immagine parola preghiera

Nota sull'antico calendario liturgico domenicano. L'ordinario OP (sec. XIII med) provvedeva testi liturgici di 25 dpT (= dominica post Trinitatem), laddove la liturgia della curia romana computava domeniche post Pentecosten maggiorando di una unità (ne tenga conto chi consulta Cappelli, Cronologia), e provvedeva 23 uffici domenicali (ufficio Dicit Dominus della 23a). La mobilità della Pasqua dava luogo a dpT estreme 22a-27a. La rubrica Sciendum quod dell'ordinario regolava le liturgie delle domeniche variabili 22a-27a del calendario. Rompicapo di norme liturgiche; ma fruttuoso per intendere, ad esempio, cicli di libri corali (accertarne appartenenza, integrità ecc.), per datare sermonari, spiegare apparenti anomalie o "licenze oratorie", ecc. Sinossi delle domeniche delle due liturgie, romana e domenicana, in  M. O'Carroll, The Lectionary for the Proper of the year in the Dominican and Franciscan rites of the thirteenth century, AFP 49 (1979) 79-103. La rubrica Sciendum quod la si legge in Ordinarium juxta ritum sacri ordinis fratrum Praedicatorum <1258 ca.>, ed. F.-M. Guerrini, Romae 1921, 189 § 722: dove, se vuoi che tornino i conti, risarcisci l'involontaria omissione di tria e leggi: «Dominicalia officia sunt viginti tria, evangelia vero cum epistolis et orationibus suis viginti quinque».

descrizione dei libri corali di SMN (messi su entro l'ultimo ventennio del '200, poi aggiornati per alcuni secoli), oggi conservati nell'Archivio conventuale (= ASMN) sotto la segnatura I.C.102. Leggi il saggio di Ada Labriola. E le miniature moderne?

organo e cantoria

Volgarizzare? (in 3a colonna; ma volgarizza anche il miniatore, e di molto, in 1a colonna!). «Fue un filosofo, lo quale era molto cortese di volgarizzare la scienzia per cortesia a signori e altre genti. Una notte li venne in visione che le dee della scienzia, a guisa di belle donne, stavano al bordello. Ed elli vedendo questo, si maravigliò molto e disse: - Che è questo? Non siete voi le dee della scienzia? - Ed elle rispuosero: - Certo sì. - Com'è ciò, voi siete al bordello? - Ed elle rispuosero: - Ben'è vero, perché tu se' quelli che vi ci fai stare. - Isvegliossi, e pensossi che volgarizzare la scienzia sì era menomare la deitade. Rimàsesene, e pentési fortemente. E sappiate che tutte le cose non sono licite a ogni persona» (Il Novellino, novella 78, Prosatori del Duecento, a c. di C. Segre, Torino (Einaudi) 1976, 129; fine '200).
Nonostante le riserve, molti frati continuarono a volgarizzare, Non a tradurre. Cioè? Riscrivevano, fedeli alla utilitas del laico anziché alla littera del testo; «non seguitando al tutto le parole, ma interamente ponendo la sentenza» (Domenico Cavalca † 1341, Pròlago al Volgarizzamento del Dialogo di s. Gregorio Magno).

l'arte della miniatura

come impastavano i colori i miniatori?

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ASMN I.C.102 corale A
Avvento Epifania
santorale 30.XI28.XII


testi liturgici raccontati dal miniatore

 
volgarizzamento

ASMN I.C.102 A 2r Aspiciens a longe ecce video (resp. dom. I Adv.)Aspiciens a longe ecce video Dei potentiam venientem (corale A, f. 2r-v; resp. in 1° noct., dom. I Adv.). Iscrizioni nei cartigli erase da sfregamento. In quello dispiegato dall'angelo si leggono le sole ultime due lettere, <Ave Maria gratia ple>na.

Scena superiore: annunciazione. «Ave Maria gratia plena Dominus tecum. Spiritus sanctus superveniet in te et virtus Altissimi obumbrabit tibi. Quod enim ex te nascetur sanctum vocabitur filius Dei» (corale A, ff. 6v-7r, vers. in 2° noct.).
Scena inferiore: profeti (David re il secondo da sinistra) e santi preanunciano l'incarnazione; cartiglio centrale sorretto dai santi Domenico e Pietro Martire (a destra). «Ecce virgo concipiet et pariet filium, dicit Dominus, et vocabitur nomen eius admirabilis Deus fortis» (9v-10r). «Super solium David et super regnum eius sedebit in eternum» (10r, resp. in 3° noct.).

Domenica I d'Avvento, la più prossima al 30 novembre, inizio dell'anno liturgico.

«Guardai da lontano e vidi...».
Profeta chi è? Chiunque sa guardare e vedere oltre. Chiunque riconosce ragioni di speranza; e la testimonia nell'attesa.

ASMN I.C.102 A 77r Sanctificamini hodie (resp. in vig. Natalis Domini)

Sanctificamini hodie et estote parati quia die crastina videbitis maiestatem Dei in vobis (corale A, f. 77r -v; resp. in matut. in vigilia Natalis Domini, 24 dic.). | Purificatevi oggi e tenetevi pronti, vedrete in voi stessi domani la gloria del Signore.
Vigilia di Natale. Frati domenicani (senza aureola) nel registro inferiore della capitale figurata S.
Invito e risposta alla santificazione in vigilante attesa della nascita del Signore. Nessun testo liturgico della festività evoca i frati; quasi firma d'appartenenza dei libri corali. Nel contempo autori e destinari, i frati, dell'iconografia corale.

ASMN I.A.102 A 86r Hodie nobis celorum rex (resp. in Natali Domini)Hodie nobis celorum rex de Virgine nasci dignatus est (corale A, f. 86r; resp. in 1° noct., in Natali Domini, 25 dic.).

Scena sup.: presepio.
Scena inf.  «Quem vidistis pastores dicite, annuntiate nobis in terris quid apparuit. Natum vidimus et choros angelorum collaudantes Dominum» (A, ff. 89v-90r, resp. in 2° noct.). «Angelus ad pastores ait: Annuntio vobis gaudium magnum quia natus est vobis hodie salvator mundi, alleluya» (97r, in laudibus antif.).
Natale del Signore (25 dic.). Venuto ad abitare in mezzo noi, oggi, il re dei cieli.
Diteci, pastori, chi avete veduto?
Il salvatore del mondo, appena nato. Visto coi nostri occhi. Un angelo ci aveva dato la gran bella notizia!

ASMN I.A.102 A 119 Hodie in Iordane (resp. in Epiph.)Hodie in Iordane baptizato Domino aperti sunt celi et sicut columba super eum Spiritus mansit et vox Patris intonuit: Hic est filius meus dilectus in quo michi [c successivamente erasa] complacui (A, f. 119r-v, resp. in 1° noct., Epiphania, 6 genn.).

«Reges Tharsis et insule munera offerent, reges arabum et Saba dona Domino Deo adducent» (A, ff. 120v-121r, resp. in 1° noct., Epiph.). «Magi veniunt ab oriente Iherosolimam querentes et dicentes: Ubi est qui natus est?, cuius stellam vidimus, et venimus adorare eum. vidimus stellam eius in oriente» (A, ff. 123v-124r, resp. in 2° noct.).
«Stella quam viderant magi in oriente antecedebat eos usque dum veniens staret supra ubi erat puer» (A, ff.126v-127r, vers. infra oct. Epiph.). La stella nel tondo superiore dell'asta destra.

Scena inf.: battesimo di Gesù.

Battesimo di Gesù (evocato dalla capitale miniata) non era allora una festa liturgica indipendente; se ne faceva ricordo nella liturgia dell'Epifania del Signore (6 genn.) e sua ottava.

ASMN I.A.102 A 191 Valde honorandus (resp. s. Ioh. Evang.)Valde honorandus (27 dic.).

Valde honorandus est beatus Iohannes qui super pectus Domini in cena recubuit, cui Christus in cruce matrem virginem virgini commendavit (A, f. 191r-v, resp. in 1° noct.,  s. Iohannis Apost. et Evang.).
La scena sup. sembra ispirarsi al vangelo del giorno: Gesù, Pietro e Giovanni (Gio. 21,19-23); anziché alla chiamata dei fratelli Giacomo e Giovanni (Mt 4, 21-22).
Onoriamo Giovanni apostolo ed evangelista (27 dic.). Riposò sul petto del Signore nell'ultima cena (scena inf.). A lui casto, il Cristo affidò la castissima madre.
Un raffronto? Ultima cena 1584

ASMN I.A.102 A 205r Sub altare Dei (resp. ss. Innocentium)Sub altare Dei audivi voces occisorum (A, f. 205r; resp. in 1° noct.,  Santorum Innocentium; cf. Apoc. 6,9).
♦ sett. '07, Anthea Stevens (UK) viene appositamente a studiare questa miniatura, che trova di grande interesse. Notiamo insieme: nella scena inferiore, l'angelo(?) dà la stola con la sua mano sinistra (tratto eroso); la donna nella fascia destra sta per andarsene uscendo di scena, ha già ricevuto la stola e l'ha avvolta sulle spalle del suo bambino.

Superficie miniata alquanto sbiadita.

Scena sup.:  strage degl'innocenti: lectio VII del mattutino (= Mt 2).

Scena inf.: «Et date sunt illis singule stole albe et dictum est illis: Adhuc sustinete modicum tempus donec impleatur numerus fratrum vestrorum» (A, f. 206r, vers.; = Apoc. 6,11). «Et ceciderunt in conspectu throni in facies suas et benedixerunt viventem in secula» (A, f. 207r-v, vers.; = Apoc. 7,11).

Festa dei Santi Innocenti, 28 dicembre.

I Magi non tornano da Erode. Costui s'infuria, ordina d'uccidere tutti i bambini di Betlemme e territorio dai due anni in giù.

Geremia aveva predetto: Rachele piange i suoi figli e non vuole esser consolata perché non sono più (Mt 2,16-18).

Rivestiti di stole bianche, sostengono le tribolazioni; chinati con la faccia davanti al trono dell'Agnello, dànno lode al Vivente.

La scena inferiore è illuminata dal volto gioioso della due mamme.