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III.4  Ci sono tutte pervenute le opere di Remigio?

Si è più volte annotata la frequenza con cui Remigio rinvia ai propri scritti. La tecnica dei rimandi - ben diversa dalle citazioni d'opere altrui - consta di un vide in..., require...; segue versetto tematico in caso di sermone, o festa liturgica rintracciabile secondo la sequenza del calendario domenicano; talvolta la specificazione supra o infra implica riscontro nel medesimo codice. In caso di trattati o altri generi letterari della schola, si indica all'occasione: parte, capitolo, articolo o altra forma di partizione.

a)  Trattati non pervenuti

Una serie di rimandi concerne tractatus non contenuti né in C 4.940 - designato convenzionalmente dai catalogisti il «codice dei trattati» - né in altri codici remigiani conosciuti.

Vedi ora altrove (Un'introduzione, § 2. Cronologia delle opere→lista aggiornata dei trattati non pervenuti e dei rimandi interni ad essi.

Ci si potrebbe semmai chiedere se i trattati smarriti costituissero una silloge a sé o facessero parte della raccolta di cod. C 4.940. Non si può dare una risposta certa. Si noti però:

- cod. C 4.940, come detto sopra, è mutilo;

- le opere diciamo così "trattatistiche", che non fossero sermonari o commenti biblici, sono raccolte in C 4.940; perfino il De modis rerum, di ben 53 carte, fu fatto ritrascrivere da Remigio in C 4.940;

- le singole opere di quest'ultimo codice portano titolo corrente ripetuto nel margine superiore d'ogni recto di carta, e numerate con numero progressivo (fino a 17) sul margine alto destro d'ogni carta lungo tutto il corso della medesima opera; tale numerazione mi sembra coeva al codice; il catalogo Pocciantí (1589) aveva ben notato la numerazione: «Quodlibethorum lib. unus, in quo annotantur decimum septimum Tractatus». Mentre il Sardi, più genericamente: «Item multi tractatus in uno volumine».

b) Fra Remigio dei Girolami autore di Distinctiones

Se i soli Taurisano e Orlandi attribuiscono a Remigio le Allegorie, tutti i recensori delle opere del frate fiorentino ignorano le Distinctiones. Negli studi dedicati a Remigio, se ne fa qui parola per la prima volta. La nota di fra Benedetto di Domenico dei Lenzi da Firenze (OP 1373, † 1.IV.1453. Cr SMN n° 654; AFP 1957, 303-04) in cod. I.5.2 (vedi sopra, § 3, n° 0.1) è l’unica testimonianza esterna che parli di «distinctiones magistri Remigii de Florentia ordinis Predicatorum». E certo non sarebbe sufficiente la nota ex libris in un codice che non contiene ciò che promette, per indurre ad allungare l’elenco delle opere di Remigio. Ma ecco dei rimandi a distinctiones fatti dallo stesso Remigio in forma del tutto simile ai numerosissimi rimandi ad altri suoi scritti.

De sacerdote, I: Oblatio iusti impinguat altare... Eccli. 35 (in morte del prete Stefano).

...  (Vide) in distinctionibus per alphabetum super “Sacerdos” (G 4.936, f. 391va; marg. sin., B).

De beata Lucia, IV: (…) Ut sic tangatur hic quadruplex dulcedo, scilicet loquele, gratie, divine persone et glorie. Vide in distinctionibus (D 1.937, f. 14r; marg. sin., B).

De beato Nicholao, IV bis: Homo sanctus in sapientia manet. Eccli. 27. (…) Exemplum de multiplici misericordia sua. Vide in distinctionibus et in sermonibus de mortuis, de episcopo (D 1.937, f. 12v; marg. sup. e sin., B).

Un’inattesa conferma dei rimandi viene da un frammento superstite e autografo di distinctiones, di cui si dirà più a lungo in § 6.

L’inventario Sardi 1489 porta a suo modo una conferma accessoria alle Distinctiones di fra Remigio. Esso registra anomina l’Extractio ordinaria [sic] per alpbabetum (cod. F 6.294, f. 5va; Pomaro, Censimento II, 323 n° 231, banco 19° ex parte cimiterii), da identificare con cod. G 3.465 che inizia: Incipit quedam extractio ordinata per alpbabetum de questionibus tractatis per fratrem Remgium Florentinum. Il n° 531 (nn. 528-531 sono una serie di codici di frater Remigius Florentinus ordinis Predicatorum) dice: Extractio fratris Remigii diversorum auctoritatum (cod. F 6.294, f. 11va; Pomaro, Censimento II, 333, banco 19° ex parte horti); opera finora non identificata, distinta da quella catalogata sotto n° 231, ma che bene esprime uno scritto del genere letterario delle distinctiones del XIII-XIV secolo. 

bibliografia su distinzioni bibliche: Commentari biblici..,  3. Le Distinzioni bibliche di Nicola da Gorran e di Remigio dei Girolami

Giusto un secolo dopo l’inventario Sardi, il catalogo Poccianti (1589) ignora le Distinctiones. Così come l’ignora il catalogo Fineschi (1790), di certo il più accurato censimento dei codici remigiani a un ventennio dalla dispersione (1810) del fondo librario di SMN.

Riassumiamo:

- Fra Remigio ha composto delle Distinctiones il cui testo integro o è andato perduto o giace ancora tra la letteratura inedita delle distinctiones bibliche; elementi per eventuale identificazione sono i rimandi surriportati. Per un frammento autografo di distinctiones (lettera A) vedi infra § 6.

- Un esemplare delle Distinctiones esisteva ancora nella biblioteca SMN al tempo dell’inventario Sardi (1489), se è da ritenere fondata l’identificazione con la Extractio fratris Remigii diversorum auctoritatum; certamente fr. Benedetto di Domenico Lenzi († 1453) aveva posseduto un esemplare (babitus, non scriptus) delle Distinctiones magistri Remigii ordinis Predicatorum.

- Se non si può dedurre con certezza l’assenza delle Distinctiones nella biblioteca SMN quando il Poccianti (seconda metà del ’500) vi stendeva la lista dei codici remigiani (egli omette i codici del Quadragesimale e delle Postille super Cantica), esse dovevano mancare quando il Fineschi (1790) recensì con molta diligenza i codici remigiani conservati in SMN.

III.5  Il catalogo delle opere e dei codici remigiani

A questo punto, raccogliendo i contributi dei precedenti studiosi di Remigio e quanto venuto esponendo in Introd. I-II e in questa Appendice, si può tentare di riproporre il seguente catalogo delle opere di Remigius Florentinus ordinis Predicatorum o Remigio di ser Chiaro dei Girolami. Per i semonari, e specie per G 4.936, la lista specífica delle singole unità compositive è lavoro che rinvia a studio specifico dei singoli codici.

Il Repertorium dello SCHNEYER mette a disposizione il thema di più di mille sermoni di Remigio.

Annoto che non tratto espressamente la questione della diffusione delle opere di Remigio. A proposito della «silloge dei trattati», un esemplare del De uno esse in Cbristo era presente - indipendentemente dal cod. C 4.940 - nella biblioteca dei domenicani di Perugia. Cf. Th. KAEPPELI, Inventari dei libri di San Domenico di Perugia (1430-80), Roma 1962, A 504: «Item questiones de anima eiusdem [Thome de Aquíno] cum tractatu de uno esse in Christo cuiusdam fratris Remigii in fine, sine tabulis». Mentre il Via paradisi di cui ib. A 88 (p. 57 n. 88) e in AFP 20 (1950) 408 n. 80, non sembra esigere identificazione con il De via paradisi di Remigio (ultimo trattato di cod. C 4.940).

Il catalogo dunque termina al codice. Rinuncio ad ogni tentativo di recensione sistematica del considerevole corpus di note autografe che Remigio ha consegnato ai margini o alle ultime carte dei propri codici. Se ne è data segnalazione in occasione del discorso sui singoli codici. opere e codici remigiani

opere e codici remigiani

A) OPERE PERVENUTE

[1] Extractio ordinata per alphabetum de questionibus tractatis per fratrem Remigium Florentinum BNF, G 3.465
[2] "Codice dei trattati": BNF, C 4.940
 

l. Divisio scientie

2. Determinatio de uno esse in Gristo

3. De mixtione elementorum in mixto

4. De modis rerum

5. Quolibet I

6. Quolibet II

7. Questio de subíecto !beologie

8. De bono comuni

9. De bono pacis

10. De peccato usure

11. De contrarietate peccati

12. Determinatio utrum sit licitum vendere mercationes ad terminum temporis

13. De mutabilitate et immutabilitate

14. Speculum

15. Contra falsos ecclesie professores

16. De misericordia

[16 bis]. De iustitia

17. De via paradisi

 
[3] De modis rerum BNF, E 7.938
e in C 4.940 (n° 4)
[4] Sermonario De sanctis BNF, D 1.937
[5] Sermonario De tempore et de diversis materiis, Expositio monitionum, Rithimi, Versus, De nomine usure. BNF, G 4.936
[6] Quadragesimale BNF, G 7.939
[7] Postille super Cantica Canticorum BL 516, ff. 221r-266v
[7.1] Postille super Cantica Canticorum BL 362, ff. 88r-123r
[8] Frammento di dístinctiones bibliche, A BL 516, ff. 266v-268v

B) OPERE NON PERVENUTE

 

> lista aggiornata dei trattati non pervenuti

   

Il testo di  [1]  [2]  [3]  [4]  [5]  [7]  è originale non autografo nella littera textualis: rivisto, corretto e integrato da mano dell'autore; dunque "manoscritti d'autore".

Il testo di  [6]  [7.1] è copia posteriore all'autore; di  [6]  non possediamo l'originale, e la sua autenticità è solo probabile.

Il testo di  [8]  è tutto autografo.

Ignorando i secondi esemplari, il corpus consta di un totale di circa 1.517 carte scritte in recto e in verso.

Il testo di [1]  [2] (eccetto ff. 1r-74r)  [4]  [5]  è opera d'uno stesso copista (designato mano A): 1.282 carte, pari all'84,5% sul totale del corpus.

III.6  Un frammento autografo di distinctiones (lettera A)

Le vicende sopra descritte (III.3, n° 0.1; § 4b) del cod. BNF, I.5.2 e delle Distinctiones di fra Remigio dei Girolami mi hanno portato a riconsiderare un lungo curioso testo autografo di Remigio (mano B) scritto a fine delle Postille super Cantica di BL 516, nelle carte dell’ultimo sesterno rimaste in bianco dopo la trascrizione delle Postille: ff. 266v-268v (vedi Tav. II).

Il catalogo manoscritto DEL FURIA II, 343v (presso la Biblioteca Laurenziana) vi fa riferimento con: «Tum monita quaedam de vita recte instituenda subiciuntur ex Sacris Scripturis desumpta». L’Orlandi designa quanto in ff. 266v-268v come «un lavoretto di fr. Remigio su alcuni principi di vita cristiana» (Necr. I, 299).

Difatti sarebbe stato difficile identificare un testo dalla natura redazionale di prima bozza di lavoro se le testimonianze sopra riportate circa le Distinctiones di fra Remigio non avessero fornito la chiave di soluzione del piccolo rebus.

Il testo si presenta come una serie di brevi unità compositive, ciascuna delle quali introdotta da Nota quod e numerata da 1 a 18. Ma lo stadio di prima stesura rende ragione del disordine redazionale dello scritto e della dislocazione dei pezzi, cosicché sfugge il filo conduttore della composizione. Il n° [9] per esempio, scritto dopo i nn. 8 e 10 ma prima della numerazione, è stretto nel margine alto destro di f. 268r. Il n° 13 è scritto nel margine inferiore, metà a f. 267v, metà a 268r. A numerazione già eseguita, un nuovo pezzo, n° [14bis], viene aggiunto con segno di richiamo a f. 268v, margine sinistro. A fine n° 17 (f. 268v margine destro) il segno di richiamo ±±  riporta indietro di tre carte, a f. 266v, dove viene inserito non numerato un altro lungo pezzo, in n° [17bis]. Ed è proprio quest’ultimo - il primo dopo l’explicit delle Postille super Cantica - che ha tratto in inganno il Del Furia: «monita quaedam de vita recte instituenda». Lo spazio vuoto riservato alla capitale di <A>bstinendum non è stato riempito da alcun calligrafo. Evidente la mancata messa a punto delle citazioni bibliche: lo spazio per la referenza talvolta è rimasto in bianco; il numero dei capitoli in molti casi è errato, e con una frequenza che non si riscontra negli scritti a redazione compiuta; più volte si ha l’impressione che il testo biblico non sia stato controllato; nel sistema costante delle sigle per i nomi dei libri biblici, compaiono fluttuazioni quali Tho. (Distinctiones righi 112, 127, 140), Thob. (Dist. 123), Tob. (Dist. 4) per il libro di Tobia; Lu. (Dist. 133) per il più comune Luc., per il vangelo di Luca.

Per contro il testo in questione ha l’impagabile pregio di documentarci Remigio al lavoro di composizione.

A fare bene attenzione, una .a. compare al centro del margine superiore delle carte (a f. 268r è caduta per la rifilatura del codice), e una a risponde, dopo l’explicit delle Postille, all’inizio dell’aggiunta autografa; mentre a f. 268v, ultimo del codice, al centro del margine inferiore, chiuso entro un tratto circolare di penna, si legge Baptisma. Ritornando all’inizio dei singoli pezzi, dopo il Nota quod compare il termine lessicale oggetto di divisione semantica marcata visivamente da graffe e illustrata da relativa auctoritas biblica. Non è altro che il lemma o esponente in ordine alfabetico intorno al quale si costruisce e sviluppa il più classico genere letterario del prontuario biblico che sono le distinctiones del XIII-XIV secolo: ABSTINERE, ACCUSARE, AMBULARE, ANCILLE, ANGELI (BIS), ANNUNTIARE, ANTICHRISTUS, APER(?), APPARITIO, APOSTOLI, APOSTOLUS, AQUE, ARBOR, ARET-ARIDUS, ARMA, ARMATOS, ASCENDERE, ATTENDERE, AVARUS: venti distinctiones della lettera A, di cui soltanto diciotto numerate. Doveva far seguito, come è lecito arguire dalla nota in calce a f. 268v, la lettera B con inizio del lemma BAPTISMA.

Non è mio compito illustrare la natura e l’importanza delle distinctiones bibliche, tipico strumento di lavoro - come le concordantiae di cui sono il logico sviluppo -; vi si tesse, come da un canovaccio, il sermone dell’omiletica scolastica.

■ →Le Distinzioni bibliche. Miss Beryl Smalley e Doct. Richard H. Rouse mi hanno autorevolmente confermato per lettera (marzo 1979) il genere letterario di distinctiones bibliche del frammento autografo di Remigio. Grazie!

Semmai, entro la breve curva dell’esplodere e declinare delle distinctiones bibliche tra fine ’200 e inizio ’300 (R.H. e M.A. Rouse, Biblical Distinctions in the thirteenth century, «Archives d'histoire doctrinale et littéraire du moyen âge» 41 (1974) 36-37) avremmo voluto saper di più circa il tempo di composizione delle Distinctiones di Remigio. Ma né il codice delle Postille super Cantica BL 516 (indipendente dal periodo del riordinamento delle opere), né le carte autografe in esso contenute, né infine i rimandi di mano B implicano estremi temporali di composizione. In questa fase di studio, resta soltanto il termine ante quem della morte di Remigio, 1319.

La valutazione dell’originalità in fatto d’uno strumento d’uso pubblico come le distinctiones bibliche e del rapporto tra Distinctiones di Remigio e produzione del medesimo genere, suppone che le conoscenze e l’edizione della letteratura delle distinctiones siano più che agli inizi. Non c’è che attendere i lavori promessi dai coniugi Rouse. L’edizione delle Distinctiones lettera A di Remigio dei Girolami è un piccolo contributo alla storia letteraria di questo peculiare strumento della costruzione del sermone scolastico.

Si può segnalare, invece, qualche caso d’utilizzazione che Remigio ha fatto delle proprie Distinctiones. Nei due rimandi sopra menzionati, l’utilizzazione suppone il lemma SACERDOS e, ragionevolmente, DULCEDO; ambedue di lettere non pervenuteci. Mentre il caso dell’ultimo sermone del Quadragesimale di cod. G 7.939 suggerisce un raffronto non impertinente con la distinctio APPARITIO:

APPARITIO

SERMO: Refloruit caro nostra. Ps. [27,7].

Nota quod leguntur duodecim apparitiones Domini post resurrectionem et ante ascensionem: Unde Christus in ea die qua surrexit sex vicibus apparuit:
1a matri sue;
1a qua apparuit soli Marie Magdalene ad monumentum ploranti. Io. 20. 2 a Magdalene soli;
2 a qua apparuit aliis mulieribus cum eadem recedentibus a monumento. Io. 20. 3 a Magdalene et aliis duabus;
3 a Simoni Petro. Luc. 4 a beato Petro;
4 a duobus discipulis euntibus in Emaus. Luc. ultimo.
5
a decem apostolis absente Thoma. Io. 20.
5 a duobus discipulis euntibus in Emaus;
6 a apparuit in sero omnibus discipulis congregatis in domo excepto beato Thoma
.
6 a octava die Thoma presente. Io. 20.

(cod. BNF, G 7.939, f. 111r)

   

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