▲ Iacopo di Banco Passavanti, predicazione quaresimale 1354 |
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fra Iacopo di Banco Passavanti da Firenze, del popolo San Pancrazio. |
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Iacopo Passavanti, Specchio della vera penitenza, ed. Firenze 1725, pp. 5 ss: «A ciò mi mosse il zelo della salute dell'anìme, alla quale la professione dell'ordine mio spezialmente ordina i suoi frati. Provocommi l'affettuoso priego di molte persone spirituali e divote, che mi pregarono che quelle cose della vera penitenzia che io per molti anni, e spezialmente nella passata quaresima dell'anno presente, cioè nel mille trecento cinquanta quattro, avea volgarmente al popolo predicato, ad utilitade e consolazione loro e di coloro che le vorranno leggere, le riducessi a certo ordine per iscrittura volgare, siccome nella nostra fiorentina lingua volgarmente io l'avea predicate. Onde non volendo né dobbiendo negare quello che la carità fruttuosamente e debitamente domanda, porgo la mano collo ingegno a scrivere, e per volgare, come fu principalmente chiesto per coloro che non sono letterati, e per lettera in latino per gli cherici, a' quali potrà essere utile e per loro e per coloro i quali egli hanno a ammaestrare o predicando o consigliando o le confessioni udendo». G. Rossi, La redazione latina dello Specchio di vera penitenza, «Studi di filologia italiana» 49 (1991) 29-58: dettagliata comparazione testuale con Specchio; l'A. non asserisce ma fa capire che Theosophia altro non sia che la redazione-rielaborazione latina per i chierici promessa in Specchio. Rimasta incompiuto per il sopravvenuto decesso di Iacopo. Iacopo Passavanti, Lo specchio della vera penitenzia, ed. critica a c. di G. Auzzas, Firenze (Accademia della Crusca) 2014, p. 212.
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