Prefazione di Romolo Liberale
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Aprì il mio cuore
Aprì il mio cuore
alla bellezza eterna
il tuo incidere soave e onesto
al limitar degli anni miei innocenti
attimi lieti di giochi e di trastulli.
Sicché ancora nell'aspro tempo
del dolore e dei travagli
t'avvicini mesta con trascorse tenerezze
ad ispirare amore.
Come zeffiro di primavera
nel cielo incerto del tardo inverno
sorride luce l'aria novella
ad asciugare col velo diafano
di lacrime e rugiada
i tuoi e i miei svagati occhi
perle d'ora rilucenti
sul far della sera.
Se i tuoi pensieri fossero
candida carezza a rimestare
desideri silvestri
se sulle labbra disadorne
un sorriso di gelsomino selvatico
ponesse lo splendore dei puri
se le tue pupille tornassero
fulgide di lieta commozione
al mistero della vita
senza futili pene saresti
di nuovo pronta a generare i tuoi figli
madre per sempre.
(pp. 11-12)
Se il bruco
Se il bruco vive
nel boccio più caro
in oblio profondo
sognando fruscio d'ali
non s'arrende il desiderio
di risanarti perché nessuno
può saccheggiare amore
al cui sol pensare
si strugge il tempo
che ardendo langue
in versi eterni
come fiamma di candela
al tremolare dell'aria.
(p. 13)
Dov'è l'audacia
Dov'è l'audacia
del volo di Icaro
ad aprire l'aria
densa di vapore
con battere d'ali?
Nel balzo bruciò
l'ardente sole di piume
che come remi spezzati
affondarono senza lacci
nel vortice azzurro.
Se non concessero
gli dei alla passione
assediata dall'ombra
d'Orfeo ed Euridice
gioviale concordia
nemmeno il mio canto
d'amore affranto
potrà destare
memorie di vita.
La trama del destino
s'arrende ad inenarrabili leggi
ma non alla tenace
caparbietà nell'invocare
il tuo caro nome.
(p. 14)
DI LÀ DAI VETRI
Raggomitolata
come un gatto domestico
al modo dolce
davanti al focolare
ascolto il rumore
d'obliqui ruscelli
nella pioggia che batte
grigia di là dai vetri.
Assorta nell'aria stravolta
e decrepita sulla fiamma afra
di tenero abete penso
che sarebbe ragionevole
non desiderarti più
gettare acqua nella passionel
Oh agognato oblio!
Anche il cielo immoto
fuori dalla stanza
tornato sereno
ascolta arreso
la mite allegria del silenzio
che ancora parla con te.
(p. 15)
Come vela solitaria
solcherò tenace
rivolo nel fiume
i lucenti mari del sud
fino all'estrema
frontiera orientale
col fiato in gola
a cercar le tre melegrane
per te madre.
Nei flabelli di verde tenero
occhi di granato incandescente
aprono il cuore ai semi d'oro
specchiati sullo sguardo assonnato
di un cielo smorzato di stelle.
Ametiste d'eterna bellezza
lucerne arroventate di bucce
luminose come crisalidi
vegliano il mistero
della mtamorfosi d'atomi
in stille d'acqua e briciole di frutto.
Un solo morso e il sogno
grandioso e rutilante
della vita rinasce
tenero e brillante
sulle tue amate gote
tornate rosate
da un'altra givinezza.
Per te madre le tre melagrane.
(p. 16)
LE DUE LUNE
Lieta sarei
se potessi mettere
in fuga il male
e con la sua pena
le fosche paure
dei giorni.
Un salto estatico
nella vaghezza di un bimbo
smarrito nel sogno
di un volo tra terra e cielo.
C'è qualcosa di meraviglioso
nel conservare buoni pensieri
al levare del nuovo sole.
Prodigiosa cascata di suoni
argentino canto del pettirosso
sull'incanto delle due lune.
(p. 18)
Per rischiarare
Per rischiarare la notte
che porta via il mio cuore
su code d'ombra
è la tua vita
fiamma che arde
chiarore d'anima pura
pensiero loquace
canto sussurrato
angelica grazia
di celata gaiezza
tra capriole di nebbia.
(p. 19)
L'amore
Inalba di luce diafana
la terra oscura
che come ombra
addormentata tra stelle
riposa sull'orma
invisibile del cosmo.
Reca immensità di grappoli
pane fragrante di mughetto
acqua pura che mesce
dalle rocce infrangibili
sulla bocca altera
d'effimera giovinezza
desiderio di baciare.
Con passo di danza
sull'orlo dell'ultimo astro
trabocca sale e viole
accarezza la madreperla
dell'animo segreto
che aperto sulle ali
azzurrate di vanessa
sorride bellezza
accidia d'eterno.
Lievito del mio sangue
mancamento tremulo
d'estasi ed ebbrezza
ti abbandoni tenero
dentro le mie braccia
come mansueto bambino
che abbraccia con la madre
il mondo intero.
Un brivido
m'avvampa
e frange voci notturne
sullo scialle chiaro
del sole nascente.
Tra nuvole erranti
tempo perduto
e sinuose spirali di ricordi
annodano spole di luce
sulla sponda dell'alba.
(pp. 20-21)
San Lorenzo
Tu mi guardi e dai tuoi occhi
son fatta nuova creatura
come terra che rinverdisce
foglie e fiori alla novella primavera.
Magie di sorrisi
tra luccichii dei campi
sono teneri pensieri d'amore
rigati da stille di chhiari frammenti
a squarciare l'ardesia gelata d'ombra
con l'ultimo desiderio.
Sull'aia solcata d'immenso
ignaro il cuore afferra
la meraviglia dello stupore.
Ora con passi di seta chiara
come giada smagliante fora
l'argilla opaca del campo.
Nel tuo sguardo gioioso
accendo doni di miele e torno
ad essere creatura fanciulla
in libera uscita a violare nidi
nascosti tra i rovi di biancospino
a planare sullo smeraldo dei prati.
In silenzio l'attesa sperpera tempo
e libera voli voglie e sospiri.
Chissà se al cielo importa quale sogno
sta rischiarando le mie pupille?
All'improvviso nascondimento
della notte dietro le nubi
nessun filo d'erba oscilla
nessun bagliore sulle palpebre
assonnate trema mistero.
Oltre il buio un filo
di rapide galassie mi circonda
a sollevare il cancello delle ciglia
sgomento nei vaporosi labirinti
dei memorie feconde.
(pp. 22-23)
Canto in te
Canto in te, o madre celeste,
tutte le madri del mondo
nell'incanto inatteso che ti rese genitrice
del tuo creatore a svelare
l'universo nel mistero materno.
Dolcissima grazie per l'impeto
in piena delle tue lacrime
gocce di nuvola, perle d'amore
a consolare ogni vivente
con doni di grazie.
A lode tua ogni pensiero
strugge la mente sazia
solo di rimirarti tra le stelle
perché dimora il cielo
sul tuo viso di chiaro giglio.
Canto in te, o madre celeste,
tutte le madri del mondo
caldi grembi dove verdeggia
l'anima degli angeli.
Nei bimbi senza nome
senza casa né pane e amore
vedi il tuo Dio
e si compiace la gloria
degli innocenti.
S'apre disfatto al tuo apparire
lo scrigno del tempo
che s'adorna d'ogni fiore aperto
a diadema sull'alba nuova
a rivelar speranze d'eterno amore.
(p. 24)
Vita lunga a te
Innocente come il tempo
è il tuo lieto guardare
che accarezza nei miei anni
sembianze familiari di abbracci.
Come è dolce il ricordo
della primavera quando
l'inverno già bussa alle porte
col soffio gelato di muti albori.
Vita lunga a te!
Che gioconda sorridi
al tuo oggi e al mio
domani con spensierata
incoscienza.
Vita lunga a te!
Luce intatta di stelle
che brucia eterna
il mistero della notte
.(p. 26)
Hai fatto
Hai fatto del mondo casa
miadolcissima madre
che apri l'universo nell'orto
dell'amore senza fine.
Oh morire tra ruscelli di viole
come languida sirena
nell'onda che va nell'onda che viene
senza vani rimpianti
vivente tra viventi.
Durerà ancora il sogno
nelle aurore fiammeggianti
dopo di te con te
per sempre teneramente
tra le braccia di Dio.
Sai che oltre il mistero
delle lucenti serafini
c'è il tuo sguardo
stupenda armonia di note
a rendere amabile
tutto il resto.
(p. 27)
Sei tanto bella
Gent
ilezza di poesiaera già prima in te
cosparsa di fresche fiorite
sul mirto sacro
d'aurata fragranza.
Angelo esiliato
a ricordare il cielo
che dorme entro le braccia
strette in croce
immota pace.
(p. 31)
DI DOLCEZZA
Di dolcezza piango
quando mi perdo
sollevato da impeto
intriso di gioia
nei tuoi occhi ridenti
e penso che per vivere
tanto mi basta.
Nel luccichio dello sguardo
sfreccia il mondo intero
con lieto rumore
sul sogno ardente
di trascorse primavere
quando il sole splendeva
come primula lucente...
...ad incontrare l'animo.
(p. 32)
Luccica l'argento
dei tuoi capelli
sull'aria triste
e innocente del volto
malinconia struggente
e ancora vive frenesia
con mani ansiose di giochi.
(p. 33)
NEL VEDERTI
Nel vederti co
sì umile e mestanessuno può percepire
l'incantevole splendore
del tuo magnanimo volto
che al sol mirarlo
resta facile oltre misura
innamorarsi della vita.
Ogni volta che ti incontro
tra le quotidiane cure
è come se una giovinetta
mi passasse accanto di corsa
lasciandomi dell'aria smossa
una carezza leggera
di cielo terso.
(p. 34)
Avvinghiata ai vecchi muri
del borgo come pendula vitalba
oscillo talvolta pensieri
sull'altalena del cielo
sognando la libertà
odorosa e sanguigna di un volo
sulla bocca della primavera.
(p. 35)
BRIVIDO DI SETA
Brivido di seta
è il tuo abito
che il vento avvolge
intorno a te
con immenso fruscio
di limpido ranuncolo.
Mi fermo a guardarti
e tendo le mani sulla veste
a fermare la trama in volo
che impiglia con dita tremule
di bimba il mio cuore.
(p. 36)
IL VAGO TUO SORRISO
Volo bianco di gabbiani
cascata d'argentini suoni
armonioso canto d'usignolo
donati per amore al mondo
che non sarà mai più lo stesso
adornato di un altro fiore
e di una stella nuova
.(p. 38)
Delicata fragilità di giglio
nella morsa di gelosmorzata luce
d'alba acerba
s'irraggia sottovento
sul candore del cielo
con tremulo riso di nube.
(p. 39)
E ORA
E ora che sei tornata
bambina anch'io
vorrei essere con te
fanciulla nuova
compagna di tempi sereni.
Prenderti per mano
e condurti nel giardino
della paterna tana
ad annusare il viola
pallido del lillà
oltre le siepi di bosso.
A te che prima
apristi il mio cuore
all'inebriante prodigio
della bellezza festosa
come un raggio di sole.
Oh madre della rassegnazione!
Mai più ci sarà
lieta spensieratezza
del tempo andato
se non nella memoria
che già vacilla sulla nebbia
come stella cadente
scampata al naufragio.
(p. 43)