Andati perduti, i libri d'entrata e uscita dei borsai di SMN, avviati nel 1330-31. Primo ricorso: «1331. Detta somma fu pagata in più partite dal priore della Minerva di Roma. Sp.° de' Bors. t. 1 carta 3» (ASMN I.A.26, p. 324a in fine). Quattro i libri del '300 (ASMN I.A.29, pp. 148, 150, 164, 168, estrae dal t. 4, tra 1385 e 1397); il quinto compare la prima volta 29.I.1399/400 (p. 171). Decisivi per metter punti fermi nella storia edilizia del complesso di SMN. A metà '700 ne fa ampio spoglio e uso il compilatore conventuale Vincenzo di Lorenzo Borghigiani (da usare con cautela quando parla in proprio). Orlandi, Necrologio I, 325-327 (II, 519-81, e altrove), si prova a raccoglierne i frammenti.
Perché riproporre lo spoglio? Un semplice raffronto col quanto in Necr. I, 325-327, risponde da sé.
Il testo ricuperato sugli originali Borghigiani fa intravedere delicati problemi di utilizzazione, e dunque di autorevolezza delle singole testimonianze. Il lettore attento dovrà di volta in volta individuare e isolare gli elementi differenti che si raccolgono negli spogli Borghigiani; e mirare a raggiungere, quando possibile, l'originale testimonianza del libro amministrativo:
a) trascrizione letterale dagli libri dei borsai, almeno per il '300 redatti in latino, è molto rara e frammentaria
b) estratto in forma di sommario, che suppone traduzione; tipo di spoglio più frequente
Es.: Architetto o ingegnere di Borghigiani traslittera il latino o traduce magister lapidum ecc.? Soprintendente di Borghigiani traduce soprastans? operarius?
c) impasto tra notizie tratte dal borsaio e interpretazione/identificazione del Borghigiani (non sempre facile da distinguere, in assenza di terza fonte che isoli i componenti)
d) impasto tra estratto informativo dai libri del borsaio e rielaborazione/attualizzazione del Borghigiani
e) talvolta utilizzazione indiretta, tramite altri spogli conventuali? (vedi casi: LRa = ASMN I.A.14)
Borghigiani († 1766):
ASMN I.A.26 Cronica minuta I (1219-1340)
ASMN I.A.27 Cronica minuta II (1341-1447)
ASMN I.A.28 Cronica
annalistica di SMN I (1219-1340)
ASMN I.A.29 Cronica
annalistica di SMN II (1341-1444)
spoglio di materia edilizia | anno in stile fiorentino
EP, febbr. '04
1332. Nel medesimo anno che bastantemente terminata restò la detta cappella di San Niccolò, si concede che vi si faccia la sua tornata una compagnia de' battuti, poi de' disciplinati, come costa dal L(ibr)o del Bors(ario) n° 1; e di essa trovasi circa questo tempo nel libro LRa n° 433 (ASMN I.A.26, 328b; l'A. si lascia a disposizione la colonna b per enventuali addizioni o modifiche).
LRa n° 433 = ASMN I.A.14, Spogli (1625-1630 ca.) di Francesco da Radda, già “Libro Lapi” o “Libro Lapi-Radda”, f. 53v n° 433.
1333. Era altresì ridotta a buon porto (corretto su Restò altresì terminata) la fabbrica della cappella di San Niccolò. Soprintendente di detta fabbrica fu fr. Ottav(ian)o Rustici; architetti e capi mastri furono i due conversi fr. Iacopo da Nipozzano e fr. Giovanni da Campi. Sp(ogli)o t. 1 carta 30. (ASMN I.A.26, p. 333a).
1333. Ci vien descritto questo p<recip>izio ad Uscita del Borsaro, L(ibr)o n° 1 carta 163:
«Item dedi 8 die novembris anno Domini 1333 fratri Petro infirmario pro purganda infirmaria quando Arnus crevit 5 die eiusdem mensis in nocte precedenti ita tantum quod claustrum et dormitorium inferius et refectorium et coquina et hospitium et infirmaria utraque et debiloria et ortus et utraque |343| platea conventus fuit plena usque ad duo brachia, et plus in alico loco predictorum et etiam minus in alico loco predictorum».
In fine della pagina vi si legge: «Et tres pontes Arni fracti sunt, scilicet Pons Vetus et Sancte Trinite et Pons Carrarie; et tota civitas inundavit ita quod non possit credi nisi a videntibus». Scrive fr. Ugo de' Bardi bors(aro).
(...) «Quo tempore Arnus crevit ita tantum quod totus conventus repleretur aqua, exceptis solariis intus et extra, videlicet utraque platea et ortus usque ad duo brachia et plus, et in aliquo loco parum minus. In quo tempore Dardanus indulsit conventui ne pecunia pro eo sequestraretur.
(...) E sotto si soggiunge: «Et per consequens tota civitas inundavit ultra quod credi potest cum multo da<m>pno florentinorum et tres pontes Arni fracti sunt, et quartus in parte crepuit, scilicet Pons Rubaconte, super quem totus Arnus ascendit et altior fuit, anno Domini 1333, V die |344| eiusdem mensis <scil. novembris> in nocte precedenti».
(ASMN I.A.28, pp. 342-44; due braccia fiorentine = cm 116,72).
1333. La predetta inondazione fu il motivo che i frati senza più indugio risolsero di fabbricare il dormitorio lungo di sopra, che è voltato a tramontana [= settentrionale] e risponde con le celle sull'orto grande (.. |335|..). Soprintendente alla fabbrica fu costituito fr. Taddeo Compagni, del quale abbiamo le partite di entrata e uscita di detta fabbrica. Ingegnere e capo mastro de' muratori era fr. Giovanni da Campi suddetto, in qualità di semplici muratori vi lavorarono fr. Lapo Bruschi e fr. Francesco da Carmignano; |336| e fr. Iacopo Talenti fu l'altro architetto e capomastro, tutti conversi. La maggior parte de' sassi e pietrame per le muraglie fu cavato da certa muraglia vecchia del primo cerchio della città che ottennero dalla Repubblica e che doveva essere lungo la piazza nuova, trovandosi molte spese fatte per disfare detta muraglia e per lo trasporto di gran some e traini di questi sassi fatti condurre alla fabbrica. (ASMN I.A.26, 334-36; rinvii a carte di libri amministrativi precedono il brano e sono relativi a inondazione Arno 5.XI.1333; quanto in cima a p. 336a-b, in parte barrato e rielaborato, tradisce precedente perplessità circa identità tra Iacopo Talenti e Iacopo da Nipozzano).
1333. Si cuopre di tetto il nuovo refettorio. (ASMN I.A.26, 340b; aggiunto in colonna b, ma rimesso con segno di rinvio sotto rubrica «Sommario dal L(ibr)o del Bors(ario)» avviata in p. 339a).
1334. Si fa una nuova porta avanti la cappella di San Niccolò sulla via che va a Ripoli [= monastero San Iacopo a Ripoli], e il pavimento nuovo in detta cappella, tutto a spese del convento. Si restaurano i tetti dell'ospizio e del chiostro della rasura; quest'era dov'è adesso il chiostro della sindicheria ma non come sta in oggi. Si riaccomoda l'orto del primo chiostro; questo è il chiostro detto Verde. (ASMN I.A.26, p. 343a; rimesso sotto la rubrica «Sommario dal detto Libro» del Bors(ario), p. 342a).
ASMN I.A.28, pp. 354-55, trascrive (lista capitolare parziale) dal L(ibr)o del Bors(ario) n° 1 atto capitolare 22.IV.1334, che concede «fratribus omnibus volentibus et hedificantibus cellam in dormitorio novo quod ipsa cella possint libere uti gaudere et habere toto tempore vie ipsorum». In pp. 359-61 altro atto integrativo circa medesima materia, 6.IV.1336, estratto da «U.E. Bors(ario) sig(gnat)o n° 1 carta 1».
1335 (questo va posto all'anno 1337 aggiunge al marg. d.). In questo anno l'arcivescovo di Pisa messer Simone Salterelli fece edificare a sue spese |345| certe camere tra la infermeria e la cappella di San Niccolò (...). A detta fabbrica vi soprintese fr. Giovanni Infangati agente e carissimo di detto arcivescovo; a riguardo e petizione del detto, fece tanti benefici al convento. I direttori (corretto su Gli architetti) e capimastri furono i soliti due conversi fr. Giovanni da Campi e fr. Iacopo Talenti [Talenti riscritto su originale da Nipozzano], e un fr. Lodovico (ASMN I.A.26, 344-45; non dice se stia trascrivendo o riassumendo libro amministrativo fuori rubrica «Sommario»).
1335. Fr. Giovanni da Campi fu deputato ingegnere e capomastro nella fabbrica del ponte alla Carraia; ed era riconosciuto dalla Parte di tanto in tanto per le sue fatiche di fiorini 30 per volta, come appare dall'entrata dei borsari. Il detto ponte pare che fosse di legno e rovinato dalla piena, mentre di quel legname ne fu comprato per il tetto del nuovo dormitorio. Sp(ogli)o t. 1 carta 39. Siccome pare che seco vi lavorasse l'altro converso fr. Iacopo Talenti suddetto. (ASMN I.A.26, 345b).
1335. Fr. Giovanni da Campi e fr. Iacopo da Nipozzano contribuiscono del danaro per la fabbrica del dormitorio nuovo. (..|347a|..). Si spende nel coro della cappella San Niccolò dal convento; pare per i sedili di legno. Si ottengono a Roma indulgenze a triennio per la detta cappella . Si cuopre di tetto il nuovo dormitorio. Usava che in ogni ragione de' conti si dasse qualche cosa di più a refettorio a che v'interveniva. Il priore applica alla fabbrica del dormitorio fiorini 8. 15 -, del danaro ritrovato dalle rendite de' beni de' poveri. (ASMN I.A.26, 346a-347a; sotto la rubrica «Sommario», e sembra si debba intendere "dal Libro del Borsario").
1336. Altri fiorini 30 reca al convento fr. Giovanni da Campi di sua provisione del ponte. (ASMN I.A.26, 349; sotto la rubrica «Sommario»).
1337. Si ammattona il pavimento del nuovo dormitorio. Fr. Giovanni da Campi reca fiorini 30 del suo onorario del ponte. (ASMN I.A.26, p. 351a; sotto la rubrica «Sommario»).
1338. Un archidiacono che abitava in convento nelle stanze delle scuole, fà a' frati la pietanza per la festa del p(adre) san Domenico (ASMN I.A.26, 354a). Si aggiusta una stanza o altro luogo con colonne, e si appella in latino armarius, per porvi i libri a catena e per uso comune; si tien conto di part(it)e a parte di detto lavoro. Di gennaio si pagano i vestiari, e sotto la nota di essi vi sta: fr. Iohannes de Campi .... Sp. t. 1 carta 23. (ASMN I.A.26, 356a; il tutto sotto sotto la rubrica «Sommario del L(ibr)o del Bors(ario). 1338», avviata a metà di p. 353).
1340. Si fabbrica un campanile alla cappella di San Niccolò (ASMN I.A.26, 361). A maestro Giovanni lettore per spese fatte in una camera in domo scholarum. (....). Si fanno molte spese per la fabbrica dell'armario per i libri del comune [= per uso comunitario]. Pare che esso armario fosse una stanza a volta, mentre si trova in quest'anno di giugno molte part(it)e al fornaciaio «pro opere armarii». Exempli gratia: «pro lapidibus Arni pro armario [aggiunto in col. b] magistro Ioanni Talenti pro 12 peduciis testudinum armarii». Vi si pone due scudi di pietra ove furono dipinte o impresse le armi de' Torini o Torinigi o Formigi. Sp. t. 1 carta 25. (ASMN I.A.26, 362a; il tutto sotto la rubrica «Sommario»).
1340-1347. Manca il libro E(ntrate) e U(scite) del Bors(ario) dalla fine del 1340 fino al principio del 1346 inclusive. (ASMN I.A.27, p. 4a; "principio del 1346" è 1347 dello stile comune).
1348. Si fabbrica di nuovo sotto la direzione |22| o magisterio di fr. Iacopo Talenti converso architetto un passare o fosse andito che dal dormitorio doveva portare alla sagrestia. Giudico che questo sia il pontilino de' specchi che dal dormitorio va alla stanza dei Beati tuttavia esistente. Ciò si fece perché si cominciò allora a tener chiusa a chiave particolare la libreria, di dove facilmente prima averanno avuto il passo alla sagrestia. (ASMN I.A.27, 21-22; sotto la rubrica «Sommario dal L(ibr)o del Bors(ario). Sp(ogli)o t. 1 carta 51» avviata in p. 21a). Cf. ASMN I.A.29, 41-42.
1349. Fino in dì 14 di febbraio del corrente anno [= 14.II.1349/50] il convento comprò dalla compagnia da' Santi Simone e Taddeo la loro prima cappella col titolo di detti santi apostoli, situata sotto le volte, per prezzo di fiorini 200; quale non molto poi fu ceduta dal convento medesimo alla famiglia da' Brunelleschi, che gli mutarono il titolo de' Santi Simone e Giuda in quello di San Lorenzo Martire. Vedi sotto nel sommario. (ASMN I.A.27, 24b). Si fabbrica nell'infermeria. Molte partite a uscita per il soppradetto(?) passare dal dormitorio alla sagrestia, che si fabbricava. Febr. 14: illis de disciplina Sanctorum Apostolorum Simonis et Iudę de voluntate prioris pro cappella eorum, quam recepimus ad eis, flor. 200. Sp(ogli)o t. 1 carta 57 (ASMN I.A.27, 25a; sotto la rubrica «Sommario dal L(ibr)o del Bors(ario)» d'inizio colonna).
«1350. Si principia ad ornare la facciata esteriore della chiesa. Per altro legato di Turino di Baldese si mettono su tutti li stipiti, architravi, e di altri belli lavori di pertrame alle tre porte papali» compendiato da Necr. I, 727 (che omette ad ornare), si legge sì in ASMN I.A.27, p. 26, ma non fa parte di quanto estratto dal Borsaio («Sommario dal L(ibr)o del Bors(ario)» pp. 25-26), è personale elaborazione del Borghigiani.
1350. Seguitano le spese per la fabbrica del nuovo passare dal dormitorio alla sagrestia. Pietanza dell'arcivescovo Bituricense. Dedi 24 septembris fratri Iacobo Talenti pro portítura porte nobis donate a comunitate. (...). Si fa il pavimento della cantina. (ASMN I.A.27, 29b).
Riscontro di tal fatto si ha dal L(ibr)o del Bors(ario) n° 2, Uscita carta 165, ovi si pongono ad esito del convento £ 6.8,
pagate a fr. Iacopo Talenti per lo porto fino al convento di esse porte donate dal comune di Firenze il dì 24 di settembre dell'anno corrente 1350 (ASMN I.A.29, 50).
NB/ La quantità monetaria, nel caso Iacopo di Talento, non trascritta nelle spoglio di Cronica minuta I.A.27, è inserita nella redazione della Cronica annalistica ASMN I.A.29.
1351. Si cercano limosine per far le chiavi comuni delle porte del convento per i religiosi. (ASMN I.A.27, 30a; Sommario dal Borsario).
1352. (...) e fr. Iacopo Talenti <dà la pietanza> (...) Si lavora alle volte del primo claustro, che non erano terminate. (ASMN I.A.27, 34a, 35a; «Sommario dal Bors(ario)»).
1353. Si termina il tetto del refettorio. A detta spesa vi concorsero alcuni deì religiosi, tra quali fr. Iacopo Passavanti diede fior. 20 d'oro perché vi fossero fatte nel refettorio alcune pitture. LRa n° 492. (ASMN I.A.27, 35a; non è parte del «Sommario dal L(ibr)o del Bors(ario)», che precede per il 1352 e segue per il 1353). Cf. ASMN I.A.29, 55, «oggi ospizio».
LRa n° 432 = ASMN I.A.14 (1625-1630 ca.), f. 58r N. 432: «1353. Il tetto del refettorio quando fusse fatto trovasi come fr. Iacopo da . . . [lac.] procuratore dette per ciò f. 6 et altre partite a carta 32, et fr. Iacopo Pasavanti dette f. 20 di oro a fine si dipignessi, carta 33». Qui dunque il Borghigiani non attinge direttamente dal borsaio bensì dallo spoglio fattone dal libro Lapi-Radda; l'asserto «Si termina il tetto del refettorio» è sua personale interpretazione, anzi deduzione. Il che salvaguarda la testimonianza del 1333 «Si cuopre di tetto il nuovo refettorio».
1354. Si spende per le catene del secondo chiostro. Fr. Michele Pilastri e fr. Tommaso da Roma vanno a studio in Francia. Si fanno le tavole nuove all'ospizio. Sì fa il tetto e la volta alla cucina. S'imbianca il refettorio e la detta volta della cucina. Fr. Iacopo Passavanti dà fiorini 20 per fare alcune pitture nel refettorio. Spese per |39| le catene anche del primo chiostro, per il pulpito e volta del refettorio. (ASMN I.A.27, 38-39; «Sommario dal Bors(ario)»). Cf. ASMN I.A.29, 56 ult. §.
1355. Si fa una porta e un pozzo nuovo in dormitorio. Si restaura le volte del secondo chiostro. Si fanno le pergole attorno la muraglia dell'orto. (ASMN I.A.27, 44a; «Sommario dal Bors(ario)»).
1357. Si fabbrica un terrazzo alla camera del maestro Pietro Strozzi. (...). Si ammattona il [primo add. ASMN I.A.29, 71 ult. §] chiostro sotto la direzione di fr. Iacopo Talenti. (ASMN I.A.27, 52a; «Sommario Sp(ogli)o 1 carta 71»; quanto relativo a Iacopo Talenti segue uscite di genn. e febbr., dunque 1358 dello stile comune).
1358. Accatto per resarcire il campanile e i tetti rovinati dal fulmine (..|55|..). Molte partite e grosse a uscita pagate a fr. Iacopo Talenti per lo risarcimento del campanile e tetti. E si fanno di nuovo o si rassettano gli orologi del convento: credo vi fosse già in campanile. Si fa nel chiostro della rasura un luogo per tendere ed asciugare i panni della rasura; forse il terrazzo sopra la loggia, poi restaurato. (ASMN I.A.27, 54-55; «Sommario Sp(ogli)o 1 carta 73»). Cf. ASMN I.A.29, 72, 73-74.
Matteo Villani, Cronica VIII, 46: D'una folgore percosse il campanile di frati predicatori di Firenze (20.IV.1358)
1359. Circa questo tempo o poco prima furono gettate le volte dell'antico ospizio, quale al tempo della riforma [= riforma conventuale 1556] fu messo a uso di refettorio ed è presentemente, col disegno assistenza ed opera di fr. Iacopo Talenti da Nipozzano. Onde così si legge nella cron(ic)a del Biliotti. (ASMN I.A.27, 56; non è parte del «Sommario dal L(ibr)o del Bors(ario)», come fa credere Necr. I, 327, ma estratto dal tardocinquecentesco Biliotti; estratto 1359 dal borsario è in p. 57). Cf. ASMN I.A.29, 74-75.
1359. Si fabbrica nelle stanze delle scuole. A fr. Iacopo Talenti diverse partite per la sestaurazione del campanile. Il priore va al capitolo provinciale. Seguitano le spese per le catene del secondo chiostro. (ASMN I.A.27, 57; «Sommario Sp(ogli)o 1 carta 75»).
1360. Fr. Rinieri Scolari contribuisce per le volte del secondo chiostro. (...). Molte spese per le catene del secondo chiostro. V'erano l'utensili da cucina particolari per i poveri. (...). S'intonaca il suddetto chiostro. (ASMN I.A.27, 70; «Sommario Sp(ogli)o 1 carta 77»).
1361. Si ammattona una parte del chiostro della rasura (ASMN I.A.27, 74; «Sommario Sp(ogli)o 1 carta 79»). Cf. ASMN I.A.29, 88 ult. §.
1362. Si prende in prestito grosse somme dal deposito de' frati per la fabbrica del dormitorio grande. Molte spese per lo dormitorio. Molte altre spese per le volte del secondo chiostro. Si fanno due armari per riporvi i libri del fu maestro Pietro Strozzi. L'Opera concorre alla restaurazione de' tetti (della chiesa). Fr. Giovanni Giachinotti torna di Parigi. Si seguita a restaurare il campanile. (ASMN I.A.27, 77a; «Sommario Sp(ogli)o 1»). Cf. ASMN I.A.29, 92, che specifica "dormitorio di sopra detto orientale" e "altro dormitorio detto di contro la libreria" (= settentrionale).
1363. Si fabbrica un legnaio presso la canova. (...). Diverse somme e |83| partite a uscita per la fabbrica del dormitorio per m(ano?) del priore. (ASMN I.A.27, 82-83; «Sommario Sp(ogli)o 1 carta 83»).
1365. Si nomina il dormitorio de' novizi, vi si fa una porta nuova. (...). Si lavora nel primo chiostro. Fr. Iacopo Dietisalvi sottopriore vi soprintende. (ASMN I.A.27, 97; «Sommario Sp(ogli)o 1 carta 93»). Cf. ASMN I.A.29, 110-111.
1367-1379. Altre notizie più precise di detto capitolo <1374> non aviamo, mercecché manca L(ibr)o del Bors(ario) che comprende gli anni dal 1367 fino a 1379 (ASMN I.A.27, 103-04). Manca il Libro del Borsario che comprende gli anni dal 1367 fino a 1379 (ASMN I.A.29, 122 circa med.).
1380. Si riprende la fabbrica del noviziato. Si restaura le camere degl'ospiti. (ASMN I.A.27, 111; «Sommario Sp(ogli)o 1 carta 131»).
1390. Si restaura il muro dell'orto che minacciava rovina. (ASMN I.A.27, 130a; «Sommario t. 1 carta 150»).
1393. Si restaurano le stanze delle scuole. Fr. Leonardo di Stagio vi soprintende. (ASMN I.A.27, 132a; «Sommario Sp(ogli)o t. 1 carta 161»). Cf. ASMN I.A.29, 162.
1400. Si rifabbrica di nuovo parte delle volte del primo chiostro; bisogna che minacciassero rovina o che de facto rovinassero. Dalla uscita del bors(ario) si ricava che spese il convento, supponendosi che i pilastri di pietra siano restati gli stessi di prima con le antiche armi de' benefattori che concorsero alla prima fabbrica di esse volte, come molto prima si disse. (ASMN I.A.27, 149b). Cf. ASMN I.A.29, 175, che rinvia a Cr SMN n° 551 († 1400): «cumque ad sepulcrum portaretur, cecidit p<ars> antiqua claustri primi».