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Cinque pani e due pesci,

«Koinonia» 1984/11, pp. (169-70) 11-12.

 

L'ARCIVESCOVO DI FIRENZE (Silvano Piovanelli)
RIPRENDE LA PAROLA

una lettera pastorale che suppone una risposta

tempi e vie dell'uomo danno parole alla Parola
l'obbedienza senza profezia è cortigiana; la profezia senza obbedienza è ribelle
l' evangelizzazione termina alla conversione: solo allora i pani e i pesci si moltiplicano
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■  Alberto Simoni e Aldo Tarquini 

"Cinque pani e due pesci": era il titolo della prima lettera pastorale dell'arcivescovo fiorentino (1983-2001) Silvano Piovanelli. Ora il medesimo arcivescovo in "Riprendendo la parola" medita sulle risposte e dialoga con i suoi fedeli. Una lettera pastorale, dopotutto, è pur sempre una lettera. E attende risposta. Ma non è stato il lodevole zelo del vicario episcopale  -  il quale sollecitava i fedeli alla risposta  -  a vincere il nostro tedio all'esercizio epistolare, capace com'è di tener testa persino alle lusinghe di "Reader's Digest". Chi non ha ricevuto lettere, anche lettere pastorali, che risposta né volevano né attendevano, benché la scrittura non contravvenisse alle norme retoriche dello stile epistolare? All'arcivescovo fiorentino hanno inviato lettere di risposta preti e casalinghe, frati e ragazze, operai e parlamentari, monache e professori universitari.

A suo tempo anche noi abbiamo preso in esame la lettera pastorale e abbiamo inviato a mons. Piovanelli una nostra risposta, riportata poi su Koinonìa, n. 10, novembre 1983, pp. 4-6 (n. d. r.).

Segno che la grammatica di "Cinque pani e due pesci" era già dialogante. Le risposte sono spontaneo e gioioso riscontro d'antica consuetudine alla conversazione. Il tedio alle lettere è rimosso dalla verità dell'interlocutore. E mons. Piovanelli rimedita, in "Riprendendo la parola", le sue e le altrui parole. Il colloquio continua. E senza stupore.

Eppure si discorre di evangelizzazione, di missione, di conversione, di catechesi ecc. Ma non è la Chiesa che evangelizza, che converte, che insegna? Non è il prete - e più che mai il vescovo - il dominus verbi, il padrone della parola? E non sono vescovi e preti l'ecclesia docens, la chiesa docente? Al di là il "mondo", termine della conversione; e i "fedeli", cui ossequio e ascolto meritano promozione ad ecclesia discens (chiesa discente). Le vostre parole  -  dice mons. Piovanelli  -  mi hanno dato "un supplemento di luce". La Chiesa  -  dice ancora  - "sa, e vuole imparare sempre meglio, che l'uomo è la prima e fondamentale via della Chiesa, via che corre in certo modo alla base di tutte quelle vie per le quali deve camminare la Chiesa". La Chiesa batte dunque le vie dell'uomo. Non per traviare. Era stato il Verbo a battere, per primo, le vie dell'Uomo nell'atto dell'incarnazione. E il dono dello Spirito del Signore risorto avrebbe guidato la comunità dei credenti, la Chiesa, verso tutta la verità. Tempi e vie dell'uomo avrebbero offerto parole alla Parola, strutture storiche all'incarnazione della fede, varietà di ministeri ai carismi dello Spirito.

Tutta la Chiesa avrebbe annunciato, secondo molteplici e diversi ministeri, la buona novella. Tutta la Chiesa avrebbe predicato la propria e l'altrui conversione. Chiesa evangelizzante e Chiesa evangelizzata, Chiesa docente e Chiesa discente: due funzioni, non due frazioni di Chiesa. Profezia e obbedienza: questa, senza la prima, è cortigiana; la prima, senza obbedienza alla Parola, è ribelle; l'una con l'altra alimentano fedeltà evangelica nella comunione ecclesiale; e rendono credibile la Chiesa nella comunità degli uomini.

Nella lettera pastorale di mons. Piovanelli c'è del nuovo; del nuovo evangelico. Ma strutture e assuefazioni pastorali si son generate e consolidate su altre istanze. Le pubbliche istituzioni, anche quelle ecclesiastiche, hanno la propria logica; e la propria forza d'inerzia. Sono più consone, ad esempio, a nutrire e premiare l'ossequio servile anziché a promuovere l'obbedienza profetica. Bisognerà piegarle ad assetti d'evangelizzazione e a nuove prassi pastorali, se il dialogo incipiente vorrà percorrere tutto il tragitto, quello che mena alla conversione. Allora i propositi del dialogo investiranno la "sacramentalità", come dire la società della Chiesa, i suoi organismi operativi e la sua prassi comunitaria.

Il dialogo intrapreso è solo una promessa, ma non di poco segno. I cinque pani e i due pesci si son digià moltiplicati.

Pistoia, ottobre 1984

Emilio Panella o.p.

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«Koinonia»

http://www.koinonia-online.it/

Periodico mensile

Via Capponi, 32

Querceto, 50019 Sesto Fiorentino (FI)

BiblDom LVI.Ri.1

■ «Koinonia»: nata nel 1976 a Querceto, Sesto Fiorentino, in locali annessi al monastero San Domenico (dove risiedevano i pp. Alberto Simoni e Aldo Tarquini); trasferitasi poi (1993?) nel convento domenicano di Pistoia, Piazza S. Domenico, 1 - Pistoia.

■ al "forzato"(?) trasferimento da Querceto a Pistoia sembra alludere una breve lettera inviatami da p. Simoni, Pistoia 15/10/1993 (nel mio carteggio, alla relativa data).

■ 1 settembre 2018. Fra Alberto Simoni assegnato e trasferitosi al convento San Domenico di Fiesole (FI). E qui risiede anche il provinciale fra Aldo Tarquini.

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Andrea di Buonaiuto da Firenze, capitolo SMN_est, s. Tomm. d'Aquino (1365-67): Veritatem meditabitur guttur meum (Prov. 8,7)

finis

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