4a. Organo e cantoria,
anzi organi e cantorie |
Hall, The ponte in SMN
 

1342

Fra Simone dei Salterelli: «Fecit etiam fieri organa in eclesia» (Cr SMN n° 320). Cf. Necr. I, 385.

Tra gli strumenti musicali solo l'organo è accolto ed impiegato in sussidio alla liturgia. «Soltanto nel secolo XIII si ha chiara evidenza d'un impiego abituale dell'organo» (G. Cattin, La monodia nel Medioevo, Torino 1991, 185).

1420 «Cortina organorum» (documenti in S. Orlandi, Beato Angelico. Monografia storica della vita e delle opere, Firenze 1964, 170-71).

1429

«Si fanno risarcire i due organi minori che stavano sopra il ponte; l'artefice fu un frate Enrico» (ASMN I.A.27, p. 246a; cf. I.A.29, p. 331).
Cr SMN
esclude che l'organaro
fra Enrico sia frate di SMN.

1457

ASMN I.C.102 F 30v Vidi Dominum sedentem super solium (resp. dom. I nov.)«Quest'anno presente <1457> restò del tutto terminato il nuovo organo grande di chiesa, che abbiamo in oggi, fabbricato con lo spoglio del fu maestro generale Dati <† 16.III.1425), mentre a Uscita del Borsario C n° 9 c. 112 tergo si legge il pagamento fatto a fra Giovanni Tedesco maestro d'organi di ducati 106 di camera, per ogni resto di fattura d'un organo grosso, e d'un altro piccolo portatile, lavorati per la chiesa. Sicché questo fra Giovanni è l'artefice del nostro organo grande. Il medesimo venne da Pistoia a far detto lavoro» (ASMN I.A.30, p. 59). Cf. Necr. II, 162 n. 123, 583.

1486-1489. Cr SMN n° 716 registra un fra Giovanni Teutonico converso, deceduto molto vecchio («senio gravatus»), tra aprile 1486 e 1489 dei decessi contigui; frate dunque che era stato affiliato al convento fiorentino. "Teutonico" pista filologica da non lasciar cadere; denota nelle fonti domenicane un frate originariamente della provincia domenicana della Teutonia, distinta dalla Sassonia (prov. dal 1303). Orlandi, “Necrologio” II, 320, non ha alcuna notizia sul n° 716; rimette invece nell'indice "dei domenicani estranei" i rinvii a Giovanni Teutonico maestro d'organi (II, 672a). Un "fr. Iohannes Theutonicus" compare nella lista dei frati capitolari di SMN, 17.IX.1460 (II, 512).
Credo che fra Giovanni Teutonico converso di
Cr SMN n° 716 debba essere identificato con l'organaro al lavoro nel 1457, allora nel convento pistoiese. Il cronista di turno, a distanza di qualche decennio, e in carte di rallentamento delle notizie biografiche, nulla dice della sua qualifica artigianale, omette perfino l'anno di morte. Ma «senio gravatus» insieme con la sua comparizione in un atto capitolare di SMN, fanno ragionevolmente credere che si tratti della medesima persona. E a costui, dunque, dovremo rendere il merito della costruzione dei due organi del 1457.

1476

Fra Guido di Michele da Montelupo (Firenze), † 11.XI.1476 80enne: «organista et pulsator organorum fuit optimus, ita ut feratur eum primum fuisse qui ad nostros traduxerit pulsandi modum modernum quo multi tempore isto utuntur, et parem suo tempore non habuerit. In Sancto Iohanne hic Florentie ultra xxv annos organa pulsavit, et in conventu sepe et etiam multis annis» | ottimo organista, il primo a introdurre tra noi lo "stile moderno" di suonar l'organo, ora di gran moda. Per 25 anni organista in San Giovanni di Firenze, e per molti anni anche nel nostro convento (Cr SMN n° 687).

1493(?)

Cantoria marmorea sul finire del '400 del giovane Bartolomeo Baglioni detto Baccio d'Agnolo (Firenze 1462-1543), prima che passasse all'architettura. Ne fanno menzioe il Vasari e il Biliotti (ASMN I.A.9, cap. 39, f. 41r D).
Dal Vasari anche il Borghigiani, che propone l'anno 1493; costui poi di suo attesta:
«mentre niuna partita trovasi registrata circa questo, né a uscita di convento né di sagrestia» (ASMN I.A.30, p. 157). Qui dunque il Borghigiani non tramanda attestazioni del registro amministrativo dei borsai.

Il lavoro di Baccio rimosso nel 1858 è finito nel Victoria and Albert Museum di Londra. Cf. L. Berti, DBI 5 (1963) 202b.

1556

ASMN I.C.102 H 130r Immolabit hedum (resp., de Corpore Christi)ASMN I.C.102 E 149r Gaude felix parens Hyspania (ant. vespri s. Domenico)Fra Bernardo da Strasburgo ("fr. Bernardus de Argentina"), territorio alsaziano allora della provincia domenicana di Teutonia; potrebbe dunque comparire come "fr. Bernardus Theutonicus". Si trasferisce in Italia ancora giovane diacono. In Roma ordinato presbitero il 31.III.1498 (AFP 1964, 187). In SMN già in ag. 1501 quando sottoscrive prestiti librari (Pomaro, Censimento II, 347: 21.VIII.1501). Il maestro dell'ordine, Roma 15.XII.508, gli dà licenza di frequentare (non si dice dove) per 6 mesi la scuola di Pietro maestro d'organo (MOPH XVII, 185 § 23, atto registrato nella sezione prov. Teutonia, prima dunque della trasfiliazione fiorentina). Ancora in Firenze nel 1517 e seg. Ottiene legale affiliazione al convento SMN. Nel 1522-23 cooptato tra i padri consiliari durante il priorato di fra Antonio da Cortona (ASMN I.A.5, f. 9r: 6.III.1523). Cantore per 40 anni. Sapeva a memoria i canti liturgici dell'ordine, come se leggesse in un libro aperto, "ac si in libro ante oculos habuisset". «Fu costruttore d'organi, come si può vedere in Santa Maria all'Impruneta. Anche nella cattedrale fiorentina costruì integralmente l'organo nuovo, e riparò il vecchio. Uno del tutto nuovo lo fece anche nella chiesa di Santo Spirito. Alla fine pose mano al nostro organo». Muore il 15.IX.1556 (Cr SMN  n° 884, qui detto 86enne).
ASMN I.A.5, ff. 72r (28.X.1537, qui detto "circa 64enne", nato dunque nel 1473/4), 86v (sottoscrizione autografa con gli altri consiglieri, 4.III.1539/40: Ego fr.
Bernardus Argentin(ensis) confirmo ut supra), 96r (sottoscrizione 27.I.1540/1), 108v-109r (30.VIII.1542), 117r (4.VII.1545). ASMN I.A.6, ff. 15r (5.VII.1550), 23r (2.I.1550/1), 42v (4.X.1553): tre sottoscrizioni autografe; f. 45r (16.VIII.1554). ASF, CRS 102 n° 109 (Entr./Usc. dell'Opera di SMN), molte partite interessano il lavoro di fra Bernardo. «Diz biogr. degli ital.» 9 (1967) 263-65 "Bernardo Argentina" (voce non firmata). E. Pasquini, Libri di musica a Firenze nel Tre-Quattrocento, Firenze (Olschki) 2000, 53-54, 141-47. 

Durante il primo priorato della riforma conventuale (1556-62) «organa multis in rebus videlicet scannis, follibus et fistulis renovata» (Biliotti, ASMN I.A.9, cap. 47, f. 50v G).

1573

Fra Pier Vincenzo da Firenze, detto il Piffero, organista, † 10.V.1573 (Cr SMN  n° 927). ASF, CRS 102, App. 2, f. 10v (1528-31), 34v (1531-36).

1592

Fra Tommaso di messer Francesco dei Minerbetti nominato organista della chiesa, 4.X.1592 (ASMN I.A.7, f. 31r). Ufficio esercitato "per molti anni" (Cr SMN  n° 1033, † 22.XI.1614).
Dai libri dei consigli conventuali e libri di sagresta, si trovano nominati e retribuiti organisti sia laici che frati.

1.XII.1626

Si accedeva all'organo passando per locale adibito alla conservazione dei paramenti e oggetti sacri di chiesa. Per maggior tutela di questi, il priore propone di aprire dal primo chiostro un indipendente accesso all’organo: «quod huiusmodi ingressus ad organum fieret in claustro viridi alias chiostro verde tamquam aptiori loco». Approvato (ASMN I.A.7, f. 83v). Sembra essere la medesima rampa elicoidale sopravvissuta fino a noi, con accesso dalle scale della porta centrale da chiostro verde in chiesa.

1790

Fineschi, Il forestiero 38-39: «L'Organo poi è opera del celebre Religioso DornenIcano Fr. Bernardo d'Argentina, noto per altri lavori di simil sorte fatti in Firenze, e fuori; la cantoria, o sia il palco prirno sotto l'organo, è di marmo ben lavorato, e intagliato con bel dIsegno ed ottimo gusto, dal sopracitato Baccio d'Agnolo valente Maestro, a spese della Repubblica, come lo denotano le armi. Sotto ci si osservano due tabernacoli, ne' quali vi sono due figure della Madonna, che una è di marmo, donata da Lorenzo Ridolfi, e l'altra dipinta da' Greci».
Così ancora nel 1836 perché la riedizione aggioranata di Giovanni Giuliani nulla muta.

1821-1822

Un benefattore «riflettendo bene sopra d'un oggetto il quale è in stato di doversi necessariamente riattare, qual è il corpo armonico del organo della nostra chiesa, si è risoluto che ancor questo sia raccomodato e messo in uno stato più moderno, in un'armonia la più elegante che non scomparisca a fronte d'altri organi moderni...» (ASMN I.A.36, p. 228: 23.XI.1821, § 4°). Si concorda con l'organaio Giosuè Agati che «la accordatura del nuovo organo deve farsi tre volte l'anno», a lire 20 per ogni accordatura (ib. p. 230: 15.VI.1822).

«In occasione di questa festa <Corpus Domini 1822> è stato rinnovato l'organo della chiesa, che dal sigr. Giosuè Agati, organaro pistoiese e da Nicomede suo figlio, fu acccresciuto di 17 registri, tutto a spese dello speziale fr. Tommaso Valori, che gl'è importato circa mille scudi» (ASMN I.A.44, p. 16).

Giosuè, figlio di Pietro Agati † 1806, ceppo pistoiese di eminenti organari: F. Baggiani, Le origini della scuola organaria pistoiese, «Bullettino storico pistoiese» 95 (1993) 53-74, 67 ss.

1824, '39

«Al sigr. Giosuè Agati per il suo onorario del mantenimento dell'accordatura dell'organo a tutto ottobre <1824>» (ASMN I.C.117 (A), f. 45v).

«pagato lire venti al sigr. Giosuè Agati per il mantenimento d'accordatura dell'organo grande della nostra chiesa, e quello del coro, dal 1° genn. 1839 a tutto il decorso aprile 1839» (ASMN I.C.117(B), p. 105: 19.X.1839). I prpecedenti in

18.V.1839

Il priore propone al consiglio conventuale: smontare ed accomodare l'organo grande della nostra chiesa in tutta la estensione, secondo la perizia fatta dal sig. Michel Angelo Paoli di Campi (ASMN I.A.45, p. 3). Cf. ib., p. 3 (13.IV.1839).

«In quest'anno 1839 si venne dai padri nelle determinazione di restaurare ed accrescere l'organo grande di chiesa, e fu affidato il lavoro all'organaio Michel Angiolo Paoli di Campi. Fu terminato per la novena di Natale, in ciasceduna delle quali nove sere vi fu diverso suonatore, e suonarono i primi professori di Firenze con gran concorso di popolo» (ASMN I.A.44, p. 29; cf. I.C.115bis, f. 111r: 21.I.1840).

5.I.1845

Da relazione del sig. Michelangelo Paoli organaro di Campi: il nostro organo grande aveva bisogno d'essere smontato, perché non lo puoteva accordare nelle regole a motivo della polvere, e per la smontatura e rimontatura di quattro anni in quattro anni del organo grande e quello del coro unitamente a 4 o 5 accordature all'anno, chiedeva lire 93, 6 soldi e 8 all'anno... (ASMN I.A.45, p. 24).

1845-1850

15.V.1845; 20.V.1845: pagamenti in più rate all'organaro Michelangiolo Paoli per smontatura pulitura accordatura rimontatura dei due organi (ASMN I.C.118, f. 76v).

12.VII.1848: pagamento al Paoli e figli organari per accordatura dei due organi (ASMN I.C.118, f. 90v).

dic. 1849, lugl. 1850: pagamento al Paoli per accordatura dei due organi  (ASMN I.C.120,  ff. 99r, 100r).

1852 onorari all'organista Basilio Drigani (ASMN I.E.173(I), p. 5: 1.III.1852)

28.VII.1854

«risarcimento alla porta dell'organo» (ASMN I.C.116, p. 87).

11.VI.1858

«avendo gli organari Paoli, figli de fu Michele di Campi, presentato un conto esagerato nell'occasione della rimontatura dell'organo grande della nostra chiesa....,  i padri del consiglio decisero con pieni voti segreti... a togliere ogni pendenza e licenziare i Paoli stessi dal servizio della chiesa» (ASMN I.A.45, p. 74).

1858-1859

«In questo mentre, per differenze insorte fra noi e l'architetto <Gaetano Baccani> (per non aver noi cioè voluto aderire al suo progetto di toglier via la cassa dell'organo, disegno antico di Baccio d'Agnolo, per sostituirvi un arco con lavoro in pietrame, che sarebbe costato coll'indispensabile riduzione dell'organo, più di 2000 scudi, e che avrebbe guastata la sagrestia) piccato egli offriva la sua renunzia, che veniva accettata il 10 aprile <1858>; e saldato ogni suo avere con 1600 lire (sulle quali non volle far tara nemmen d'un picciolo) gli veniva surrogato nella direzione dei restauri altro architetto nel cav. Enrico Romoli» (ASMN I.A.44, pp. 44-45).
«Terminato nel febbr. del 1859 il riattamento degli altari laterali della nostra chiesa, apparve manifestamente la dissonanza che presentava la piccola orchestra di marmo rimasta sopra l'altare di S. Caterina da Siena; e però l'architetto Romoli reputò necessario di toglierla e costruirne un'altra in pietra, su disegno gotico, più ampia, con togliere di sopra il cassone del scolo XVI, e ridurre il luogo per le canne dell'organo a disegno della chiesa» (ib., p. 46).

Racconta nel 1905 quanto visto da ragazzo 40/50 anni prima, Giuseppe Garinei, Descrizione della chiesa di SMN (1905): «Fu demolita la contoria di legno dell'organo e sotto a quella fu trovata una bellissima cantoria di marmo di Baccio d'Agnolo, ma si disse che era troppo piccola, per cui fu levata e fu sostituita questa presente che si collega insieme all'altare di S. Caterina <da Siena>. Ma io dubito che sia stata levata per venderla; in fatti di questa cantoria non se ne seppe più niente e non si vide più» (ASMN I.A.47, p. 15). «Segue l'altare di S. Caterina da Siena, e perché rimane sotto la cantoria dell'organo, è molto più basso degli altri rispetto alla tavola. Ma quando furono rifatti tutti gli altari dello stile della chiesa nel 1858, fu pensato di collegarlo coll'architettura dell'organo, sicché altare e cantoria presenta tutto un pezzo, e questo fu ben pensato. Rammento che avanti il restauro la cantoria dell'organo era molto brutta perché era di legno sovrapposta alla bellissima che vi era di marmo, di Baccio d'Agnolo, ma non si vedeva; e per fare questa nuova, fu levata l'antica e non se ne seppe più niente» (ib., pp. 39-40).

ASMN I.D.151.

15.VII.1868 ASMN I.C.122, f. 18r: A Cesare Danti organaio per fattura di tre valvole nuove, per impellatura dei mantici e acccordatura £ 60,00
1869-70 ASMN I.E.189 (Inventario degli arredi sacri), p. 174 250: «Un organo grande, collocato sotto una navata della chiesa, composto di n° 1000 canne circa, parte di stagno, parte di piombo e parte di legno, con n° 60 registri, tre mantici, tastiera, pedaniera, ed altri accessori».
8.XI.1871 "Nuova descrizione dell'organo grande": ASMN I.E.189, pp. 217 ss. Dettagliata descrizione di tutte le sue componenti tecniche, e delle aggiunte eseguite dall'organaio Lorenzo Paoli a nome del comune fiorentino.
1899 ripulito e accordato l'organo del coro (ASMN I.E.180, f. 52r)

1963-65

Organo elettronico, con impianto d'altoparlanti. ASMN I.A.45, pp. 384 (20.II.1963), 393 (14.X.1964), 396bis (20.V.1965: valutazione molto negativa della consolle, Allan Tregonning), 397 (21.V.1965), 398 (28.V.1965).

1999

Progetto di restauro Lorenzini, organaro di Montemurlo, commissionato dal parroco di SMN; senza seguito. Relazione in ASMN. Dalla descrizione dello strumento (insufficiente il sopralluogo archivistico circa la sua storia) si ricava:

gl'interventi ottocenteschi integrarono, non rimossero, la maggior parte del preesistente organo cinquecentesco. Le canne sono in gran parte cinquecentesche. «Il materiale fonico presente al grande organo è al 90% di fattura quattro-cinquecentesca e le integrazioni del 1839 [= 1822] sono state fatte in analogia al materiale originale». Somieri ottocenteschi. Consolle di metà '900 posta sotto somiere maestro, con due tastiere e una pedaliera.

2004

Antico organo della cantoria è oggi in stato di degrado ed abbandono.