precedente successiva 

Simone da Càscina OP

Li secte psalmi penitentiali in rima

BNF, Pal. 74 (xv in)
 

|121r| Qui incominciano li secte psalmi penitentiali, reghati in rima dal venerabile padre maestro Symone da Cascina dell'ordine de' frati Predicatori.

Psalmo primo [= Ps. 6]

Signor nel furor tuo non mi riprehendere

  né in tua ira corregge l'errore

  perché disfacto srei per molto offendere.

3Misericordia m'abbi, o gram Signore,

  ché infermo sono e conturbate ò l'ossa

  prego mi sani per tuo gran valore

4e l'anima [= l'alma?] mia molto turbata possa

  guida e diriçça co·ll'eterna luce

  infine a tanto che digiù sia smossa.

5Voltati ad me, Signore, e sii mio duce

  e toglie da' peccati l'alma mia

  salvo per tua misericordia mi conduce

6però che nella morte né è né fia

  chi di te s'aricordi, e innello inferno

  quale a te confessrasi in pena ria?

|121v| 7Affaticato m'ò con pianto interno

  laverò ogni nocte lo mio lecto

  le lagrime bagneranno ove io mi sterno.

8Turbato è dal furor del tuo aspecto

  l'occhio che è mio e sentomi invecchiato

  tra miei nemici che mi dam sospecto.

9Partitevi da me, voi che 'l peccato

  con iniqua malitia adoperate,

  ch'a le miee voce Iddio perdono à dato

10le miee preghiere con pianto meschiate

  àe exaudito Iddio, e l'oratione

  con gran benignità àe acceptate.

11Vergógninsi e conturbin co·rragione

  tucti i nimici miei fortemente,

  voltinsi ad te con presta divotione.

Mostrin tanta vergogna che la mente(?)

  gitti rossore fuora nelle gote

  acciò che da te acquistin ricche dote.

Domine ne in furore tuo arguas me

neque in ira tua corripias me

miserere mei Domine

quoniam infirmus sum

sana me Domine

quoniam conturbata sunt ossa mea

et anima mea turbata est valde

sed tu Domine usquequo?

Convertere Domine

et eripe animam meam

salvum me fac propter misericordiam tuam

quoniam non est in morte

qui memor sit tui

in inferno autem quis confitebitur tibi?

Laboravi in gemitu meo

lavabo per singulas noctes lectum meum

in lacrimis meis stratum meum rigabo.

Turbatus est a furore

oculus meus, inveteravi

inter omnes inimicos meos.

Discedite a me omnes

qui operamini iniquitatem

quoniam exaudivit Dominus

vocem fletus mei,

exaudivit Dominus deprecationem meam,

Dominus orationem meam suscepit.

Erubescant et conturbentur

vehementer omnes inimici mei,

convertantur

et erubescant valde velociter.

Al Padre al Figliuolo al Paraclito flamen

|122r| sia gloria come nel principio era

et è testé e senpre serà in terra

in secula de' seculi dite amen.

 

 Psalmo secondo [= Ps. 31]

Beati son coloro cui iniquitate

   son perdonate e coperti i peccati

   perch'ànno a Dio le membra humiliate.

2Beato è l'uhomo a cui non inputati

   da Dio son vitii né à innel cuor dolo

   ma monstra fuor simil concepti nati.

3Perché tacetti, tucte l'ossa àn duolo

   invecchiate nel male e io congrido

   senpre excusava quel che piango solo.

4Ma la tua man sì gravata è ch'io strido

   perché la spina di consciensa spessa

   e nella tenpesta converso rido.

5Lo mio delicto l'anima già fessa

   a·tte appaleço et le ingiustitie

   non nascose da te ma le confessa.

Dixi: Confesserò a Dio le mie nequitie

   |122v| accusando me solo, e tu più tosto

   perdon donasti alle crudel malitie.

6Per questa venia nel tempo disposto

   accepto e opportuno, e ogna sancto

   ad te pregha ch'accepti lor proposta;

niente men chi à vitioso amanto

   et nel diluvio di molte acque morte

   nuota, non preximranno [= non approximabunt] a·llui alquanto.

7Tu mio refugio in tribulatione forte

   che intorno vanno, e se' mia allegreçça,

   rimuove me da cirumstante corte.

8Dici: Droti [= tibi dabo] intellecto con certeçça

   insegroti [= instruam te] la via per quale andrai

   formrò in te la pupilla mia stessa.

9Non vogliate superbi oggi né crai

   esser chavallo o mulo in cui intellecto

   non è né fu né giamai lo vedrai.

Ma tu, Signor, guida in lor l'affecto

   con morsi e freno lor maxelle tiene

   |123r| chi da te si dilunghan per effecto.

10Molti flagelli il peccator sostiene

   ma quale spera in Dio è circumdato

   da sua misericordia che 'l mantiene.

11Godere in Dio esciti del peccato

   dentro e di fuora allegreçça monstrate

   perché giustitia inmente v'à fermato

voi che nel cuor dirictura portate

   di ciò che manda Iddio vi gloriate.

Al Padre al Figliuolo allo Spirito sancto

sia gloria laude honor e reverentia

sì come nel principio eterno era

et è testé e senpre serà in terra

loda di tre persone in una essentia

in secula de' seculi con canto

delli angeli che dicen sancto sancto. - Amen.


 Psalmo terço [= Ps. 37]

Signor nel furor tuo e in tua ira

    non riprehender miei errori né me corregge

    |123v| ma senpre la tua gratia in me inspira

3perché delle saecte tuoe le gregge

    a me intrate sono, e confirmasti

    sopra me la tua man che equità regge.

4Nulla sanità in carne mia trovasti

   col volto d'ira tua né pace all'ossa

   presenti li peccati che schacciasti

5per le miee iniquitate è stata smossa

   la testa alçata, e come charco grave

   mi son gravate ché venneno a scossa.

6Puççulente e corrocte son le prave

   cicatrice rimase de' peccati

   per mia stoltitia che è maggior che trave.

7Misero facto sono e inchimati

   in fine al fine son li membri tucti

   e sempre il dì ne vanno contristati

8perché li lonbi miei di bene asciutti

   d'ilusion son pieni e dan tempesta

   e sanità non ò ma amari lucti.

|124r| 9Aflicto sono e humile è la testa

   sì che ruggir mi fa per contritione

   el pianto dentro quasi mi fa festa.

10Signor dinanti a te è mia intentione

   lo desiderio già non t'è nascosto

   né come strido per gram devotione.

11Lo cuor m'è conturbato e à deposto

   la mia forteçça che m'à abandonato

   el lume de' miei occhi fuggì tosto.

12Li amici mie e i proximi da·llato

   contra me s'accostonno per offendere

   e stetten fermi perch'era accusato

ma li compagni che doveano intendere

   si partitten da lungha, e li adversari

   13facevam força per mia vita spegnere

et vanità diceam li contrarii

   che cerchavan far male a me innocente

   pensando inganno senpre in lor parlari.

14Ma io sì come muto era tacente

   |124v| non aprendo mia bocca e non udiva

   sì come fusse un sordo non udente

15e fatto son come ch'io non sentiva

   né à in bocca sua reprehensione

   chiudento tucti i sensi nullo apriva.

16Signor, in ogni mia ostentione

   ò posta la sperança in te, mio Iddio,

   tu exaudrai le miee oratione

17però ch'io dixi "I miei nimici, o pio,

   non si rallegrim sopra me alquanto",

   e smossi i piedi miei fenno acto rio.

18So<n> a' flagelli apparecchiato tanto

   che ciò che vien sosterrò con dolceçça

   e dolor senpre in presentia e con pianto.

19Io confessai la iniquità mia stessa

   e per lo mio peccato che ò commesso

   pensrò acciò che in te trovi allegreçça.

20Ma li nimici miei forse ànno messo,

   vivi e valenti e son moltiplicati

   |125r| chi a torto odionno me che son già fesso.

21Culor che renden mal per bem donati

   sparlavam di me perché seguìa

   la bontà e vertù da ciel mandati.

22Signor mio Iddio, innella sancta via

   che è tua, non mi voler abbandonare

   prego non ti partir dall'alma mia.

23Attende in mio aiuto ad perdonare

   tu che se' senpre la salute vera

   dà presto aiuto innanti che sia sera.

Gloria sia al Padre in trinitate

et al Figliuol che è somma sapientia

et allo Spirito sancto caritate

come era nel principio in una essentia

et è testé e senpre in veritate

in secula de' seculi in sententia

gloria laude honor e(t) excelletia. - Amen.


precedente successiva