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3a. Croce corale di Giotto |
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La chiesa era divisa in due parti fino alla ristrutturazione vasariana 1565-75: quella inferiore, le prime quattro arcate dall'ingresso fino ai pilastri sopra i gradini, detta chiesa dei fedeli (pulpito della predicazione al popolo in posizione centrale); quella superiore o coro dei frati.
Dizioni correnti: a) ecclesia inferior (talvolta anche exterior), ecclesia fidelium; b) ecclesia superior,
ecclesia fratrum. Tra i pilastri sopra i gradini si elevava
un tramezzo (intermedium negli atti dei capitoli generali OP, MOPH
III, 47/10-14; ), che divideva le due parti a modo di iconostasi.
Denominazione "ponte" prevale nel volgare toscano; ma anche "cancelli": «cancelli
enim dicuntur hostia vel parietes que dividunt chorum a navi ecclesie»
(Remigio dei Girolami
OP, † 1319, Postille super
Cantica Canticorum,
Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, Conv. soppr. 516, f. 231rb). "Le reggi della chiesa" (A. Schiaffini, Testi fiorentini del Dugento e dei primi del Trecento, Firenze 1954, 326a) designavano
in volgare le porte della chiesa (porta regia bizantina?), ma fors'anche
quelle del ponte; il
fiorentino Lionardo di Niccolò dei Frescobaldi
raffrontra quanto consueto in casa con quel che vede in Egitto (ott.
1384): «La chiesa è grande e divotissima e bene adorna; e come le
nostre salgono alquanti scaglioni all'entrare delle reggi, così quella scende» (G. Bartolini - F. Cardini, Nel nome di Dio facemmo vela, Bari 1991, 155/19-21).
La croce, o meglio la croce corale collocata in alto sul tramezzo e rivolta
ai fedeli, è fulcro della celebrazione eucaristica e fa da trapasso o
ricongiunzione visiva dei dei due spazi ecclesiali. Maria Egiziaca cerca
insistentemente di raggiungere "le reggi de la chiesa" per adorare la croce
(Iacopo
da Varazze,
Legenda aurea, volgarizzamento fiorentino, ed. A. Levasti, rpt
Firenze 2000, 240).
Nalla Basilica superiore di San Francesco d'Assisi, Giotto o la sua scuola
affrescano in una scena il ponte visto dalla parte della chiesa superiorre;
e il crocifisso visto dal retro regna dall'alto. Non dunque un crocifisso
qualsiasi, ma il "crocifisso corale"; dopo la scomparsa del tramezzo, il suo
ruolo passa al "crocifisso o croce dell'altar maggiore". Al ponte di SMN erano addossati quattro archi con altrettanti altari. Sulle pareti della chiesa, tutte istoriate, altri sei altari.
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Croce corale di Giotto (Giotto di Bondone di Angelino da Firenze, del popolo Santa Maria Novella, n. 1267 ca., † 1337), primo decennio del Trecento(?; di certo ante ASF, SMN 15.VI.1312). «Omnes autem fratres egrediendo <e choro> inclinent ante crucem que est inter chorum et ecclesiam laicorum», prescriveva l'Ordinarium OP (1256 ca., ed. Guerrini 121). Capitolo gen. 1249: «Intermedia que sunt in ecclesiis nostris inter seculares et fratres...» (MOPH III, 47/10-14).
Ubertus Lombardus (OP?), De nomine et amore Iesu (xiii med), trattato di teologia spirituale, di notevole diffusione; ms Innsbruck, Univ. Bibl. 140 (xiii), f. 113va:
«Hoc enim figuratur per hoc quod crux ponitur inter chorum sive cancellos et corpus ecclesie ut qui chorum intrare voluerint sub cruce vadant».
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M.B. Hall, The ponte in S. Maria Novella: the problem of the rood screen in Italy, «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes» 37 (1974) 157-73; Renovation and Counter-Reformation. Vasari and Duke Cosimo in Sta Maria Novella and Sta Croce 1565-1577, Oxford 1979. AA. VV., Giotto. Bilancio critico di sessant’anni di studi e ricerche, a c. di A. Tartuferi, Firenze 2000. AA. VV., Giotto. La Croce di SMN, a c. di M. Ciatti e M. Seidel, Firenze 2001. |