Maria Assunta Oddi

Parole e Immagini

Il colore dei fiori

"Danzatrice", ferro di Mauro Petricca

Prefazione di Romolo Liberale

G. d. C.
editrice
Avezzano 2005

Copyleft © Emilioweb gennaio 2006

Donne di colore

Hai mai visto donne di colore
camminare a fianco dei tuoi desideri?
Hanno la pelle baciata dal sole
e negli occhi lo scintillìo audace
dei tramonti di fuoco tra bracieri
sconfinati di steppe e selvaggi
d'arcaici monsoni.
Sui loro abiti d'accesi tessuti
bandiere di paesi lontani
c'è il profumo dolce dei datteri
e !'incenso inebriante dei fiori
dalla primitiva sete.

Non le vedrai danzare
lungo le nostre strade
pesanti d'asfalto e risuonanti
di rombi assordanti e di frastuoni
incestuosi d'inganni
perché il loro passo conserva
l'abitudine al leggero trapasso
sui viottoli di sassi cocenti
e levigati da mute parole
con l'eleganza effimera
di farfalle su dune di sabbia.

Quando piangono, se mai piangono,
hanno lacrime di spine
di cactus immense di dolore
dell'umanità che soffre di figli
in cerca di pane e d'acqua
la fame d'amore e la sete di giustizia.

Hai mai visto donne di colore
camminare a fianco dei tuoi pensieri?

(p. 8)


La dipartita

Il cuore si diparte quando ti allontani
e poi torna con te a sera accresciuto
di poche lacrime e tante ricompense
intenerito dall'assenza e bruciante
di desiderio puro come l'acquata
nell' aria chiara d'aprile.

Impaziente t'aspetto fiduciosa
come una bimba che esce da scuola
a riabbracciare la mamma amata
obliando promesse di buoni voti
con l'allegria di una tortorella
che a passettini entra nel giorno.

(p. 9)


Sogno

Quando intorno declina l'estate
i miei pensieri teneri come
occhi di cerbiatti nella macchia
tornano dai piani generosi
di rose selvatiche
fin su l'aperto mare
periglioso ed infinito
a sognare il ritorno
fiorito della vita
sui morbidi petali
del bosco ombroso.

(p. 12)


All'ombra della sera

Il nostro bacio sospeso
sulle labbra accese
come bracieri ardenti
di vermiglio geranio
si tinge di viola
mentre i capelli intrecciati
tra filigrane luminose
e misteriose fragranze
di seta lunare respirano
la gioia inattesa
dai nostri occhi assorti.

Cantano rampicanti
fioriti nella ringhiera
della novella notte
al sorriso chiaro delle
celesti Pleiadi.

(p. 13)


Fanciullezza

Abbraccio sul petto
con la tua testa bionda
dolce figliuolo
la mia trascorsa fanciullezza
adagio per non destarti
dal sonno placido.

Tu non sai che oggi
tra le foglie secche
del fosso nel campo
sotto il rovo d'albaspina
è nato un fiore dorato
che volteggia chiaro
come l'aquilone
sulle ali distese
del vento.

(p. 16)


Addio

La tua bocca vivida
della bora di febbraio
traluce una smania
che suona con tremulo
fil di voce in gola
parole fredde d'addii.

Non ami più la tua donna.
Improvvisamente batti
con violenza dietro di te
la porta di casa
non ti fermi nemmeno
a guardare l'uscio avvolto
nel barlume del lampione.

Immerso nella penombra della sera
non odi il fiato supplichevole di lei
che invoca il tuo nome.
Solo il ghiaccio s'incrina
sotto il tuo passo distratto
e apre il silenzio al tacito
singulto del cuore lacerato.

(p. 17)


Un fiore

Sei come un fiore cresciuto
nel mio cuore innamorato
azzurro come la volta
del cielo sul bosco sacro
a fermare il tempo
d'eterna primavera
giovinezza amabile
delle Ninfe immortali.

Con il corpo fragile
di tenere emozioni
piegato a carpire
l'enebriante profumo
mi sento di fronte
a questa immensità
ape che ondeggia
al soffio vitale
del tuo respiro.

(p. 20)


Se ti incamminerai

Se ti incamminerai
un giorno di primavera
là dove vola il gipeto
e l'aquila maestosa
tendi l'orecchio
al fischio lontano
della marmotta in pericolo,
non temere non sarà
quest'oggi la preda:
nel battito convulso
della sua corsa
c'è lo spavento
delle tempeste
ma anche il pulsare
delle sorgenti sugli
aromi leggeri delle
siepi d'albaspina e
il lieto crepitare
delle stelle nella notte.

Solo per te creatura pensante
tra cascate d'acqua fresca
sbocceranno fiori splendidi
di rugiada e chiari di sole.
Se il vento ti scompiglierà
i capelli non dimenticare
che la casa del silenzio
è nel tuo animo assetato
di verde e perduto tra
città di cemento.

(p. 21)


Il cardo nel cuore

Irto di schegge che forano
l'argilla nel pallore del mattino aprico
albeggia nell'arido campo
col suo grigio profilo
il cardo crepito di sterpi.

Tra le aride zolle nel raggio furtivo
un rosolaccio lanoso come cimose
riluce chiaro di viola soffice di cirri
di nube e più non teme la sete
presso le fonti bruciate d'arsura
né patisce la noia bruna dei cespugli
arruffati dal vento estivo
né lo punge il biancospino
da tempo sfiorito.

L'umidità della notte
ha fatto germogliare il cardo
e il mio cuore con la pioggia
feconda di fresca rugiada sul fosso
tornato più azzurro del mare
sotto il chiaro sereno inondato
di voli audaci come rivali d'ebrezza.

(p. 24)


Incontro nel canneto

Nel canneto ascolta
come voce amica
i cembali armoniosi
dell'aure estive
tra bagliori di piume
su vermiglie bacche
fragranti di luce.
Se ti ferii e non ricordo
amore Immenso
ora ti porti gioia
l'avorio schietto
del giorno pieno.
Non disperderne
il raro incanto.
Ti prego ascoltami.
Il tuo novello riso
concilia il mio spirito.
Sull' onda estrema
di ardenti spirali
una meravigliosa
conchiglia di madreperla
fa svanire l'ira
nel candore di un abbraccio.

(p. 25)


Tra le tenebre

Tra le tenebre di una notte senza stelle
è dolce respirare la fantasia di un sogno
che riluce di cielo tenero di trasparenze.
Penso al soave mistero
della smisurata bellezza dell'alba
che come araba fenice
muore e rinasce sotto lune eburnee.

Magicamente la luce apre finestre
infiorate sull'azzurro selvaggio del mare
sulle fontane dove i fanciulli spensierati
bagnano i piedi scalzi alla dolce frescura
profumata di menta selvatica
sui muri dove l'ombra
meridiana del sole nei tiepidi cortili
proietta le nubi in corsa
come battiti d'ala di rondine
sul silenzio profumato d'incenso
del mezzogiorno assorto nel chiaro pallore
dell' orizzonte solstizio di cicale.

Ogni sera all'imbrunire dell'aria
il mio cuore come occhio di gatto
non si rassegna e tesse sull'ombra
l'arabesco di chiari sentieri
con pensieri che si fanno parole leggere
come suono di fantastica cetra.

(p. 28)


Venti dell'est

Si stava d'incanto a guardare
nel gelido mattino autunnale
gli aerei come spade di vento
sfrecciare ruggendo nel cielo
a disperdere stormi di colombi
sui fumi leggeri dei camini
accesi a lievitare il pane
nel calice domestico della madia.

Un batter d'usci nello strascichio
di passi lenti a rimirare la collina
verde di muschi colmi di rugiada
con occhi chiari di luce cerula.
Stando alle promesse del Fuhrer
avrebbero potuto raggiungere
anche Mosca e New York.

Ma fu un annuncio senza conseguenze.
Le bandiere multicolori
dai campanili e dai municipi
restarono issate come perle di brina
sui boccioli rosati dell'alba
a sognare libertà con la brezza
leggera dei venti dell'est.

Caddero bombe come sassi
dalle vetrate del cielo solo
sui cuori aperti a croce
delle madri.

(p. 29)


Perdevo di mano

Perdevo di mano il destino
sulla bara di mio padre
spogliata del suo e del mio
animo fanciullo dall'urlo
della morte improvvisa
come bianca colomba
che esce dall' arca.

Padre, vorrei veder rifiorita
da te la meraviglia
della nuova stagione
come il tralcio potato
dal vigneto addormentato
si desta al primo tepore
incantare il silenzio nel limbo
velato dell'essenza ammansita
sulla pietra scavata dal vento
con parole magiche di sogno
per ricomporre l'effimero
frastuono dei viventi.

Nell'ora in cui il ricordo
si tinge di rimpianti
e leggero si scioglie il peso
di ogni orma nel passo
fugace del tramonto
udirò il tuo tornare
dai prati erbosi
del celeste e terreno paradiso.

Oh padre! Dimmi che torneranno
i giorni dell'abbondanza
immemore di biondo frumento
a saziare la fame d'amore.

(p. 32)


precedente successiva