4.  

Trinità di Masaccio  | approfondimenti

1422-1425

anni del priorato di fra Lorenzo di Domenico dei Cardoni. Necrologio II, 563a.

dic. 1425 -
mag. 1426

priorato di fra Alessio d’Ubertino degli Strozzi († 1437. Cr SMN n° 617. SOPMÆ IV, 21-22); lo si confonde talora, omessi i patronimici, con Alessio di messer Iacopo degli Strozzi († 1383. Cr SMN n° 513). Necrologio I, 565a; MOPH VIII, 197/7-9: il capitolo generale 1426 (in Orlandi, Necrologio I, 194 rigo 1°, correggi lapsus 1428 in 1426) assolve dalla carica il priore fiorentino (innominato) e affida la cura conventus (carica provvisoria di governo conventuale che presiede entro un mese all'elezione del nuovo priore) a fra Lorenzo di Domenico (dei Cardoni).

giug. 1426 -
sett. 1427

priorato di fra Benedetto di Domenico dei Lenzi († 1453. Cr SMN n° 654). Necrologio I, 565a.

sett.1427-1430

priorato di fra Agostino di Domenico da Firenze. († 1432. Cr SMN n° 608). Necrologio I, 566a, 568a.

1438

Il cronista della Cronica fratrum SMN redige la notizia biografica di fra Lorenzo di Domenico dei Cardoni al suo decesso 26.VI.1438, annota sì «reliquias sancti Luce adornavit in sacristia» (ASMN I.A.1, f. 58v, ed. n° 621) ma nulla dice dell'altare della Trinità; e nulla dicono dell'altare della Trinità gli altri cronisti coevi in rapporto ai priori di quegli anni.

† 32.XII.1515

fra Lorenzo di Bernardo Manetti, deceduto 80enne in dic.1515, tanto devoto della Santissima Trinità «quod ymago eiusdem Trinitatis sita in nostra ecclesia per eum suis sumptibus et non parvis ornata fuit, ita quod ad maximam devotionem populo deduxit» (Cr SMN  n° 771).

del Banderaio
1530-40

Almeno nel quarto decennio del '500 l'altare della Trinità apparteneva, con diritto di sepoltura, ai fratelli Iacopo e Bartolomeo artigiani banderai, fratelli figli di Lorenzo di Bartolomeo di Berto banderaio (casa di Lorenzo confinante con piazza nuova di SMN): costoro il 6 gennaio 1533/4 cominciano «a·ttenere la lampana acesa a nostra spesa a l'altare nostro de la tTrinittà in Santa Maria Novella per nostra devozione» (Cecchi, Nuovi contributi 45, 64 n. 119).

1550, 1568

«In Santa Maria Novella ancora dipinse a fresco sotto il tramezzo della chiesa una Trinità che è posta sopra l'altar di S. Ignazio, e la Nostra Donna e S. Giovanni Evangelista, che la mettono in mezzo contemplando Cristo crucifisso. Dalle bande sono ginocchioni due figure, che per quanto si può giudicare, sono ritratti di coloro che la feciono dipignere; ma si scorgono poco, essendo ricoperti da un ornamento messo d'oro. Ma quello che vi è bellissimo oltre alle figure, è una volta a mezza botte tirata in prospettiva, e spartita in quadri pieni di rosoni, che diminuiscono e scortano così bene, che pare che sia bucato quel muro» (Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti…, Roma 1997, riproduce 2a ed. 1568, p. 323).

1568

Consiglio conventuale 19.XII.1568, tra le decisioni: «Pręterea quod tabula pro cappella Rosarii, quam conventus noster tenetur construere ex legato dnę Camillę de Caponibus, pingenda traderetur excellentissimo domino Georgio Vasario pictori peritissimo cum figuris honestis et accomodatis. Totum autem reliquum regotium prędicte fabricę et constructionis rev.do priori demadatum fuit» (ASMN I.A.7, f. 12r ).

testimonianza
 1575:
Cardoni 1422-25?

Modesto di Agostino dei Biliotti OP, Cronica conventus SMN (1575), c. 14 De quinque inferioris ecclesiae altaribus:

«In inferiori quidem ecclesia quinque tantum olim erant altaria, quorum prirnum (ut hinc incipiamus) non longe distabat ab antiquo divi Thomae Aquinatis sacello, quod Vermilius Alfanus, sicuti praecedenti diximus capite, divo Marco evangelistae dicaverat, eratque eo fere in loco in quo nunc sacri Rosarii prostat altare. Fecerat illud [sottintendi altare] frater Laurentius Cardonius, et Sanctissimae consecraverat Trinitati quando caenobio praesidebat, antequam ad sagonensern promoveretur episcopatum, ad quem accessit anno MCCCCXXXV, et in quo vix triennium vixit. Sanctissimae autem Trinitatis figuras et beatissimae Mariae Virginis et sancti  Ioannis apostoli ed evangelistae effigies illi assistentes, una cum ornamentis quibusdam, mirabili depinxit gratia Thommas a Sancto Ioanne cognomento Masaccius, pictor aetate (uti affirmant) insignis. Supra omnes illas figuras magna illi crucifixi perstabat imago quam hodie intra sacrarium supra ostium cernimus, auratis colunnis et arcu decenter ornatam, quae in nova ecclesiae accommodatione faerat inde remota, insuper et figurae multae deletae, non tamen sine multorum dolore, quippe quia pulchrae erant et pulcherrimae aedi magnum decus afferebant et ornamentum. Affirmant qui affuere quasdam earum |17v| post altaris Rosarii tabulam in pariete consulto dimissas» (ASMN I.A.9, f. 17r-v).

(1617)

«Dove al presente è l'altare della Compagnia del Rosario fu uno altare intitolato nella Trinità, heretto da fra Lorenzo Cardoni, frate di questo convento, il quale da madonna Cammilla, |38v| figlia di Piero Capponi et moglie già di Piero Arrighetti, fu rinovato l'anno 1568 secondo il suo testamento fatto addì 4 d'agosto del medesimo anno...» (ASMN I.A.11, f. 38r-v, anonimo autore di Cappelle e sepulture di Santa Maria Novella).

(...) Altro monumento de' Pasquali lungo il muro per fiancho del'altare dalla banda del Rosario, il quale resta mezzo coperto dalli scaglioni di detto altare... (39r)

  • Costanti e distinti in questo periodo i lessemi "classicheggianti": sacellum = cappella; sacrarium = sagrestia.

  • Il Biliotti oltre a raccontare quanto ha visto coi propri occhi («imago quam hodie intra sacrarium»), dice delle origini dell'altare della Trinità a un secolo e mezzo di distanza.

  • dove attinge la notizia che fu il priore (1422-25) Lorenzo dei Cardoni a far costruire l'altare della Trinità?

  • Lorenzo lo fece costruire a nome e con i soldi della famiglia Cardoni (così correntemente inteso)? oppure in quanto priore conventuale, «quando caenobio praesidebat», e dunque a nome del convento?
    o non piuttosto?: il priore Lorenzo dei Cardoni a nome del consiglio conventuale dette in concessione alla famiglia (lui e lei raffigurati alle estremità del registro superiore, nomi scononsciuti) che sovvenzionò a titolo di concessionaria l'esecuzione della Trinità. Controprova della concessione è che nel quarto decennio del '500 l'altare della Trinità è sotto il nome di altri concessionari, i banderai.

  • a rigore, gli anni del priorato del Cardoni (1422-25) confinano la concessione dell'altare e sua consacrazione alla Trinità, non necessariamente l'esecuzione dell'affesco masaccesco.

Emilio Panella OP