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Note di biografia domenicana
«Archivum Fratrum Praedicatorum» |
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Premessa (pp. 231-233)
Di Remigius Florentinus OP o Remigio dei Girolami († 1319) ci è fortunatamente pervenuto un complesso organico di scritti che coprono i classici settori dell'attività d'un lettore e maestro in teologia del XIII-XIV secolo: insegnamento di scuola (lectio), questioni disputate (disputatio), sermonari (praedicatio). Oltreché preziosa testimonianza letteraria legata prevalentemente alla vita intellettuale di studi regionali dei frati Predicatori, le opere di Remigio - specie i sermonari e, di quest'ultimi la sezione de diversis materiis del temporale - racchiudono testimonianze storiche su vicende e persone implicate principalmente nella vita pubblica di Firenze durante il quarantennio 1280-1320. Ma non solo di Firenze, se il periodo parigino del baccellierato sentenziario (1297/8-1300) ha lasciato notizie che si rivelano decisive o per dar volto a personaggi di cui si conosceva poco più che il nome (penso a fr. Lorenzo d'Orléans) o per fissare un punto saldo della carriera scolastica d'un fr. Bernardo da Clermont (dal nome del convento d’origine) o d'Auvergne. Parimenti il periodo d'insegnamento in San Domenico di Perugia (1303-1307 ca.), dopo che papa Benedeto XI aveva trasferito la curia romana in quella città, è punteggiato da una fitta serie di sermoni in cui scorrono notizie, personaggi e fatti di notevole interesse storico.
Già Vincenzo Fineschi OP (Memorie istoriche) nel 1790 e soprattutto Giulio Salvadori (I sermoni d'occasione, le sequenze e i ritmi di Remigio Girolami Fiorentino) nel 1901 avevano attinto dalla sezione de diversis materiis del sermonario cod. G 4.936 della Nazionale di Firenze, Conv. soppr., una discreta messe d'informazioni. Dal Salvadori sono passate - senza ulteriori contributi di qualche importanza - alla più recente letteratura remigiana. Talune identificazioni e datazioni sono risultate insostenibili; mentre lo spoglio sistematico degli altri codici remigiani ha permesso d'allargare notevolmente le testimonianze su fatti e persone incrociatisi nella biografia del frate fiorentino.
Presento qui la recensione sistematica di tutte le testimonianze storiche riguardanti personaggi domenicani rilevabili in tutti i codici che trasmettono le opere di Remigio; almeno quando è stato possibile accertare l'identità. La lista sarebbe più lunga se si potesse dar nome a tutti i frati Predicatori commemorati nei sermoni funebri od onorati nei sermoni in ricevimento, dei quali in più casi si tace il nome. Talvolta la menzione non va oltre il semplice prenome, come per fra Forte o fra Modo, di cui non saprei suggerire alcuna identificazione a partire dalle fonti disponibili. «Ego novi, ego vidi...»: come dire "ho conosciuto un frate che si chiamava...". Non direbbe così chi mirasse a qualcuno della propria provincia religiosa, o di quelle prossime. La circolazione ordinaria dei frati, per assegnazione o peregrinanza apostolica, generava diretta conoscenza dei confratelli confinanti. Qui Remigio attinge a ricordanze remote dalla geografia d'origine.
De modis rerum I, 35: «Fortis enim est denominativum respectu nominis a quo nascitur, idest respectu fortitudinis, et est equivocum respectu diversorum significatorum, puta quia significat talem habitum mentis vel talem potentiam corporalem vel talem personam; quia et ego novi fratrem ordinis nostri qui vocatus est Fortis» (cod. C 4.940, f. 43rb).
Va escluso «fr. Philippus Fortis» († 1323) della Cronica di SMN (Necr. I, 39 n° 228) perché «Fortis» non è appellativo cognominale ma genitivo patronimico, come si ricava da ASF, NA 3140 (già B 2126), f. 18v, Firenze 1.IV.1301: «fratri Phylippo filio Fortis ordinis Predicatorum». Per la medesima ragione va escluso «fr. Iohannes Fortis» di Santa Caterina da Pisa; cf. F. Bonaini, Chronica antiqua..., «Archivio storico italiano» I ser., tomo 6, parte II (1845) 446.
De modis rerum I, 46 (sui diversi significati di «modus»}): «<Modus> accipitur pro nomine proprio alicuius hominis. Nam et ego vidi quendam fratrem ordinis nostri Predicatorum qui vocabatur frater Modus» (cod. C 4.940, f. 44vb).
Altre volte la testimonianza, per quanto interessante, è sfocata dall'anonimato della fonte. O forse naviga nel margrande della trasmissione orale, nel piacere del racconto inventivo, specie in materia predicabile. Più spesso, in scontati giochi oratorii: "Ho sentito dire che..., qualcuno ha detto che...; un amico mi ha raccontato - va a sapere se è vero - che...": parafrasi care al predicatore, quando non vuole asserire in proprio. Ieri come oggi.
Questione Utrum Salomon fuerit dampnatus (cod. G 3. 465, ff. 175va-176vb): «Audivi enim - si tamen fides huic adhibenda sit - quod Salomon apparuit duobus fratribus nostris euntibus per quoddam desertum manifestavitque eis penam horribilissimam quam patiebatur; dixitque se sic cruciandum usque ad diem iudicii sed post diem illum dixit se esse salvandum. Erat enim in illa solitudine in quodam magno palatio existens, quasi illius palatii dominus habens ministros multos et servientes et habundantiam victualium et aliorum ad vitam necessariorum necnon et librorum, in quibus, sedens in cathedra, videbatur studere. Sed subito due aquile venientes eum devoraverunt, post modicum in pristinum statum restitutum. Et sic omni die dixit futurum usque ad diem iudicii. Post que fratres bene refecti in mensa a domicellis eius, recesserunt ab eo» (f. 176va-b).
Ma già l'abbondante materiale recensito offre dati di non poca importanza, in taluni casi di prima qualità. Ho menzionato fr. Lorenzo d'Orléans e fr. Bernardo d'Auvergne, ma altrettanto si potrebbe dire di fr. Pietro da Condet, di fr. Ferrero di Catalogna(?) accostato a Tommaso d'Aquino, delle notizie sulla predicazione fiorentina di Pietro Martire da Verona sconosciute alle fonti biografiche del santo.
Le schede sono ordinate alfabeticamente. I testi riportati seguono il criterio d'interesse storico-biografico di queste note. Nella tavola cronologica a fine articolo compaiono soltanto quelle voci di cui è stato possibile stabilire la datazione, sia pure relativa o probabile. Altre fonti e altri documenti potrebbero in taluni casi integrare le notizie trasmesse da Remigio o sciogliere dubbi d'identificazione e datazione annotati nelle relative schede.