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i) I frati d'altri conventi non vengono registrati dalla cronica fratrum locale, neppure se ivi morti conventuali ovvero assegnati. Una mano estranea, quattrocentesca, aggiunge in calce a Cr Ps f. 26v: «Fr. Iohannes Puccini Pistoriensis obiit cum his, assignatus in hoc conventu, fuit devotus et magister novitiorum». Fuori dello specchio scrittorio, senza segni di richiamo che mirassero a integrare un'omissione. Per un atto di pietas? per richiamo d'associazione con i compagni di sventura del 1348? Nessun diritto di Giovanni di Puccino da Pistoia a comparire tra le biografie di Cr Ps; benché frate conventuale assegnato a Pisa, qui maestro dei novizi, copista d'uno Speculum doctrinale di Vincenzo da Beauvais in dotazione alla biblioteca conventuale[46]. L'anonimo chiosatore, del resto, dà prova di conoscere le regole e scrive assignatus, tecnica distinzione costituzionale dagli originarii del convento.

j) Incastri redazionali che racchiudono tacitamente informazioni amministrative: i frati trasferitisi ai conventi riformati conservano la filiazione d'origine, finché legalmente non trasfiliati. È quanto dobbiamo arguire dalle registrazioni Cr Ps n° 260 Guilielmus de Castilione, n° 261 Thomas Bernardi Aiutamicristo, n° 266 Michael Ludovici Michaelis de Tosis, n° 270 Andreas del Fornaio, n° 271 Nicholaus Gittalebraccia.

k) «Visum est fratribus quod ad perpetuam rei memoriam cronice anotetur obitus sanctorum patrum et fratrum», istruisce il prologo di Cr Pg f. 9r. Secondo successione temporale. Cr Ps non lo dischiara, ma lo fa, alla stregua delle cronache sorelle. Vero è che la sua scarsa informazione non garantisce la sequenza cronologica delle registrazioni, specie su tempi remoti. Ma è intenzione del cronista ordinare cronologicamente le biografie (non a calendario sui giorni del mese, a scapito della data annuale); anche quando l'insufficienza documentaria l'espone all'errore o all'esitazione. Entro lo specchio scrittorio della fascia superiore di Cr Ps f. 11v leggiamo:

fr. Martinus conversus corsus
fr. Gaddus de Verchionibus
fr. Ubaldus de Peccioli
fr. Iacobus Bergi
fr. Bartholomeus de Via Sancte Marie 

omnes istos in sequenti folio ubi est tale signum Ø ex incautela notavi, qui hic secundum ordinem scribi debebant. Verte. 

Così impaginato, con graffa che raccoglie i nominativi verso l'informazione «omnes istos…». Cui seguono regolari biografie, Frater Ugolinus de Lapida ecc. Al supplementare segno di richiamo sul marg. sinistro C *, risponde f. 12v, marg. sin., Ø omnes qui sunt in ista facie debent esse in alia ubi est tale signum *. E qui, in f. 12v, leggiamo le cinque biografie. Il tutto racchiuso dentro l'unità fisica del secondo quaternione ff. 9-16, di mano del copista A.

Proviamo a raffigurarci la genesi dell'incidente: il copista ha per antigrafo delle cedole volanti, impegnato dunque anche a ordinare o tener ordinate le biografie in fase di trascrizione; nell'atto di copia volta due carte del proprio apografo passando da f. 10v calce a f. 12v cima (se addirittura non copiava su bifolii non ancora legati in fascicolo, come si dava). Perché di certo f. 12v è stato scritto prima di 11v, visto che il copista dispone di 11v per rimediare all'errore occorso «ex incautela» in 12v e ristabilire la successione canonica delle biografie (con o senza il concorso del cronista-autore). Di Iacopo di Bergo da Pisa (Cr Ps n° 69) conosciamo le date 1271 (già membro del capitolo conventuale) 1298 e 1299[47]. Bartolomeo da Via Santa Maria (n° 70) riassegnato al convento pisano nel 1299 (MOPH XX, 133/18-19). Dei frati attualmente registrati in f. 11v, ma da posticipare come vuole la correzione, Biago da Peccioli (n° 73) è assegnato a Pisa studente in logica 1331, in filosofia 1332; in quest'anni dunque ancora giovane e agli inizi della carriera scolastica[49]. Il che permette di confermare gl'intenti di sequenza cronologica delle biografie più prossime al cronista, anche quando nessuna data le ordina.

In sintonia con le autocorrezioni della cronache sorelle: «Notandum quod iste frater debet scribi in cronica post primum fratrem» (Cr Pg f. 30v, ed. 45). «Qui in hac cronicha debuit scribi immediate post fratrem Bernardinum superius memoratum» (Cr Ov 73, ed. 106).

l) «Quedam etiam ad patres scriptos addendo commendanda que in cronicis et in actis capitulorum legi de ipsis, que illis[50] scribere cure non fuit», diceva il prologo. Che cos'erano cronice nel lessico di frati del tempo e dell'area? Cronica ordinis (fatti principali e personaggi illustri entro lo schema biografico dei maestri dell'ordine) appesa alle Vitas fratrum (1260) di Gerardo da Frachet o alle costituzioni OP. Cronice fratrum d'altri conventi della provincia, che la mobilità rendeva di facile consultazione; invenzione fiorentina, da cui le altre mutuano almeno l'impianto. Cronice provincie o provincialium, non pervenute o non sufficientemente individuate; quella di fra Ugo dei Borgognoni da Lucca († 1322)[51], quella letta da cronisti perugini[52]. Cr Ps n° 3, su Sinibaldo da Alma (fl. 1253-81)[53], trasmette preziosa citazione d'una cronica provincialium Romane provincie sconosciuta; che a differenza di quella perugina e orvietana[54], non si limitava alla lista nominale dei provinciali ma ne dava anche notizie biografiche, forse sul modello parallelo della cronica ordinis. Le virgolette « » propongono di delimitare quanto mutuato dalla perduta cronica provincialium:

Omnium enim ore recitari audivi quod non fregerit silentium loco vel tempore toto tempore vite sue. Quod in cronica provincialium Romane provincie, que inter secreta scripta provincie reservatur, sic me legisse recordor: «fr. Synibaldus de Alma qui numquam silentium, postquam fuit in ordine, fregit. Nam Corradino, filio imperatoris Frederici[55], Pisas cum maximo apparatu procerum advenisset[56] et audita fama huius recolendissime memorie patris voluit sibi loqui; occurritque ei fr. Sinibaldus in claustro, nec sibi locutus verbo nec salutatus ab ipso dictum principem resalutare presumpsit. Sed cum infra capitulum extra claustrum intrassent cum baronum maxima comitiva, tunc causam dixit sibi quare eum sic muta lingua recepisset: In claustro, inquid, non est fas vetante regula[57] michi loqui». Stupe lector dole rector, ut nullius nunc observantie vestigium videatur! (Cr Ps f. 8v).

m) Quanto ai capitoli provinciali, talune citazioni di Cr Ps trasmettono notizie ignote agli Atti a noi pervenuti (testimoni non degli originali promulgati bensì di copie conventuali, in parte selettive secondo criteri di bisogni locali e prescrizioni vigenti): definitori nei capitoli provinciali (per noi pressoché ignoti)[58], predicatori generali ecc. Tradizione indiretta che recupera frammenti perduti. Esempi:

Frater Nicholaus de Scherlino… fuit coetaneus cum beato fr. Iacobo de Mevanea atque cum ipso factus predicator generalis Luce in capitulo provinciali M°cc°lxvij° (n° 4).

Frater Guido de Canneto… sibi fuit iniunctum per capitulum Senis celebratum M°cc°l°[59] quod iret Bononiam ad corrigendum libros cantus, quod et obedientissime[60] fecit (n° 15).

Frater Iacobus de Mercato… predicator etiam generalis 1277 Perusii in capitulo factus fuit (n° 46).

La tradizione selettiva del capitolo Lucca 1267 lascia cadere la rubrica delle nomine dei predicatori generali (MOPH XX, 33-34); quella del capitolo Perugia 1277 l'avvia e la tronca con un etc. dopo il primo e unico nominativo (MOPH XX, 48/27). L'importante notizia su Guido va ricondotta al capitolo Siena 1251[63]. 


[46] Pisa, Biblioteca Cateriniana 54 (xiv in), che porta a f. IIv la nota: «Istum librum scripsit fr. Iohannes Puccini de Pistorio. Mortuus est in maxima mortalitate conventualis in Pisis, et scripsit manu propria et fuit valde devotus et magister meus novitiorum quando intravi ordinem»: L. Sturlese - M.R. Pagnoni Sturlese, Pisa, Biblioteca del Seminario arcivescovile S. Caterina, AA. VV., Catalogo di manoscritti filosofici nelle biblioteche italiane I, Firenze 1980, 33. SOPMÆ IV, 141, 439. Bisognerebbe mettere a fronte tale nota con la grafia di Domenico da Peccioli.

[47] Bonaini, Chronica 439 n. 74. Pisa 5.X.1298, testamento di Iacopo arciprete pisano: «Item fratribus Pred. de Pisis Summam de vitiis pro anniversario meo faciendo, ita quod fr. Iacobus Bergi dum vixerit habeat eam ad usum suum»; e tra gli esecutori testamentari: N. Caturegli, Due biblioteche private in Pisa alla fine del secolo XIII, BSP 24-25 (1955-56) 80, 83; ma nell'esecuzione, 3.X.1300, Iacopo di Bergo è di fatto surrogato da fr. Iacopo di Donato da Pisa OP (ib. p. 84; Cr Ps n° 137, † sett. 1327/6). MOPH XX, 133/18 (1299).

[49] ASPt, Protoc. notar. 2, f. 90r-v (4.VII.1331), tra i frati conventuali di San Domenico di Pistoia «fr. Blaxio de Pisis». MOPH XX, 262/22, 273/12 (fr. Blasius Pisanus 1331-32).

[50] «illis»: intendi "fratribus Bartholomeo et Ugolino" precedenti cronisti.

[51] «composuit provincie cronicam», secondo la testimonianza di Simone da Cascina 1402: AFP 12 (1942) 203. SOPMÆ II, 253; IV, 122.

[52] Cr Pg f. 61r, ed. 91: «Hunc et septem alios sequentes repperi in quodam libro provincie Romanę»; f. 63r, ed. 95-96: «Hic <magister Leonardus de Mansuetis de Perusia> itaque quanta scientia et prudentia preditus fuerit et quanto sit dignus honore ex hoc clare liquet quod non modo Romanam provinciam gloriose rexit, existens in ea provincialis prior <1443-50>, ut ex chronicis patet huius provincię».   

[53] SOPMÆ IV, 278-79. Alma, dioc. Grosseto, tra Follonica e Castiglione della Pescaia (pr. Grosseto).

[54] ASPg, Corporaz. relig. soppr., S. Domenico, Miscell. 66 (Liber privilegiorum prov. Romane OP, xiv-xv), ff. 11r-12r, 10r: Cronica provincialium Romane provincie. Cr Ov 42b-43a, ed. 61-63.

[55] Nipote non figlio di Federico imperatore. «Curradino figliuolo che fu del re Currado figliuolo dello 'mperatore Federigo… passò per mare a Pisa, e là giunse di maggio MCCLXVIII, e da' Pisani e da tutti i Ghibellini d'Italia ricevuto a grande onore, quasi come imperadore»: Villani  VIII, 23.

[56] Corradinus per soggetto grammaticale, contro il dativo d'inizio in attesa logica di occurritque ei? Non mi provo a emendare la costruzione fortemente anacolutica.

[57] Costituzioni OP dist. I c. 12 De silentio: «Silentium fratres nostri teneant in claustro in dormitorio in cellis…», redazione 1256 ed. H. Denifle, Die Constitutionen des Predigerordens in der Redaktion Raimunds von Peñafort, «Archiv für Literatur- und Kirchengeschichte des Mittelalters» 5 (1889) 541.

[58] Si conoscono i definitori del capit. prov. Viterbo 1296, da ASS, Spoglio de' Contratti dell'Arch. S. Domenico B 56 (xviii), ff. 95v-96r (originale irreperibile nel medesimo Archivio): da Viterbo 13.IX.<1296> lettera del provinciale Giovanni da Poli «e di fr. Trasmondo priore di Viterbo e di fr. Niccolò da Prato e di fr. Iacomo priore di Spoleto e di fr. Ragnone da Viterbo, definitori del capitolo di detta provincia celebrato in Viterbo». Cf MOPH XX, 123.

[59] M°cc°l° corr. ex M°cc°l°x. 

[60] obedientissime ] obe(n)dientissime scr. 

[63] Cf. MOPH XX, 11/35-36. P. Raffaelli, I manoscritti liturgico-musicali della Biblioteca Cateriniana e del Fondo Seminario Santa Caterina dell'Archivio Arcivescovile di Pisa, Libreria musicale italiana (s. l.) 1993, 10, 79; in pp. 79-81 lo spoglio di Cr Ps è dall'ed. Bonaini; si corregga tuttavia «Frater Alexander de Spina… Ingeniosus in corporalibus» (Cr Ps n° 113), non «in choralibus» (p. 80)!


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