quoddam domicilio ad hoc munus accomodando quod situm est in camera priorali subter scalam eiusdem camerę. Cuius archivii tres claves singuli priores pro tempore Sanctę Marię Novellę, Sancti Dominici de Pistorio, Sancti Dominici de Prato, singulas habeant».

[5] «La Biblioteca nasce con l’acquisizione da parte della Deputazione Provinciale di Firenze nel 1870 della biblioteca appartenuta a Pietro Bigazzi. La raccolta, il cui fondo più cospicuo comprende parte della biblioteca di Domenico Maria Manni e quella di Domenico Moreni, compilatore della Bibliografia storica ragionata della Toscana (1805), è costituita soprattutto da documenti relativi alla storia e alla cultura toscana. Al suo sviluppo concorsero poi le successive acquisizioni di collezioni di altri eruditi e raccoglitori appassionati di antichità toscane come Giuseppe Palagi, Emilio Frullani e Giovanni Antonio Pecci. Nel 1942 la Biblioteca fu aperta al pubblico negli storici locali di Palazzo Medici Riccardi insieme alla Biblioteca. Negli ultimi decenni sono entrati a far parte del patrimonio della biblioteca altri fondi manoscritti di particolare interesse per la storia toscana (Libri, Rubieri-Zanetti, Rosini e Ombrosi-Frullani). Dal 1978 la biblioteca è gestita direttamente dalla Provincia di Firenze pur continuando a condividere con la Riccardiana alcuni servizi al pubblico» (CENNI STORICI in http://www.provincia.fi.it/moreniana/morinet2.htm).

[6] Bibl. Moreniana di Firenze:

Inventario del fondo Palagi in sala consultazione F 15. Non pare che questo lascito archivistico di SMN sia stato molto utilizzato. Devo iniziale segnalazione alla cortesia della dott.ssa Ognibene (marzo 2000).

[7] Esempi: Bibl. Moreniana, Palagi 386 ins. 2 <Opera di SMN 1506-1528>: cart. 285x215, ff. 77, bianchi 44-77. Palagi 74 <Ricordi e partiti dell’Opera di SMN 1612-1740>: cart., 290x210, ff. 123, bianchi 86-123, + tabula alfabetica indipendente. Palagi 129 <Libro degli ufici de’ morti della compagnia di Santo Pietro Martire e del convento di SMN - 1481>: membr., 280x200, ff. 20, coperta in assi lignei, con puntoni e fermagli metallici. «1481. Questo libro è della sagrestia e convento di SMN di Firençe nel quale sono scritti tutti e rinovali e feste che s’ànno a∙ffare in detta chiesa così della compagnia di Santo P(ietro) M(artire) come del convento. Fu fatto questo libro nel nome d’Iddio a dì 20 di novembre 1481 al tempo de’ sagrestani frate Damiano di Bartolomeo e frate Piero di Benedetto d’Agnolo» (1r). «Questo libro è del convento e sagrestia de’ frati di SMN di Firençe chiamato libro degli ufici de’ morti della compagnia di Santo Pietro Martire e del convento» (19r). Costruito a calendario, con sola notazione dei commemorati, dei quali s’indica talvolta luogo del sepolcro: ff. 1r-11r febbr.-dic. della compagnia, 12r-15v luglio-dic. del convento (questa almeno la sequenza sortita dal recente restauro). Aggiornato durante e non oltre il Cinquecento. Qualche carta o fascicolo deperditi. Era in stato molto precario e sciolto prima del restauro, mi confida una funzionaria della Moreniana. (Rinovale = lessema vernacolare che scambia con anniversario annuale annovale anovale). Palagi 107 <Tabula degli anniversari ordinari della sagrestia di SMN, XVex>: 12 membrane (un mese per ciascuna), 405x270, piegate nel mezzo, non rilegate, custodite in coperta d’assi lignei 280x210, sul retro del piatto posteriore <* * *>ari ordinarij. Anniversari in volgare, libraria tardiva, XVex. Altre mani aggiungono anniversari di frati deceduti 6.V.1489 (13.XII), 15.V.1503 (2.VI), 17.V.1522 (8.VII).

[8] Bibl. Moreniana, Palagi 78. Generica entrata “libro dei novizi” nell’inventario F 15. Vedi sotto, in calce ad ASMN I.A.20 del nostro catalogo.

[9] ASMN I.E.185, Amministrazione del convento, p. 105 (agosto 1913): «Accomodatura dell’Orologio dell’Archivio £ 4».

[10] LC6 p. 253 (6.XI.1939): «p. Orlandi <nominato> archivista».

[11] «Sistemazione della ex-Biblioteca, ora sala dei quadri... La Biblioteca è stata provvisoriamente adattata nei locali in prossimità della vecchia scala, non demolita per evidenti ragioni di comodità»: LC6 p. 269 § 3 (1940-41); cf. ib. p. 311 (30.XI.1949).

[12] LC6 p. 306 (5.III.1948): dei locali in P.za della Stazione «per la Biblioteca Domenicana… il corridoio… colle stanze adiacenti colle finestre sul chiostrino dei morti». S. Orlandi, La Biblioteca di S. Maria Novella in Firenze dal sec. XIV al sec. XIX, Firenze 1952, 101-03.

[13] LC6 p. 306 (5.III.1948): «Tra i locali a disposizione della parrocchia nel cortile d’ingresso, anche quello adibito ad archivio parrocchiale».

[14] LC6 p. 353 (15.I.1957): «È stato approvato che si sistemi l’Archivio del convento in modo decoroso. È stata autorizzata una spesa di circa £ 150.000». ASMN I.A.53, Cronaca del convento, p. 258 (genn.-febbr. 1957): «sono stati imbiancati il corridoio superiore e la stanza adibita ad Archivio del convento colle due finestre prospicienti sotto il colonnato superiore del chiostro grande. Nell’Archivio è stato posto l’arredo di due grandi mobili in legno, fatti fare appositamente con una spesa di £ 100.000, nei quali si sono potuti sistemare decorosamente i grandi codici corali manoscritti e miniati del ’300 e ’400 e tutti gli altri documenti e cimeli, sebbene siano ancora insufficienti».

[15] Masetti, Monumenta II, 206 «prostat in Tabulario Florentino»: tabularium florentinum è l'archivio conventuale di Santa Maria Novella, di cui l'autore utilizza molti altri libri tuttora presenti.

[16] Abbaino e seconda finestra visibili nel centro della foto (campanile sullo sfondo) in L. Nobili (e altri), Il Convento di SMN in Firenze Sede della Scuola Sottufficiali Carabinieri, Milano (Electa) 1994, fogli 7°-8° del blocco riproduzioni fotografiche.

[17] Il metodo trae profitto e adatta E. Casamassima, Note sul metodo della descrizione dei codici, «Rassegna degli Archivi di Stato» 23 (1963) 181-205; ripreso in AA. VV., Antologia di scritti archivistici, Roma 1985, 717-42.

[18] I.P. Grossi, "Necrologio" della provincia Romana O.P. dal 1656 al 1694, Firenze Conv. S. Maria Novella, ciclostile, 1978, I.

[19] S. Orlandi, La Biblioteca di S. Maria Novella…, Firenze 1952, 95 ult§.

[20] Ovvero compagnia San Raffaele Arcangelo, con sede principale nell’area dell’attuale Grand Hotel Minerva, Piazza Santa Maria Novella 16. ASMN I.A.19 Liber consiliorum B, f. 26r-v (17.III.1721) «domum sitam in platea maiori nostri conventus prope societatem Arcangeli Raphaelis vulgo dicta della Scala». K. Eisenbichler, The Boys of the Archangel Raphael: A Youth Confraternity in Florenze, 1411-1785, Univ. of Toronto Press 1998, 17, 56-61. 

[21] ASMN I.A.33 Ricordanze del convento B, p. 315 (1789).

[22] ASMN I.C.109, Ricordanze della sagrestia D, f. 67r (1776): «Ricordo come è dovere di rammemorare, ciò che conviene per notizia de’ posteri avvenire, come il presente secolo è tutto sconvolto per il motivo principalmente di essere contrario alla religione, e perché ciascuno pretende vivere a proprio talento si è preso odio principalmente contro il ceto regolare che più d’ogn’altro è capace di tenere in dovere i trascorsi de’ libertini… ».

[23] Pregevole ricerca introduttiva: O. Gori Pasta, Vincenzo Fineschi, DBI 48 (1997) 37-40; punto di partenza per più minuta ricostruzione delle coesistenze culturali ed ecclesiologiche dell’erudizione fineschiana; per individuare le ragioni specifiche dei conflitti, definire la direzione di marcia e i suoi approdi.

[24] Fineschi, Memorie istoriche 341-46, 348 n° 133 testo F. Ristorus, dove nulla è detto a beneficio del lettore, e l’articolo gode perfetta equiparazione editoriale agli altri.

[25] ASF, CRS 102 n° 90 Libro di ricordanze bianco segnato A, p. 299: «È da premettersi essere il nostro convento di SMN stato in tutte le sue parti fabbricato a spese di particolari religiosi, o per le loro ereditate sostanze, o per i sussidi somministrati dalla munificenza e pietà di private fiorentine famiglie…, sicché non deve recar maraviglia se diverso sia il metodo che osservasi nell’ius che ha l’Opera o sia il magistrato di ciascun convento particolare, come accade ne’ conventi della Santissima Nunziata, di Santa Croce, di Santo Spirtito e di molti altri, nei quali la grandezza e generosa pietà della real casa de’ Medici concorse con grossi sussidi a fare quelle magnifiche fabbriche…».

[26] ASF, CRS 102 n° 90 Libro di ricordanze bianco segnato A, p. 301.

[27] Cf. O. Fantozzi Micali – P. Roselli, Le soppressioni dei conventi a Firenze, Firenze 1980.

[28] Patti Lateranensi, convenzioni e accordi successivi fra il Vaticano e l’Italia, Città del Vaticano 1946: Bibl. SMN XIV.B.38.  La revisione del Concordato, a c. di G. Dalla Torre, Città del Vaticano 1985.

[29] 7.II.1531 il consiglio conventuale («Omnes patres conventus…») approva l’affiliazione di fra Bonino Salvione da Legnago maestro in teologia, della provincia Lombarda; «revocantes pro hac vice tantum quodam instrumentum factum, in quo fit mentio quod nullus frater possit amplius eligere aliquem in filium conventus nostri». Il priore poi sollecita l’assenso di tutti i sacerdoti figli del convento, «omnes sacerdotes iuvenes et conventus antedicti filios» (LC1 39r-v, 7.II.1530/1). 8.II.1531 il priore convoca il capitolo «ad sonum campanelle ut moris est», che dà il proprio assenso (LC1 39r-v, 8.II.1530/1). Subito dopo: «Item post talem deliberationem, existentes adhuc omnes fratres et patres in capitulo, per omnium assensum decretum et determinatum fuit quod nullus possit recipi in filium conventus nostri SMN nisi capitulariter et in capitulo et ad hoc omnes consentientes, et non per aliquam subscriptionem quomodocumque factam, nisi talis recipiatur in capitulo prius, et patres omnes et fratres prius per consilium ad hoc consentiant, ut actum est de rev.do magistro Bonino. Si autem aliter factum fuerit, ipso facto sit irritum et inane. Hec omnia in capitulo terminata sunt» (LC1 39v, 8.II.1530/1). A sua volta il provinciale di Lombardia non accetta nella propria provincia fra Alberto da Firenze senza licenza del convento d’origine (LC1 81v, 10.IX.1539); = Alberto di Tommaso dei Mazzoni († 1577), dalla vita irrequieta e dai molteplci trapassi; gli resiste fino al termine l’originale filiazione fiorentina: Cr SMN  n° 931.

[30] «et ad hoc omnes consentientes» della nota precedente. LP p. 82 (29.VII.1658): «Coadunati come sopra i vocali professi di questo convento per il M.R. padre maestro e priore fra Paolo Borghesi in numero 26, fu proposto l’infrascritto partito a’ figliuoli del convento in esso esistenti: d’accettare per figlio di questo convento fra Zanobi Baccetti già figlio del convento di San Iacopo di San Miniato al Tedesco, con licenza del padre rev.mo generale, come apparisce al libro delle professioni a carta 96, e fu vinto per tutti i voti favorevoli».