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il domenicano arcivescovo di Tolosa 1410-1422 era fra Domenico da Firenze? o non piuttosto frère Dominique de Flourence? |
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■ Cf. E. P., Quel che la cronaca conventuale non dice. Santa Maria Novella 1280-1330, «Memorie domenicane» 18 (1987) 227-325; e aggiornamento nell'edizione web, § 4: Domenico "de Florentia" arcivescovo di Tolosa † 1422. Emilio Panella OP San Domenico di Fiesole, settembre 2019 |
Arch. del convento Santa Maria Novella di Firenze I.A.1, Cronica fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia, f. 58v (n° 606), notizia biografica di Frater Leonardus Statii de Datis († Firenze 16.III.1425/6). Brano relativo alla partecipazione al concilio di Costanza (1414-1418) e all'elezione di papa Martino V (11.XI.1417):
«(...). Quo in tempore, Constantie presens in concilio existens, cum deberet electio summi pontificis per nationes celebrari, hic unus de electoribus pape deputatus est pro natione Ytalie; sicque una cum aliis Martinum 5 elegit in summum pontificem. Et sciendum ac diligenter notandum quod in dicta electione Martini 5 tria supposita istius conventus florentini insimul se reperierunt, scilicet magister Leonardus generalis, frater Iohannes Dominici cardinalis et magister Dominicus archiepiscopus tolosanus».
Qui il maestro fra Domenico arcivescovo di Tolosa è ritenuto dal cronista di turno uno dei tre domenicani fiorentini presenti a Costanza, sebbene membro conciliare ed elettore del papa fosse soltanto fra Leonardo dei Dati, maestro generale dell'ordine domenicano (1414-1426). Come intendere e tradurre tria supposita? tre soggetti?, tre rappresentanti del convento fiorentino?
■ suppositum nella letteratura dotta o filosofica del tempo: cf. Remigio dei Girolami da Firenze OP, Quolibet primum (Roma o Perugia, 1303-1307), art. 7: Utrum in angelo sit idem suppositum et natura.
La sezione nn. 528-623 (anni dei decessi 1393-1439) della Cronica di Santa Maria Novella soffre di qualche ritardo nella redazione delle biografie. In n° 532 († 1393) il cronista menziona fra Giovanni di Domenico († 10.VI.1419) che «postea fuit cardinalis»; scrive dunque dopo l'anno 1408. In n° 585 († 1418) il cronista rinvia "a quanto dirà", de quo infra dicetur, ossia a n° 606 († 16.III.1425/6); quest'ultimo a sua volta redatto almeno dopo il 1430, perché decessi del 1430 sono preposti a n° 606. Fascia dunque redazionale da usare e valutare con cautela. Ma qui per la prima volta - per quanto sappiamo - il fra Domenico arcivescovo di Tolosa è ritenuto fiorentino da un documento autorevole e di ampia diffusione quale la Cronica fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia.
Cf. S. Orlandi, “Necrologio”di S. Maria Novella, Firenze 1955, I, pp. XLI n. 9, 588 n. 3; II, 142 n. 43, 391 rigo 6 (testo di Giovanni di Carlo), 670a voce "Domenico Florent".
Liber dierum lucensium lib. II, § 31, contesto laudatorio di frati domenicani eminenti per virtù e dottrina, prevalentemente fiorentini (cf. § 27): «Sed et Iacobus Altovita, ecclesie Fesulane antistes; et Laurentius Domenicus, Sagonensis presul; et Simon iunior Salterellus, Triestensis episcopus; ac Dominicus Archiepiscopus Tolosanus, Iohannes quoque Masius, vire devotissimus; ...»; lib. II, § 33: «Nam tum summi tres aut quattuor pontifices habebantur, tres domus et familie nostre alumpnos illi concilio [scil. Constantie] prefuisse: Iohannem Dominicum cardinalem; Leonardum Statium, Tuscarum civitatum ex natione legatum; et Dominicum archiepiscopum Tolosanum»; ed. A. Edelheit, Humanism, Theology, and Spiritual Crisis in Renaissance Florence: Giovanni Caroli's "Liber dierum lucensium". A Critical Edition, English Translation, Commentary, and Introduction, Leiden|Boston 2018, pp. 152 § 31, 154 § 33.
Nella traduzione inglese del brano si legge: «..., and Domenico da Firenze the archbishop of Toulouse» (ibid., pp. 153 § 31, 155 § 33), sebbene nell'originale quanto a Domenico non sia esplicitata l'origine topografica "de Florenta". Nota biografica circa questo Domenico in p. 240; basata su Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, I (Roma 1970), pp. 318-319.
I tre domenicani fiorentini al concilio di Costanza in occasione dell'elezione di Martino V (11.XI.1417) prestano irresistibile lusinga al lustro conventuale; raccolta dall'autorevole Giovanni di Carlo da Firenze (OP 1443 ca., † 1503) e rilanciata ai cronisti e compilatori conventuali successvivi. Fino ad oggi. E lo sarà ancora a lungo. Senza interruzioni e senza sospetti. Roberto Lunardi, Firenze capitale della cristianità, VV., L'uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le arti a Firenze tra ragione e bellezza, Firenze 2006, p. 97a: oltre a Giovanni Dominici, «a Costanza erano stati sempre presenti anche altri due fiorentini illustri figli di Santa Maria Novella: Domenico arcivescovo di Tolosa, e Leonardo Dati».
Ripercorra, chi ne abbia voglia, le fonti suggerite dalla bibliografia di base: J. Quétif - J. Échard, Scriptores ordinis Praedicatorum recensiti, I (1719-1721), p. 772. Th. Kaeppeli, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, I (Roma 1970), pp. 318-319: Dominicus de Florentia (provinciae Provinciae alumnus; natif d'Aix en Provence). C. Eubel, Hierarchia catholica medii aevi I, Monasterii 1913, pp. 81, 406, 488.
█ fra Domenico della provincia domenicana di Provence (Francia meridionale) † 1422
Capitolo generale Magdeburg (Germania) 1363. MOPH IV, 401/10-11, § assegnazioni relative al convento di Montpellier, appartenente alla provincia domenicana di Provence: «Conventui Montis Pessulani assignamus... ad legendum ibidem bibliam fratrem Dominicum de Florentia». Lettore biblico, senza titolo di magister; medesimo "Domenicus de Florentia" del capitolo Bruges 1369, come suggerisce il coerente curriculum scolastico.
Atti del capitolo generale Bruges (Belgio) 1369: i capitolari assegnano a leggere le Sentenze a Parigi in ordine al magistero «fratrem Dominicum de Florentia[?] de provincia Provinciae» (H.Ch. Scheeben, Handschriften IV, «Archiv der deutschen Dominikaner» 4 (1951) p. 164, § assignationes; punto interrogativo dopo Florentia è originale dell'edizione Scheeben). Qui si specifica formale appartenenza di tale fra Domenico alla provincia domenicana della Provenza.
«Sbaralea fait état d'une bulle du pape Jean XXIII à l'archevêque de Toulouse, Dominique de Florence, lui ordonnant d'instituer une enquête sur le fait de l'inquisiteur Étienne Lacombe...»: A. DONDAINE, Le Frère Prêcheur Jean Dupuy..., «Archivum Fratrum Praedicatorum» 12 (1942) p. 120.
«Nous possédons une lettre de celui-ci [= pape Jean XXIII] adressée à Dominique de Florence, archevêque de Toulouse, en date du 8 juin 1411, dans laquelle il lui dit avoir reçu les doléances de Jean Garce, de Jean Dupuy et de leurs compagnons»: A. DONDAINE, Le Frère Prêcheur Jean Dupuy..., «Archivum Fratrum Praedicatorum» 12 (1942) p. 126. Cf. G.-G. MEERSSEMAN, Études sur l'ordre des frères prêcheurs au début du Grand Schisme, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 25 (1955) p. 245.
Arresto del bestemmiatore Philippe Guerbaud. «L'arrêt fu prononcé par l'archevêque Dominique de Florence dans l'audience du 30 jullet»: A. DONDAINE, Le Frère Prêcheur Jean Dupuy..., «Archivum Fratrum Praedicatorum» 12 (1942) p. 130.
Sintetica e autorevole biografia in Th. Kaeppeli, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, I (Roma 1970), pp. 318-319. Domenico: originario di Aix en Provence, frate della provincia domenicana di Provenza (provinciae Provinciae alumnus); baccelliere biblico nel convento di Montpellier 1363-64, lettore sentenziario a Parigi 1369-70, maestro in teologia qualche anno dopo il 1369; vescovo di Albì 1379, di Saint Pons de Tomières (suffraganea di Narbonne) 1382, di Albì 1392, arcivescovo di Toulouse 1410-1422. Prende parte ai concilii di Parigi (1398 e 1402), di Pisa (1409) e di Costanza (1414-18). Muore in Tolosa nel mese di marzo 1422. Tre gli scritti censiti da Scriptores, p. 319 (nn. 867-869): decreto 4.III.1418, 1420, lettera 5.I.1420.
Messun legame, di nessun genere, emerge dalle testimonianze coeve tra questo fra Domenico e convento domenicano di Santa Maria Novella. La Cronica fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia ignora tale Domenico e non ne redige biografia all'atto di morte, benché personaggio eminente, maestro in teologia, vescovo e arcivescovo: fatto già sufficiente a sollevare almeno il dubbio della reale filiazione fiorentina di questo fra Domenico, visto che intento primario della cronica fratrum è stendere notizia biografia dei figli (cioè provenienti dal territorio della praedicatio conventuale, città contado e distretto) del proprio convento in occasione del loro decesso.
Silenzio biografico della Cronica fratrum di Santa Maria Novella, e attestazione capitolare 1369 d'appartenenza di Domenico alla provincia domenicana di Provence, sono complementari. Concorrono e si rafforzano a vicenda. Domenico arcivescovo di Tolosa, lì deceduto nel 1422, non è figlio del convento fiorentino; e nessuna omissione è addebitabile alla Cronica fratrum di Santa Maria Novella.
▓ Agli storici del meridione francese il compito d'individuare con più attendibilità il toponimo, o il ceppo familiare, d'area provenzale (Florence?, Florent?, Flourence?) latinizzato in "de Florentia". A quel tempo si parlava, sì, provenzale o fiorentino, ma si scriveva in latino; e il provenzale "de Flourence" diventava "de Florentia" o "Florentinus"!
Origine dell'equivoco dei due frati domenicani qui raccontati? Fra Domenico arcivescovo di Tolosa è originario della Provenza francese. Il suo omonimo "fra Domenico da Firenze" è un frate inesistente; è solo creatura di... sinonimia fonetica!
→ https://en.wikipedia.org/wiki/Roman_Catholic_Archdiocese_of_Toulouse#Archbishops:
Ecco quanto trasmesso dal catalogo dei vescovi ed arcivescovi di Toulouse:
(...)
Vital de Castelmourou (1401–1410)
Dominique de Flourence (1410–1422)
Denys du Moulin (1423–1439)
(...)
→ https://www.filae.com/nom-de-famille/FLOURENCE.html:
«FLOURENCE, nom de famille. Flourence est un nom de baptême du sud-ouest, variation méridionale de Florence, représentant le nom latin Florentia, popularisé par une sainte, martyre sous Dioclétien, ce nom est issu de flos fleur, c'est-à-dire fleurissante».
FLOs-FLOrentia! Ancora il fiorentino Remigio dei Girolami OP († 1319), sermone IV per san Zanobi: «Ego flos. Cant. 2[,1]. Istud verbum congruit vere beato Çenobio ratione sexemplici (...). Quarto ratione nativitatis in quantum congruit omni florentino. In loco enim florenti nascitur flos, iuxta illud Cant. 2[,12] “Flores apparuerunt in terra nostra”, idest omnes nati in Florentia. Sed heu quia scriptum est Apoc. 3[,1] “Nomen habes quod vivas et mortuus es”, ita potest dici de multis florentinis: Nomen habes quod sis flos et tu es fimus fetentissimus propter multa peccata carnalia et spiritualia» (Bibl. Nazionale Centrale di Firenze, Conv. soppr. D 1.937, f. 404va-b).