14. Tomba della beata Villana

 

Monumento sepolcrale marmoreo della beata Villana delle Botti, opera 1451-52 di Bernardo Rossellino  (= Bernardo di Matteo Gamberelli da Settignano, 1409-1464); promossa e commissionata con minuziose istruzioni da fr. Sebastiano di Iacopo di Rosso Benintendi OP († 1456) nipote della beata. Luogo originale, e precedente più modesto sepolcro, era a piè dei due scalini del tramezzo sul lato di levante. «Anno Domini 1569 die 25 augusti apertum est sepulcrum beate Villane domini Andree de Bottis...» (ASMN I.A.1, f. IIv).

b. Villana = Villana di Andrea di messer Lapo delle Botti (popolo San Felice) † 29.I.1361. Nel 1351 va sposa a Rosso di Piero di Stefano Benintendi (popolo Santa Felicita); Orlandi, Necr. II, 481-82, 490-92. Prossima alla morte ordina d'esser sepolta in SMN e veste l'abito dell'ordine della Penitenza di san Domenico. Esposta per trentasette giorni a pubblica venerazione nella cappella Santa Caterina Vergine e Martire prima d'esser sepolta nella sua tomba.

Sovrastava il sepolcro un austero crucifixus dolorosus (nella tradizione conventuale detto "crocifisso della beata Villana"), nel 1576 trasferito alla cappella della Pura (ASMN I.A.311, f. 117v). «Ita Christi crucifixi meditatione absorbeor ut nulla omnino sit asperitas tam dura que non mihi amenissima videatur | Tanto m'immergo nella meditazione di Cristo crocifisso  - confidava Villana al proprio confessore - che non v'è dolore così grande da non risultarmi ameno» (fra Girolamo di Giovanni, Vita beate Villane pp. 60, 80); troppo generico riferimento a un crocifisso per vedervi una diretta testimonianza del cosiddetto crucifixus dolorosus.

Nel 1360 l'intero patrimonio di Andrea di messer Lapo delle Botte (padre di Villana) messo in vendita dai suoi creditori e acquistato per 3.200 fiorini dai Corsini (F. Allegrezza, Un secolo di scrittura: il libro di ricordanze dei Corsini, «Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo» 92 (1985-86) 223-94, p. 226).

donne dell'ordine della Penitenza, donne della penitenza dell'ordine dei Predicatori. Più popolari denominazioni: vestite di san Domenico; pinzocheri (e pinzochere) d'abito nero (d'ubbidienza domenicana) o bigio (d'ubbidienza francescana); tertii habitus

Fa da pendant imitativo a quello della b. Villana, sul lato opposto rispetto all'altare intermedio, il monumento sepolcrale dedicato a fr. Giovanni da Salerno, "fondatore" del convento SMN (corpo conservato sotto l'altar maggiore). Opera di Vicenzo Danti perugino 1571, tempo della traslazione del sepolcro. Nell'iscrizione epigrafica, tra l'altro, «Hic autem a divo Dominico Praedicatorum familiae principe atque autore cum XII sociis in hanc urbem missus» diffonde con la forma del permanete manifesto l'elaborazione delle origini di SMN così come elaborate tra 1475 e 1480 da fra Giovanni di Carlo da Firenze.

Fra Girolamo di Giovanni da Firenze (n. 1387, OP 1401, † 1454), Vita beate Villane de Florentia, ed. S. Orlandi, La beata Villana terziaria domenicana fiorentina del sec. XIV, Firenze 1955, 76-90 (pp. 55-73 traduz. it.). F. Pignatti, Girolamo di Giovanni, DBI 56 (2001) 559-60.

ASMN I.A.311, f. 117v.