domus | chiesa | libri del borsaio | Iacopo di Talento | prevasariana | Borghigiani 1556 | organo | HALL, The ponte | SMITH, Navata | HAINES | Effigi domenicane

chiesa prevasariana, "ponte", ristrutturazione

9 Sepolcro di fra Bartolomeo d'Antonio di Lapaccio dei Rimbertini (OP 1417, † 1466. Cr SMN n° 674. SOPMÆ I, 155; IV, 43). Poco oltre quello di fra Aldobrandino dei Cavalcanti († 1279. Cr SMN n° 124).

10 Cappella Santa Maria Maddalena appoggiata alla parete del coro, fatta errigere da fra Iacopo di messer Tommaso degli Altoviti (OP 1361, † 1408. Cr SMN n° 574) prima dell'episcopato fiesolano 1390.
"Di fronte alla propria cappella e incassato nel muro della sacrestia" (Biliotti) (11) sepolcro del vescovo fiesolano fra Iacopo degli Altoviti † 1408 (contro errata tradizione epigrafica † 1416); area sepolcrale di altri Altoviti.
Coro dei conversi: «unde ipsum <scil. beatum Ignatium martirem> in ecclesia superiori prope hostium sacristie super corum conversorum honorifice fecit depingi» (Cr SMN n° 448; Orlandi, Necrologio I, 564).

12 Sepolcro di messer Andrea da Panzano podestà di Firenze.
Scala che immetteva sul ponte; aderente al muro maestro di chiesa, montava sopra la porta laterale al primo chiostro.
Oltre la porta, cappella Santa Caterina da Siena, delle donne della Penitenza; già San Tommaso d'Aquino; già San Marco, patroni gli Alfani.

13 Sepolcro della beata Giovanna da Firenze († 11.XI.1357) dell'ordine della Penitenza. (S. Orlandi, La beata Villana..., Firenze 1955, 22-23).

14 Altare della Trinità.

15 Cappella Sant'Ignazio Martire, patroni i Benintendi.
Lungo le pareti storie affrescate andate distrutte.
Presso la prima porta un pozzo chiuso a làpida circolare.

16 Cappella San Vincenzo Ferrer (canonizz. 1455) sotto l'affresco Annunciazione di Pietro di Miniato ( 1430-40). Demolito nel 1857.

 

8 "Altare dei frati" addossato al muro corale. Fra Domenico di Francesco di Tano dei Pantaleoni (OP 1355, † 1376) «fecit fieri a suis consanguineis et de patrimonio proprio... altare post chorum destrum, et circum [= torno torno, in senso avverbiale] sepulcra distincta in quibus fratres omnes possent secundum suos gradus honorifice sepeliri» (Cr SMN  f. 50r, n° 487). Primo sepolto nel "nuovo cimitero dei frati post corum" sett. 1375 (Cr SMN n° 481). Antecedentemente sepolcro "ante capellam maiorem versus capellam Iohannis Evangeliste" giugno 1357 (Cr SMN n° 413); "iuxta corum ex parte dextra" sett. 1359 (Cr SMN n° 418).

7 Coro quadrangolare, recintato da muro ad altezza uomo, salvo lato settentrionale verso l'altar maggiore. Distinto era il coro dei conversi, tra porta della sagrestia e scala che immetteva sul ponte (vedi sotto n° 11).

6 Ponte o tramezzo; altezza 4,5 mt, contro i 20 mt delle volte della navata centrale. Quattro cappelle inferiori (da ovest) dedicate ai santi Tommaso d'Aquino, Caterina da Siena, Pietro Martire (patroni Castiglioni), Maria Maddalena (Cavalcanti); relativi affreschi, accanto alla porra dirimpetto al coro, di fra Giovanni da Fiesole (E. Marino, La Trinità di Masaccio, Firenze 2008, 29 n.32). Quattro superiori: Pietro e Paolo, Giovanni Battista (Bertaldi), Elisabetta (Macci), Eustachio Martire.
Sulla parete orientale della chiesa, cappella San Tommaso da Canterbury (Minerbetti).
Due organi minori.

5 Sepolcro di fra Giovanni da Salerno; poco oltre ma prima dei due scalini quello della beata Villana delle Botti.

4 Porta laterale verso il cimitero degli avelli. Sui muri laterali alla porta affreschi della BVM, parzialmente emersi al tempo del Borghigiani.

3 Cappella San Maurizio; affreschi murali con storie del santo "mirabili a vedersi e di pubblico godimento" (Biliotti).

2 Cappella Beata Vergine Maria e San Lorenzo Martire, patroni i Giuochi (1399: ASMN I.A.3, f. 55r-56v). Nel muro della prima arcata nicchia dipinta di San Vincenzo Martire.

1 Altare dei Magi, titolo Epifania del Signore; patroni i Lami, tavola del Botticelli; passato per poco ai Fedini, poi a Fabio Mondragone.

 

 

Pianta di Hall, Renovation pp. 167-68, 197 Fig. 1. Numerazione dalla porta d'ingresso della facciata movendo verso est (rotazione antioraria).

Cappelle, altari e jus patronatus. Ne fu testimone oculare Modesto di Agostino dei Biliotti, ASMN I.A.9, Cronica conventus SMN (1575), cc. 9-15, a cui dò precedenza. Ricostruisce sotto l'anno 1556 Vincenzo Borghigiani (1757-61).

 

leggi

12.IX.1565
il priore di SMN
per il duca Cosimo I

ed. R. Lunardi, MD 19 (1988) 406

Fr. Angelo Malatesta, priore di Santa Maria Novella, perché si ricordasse al duca Cosimo - come lui stesso gli aveva raccomandato in Palazzo Pitti una settimana prima - la necessità di organizzare il reperimento dei fondi necessari per i lavori decisi in chiesa.

Molto Magnifico Signore Cavaliere.

Preo, con questo breve memoriale, la Sig(noria) Vostra, che si ricordi di ricordare a l'Eccellenza del Duca Nostro Signore il negotio di Santa Maria Novella, per causa de l'accomodare quella quantità de i denari che vanno in assettare il choro et l'altare grande, per potere levare il ponte et il choro del mezzo della chiesa, sì come è stato delibarato da i nostri Illustrissimi et Eccellentissimi Principi, tanto alli 6 del instante mi comisse Sua Eccellenza Illustrissima, che io Vi dovessi dire, ciò è che V(ostra) S(ignoria) gli ricordasse il prestato negotio. Et senza più dire me ci raccomando et offero, rimettendomi a quello che intorno a ciò a bocca gli parlai nella gram sala ducale ai Pitti, et resti sana et con la gratia di Giesù Cristo.

Di Santa Maria Novella, li XII di settembre 1565.

Di V.S. Aff.mo frate Agnolo Malatesti Priore

5.X.1565
Operai di SMN al duca Cosimo

MD 19 (1988) 407-08

Illustrissimo et eccellentissimo signor Ducha.

Atteso che l'Eccellenzia Vostra Illustrissima, come quella che sempre attende a cose migliori e più perfette, è risoluta che per maggiore ornamento, comodità e bellezza e religiosa osservanza della sua venerabile chiesa di Santa Maria Novella si levi del mezzo di quella il ponte e il coro e che il detto coro, secondo l'ordine da lei dato si riducha nella chappella maggiore con tirare innanzi l'altare e altre sue appartenenze, però, a fine che le dette chose e altre a quelle appartenenti si possino, secondo il pio desiderio suo più degniamente e onoratamente eseguire, gli Operai di detta chiesa, umilissimi e obbedientissimi servídori di V.E.L, umilmente la supplichano e preghano che voglia ordinare di quale ingiegniere e' s'abbiano a servire per eseguire quatito è nella mente di V.E.I., la quale Iddio lunghamente conservi.

Data el dì 5 d'ottobre 65.

Di mano di Cosimo in in calce alla stessa carta: «Piglin Giorgio Vasari», e la supplica rinviata «Alli operai di Santa Maria Novella» - scritto sul verso - con il timbro a secco dello stemma mediceo.

5.X.1565

MD 19 (1988) 408-09

Insieme con la supplica precedente era stata inviata al Duca la seguente nota:

  • Tirar l'altare innanzi et alzarlo con le sue appartenenze.

  • Fare il choro doppio per i frati, assettarlo non levando le spalliere, né alterando la cappella, né dipinture, come sarà giudicato da l'ingegneri, con far l'ntrata dietro alle cappelle che si possa di dormitorio venire in choro senza che i frati siano visti.

  • Levar il ponte mantenendo ai padroni le sepolture et il luogho et dando loro un altro luoglio per la cappella, secondo che parrà a l'ingegneri.

  • Levare il choro mettendovi panche per il popolo come sarà giudicato.

  • In ogni archo far' una cappella et non più, nel modo che sarà giudicato da l'ingegneri, che son dodici archi.

  • Ridurre la cappella de' Giuochi secondo il modello che sarà disegnato, lasciandovi la memoria di detto casato che è già spento.

  • Far l'andata all'orghano dalla cella del sagrestano che è poca spesa e fassi senza rompere mura o levare lumi o altro.

  • De' quattro altari che son sul ponte, ridurgli tutti sotto un titolo in un altro altare.

  • L'ingegniere habbia authorità, bisognando, di levar o tramutar sepolture, sepolcri o porte, per commodità di questa Opera, dando a quei tali simile o più degno luogho.

27.IV.1566
priore di SMN
a Cosimo
 MD 19 (1988) 409-10

Illustrissimo et Eccellentissirno sig. Duca.

Da che io son tornato da capitolo, io trovo che il lavoro del choro nuovo è raffreddato per manchamento di denari et, se in qualche modo non ci si prevede, da questa settimana in poi non si lavorerà più. Parmi debito della servitù mia di farlo intendere a V.E. Illustrissima, la quale Idío conservi sana et felicissima nella sua gratia. Il choro è assai innanzi, ne ci correrà molta spesa; ci è l'assegnamento delle cappelle et del capitolo che vorrebbe la Natione Spagniuola, come a questi dì expuosi a V.E. Illustrissima. Ci sono anchora da cavar parecchi ducati di marmi, ma questi denari non sono per hora in essere.

Di V.E. Illustrissima humilissimo ci fidelissimo servo, Frate Agnolo Malatesti Priore di S. Maria Novella