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Per lo studio..., Pistoia 1979

App

Appendice III: Le opere di fra Remigio dei Girolami, pp. 243-283

III.1

Le testimonianze esterne

 

a) Cataloghi anteriori alla soppressione napoleonica e dispersione della biblioteca di SMN: Poccianti, Échard, Fineschi

b) Identificazione dei codici remigiani dopo la dispersione della biblioteca di SMN: Taurisano, Grabmann, Orlandi

III.2 Il contributo dei criteri interni

III.3

False attribuzioni
 

BNF, Conv. soppr. I.5.2; G 1.1019; G 1.695; Cr SMN; BL 504; A 4.941;  Palermo IV G 4. |  # quattro codici posseduti da Remigio

III.4

Ci sono tutte pervenute le opere di Remigio?
 

a) Trattati non pervenuti

b) Fra Remigio dei Girolami autore di Distinctiones

III.5  Il catalogo delle opere e dei codici remigiani
III.6 Un frammento autografo di distinctiones (lettera A)  |  testo delle distinctiones bibliche

III.1  Le testimonianze esterne

Appena menzionato dallo storico domenicano Bernardo di Guido da Limoges († 1331) in riferimento al magistero (MOPH XXII, 131) e dal cronista del convento d’Orvieto fra Giovanni di Matteo Caccia del secondo quarto del XIV s. (Jean Mactei Caccia O.P., Chronique du couvent des Prêcheurs d'Orviéto, éditée par A.M. Viel - P.M. Girardin, Rome-Viterbe 1907, 60, 62.), frater Remigius Florentinus o Remigio dei Girolami è ignorato dalle Tabulae trecentesche degli scrittori domenicani e conseguentemente dai catalogisti e bibliografi da esse dipendenti. Poco più che il nome riappare nella Chronica del Borselli († 1497), e da qui passa nel De viris illustribus (1517) di Leandro Alberti OP.

Girolamo di Albertuccio dei Borselli da Bologna OP, Cronica magistrorum generalium; ms. originale in Bologna, Bibl. Universitaria 1999; cito dalla copia in Arch. Gener. O.P. (S. Sabina, Roma). Il Borselli tramanda una notizia circa il magistero di Remigio («una cum fratre Aycardo») che non ritrovo in nessuna altra fonte, almeno che non si debba spiegare come infelice fusione di Bernardo Gui (MOPH XXII, 131, n. 50 e n. 51); non sarà inutile tenerla presente: «1302. Hoc anno fr. Remigius Florentinus, vir scientia et moribus probatissimus, ut magisterium acciperet licentiatus est Rome a summo pontifice una cum fratte Aycardo Theutonico viro clarissimo; hic postea fuit provincialis Saxonie» (AGOP XIV‑QQ, p. 512). 

ALBERTI f. 138v.

Fra Modesto [non Matteo di ed. stampa] di Agostino Biliotti (OP 1545, † 1607) di SMN, che nel 1586 scriveva la Chronica pulcberrimae aedis del convento fiorentino, era nelle migliori condizioni per recensire i codici di fra Remigio; ma se per le vicende della tomba ci tramanda dati preziosi e accurati, per gli scritti dice vagamente: «Edidit vir doctissimus <Remigius> librum quendam de angelis [cod. G 3.465? ‑ di cui la prima extractio è De angeli compositione] et alterum de anima[?], cum tractatu de modis rerum et alia nonnulla, quae, nondum impressioni mandata, nostra conservar biblioteca» (BILIOTTI, ASMN I.A.9, f. 42v G‑H).

Chi invece rimette in circolazione il nome di Remigio e ne redige per la prima volta l’elenco delle opere è il servita fiorentino Michele Poccianti (1535-1576) nel Catalogus scriptorum florentinorum, pubblicato postumo nel 1589 a cura e con integrazioni di fra Luca Ferrini. E il Catalogus del Poccianti è stata la fonte unica cui hanno attinto i bibliografi successivi, sia per i dati biografici sia per il catalogo delle opere, fino a Vincenzo Fineschi OP (1790).

I bibliografi che attingono, direttamente o indirettamente, dal Poccianti ‑ poi da Quétif‑Échard e Fineschi ‑ testimoniano soltanto la trasmissione del testo del catalogo come dal rispettivo esemplare; costoro pertanto sono qui eliminati. Se ne dà tuttavia la sola lista nominativa per ordine cronologico. Non sarà inutile ricorrervi se ci si voglia spiegare corruzioni del testo e grossi equivoci (nella sezione biografica come nel catalogo delle opere) trasmessi fino ad alcuni repertori bibliografici del XIX e XX secolo. Nella lista che segue, a sinistra la data d’edizione; la referenza bibliografica completa è data in Bibliografia remigiana sotto i rispettivi nomi.

1606 POSSEVINUS III, p. 126
1613 Piò, Parte II, lib. I, col. 128
1648 MARRACCI II, p. 325
1651 VALLE p. 70
1670 FONTANA [‑LUCARINI] p. 3741
1677 ALTAMURA p., 87b
1719 Quétif-Échard I, 506b
(fino a Hactenus Pocciantius escluso)
1722 NEGRI pp. 480b‑481a (ignora il precedente)
1746 FABRICIUS VI, p. 188
1757‑60  BORGHIGIANI 291‑92 (inedito)

Scorrettissimo il testo del Fontana OP († 1679) in cui appaiono fuse opere di due autori diversi. Fonte diretta del Fontana è Reginaldo Lucarini OP († 1671) vescovo di Città della Pieve (cf. FONTANA 373‑74; Quétif-Échard II, 641), che per il Grabmann (Frà Remigio 276) è «uno dei più antichi storici» dell’ordine (sic).

Una curiosità sulle variazioni del patronimico di Remigio [figlio di Chiaro, a sua volta figlio di Girolamo], FABRICIUS VI, p. 188: «Remigius Clarus, aliis Clarus Hieronymeus... »; poi in nota: « Male hic Quetifius: nam verba Pocciantii Cat. Script. Flor. p. 155 non recte intellexit. Verba sunt haec: Remigius clari Hieronymei ex ord. Predic. cucullattus. Hieronymeum est domus s(cilicet) conventus Praedicatorum Florentiae, qui ab Hieronymo nomen habet. Illud Hieronimeum a Pocciantio dicitur clarum hoc est celebre, non incognitum: hinc igitur ille Clarus Hieronimeus frater est Articuli Smalcaldici et Domini Altorfii» (FABRICIUS p. 188, in nota con richiamo).

a) Cataloghi anteriori alla soppressione napoleonica e dispersione della biblioteca di SMN.

Annotiamo anzitutto i caratteri generali dei cataloghi Poccianti, Échard, Fineschi:

i recensori individuano i codici contenenti gli scritti di Remigio Fiorentino o dei Girolami;

la recensione è basata sul fondo librario presente nella biblioteca di SMN;

se si fa eccezione per il Fineschi in rapporto al sermonario De tempore (cod. BNF G 4.936), i recensori non fanno uso di criteri interni e non offrono evidenza di essere andati oltre la trascrizione degli incipit e ‑ nel caso Fineschi ‑ la notazione del materiale e fogli del codice.

Per facilitare i richiami si marcherà con numero successivo, tra parentesi quadre, i codici man mano che compariranno negli elenchi; tale numero rimarrà in seguito indice costante del codice o dell’opera.

 (1589) Catalogo POCCIANTI 1559

(...) Nonnulla ingenii sui ac doctrinae monumenta [Remigius] reliquit quae in Bibliotheca sanctae M.[ariae] N.[ovellae] asservantur quorum catalogus est.
[1]  Quaestionum Theologicarum per alphabetum lib. I quarum exordium est: Utrum angelus sit compositus ex materia et forma.
[2] Quodlibethorum lib. unus, in quo annotantur decimum septimum Tractatus, quorum prior de divisione scientiae sic exordium sumunt: Cum cognitio babeatur de re.
[3] Item liber philosophicus et metaphysicus de modis rerum qui sic incipit: Omnis [corr. Quoniam] diversitas modorum.
[4] Rursus duo magna volumina sermonum pro concionatoribus, quorum alterum inscriptum est de Sanctis, incipiens a sancto Andrea boc modo: Domine qui habet [corr. habes] sanctam scientiam.
[5] Alterum vero intitulatum est: Sermones temporum per totum annum incipiens a prima Dominica Adventus hoc modo. Induamur arma lucis. Rom. 13.

L’articolo di Scriptores ordinis Praedicatorum dedicato a Remigio è di quelli (prevalentemente per scrittori italiani) che gli illustri autori J. Quétif e J. Échard elaborano su fonti indirette e catalogisti anteriori; nel nostro caso su Michele Poccianti, di cui Scriptores ha autorevolmente divulgato gli errori della sezione biografìa (patronimico, vicende del magistero, morte nel 1309...). Il catalogo copia quello del Poccianti; per questo dunque eliminato e rimesso nella lista data sopra. Ma J. Échard, prima di succedere nel 1699 a J. Quétif († 1698) al lavoro di Scriptores, aveva fatto un breve soggiorno in SMN nel 1681. Di qui il frammento di contributo originale dalle parole Hactenus Pocciantius...

 (1681; ed. 1719) Catalogo Échard I, p. 507a

Hactenus Pocciantius, quem Possevinus et Altamura ad 1309 in Bibl. ex Append. excipiunt. Sed ab iis omittitur:
[6] Quadragesimale ms, charta in 4 charactere antiquo. Extabat anno MDCLXXXI mense augusto a me F. J.[acobo] E.[chard] visum, cum illac transirem, et quibusdam diebus apud S.M. Nov. morarer.
   

Un ventennio prima della soppressione napoleonica, il domenicano Vincenzo Fineschi ‑ il primo studioso moderno di fra Remigio ‑ redige il seguente catalogo. Di esso muto soltanto l’ordine di successione secondo la numerazione già avviata.

 (1790) Catalogo FINESCHI 179‑180

L'Opere, che MS esistano nella nostra Libreria sono:
[1] Num. 28. Questiones et Tractatus per Alphabetum distincti. Il Primo: De angeli compositione...
[2] Num. 25. Tractatus tbeologici et morales il primo è De divisione scientie etc. sono in num. di 17. Cod. membranacco in foglio di pag. 353.
[3] Num. 123. De modis rerum. Princ. Omnis [corr. Quoniam] diversitas modorum etc. Opera metafisica con alcune annotazioni dell’Autore. Cod. membran. in quarto di pag. 52.
[4] Num. 27. Sermones de Omnibus Sanctis per totum annum (…). Cod. membr. in folio di pag. 405.
[5] Num. 26. Sermones de Tempore. Princ. Induamur arma lucis etc. Cod. in foglio membranaceo di pag. 408.
[6] Num. 101. Quadragesimale. Cod. cartaceo in foglio di pag. 101.
[7] Num. 73. 82. Postille super cantica. Princ. Immisit in eos meum etc. Cod. in foglio membran. di pag. 46.

Riassumendo:

cinque codici recensiti dal Poccianti, un sesto individuato dall’Échard, una settima opera individuata dal Fineschi, le Postille super Cantica; di questa sembra si vogliano segnalare due esemplari, se così vanno intesi i due numeri 73 e 82. Il Fineschi è il primo a far parola di «annotazioni dell’Autore» in [3]. Ma nel lungo studio delle Memorie istoriche dedicato a Remigio, la questione non è ripresa.

Bisogna a questo punto dire una parola sull’inventario della biblioteca SMN redatto nel 1489 da fra Tommaso Sardi († 1517) (ed. ORLANDI, La biblioteca; POMARO, Censimento). L’inventario quattrocentesco è qui scartato nella recensione dei cataloghi delle opere di Remigio per due ragioni: perché è un inventario della biblioteca di SMN e non specificamente delle opere di Remigio; perché le informazioni dell’inventario sulle opere recensite sono frammentarie e incomplete: inaccurata l’onomastica degli autori, omessi gli incipit, non sempre perspicua la distinzione tra opera e codice... Si prenda il caso di Remigio. Il magister Remigius di n° 235 (secondo ed. ORLANDI) è lo stesso che frater Remigius di nn. 536, 537, magister Remigius di nn. 632, 570, magister (frater) Remigius Florentinus ordinis Predicatorum di nn. 275, 358, 534, 535? Non solo l’inventario Sardi, ai fini dell’identificazione delle opere, risulta di poca utilità, ma ha dato luogo a non pochi imbrogli nel caso di Remigio. Qui, salvo due o tre casi, il processo d’identificazione è costretto al percorso inverso: conosciute aliunde le opere di Remigio, le si rintracciano tra l’inventario. Ma talvolta, questo conserva valore di conferma supplementaria o accessoria. Ed entro questi limiti se ne farà uso. Il testo è stato controllato sull’originale manoscritto di cod. BNF, F 6.294; la referenza è seguìta dal n° secondo l’ed. Orlandi.

b) Identificazione dei codici remigiani dopo la dispersione della biblioteca di SMN.

Annotati l’identificazione e lo studio di cod. G 4.936 (Sermones de tempore et de diversis materiis) da parte di G. Salvadori, V. Federici e d’altri dopo di loro, ecco in ordine di tempo i cataloghi sistematici delle opere di Remigio proposti dagli studiosi del frate fiorentino dopo la dispersione del fondo di S. Maria Novella.

HAURÉAU 556‑57 aveva segnalato (1873) il sermone della dom. III dopo Pasqua in Parigi BN, lat. 3557, ff. 203r‑209v. Il sermone in questione è anche in G 4.936, ff. 148v‑152r.

Nel caso di M. Grabmann e S. Orlandi, alla recensione dei codici si accompagna anche conoscenza e studio (più o meno approfondito secondo i casi) degli scritti di Remigio. Qui si presentano soltanto i risultati da costoro raggiunti in fatto di recensione delle opere di Remigio.

Se non è detto altrimenti, si sottintenda sempre BNF (Biblioteca Nazionale di Firenze, Conventi soppressi), BL sta per Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, Conventi soppressi.

 (1924) Catalogo TAURISANO, Discepoli 28 n. 1

[1] G  3.465 Extractio alphabetica questionum.
[2] C 4.940 Tractatus varii, due Quodlibeta.
[3] E 7.938 De rerum modis.
[4] D 1.937 Sermones de sanctis.
[5.1] G 4.936 Prologi super totam Bibliam.
[6] G 7.939 Quadragesimale.
[7]     .  .  .  Postille in Cantica canticorum; citato dal Fineschi, ora «smarrito».
[0.1] I.5.2 Allegorie super historias veteris et novi testamenti.
[0.2] G 1.1019 Sermones de tempore.
 

(1925, 1926) Catalogo GRABMANN

  Frà Remigio 353‑62, 357 n. 76; Mittelalterliches 363‑69
[1] G 3.465 Extractio ordinata per alphabum.
[2] C 4.940 Tractatus varii.
[3] E 7.938 De modis rerum.
[4] D 1.937 Sermones de omnibus Sanctis.
[5] G 4.936 Sermoni De tempore, d'occasione,
Prologi, Rythmi...
[6] G 7.939 Quadragesimale.
[7] BL 362 Postille super Cantica Canticorum.
  BL 516 Postille super Cantica Canticorum.
[0.3] BL 504 Poesie in volgare.
 

 (1952, 1955) Catalogo ORLANDI

[1] G 3.465 Extractio per alphabetum.
[2] C 4.940 Trattati filosofici e teologici.
[3] E 7.938 De modis rerum.
[4] D 1.937 Sermoni De sanctis o De festis solemnibus.
[5] G 4.936 Sermones de tempore, opere scritturali, sermoni d'occasione, Ritmi.
[6] G 7.939 Quaresimale.
[7] BL 516 Postille sopra il Cantico dei Cantici.
  BL 362 Postille sopra il Cantico dei Cantici.
[0.1] I.5.2 Allegorie del vecchio e nuovo testamento.
[0.2] G 1.1019 Sermoni De tempore.
[0.4] G 1.695 Ritmi morali e note, autografi, ai marg. del cod.

Annotazioni.

Taurisano, Grabmann, Orlandi concordano in  [1]  [2]  [3]  [4]  [6].

Grabmann e Orlandi concordano, contro Taurisano, in [5] come sermonario De tempore; Taurisano conosce G 4.936 come Prologi super totam Bibliam (che di fatto sono una sezione di questo codice).

Grabmann e Orlandi concordano in [7].

I soli Taurisano e Orlandi attribuiscono [0.1] e [0.2].

Il solo Grabmann attribuisce [0.3].

Il solo Orlandi attribuisce [0.4].


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