⌂ Dal bene comune al bene del comune
I trattati politici di Remigio dei
Girolami († 1319) «Memorie domenicane» 16 (1985) 1-198. |
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Introduzione | |
Le possibilità della pace nelle lotte cittadine d’inizio Trecento, pp. 1-42 1. «De bono pacis». Pax summum bonum civitatis - Niccolò da Prato | Benedetto XI: Transiturus 31.I.1304, Rex pacificus 21.VI.1304 2. «De bono comuni». Si non est civis non est homo - datazione nov-dic 1301 | Speculum | ricevimento di Carlo di Valois 5.XI.1301 | |
Fortune e sfortune d’una famiglia del popolo grasso: i Girolami, pp. 42-91 3. L'occupazione del potere politico
- quelli di San Pancrazio | Chiaro di Girolamo | messer Alberto |
Cardinale e Leoncino 4. La degradazione del potere politico
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Girolamo, Chiaro e Mompuccio al confino 1302 |
imputati d'omicidio |
i Bordoni 5. Ripresa di sintesi | |
III |
Il contesto letterario, pp. 91-121 6. De bono comuni b | ordo caritatis b 7. De bono pacis | ordo pacis |
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↓ edizioni ↓ |
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De bono comuni
(1301-1302), pp. 123-168 | |
De bono pacis (maggio-giugno 1304), pp. 169-183 |
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Sermones de pace
pp. 187-198 | |
□ Aprile 2007. Mi propongo di far traduzione italiana dei testi latini, e di accluderla in colonna destra, accanto all'originale. Volgarizzamento, più che traduzione. Questa è confinata alla funzione intralinguistica di trasposizione da lingua a lingua; il volgarizzamento al contrario mira alla riscrittura dalla lingua dei chierici (letterati del tempo!) alla lingua della diffusione; tiene d'occhio cioè non il solo testo originale ma anche il destinatario-lettore. Utile, penso, per quanti non maneggiano il latino, e il latino medievale; interessati tuttavia a elaborazioni di teoria politica proiettata nella Firenze reale del primo Trecento. Utile non solo agli "studenti di oggi" ignari di latino; forse anche ai ricercatori e studiosi d'altre discipline - e di remote geografie culturali - che nel latino trovano reale deterrenza, con dispiacere.
□ Prime impressioni. - Tradurre lo trovo
più difficile - e faticoso - di quanto credessi! Impone di capire, e di
capire tutto, anche i dettagli, le allusioni, e gli inusuali significati di
parole correnti. Me ne vergogno un pò. Ma persisto nel proposito.
□ Caso di testi biblici (→bibbie&traduzioni!).
Va da sé che l'autore usi la Vulgata (e
Vulgata iuxta LXX per i Salmi!), e questa tento di tradurre, mentre le
nostre bibbie italiane traducono dalle lingue originali (ebraico, greco). Terrò
d'occhio la traduzione Vulgata-Ital. di Antonio Martini (Firenze 1852), Bibl.
SMN V-H.1-4. Avvertenza apparentemente banale, e che istintivamente sorvoliamo;
ma l'esito è sorprendente, spesso disorienta.
□ Nota inoltre nelle citazioni bibliche la numerazione
dei capitoli (introdotta a inizio '200; numerazione dei versetti da metà
'500). In taluni libri biblici, specie Salmi e taluni Profeti, la disparità di
qualche unità con le bibbie moderne è piuttosto frequente. Attenzione dunque a
non dare per errata o approssimativa una citazione se non dopo il raffronto con
la tradizione della Vulgata.
□ Quanto detto dei testi biblici, vale anche per altre auctoritates classiche.
Basti menzionare il ruolo enorme di Aristotele e delle sue opere. Tutte lette e
conosciute nelle sole traduzioni latine; e loro partizioni in libri e capitoli.
Son queste da tener sotto gli occhi quando vuoi controllare testo e
intepretazione "aristotelica" proposti da uno scolastico medievale.
□ Al lettore: segnalami gli errori di fraintendimento, e l'eventuale tua
traduzione alternativa. Grazie.
Emilio Panella OP 18.VI.2008. Metto mano casualmente su G. Folena, Volgarizzare e tradurre, Torino (Einaudi) 1991 (SMN-Campo 10.20). E lo leggo con molto interesse. L. Venuti, The Translator's Invisibility. A History of Translation, London - NewYork 1999, pp. XII-353 (SMN-Campo 10.22). M. FILONI, La vita agra dei traduttori, "Il Venerdì di Repubblica" 26 luglio 2013, pp. 96-99. █ Dal bene comune...: →seconda edizione, 2014! █
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