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12. Cappella Rucellai, o di Santa Caterina Vergine e Martire, Santa Caterina delle Ruote |
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Sul lato orientale del transetto, rialzata rispetto al pavimento della chiesa, la cappella Rucellai, dedicata a santa Caterina d'Alessandria, fatta costruire negli anni 1320-1325 (nota
intreccio cronologico con
volontà testamentaria di Guardina e atti esecutorii)
da messer
Cenni (o Bencivenni) di Nardo di Giunta dei Rucellai, popolo San Pancrazio: «dominus Bencivenni miles beate Virginis sive cavaliere Gaudente, vocatus prius Cenni di Nardo, fecit cappellam Sancte Katerine,
qui circa annum Domini 1355 vel 1356 obiit» (ASMN I.A.3, f. 31v); fattosi cavaliere Gaudente dopo che suo figlio Nardo era stato fatto
impiccare in genn. 1343 da Giovanni di Brienne duca d'Atene (Giovanni Villani, Nuova cronica XIII, 8). Fra Andrea di Donato dei Rucellai († 21.X.1464) «fecit fieri fenestras vitreas in capella Sancte Katerine et marmoreum purpitum [sic] et pulcrum valde pro predicatione et multa bona fecit fieri a civibus ecclesie sua prochuratione» (ASMN I.A.1, f. 61v, n° 670). |
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Sull'altare, dal 1600 vi era collocata la tavola (450x293)
Madonna in trono (1285) di Duccio di Boninsegna da Siena
(1255 ca., † 1318), commissionata dalla confraternita dei
Laudesi di SMN, prezzo
lire 150 f.p., da dare a lavoro eseguito
(ASF, Dipl. SMN 15.IV.1285).
■ Al tempo della seconda guerra mondiale trasferita provvisoriamente e per motivi di sicurezza alla Galleria degli Uffizi, e qui rimasta ed esposta fino al presente, sala 2 "del Duecento e di Giotto". Controversia circa restituzione. ASMN
I.A.45, pp. 312 (7.II.1950), 353 (13.II.1957), 365 (18.III.1959).
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Dinanzi all'altare, lastra tombale di fra Leonardo di Stagio dei Dati da Firenze (OP 1375 circa, † Firenze 16.III.1425), maestro generale dell'ordine domenicano 1414-25; realizzata in bronzo, con figura giacente del defunto, da Lorenzo di Bartoluccio Ghiberti (1427). Originariamente tra antico coro e altar maggiore, «in capite chori» (Cr SMN n° 606). Sulla parete sinistra Martirio di santa Caterina d'Alessandria, tavola di Giuliano Bugiardini (aiutato, secondo Vasari, dal suo maestro Michelangelo e dal Tribolo). |
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Compagnia di San Domenico (1398), poi detta del Beghella o del Palazzuolo | ||
Nella cappella Rucellai si riuniva la compagnia o confraternita laica San Domenico dalle sue origini, giugno 1398, fino al 1466, quando si trasferì al proprio oratorio costruito non lontano dalla cappella San Niccolò della spezieria, sul braccio occidentale del chiostro grande, "di rimpetto alla porta degli Innocenti", avuto in "affitto perpetuo" dai frati si SMN. ASMN I.A.5, f. 100r («De sotietate Sancti Dominici prope ecclesiam Sancti Nicholai», 1.VIII.1541) «desiderabant pro sue societatis securitate ut porta prima qua egrediebatur de claustro remaneret aperta et secunda clauderetur». In questa nuova sede la compagnia San Domenico rimase fino al 1572, quando dovette cedere il locale per il costruendo monastero nuovo addossato al medesimo braccio occidentale del chiostro grande. Trasferì allora la propria sede in locali del convento d'Ognissanti su via del Palazzuolo; detta anche compagnia del Beghella (Bechella, Bechello) o del Palazzuolo. Borghigiani († 1766), "Sopra il Purgatorio, nella Compagnia di San Domenico del Bechella".
G.G. Meersseman, Ordo fraternitatis, Roma 1977, II, 698-753: Disciplinati di San Domenico a Firenze,
con ed. dello statuto 1477. |
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