13a.  Cimitero degli avelli, detto anche cimitero superiore, cimitero della chiesa

Ricordiamolo. Fin a tutto il Settecento chiese e conventi e loro recinti erano anche cimiteri. Un ruolo notevole, non solo per la tenace contrattualità regolatata dallo jus patronatus che stabiliva con i laici e ceppi familiari, ma per la destinazione di molti spazi a funzione cimiteriale, e loro successivo reciclaggio. Molte trasformazioni, trasferimenti, riadattamenti, non sarebbere altrimenti comprensibili.

Cimitero degli avelli, oggi cortile sul lato levante della chiesa da cui si accede in chiesa per le visite extraliturgiche, con uscita verso piazza vecchia (oggi dell'Unità Italiana). Più anticamente lo si trova sotto il nome "cimitero superiore", "cimitero della chiesa"; distinto dal "cimitero inferiore o "cimiterium sub testudinibus".
Proseguiva col l'area cimiteriale antistante la facciata della chiesa e l'ingresso del convento.

Stadio 1617 dell'area cimiteriale superiore tutt'intorno la chiesa: ASMN I.A.11: cimitero San Benedetto di verso levante (cassoni), chiamato il cimitero di drento, ff. 100r-111v; monumenti sotto le loggie del medesimo cimiterio che risponde su la piazza vecchia (= Piazza dell’Unità Italiana) e circa la porta di detta piazza ff. 111v-117v; compagnia di San Benedetto, cappella della Pura e compagnia del Sacramento ff. 117v-119v; cimitero della piazza nuova (= Piazza di SMN), quello dinanzi alla chiesa detto cimiterio di fuora, ff. 119v-138r. (e sotto le volte?)

 

 1617

ASMN
I.A.11,
f. 100r-v

«Cimitero di San Benedetto.
Qui comincia il cimitero di verso levante chiamato il cimitero di drento. E prima si noteranno e cassoni che sono attorno al detto cimitero cominciandoci dal quello de' Pilli che è in testa al detto luogho lungo il muro della chiesa, seguitando gli altri che seguono lungho il detto muro sino alla testa. E voltando dietro a San Benedetto, si andrà seguitando l'altra banda che risponde verso la piazza nuova, rigirando intorno al sopranominato cimitero da quella parte che è lungo il muro di verso la piazza vecchia, sino al cassone de' Beccanugi che è l'ultimo di questo cimitero, posto dalla banda di verso la piazza vecchia dirimpetto a quello de' Pilli; per essere stato già una volta questo cimitero stremato [= impoverito], come si può vedere da' cassoni che sono nella compagnia del Sacramento; perché nel miracolo, raconto che fece la Madonna della cappella de' Ricasoli detta la Pura, si trova che quella santissima inmagine hera dipinta sotto al archo d'uno di questi cassoni, il quare era de' soprannominati Ricasoli, e che acanto a quello ce n'erono delli altri, e quali appicchavono con quello de' Pilli, dal quale pigliamo a cominciarci, havendoli rovinati per fare la detta cappella, e parte rachiusi nel muro, come si vede. E a' giorni nostri habbiamo veduti dua mandare in terra per fare la porta nuova del fiancho che risponde in chiesa a lato al sepolcro di messer Tommaso Minerbetti; l'uno de' quali era de' Bueri, apparendoci anchora un pocho d'arme, et l'altro non trovo di qual famiglia si fussi. Però per essere stati levati modernamente, andrò ascrivendoli colli altri acciò tal memoria non si perda. Seguitando doppo e monumenti che sono sotto la loggia appiè di detti cassoni, cominciandoci dalla porta della piazza vecchia, rigirando attorno detta logggia sino alla fine della banda lungho la chiesa. Facendo anchor ricordo d'alchuni altri monumenti che erono dentro alla porta grande di questo cimitero che risponde su la piazza vecchia, e d'alchuni altri che hoggi si vegghono l'arme fuora su detta piazza lungho il muro della compagnia del Sacramento per andare in Gualfonda sotto la cappella de' Rucellai; per esser gli altri monumenti |100v| di questo magnificentissimo cimitero stati ripieni e guasti, essendo già una volta sino a mezzo pieno di sepolture di nobili et honorati cittadini. E non sono tropp'anni innanzi che si lastricassi, ce n'ero parecchi e quali cavai con quella moggia diligenza che fu possibile, perché così anticha  memoria  non si perdessi affatto, come bene spesso haviene.  E però anche questi andrò scrivendo con medesimo ordine che ò fatto delli altri».
(segue lista nominale delle tombe patronali, accompagnata con disegno dell'arme di famiglia)

1617

ASMN
I.A.11,
f. 119v
f. 136v

«Comincia il cimitero della piazza nuova.
Questi sopra, sono tutti e monumenti che di presente si trovano dentro nella compagnia della Purità, comunemente detta del Sacramento. Hora si noteranno quelli del cimiterio della piazza nuova cominciandoci da l'arche che sono nella facciata di nanzi, seguitando l'ordine di dette arche sino alla compagnia della Scala per fila come vanno; principiandoci da l'archa che è su la contonata di questo cimiterio p<er> andare alla piazza vecchia. Di poi andremo notando e monumenti che sono appiè di dette arche, fila per filia [sic], cominciandoci dalla fila lungho la facciata, seguitando a ogni filare di monumenti il medesimo ordine. Tornando al principio d'ogni filare da capo, cominciandoci sempre dalla banda di verso il convento. Di poi finite, noteremo quelli che sono dinanzi la Porta del Martello che ànno l'arme nel muro». (...). (f. 136v) «Sceso le scalare su la medesima piazza, dinanzi alla Porta del Martello nove monumenti con arme sopra, cioè nella facciata del muro del convento».
(segue lista nominale delle tombe patronali, accompagnata con disegno dell'arme di famiglia)

 

  Compagnia San Benedetto Bianco (1383; nel cimitero degli avelli dal 1570 circa)

La metà meridionale del cimitero degli avelli accoglieva dal 1570 circa anche compagnia e oratorio di San Benedetto (bianco). Istitutita nel 1357, fu accolta in SMN nel 1383 al tempo del priore fr. Benedetto Bocci; originariamente con sede e oratorio nell'ala occidentale del secondo chiostro o chiostro grande, appresso alla compagnia San Domenico, "tra le due porte dell'orto" (MD 1986, 300), pressoché di fronte alla compagnia dei Santi Innocenti o cappella degli Ubriachi.

«Sotietas discipline Sancti Benedicti tenetur dare conven­tui in perpetuum omni anno in festo Sancti Benedicti abbatis fio­renos auri octo pro una pictantia fienda fratribus in supradicto festo. Item supradicta sotietas tenetur omni anno in festo Assumtionis Virginis gloriose facere unam oblationem altari maiori, sicut appa­ret in libro conventus car. 112» (ASMN I.A.3, f. 47r: redaz. 1380-1400).
Se ne conoscono gli statuti approvati dall'arvicescovo Antonino il 16.XI.1448.«Compagnia et fraternita sotto il nome et in nome del patriarcha sancto Benedecto abbate, la qual compagnia si veste di sacco biancho et vanno cinti di corda di canapa et in sulla spalla recta portono sancto Benedecto colla colomba (...). et poi a dì xvij di luglio Mccclxxxiiij al dì di sancto Alexo incominciamo habitare il nostro luogo presso all'orto murato et hedifcato del nostro proprio» (proemio). Con San Benedetto Bianco andrà dunque identificata la "compagnia San Benedetto all'Orto" della cronachistica conventuale tre-quattrocentescai.

ASMN I.A.5, f. 67r (4.II.1536/7).

ASMN I.A.7, f. 10v (23.X.1568) «patres convenerunt omnes de non concedendo loco et situ fraternalibus societatis Sancti Benedicti pro construendo oratorio seu societate super refectorium antiquum in quo modo cella vinaria habetur, neque etiam alibi».
Ib. f. 11v (22.XI.1568): le si nega come sede la cappella San Francesco, patronato Strinati, sotto il coro della cappella maggiore della chiesa.
Ib. f. 13v, 28.VIII.1569) «Quoniam iam multoties societas Sancti Benedicti, cuius oratorium erat in claustro maiori quod dimittere necesse fuit ob novum monasterium monialium construendum ab ill.mo et ecc.mo duca, requisivit fratres ut aliquem locum sibi concederent ad ędificandum novum oratorium...».
Biliotti c. 31, f. 33v H.

Alberto Luigi Nardi OP († 4.XII.1755) per 34 anni correttorre della Compagnia (Cr SMN II, f. 138r-v). Borghigiani († 1766) discorsi alla Compagnia.

ASMN I.A.36, pp. 282-83 + docc. allegati, 284-85, 287, 294, 297, anni 1834-36: interessante controversia tra convento e compagnia a motivo di eventuali interventi di risistemazione dei spazi nel cimitero degli Avelli. Il consiglio conventuale chiede alla compagnia di giustificare «concludentemente a' religiosi d'aver il diritto di vera padronanza sopra quello spazio di cimitero che passa fra la compagnia fino alla colonna ultima del loggiato» (282). La compagnia produce scrittura risalente a Cosimo primo, il convento la ritiene inconcludente (285). ASMN I.C.115bis, f. 75r (15.IX.1834); I.C.115, f. 61r (dic. 1836); I.C.118, ff. 9r (ag. 1846), 25v (giug. 1850).

L. Polizzotto, Confraternities, Conventicles and Political Dissent, MD 16 (1985) 235-83; 17 (1986) 285-300.

Fineschi, Memorie sopra il cimitero 1-68.

Frithjof Schwartz, Il bel cimitero. Santa Maria Novella in Florenz 1279-1348: Grabmäler, Architektur und Gesellschaft, Berlin-München (Deutscher Kunstverlag) 2009, pp. 524. Dono dell'autore, Firenze genn. 2010. L'autore Schwartz era venuto a far ricerche in ASMN, sett.-ott. 1999 (primo visitatore dopo la catalogazione e apertura alla pubblica consultazione dell'Archivio, come risulta dal registro di consultazione), nov. 2001.