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Remigio dei Girolami da Firenze OP († 1319)

De modis rerum
(ultimo decennio del Duecento)

■ non il testo, solo note sullo studio ed edizione Gavrić

 

 Anto Gavrić

Une métaphysique à l'école de Thomas d'Aquin.

Le "De modis rerum" de Rémi de Florence

-  Fribourg 2006  -

 

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Une métaphysique

4 Lapsus
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ë |  recensione, MD 38 (2007) 262-64


Precedenti. Lettera da Fribourg, 20.XI.1996:

Trè révérend Père,

Même si on ne se connaît pas en personne, je vous connais à travers vos études sur la vie et les ouvres de Rémi de Florence. Il n'y a que quelques mois que je l'ai connu, mais principalement à travers ce que vous en aviez écrit, ainsi que le prof. Ruedi Imbach.

Je vien de la Province dominicaine de Croatie et depuis trois ans je fais mes études en théologie à l'Université de Fribourg. Après avoir terminé la licence l'année dernère, j'ai continué à faire une thése de doctorat avec le prof. Ruedi Imbach. Il m'à vivement recommandé de fair l'édition critique d'une ouvre de Rémi de Florence. Finalement on a choisi l'ouvrage De modis rerum. Je dispose de deux microfilms (les manuscrits de la Bibliothèque nationale à Florence: Conv. soppr. C4 940 et E7 938). Je trouve l'ouvrage De modis rerum déjà très intérressant, seulement après quelques chapitres de la première partie.

Le prof. Ruedi Imbach a déjà l'intention de vous inviter à donner une conférence l'anné prochaine à l'Université de Fribourg. Mais il vous en avertira bientôt plus plécisément. Cela sera pour moi une belle occasion de vous rencontrer en personne.

Tous mes voeux fraternelles et le meilleures!

En Saint Dominique, fr. Anto Gavrić O.P.

Firenze 25.II.2000, visita di fr. Anto Gavrić. Mi dà 5/6 fogli, fotocopia della sua trascrizione in corso del De modis rerum. Gli do in prestito i microfilm dei codici BNF, Conv. soppr. G 4.936 e BNF, Conv. soppr. G 3.945; restituiti il 30.IX.2002.


1. Une métaphysique

Anto Gavrić O.P., Une métaphysique à l'école de Thomas d'Aquin. Le "De modis rerum" de Rémi de Florence O.P. († 1319), Fribourg (Academic Press Fribourg, Dokimion 33) 2006, pp. 352.

Me ne invia copia da Friburgo l'autore Anto Gavrić, marzo 2007. Grazie di cuore.

Frutto di tesi di dottorato sostenuta in giugno 2003. La prima parte conteneva edizione critica del De modis rerum, che comparirà (cf. p. 12 n. 11) nella collana "Corpus Christianorum, Continuatio mediaevalis" (Turnhout). Parte seconda è diventata Une métaphysique..., bel volume introduttivo ai problemi critici e dottrinali del trattato remigiano. Rigore filologico e collocazione storica.

2. Contenuto

Premessa (pp. 9-14), cinque capitoli (15-305), conclusione (306-17), bibliografia (318-50), sommario (351-52). Assente (purtroppo) indice onomastico e/o tematico.

Introduzione storica e descrittiva (c. 1, pp. 15-88). Sintesi biografica di Remigio dei Girolami, opere, codici; più dettagliata descrizione dei due codici che trasmettono il De modis rerum: BNF, Conv. soppr. E 7. 938, ff. 1-52 (= E), e  BNF, Conv. soppr. C 4. 940, ff. 17v-70r  (= C). Collazione tra i due testimoni, valore degli interventi correttivi e redazionali dell'autore Remigio su entrambi i codici. Fonti principali. Datazione e destinatari.

Remigio e Tommaso d'Aquino (c. 2, pp. 89-151). Rapporti biografici e dottrinali tra il "maestro Tommaso" e il discepolo Remigio. Più minuzioso spoglio della ripresa di tesi e testi tomasiani; anzi, intento principale: "se vi è stato un influsso diretto dell'Aquinate sulla redazione del De modis rerum remigiano" (98).

Posto della metafisica tra le discipline filosofiche (c. 3, pp. 152-186). Organizzazione delle discipline del sapere umano, loro intrecci di dipendenza o subordinazione. Definizione dignità e collocazione della metafisica entro l'ordo discendi.

Storia della dottrina dei trascendentali (c. 4, pp. 187-237). Questioni terminologiche ed evoluzione storica dell'elaborazione filosofica.

Trascendentali in Remigio (c. 5, pp. 238-305). Sei: res, ens, unum, aliquid, verum, bonum. Ampia trattazione del tema, suo sviluppo terminologico e confinazione categoriale, in rapporto alla definizione della disciplina metafisica nella prima scolastica.


Pregevole lavoro. Sostenuto da ampia ricerca e vastità di fonti vagliate. Orientata alla finale elaborazione dottrinale di Remigio, riposta sul filone della discepolanza tomasiana. Anzi all'ombra di Tommaso. A partire dal titolo stesso della pubblicazione; subordinazione graficamente sottolineata dal designer in copertina, dove il minuscolo sottotitolo Le "De modis rerum" de Rémi de Florence è pressoché oscurato dal titolo

Une métaphysique à l'école de Thomas d'Aquin

3. Commenti

Qualità del contributo di Anto Gavrić (buon segno nella letteratura remigiana!) sollecitano riflessioni valutative, anche critiche. Miglior modo di riconoscerne il merito.

«Notre auteur est désigné par différants noms:...», e segue lista antroponimica dall'indistinta equiparazione (p. 15 n. 1). Remigio del Chiaro dei Girolami da Firenze: questi gli elementi onomastici completi e corretti; "del Chiaro" o "di Chiaro" (talvolta anche col titolo ser) è il patronimico ("figlio di Chiaro, o "del Chiaro" come preferivano i fiorentini). Il Chiaro a sua volta figlio di Girolamo (nonno di fra Remigio), dal quale si formò il casato "dei Girolami" (la forma "de' Girolami" in troncamento allora consueto, più grafema che fonema). Il cognome Girolami distingue il nostro fra Remigio da due eminenti omonimi fiorentini, di poco posterori: dal cistercense Remigio Sapiti e da Remigio eremitano di Sant'Agostino.

Non inutile segnalare il corretto antroponimo a beneficio di chi non frequenta il personaggio, e perché a lungo sono circolate denominazioni inesatte.

■ Due codici trasmettono il De modis rerum, entrambi rivisti (correzioni e integrazioni redazionali) dalla mano dell'autore Remigio (24 ss). A conclusione formulerei più distintamente quanto la descrizione precontiene: E  e C trasmettomo due distinte "redazioni d'autore" della medesima opera. Non mi schiererei a favore dell'una o dell'altra (E «nous semble plus important»: 28/22), si tratta di definire congrua identità cronologica e compositiva ai due stadi redazionali (certamente anni 1315-16 quella C); ciascuno col suo proprio valore testimoniale, a seconda delle varianti redazionali.

■ Codice E scritto in gotica libraria nord occidentale. «Main parisienne», preferisce dire Gavrić (26); che concorre alla proposta finale di collocare la composizione del De modis rerum a Parigi, durante il baccellierato parigino di Remigio (65-84), ultimo biennio del Duecento; "o forse in Perugia, quando vi risiedeva la curia romana a inizio Trecento"(84). Conclusioni alquanto impegnative.

Difficile riconoscere che De modis rerum I, 23 n° 8, si confronta col de ente et essentia (1286) q. 9 di Egidio Romano (71); la collazione dei due testi (273) presenta convergenze testuali laddove entrambi citano espressamente il commento averroistico a Metaph. IV. Più pertinente mi sembra il caso di Quodl. X, q. 7, di Enrico da Gand (71-72; 278): Remigio in De modis rerum I, 23 n° 13, espone articolatamente e riassume («Dicunt enim quod... ») la peculiare posizione di Enrico sulla questione della distinzione reale (da cui dissente, come farà altre volte nelle proprie questioni quodlibetali). Quodl. X disputato o nella sessione natalizia 1286, o al massimo in quella pasquale 1287. Gli anni 1286-87 possono attendibilmente aggiornare il termine post quem del De modis rerum.

Due lunghi testi comuni alla Divisio scientie (redazone ante 1295, verosimilmente entro il decennio 1285-1295) e al De modis rerum  I, 24 n° 3, sulla natura della logica (78-80): «passage entièrement repris du Divisio scientie» (79). Asserto perentorio. L'identità del medesimo testo in due distinte opere, di suo non permette di asserire che B copia da A. E perché non viceversa? Se poi il De modis rerum introduce una nuova definizione della logica d'ispirazione avicenniana (79-80), assente nella Divisio scientie, ciò non prova necessariamente che la Divisio sia anteriore; ne può render ragione il differente e complesso genere letterario del De modis rerum, contro quello schematico di lezione inaugurativa dell'anno scolastico qual è la Divisio scientie. Parimenti le brevi consonanze categoriali/lessicali (troppo brevi e pressoché ricorrenti nella produzione del filone tomasiano!) circa soggetto della teologia tra De subiecto theologie (Parigi 1297-98) e De modis rerum non permettono di trascinare quest'ultimo ai tempi e luoghi del primo; tantomeno quando la intertestualità è generata dalla citazione della medesima auctoritas, qui Avicebron (82-83).

Questi passaggi portano l'autore Gavrić a formulare la conclusione circa luoghi e tempi: De modis rerum composto non in Firenze, bensì in Parigi durante il baccellierato sentenziario di Remigio, intorno al biennio 1298-1300 (65-84); "o forse in Perugia, quando vi risiedeva la curia romana a inizio Trecento"(84). Vi concorre un'ulteriore peculiare riflessione: che in Firenze Remigio non disponesse di codici di talune preziose fonti utilizzate, "perché gli antichi cataloghi delle biblioteche locali" non registrano tali opere (80-82).

Che cosa pensarne? La curia papale si trasferisce a Perugia in aprile-maggio 1304, e vi risiederà "formalmente" fino al 1307; anni incompatibili col nostro trattato. Dispersione e sopravvivenza di codici non permettono attendibile argomentazione a partire dalla "assenza" (perviene a noi un 10% di manoscritti esistiti, e forse meno!). Parimenti, una grafia "parigina" non equivale a manufatto parigino; uno chierico di Metz studia a Pavia, e qui si guadagna da vivere trascrivendo libri. Mobilità di mercanti, di mendicanti, di chierici.

In definitiva, contributi di Gavrić e dati certi a disposizione portano  -  a mio giudizio  -  a riformulare così la conclusione:

l'impegnato trattato metafisico De modis rerum

♦ è anteriore al De bono comuni (estremi compositivi 1301-1303, ma da riporre con buone ragioni a ridosso di novembre 1301 - insinua situazione politica fiorentina);

♦ è posteriore agli anni 1286-87. Diciamo corsivamanete:♦ De modis rerum entro l'ultimo decennio del Duecento.

♦ Dove redatto? La collocazione parigina o perugina non ha a proprio favore argomenti convincenti; né verosimili (residenze, quelle, e periodi d'impegni teologici e magisteriali di Remigio). Meglio confessare "non sappiamo con certezza"; oppure restituire provvisoria verosimiglianza (finché testimonianze certe non portino altrove) alla scontata residenza fiorentina dell'autore Remigio; destinatari i giovani studenti di filosofia della provincia domenicana locale, che non beneficiavano d'uno studium artium né parigino né cittadino.

■ "Univoco" in sé, può accidentalmente essere "equivoco" in rapporto all'appartenenza. Nel caso delle persone umane, Remigio esemplifica con una simpatica lista d'antroponimi, prevalentemente di quelli detti "augurativi" (Rosso, Amato, Bello, Gentile, ecc. ). Gavrić discute minuziosamente il brano nella sezione § 1.5, dedicata alla datazione del trattato (65), dando per scontato che Remigio mirasse a personaggi storici (73-76). Nessun risultato utile alla cronologia. Estranea di fatto alla natura della pagina. Utile invece è annotare che la lista dà voce senza fatica ai diffusissimi antroponimi dell'Italia mediana, e della Toscana in specie. Il che riporta ai prolungati luoghi domestici della residenza remigiana. Lo proclama per contrasto il silenzio polare: ignorati, tra gli antroponimi, un Gherardus o un Guillelmus o un Fredericus, che affollano geografie nordeuropee.

4. Lapsus

22/10 (= pagina e rigo). «Il fut "protetore", - orateur officiel... »: correggi in "protorètore" (italianizzato); «... re ac nomine probato magistro, prothorethore florentino», nella lettera ufficiale, 9.I.1312/3, dei priori cittadini di Firenze a quelli senesi.

92 nn. 13 e 18, 343. Orlandini (“Necrologio” di S. Maria Novella), correggi in Orlandi.

99/19 col. b: consequuntur ipsam modus [non modum], species et ordo

155/5. «Le traité De modis rerum a toutes les caractéristiques d'une introduction à la philosophie...»: l'autore intendeva «Le traité Divisio scientie a toutes les caractéristiques...», titolo menzionato nei righi precedenti.


 

Aggiornamento (p. 15 n. 2). Fuori uso sono gli URL http://utenti.lycos.it/emilioweb/p_re.htm, http://utenti.lycos.it/emilioweb/remigio/p_re.htm, e loro varianti. Accedi a tutto quanto riguarda Remigio dei Girolami tramite:

 http://www.e-theca.net/emiliopanella/remigio/index.htm

♦  http://archivio.smn.it/emiliopanella/remigio/index.htm

♦  STEFANO CAROTI, MODI RERUM AND MATERIALISM: A NOTE ON A QUOTATION OF A CONDEMNED ARTICULUS IN SOME FOURTEENTH-CENTURY PARISIAN DE ANIMA COMMENTARIES, «Traditio» 55 (2000) 211-34. ID., Note sulla parafrasi del De generatione et corruptione di Alberto Magno, AA. VV., Albert le Grand et sa reception au moyen age. Hommage à Zénon Kaluza, Fribuorg 1998, pp. 6-30.


Rinnovo le congratulazioni all'autore Anto Gavrić, per questa pubblicazione e per il suo lavoro futuro. Non c'è che attendere l'edizione del De modis rerum.

Suoi commenti ai miei commenti? Graditissimi. Me l'invii, e il dialogo continuerà su queste pagine!

Amicali saluti

Emilio Panella
Firenze, marzo 2007


Leggermente sfrondata (marzo 2008), questa pagina è diventata anche recensione a stampa, «Memorie domenicane» 38 (2007) 262-264 (volume uscito in gennaio '09).

A. GAVRIĆ, Narav i znacenje metafizike kod prvih tomista: primjer Remigija iz Firenze [Nature et signification de la métaphysique chez les premiers thomistes: l'exemple de Rémi de Florence], dans: Anto Misic (ed.), Oci vjere. Zbornik u cast Josipa Curica SJ, Zagreb, 2002, pp. 48-67. DHN 13 (2004) 70-71: compendio della tesi di dottorato (giug. 2003), sul De modis rerumId., La natura e il significato della metafisica in R. de' G. O.P. († 1319)«Divus Thomas» 36 (3/2003) 26-59; Le modus et les transcendantaux dans le traité "De modis rerum" de Rémi de Florence, «Mediaevalia. Textos e estudos» (Univ. do Porto) 23 (2004) 277-91.

■ Novembra 2017. Ma è mai uscita l'edizione critica del De modis rerum nella collana "Corpus Christianorum, Continuatio mediaevalis" (Turnhout)?


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