11. Cappella Bardi, o di San Gregorio, o del Rosario

Dedicata a san Gregorio, in origine verosimilmente in uso alla Società dei Laudesi di SMN; e qui dunque era la Madonna in trono commissionata (1285) ala senese Duccio di Boninsegna  (1255 ca., † 1318) dai rettori della compagnia dei Laudesi «pro societate predicta» (ASF, Dipl. SMN 15.IV.1285; S. Orlandi, Il VII centenario della predicazione e ricordi di S. Pietro Martire a Firenze (1245-1945), Firenze 1946, 102: sotto la data 5.VIII.1316 "ciero de la Donna" e cappella); a inizio '600 trasferita alla cappella Rucellai.

In febbraio 1336 la cappella (preesistente e già titolata San Gregorio) è ceduta dal capitolo conventuale dei frati (non dai Laudesi) agli eredi di messer Riccardo di Ricco dei Bardi.

Sul principio di questo secolo nella cappella sono tornati alla luce antichi affreschi.

Nelle pareti, storie affrescate della vita di papa Gregorio. Affreschi attribuiti (attribuzione moderna) al bolognese Dalmasio di Iacopo degli Scannabecchi († 1373/4), medio '300, sopra altre decorazioni riferibili a fine '200 e in stretta relazione con con i lunettoni (decorazione molto abrasa) e con la Maestà di Duccio.

Sul pilastro destro, bassorilievo in pietra con Riccardo dei Bardi inginocchiato davanti a san Gregorio (sec. XIV, iscrizione epigrafica in volgare).

ASF, NA 2965 (già B 1951), ff. 36v-37r (Capitolo SMN 15.II.1335/6): fra Andrea del Gallo priore e frati convocati in capitolo (numero totale 54) concedono a Piero, Alessandro e Tommaso, figli ed eredi del fu messer Riccardo del fu Ricco dei Bardi da Firenze cavaliere (miles), la cappella San Gregorio in SMN, dove possano privatamente pregare, celebrare messe e divino uffizio, far sepultura per messer Riccardo e suoi discendenti; condizioni: «dummodo sepultura dicti domini Riccardi sit ad pedes altaris dicte capelle, que sepultura sit militum qui de ipsorum linea erunt, alia vero sepultura sit in plano prefate capelle pro illis masculis qui de progenie ipsorum forent, et ita quod non fiat ibidem aliqua alia eminens sepultura». Il 19.II.1335/6 «in domo hospitum» di SMN, i procuratori dei frati confessano aver ricevuto dai procuratori dei Bardi fiorini d’oro 200 «convertendos in opere ac hedificatione novi dormitorii dictorum fratrum» (ibidem). ed. HuecK, Stifter... 268-69. Fra Andrea di Ricco di mr Iacopo dei Bardi OP (1285-1349) è «germanus domini Riccardi» (Cr SMN  n° 403, ed. omette domini), e dunque zio dei tre fratelli eredi e contraenti col convento.

ASMN I.A.3, f. 40v (redazione 1360-70 ca.): «Heredes dni Riccardi de Bardis sepulti apud nos in cappella Sancti Gregorii circa annos Domini 1336, quibus dictam cappellam assignavit seu donavit conventus, a quo ipsi habent literam sigillatam sigillo conventus, a quibus predicto tempore conventus recepit ijc florenos. Omni anno in festo beati Gregorii mictunt nobis panem vinum pisces et candelas, que accenduntur in cappella maiori et in predicta cappella Sancti Gregorii cum cantatur missa de dicto sancto, prout dicitur in supradicto libro conventus qui fuit fr. Iohannis de Infangatis, libro car. 12».

ASMN I.A.9, f. 13v F-H (fine '500) fa menzione degli affreschi su san Gregorio papa fatti eseguire dai figli del fu messer Riccardo, come "in quodam nostro antiquitatum libro expresse habetur": non nel precedente ASMN I.A.3 (Liber recordationum novus) che degli affreschi non parla; molto verosimilmente lo si leggeva nel medesimo libro di ricordanze redatto (1342-46 ca.) da fra Giovanni degli Infangati, e a noi non pervenuto (cf. «Memorie domenicane» 26 (1995) pp. 325-26); il che permetterebbe d'inferire che alla morte dell'Infangati (27.IV.1348) il ciclo pittorico su san Gregorio era già stato portato a termine. -  E. Panella OP, genn. 2007.

Rimaneggiata successivamente, la cappella fu dedicata a san Domenico di Soriano, poi alla Madonna del Rosario.

Tavola sull’altare, Madonna e i misteri del Rosario, di Giorgio Vasari (1570). Consiglio conventuale, 9.XII.1568: «Pręterea quod tabula pro cappella Rosarii [= cappella della Trinità, a quel tempo], quam conventus noster tenetur construere ex legato dnę Camillę de Caponibus, pingenda traderetur excellentissimo dno Georgio Vasario pictori peritissimo cum figuris honestis et accomodatis» (ASMN I.A.7, f. 12r).

Licenza di construzione del cancello in ferro e restauro del pavimento della capella San Gregorio (ASMN I.A.7, f. 249v: 16.X.1705). Pitture della volta di Pietro Dandini (1646-1712) (ASMN I.A.7, f. 256v § 5°: 15.X.1708).

Decisione consiliare 20.VIII.1842 di "ristorare le pareti e i fregi della cappella del S.P. Domenico" (ASMN I.A.45, p. 16); vi fa riferimento iscrizione epigrafica sul lato sinitro d'entrata della cappella.

L’altare col paliotto di marmi intarsiati fu acquistato dal convento nel 1786 dalla soppressa congregazione di Maria in via dei Servi.

Cappella sottoposta a profondo restauro nel corso del biennio 2002-04; riaperta in dic. 2004.

  Compagnia delle Laudi della Vergine Maria di SMN, o dei Laudesi, detta anche di San Pietro Martire (1244-45)

Ghirlandaio, martirio di san Pietro da Verona (affresco nella parete nord della cappella maggiore)Compagnia della Vergine Maria, compagnia delle Laudi, dei Laudesi, compagnia di San Piero Martire, sono varianti denotanti unica società. Da far rimontare, molto verisimilmente, agli anni della permanenza fiorentina (1244-45) di fra Pietro da Verona poi Martire. Di notevole ruolo nella storia religiosa di SMN. Madonna di Duccio di Boninsegna commissionata (1285) dai Laudesi. Per il Due-Trecento storia abbozzata da S. Orlandi, Il VII centenario della predicazione e ricordi di S. Pietro Martire..., Firenze 1946, 65-133. "Societas nostra" la chiama Cr SMN n° 520 (1385), ricordando donazione d'una "bella casa" fatta alla compagnia, casa sita nella "nostra piazza nuova" (= P.zza SMN).

Un capitolo nuovo nella storia di tale compagnia sembra quello avviato a metà '400, a seguito d'interventi di papa Eugenio IV. «Ordini e capitoli della compagnia delle Laudi della Vergine Maria della chiesa di SMN, volgarmente detta la compagnia di San Piero Martire» (ASF, Corpor. rel. soppr. 102 n° 324, capitoli sottoscritti 10.III.1446/7, essendo priore fra Guido di Michele da Montelupo); soppressi precedenti statuti, si dispone nel primo capitolo che la compagnia sia retta da quattro capitani, due frati di SMN e due laici cittadini fiorentini, eletti dal capitolo conventuale del convento.
Nei libri dei consigli conventuali risulta regolare nomina dei due frati
capitani della compagnia; talvolta dei quattro capitani, inclusi i due laici (cf. ASMN I.A.5, f. 66v, 23.I.1536/7). In questa fase, dunque, più emanazione del convento che società laica.

Nel 1568 papa Pio V soppresse la compagnia, ne trasferì i beni al convento; soppressione confermata da Sisto V nel 1585. MD 26 (1995) 231 e nota 155.

Meersseman, Ordo fraternitatis II, 922-25, 973. Polizzotto, Confraternities, MD 16 (1985) 244 n. 42.

  Compagnia del Rosario (1571-72)

Eretta in SMN nel 1571-72 al tempo di Pio V (ASMN I.A.9 Cronica conventus, f.56v G). MD 26 (1995) 232 n.16 (10.X.1586 «nostra compagnia»). Cr SMN n° 1063 (1623).

ASMN I.B.64 Costituzioni e capitoli della compagnia del Rosaio (1586); I.D.141 Costituzioni della congregazione del Santissimo Rosario nei chiostri di SMN (1794)

ASMN I.A.36, p. 89 (29.XI.1793): «fu convenuto di accordare ai congregati sotto il titolo del Santissmo Rosario di potersi adunare le prime [domeniche?] del mese a celebrare le loro solite preci, senza veruno diritto e dominio, nella stanza o oratorio così detto del Nocentino».

Poi si trova che si riuniva nel capitolo (ASMN I.C.115bis, f. 61r (30.XII.1831) «dal sig. Giuseppe Baglioni provveditore della Compagnia del SS. Rosario peer ricognizione di dominio sopra del cappellone degli Spagnoli». I.A.36, p. 296: 28.III.1836, qui denominato "cappellone"; I.A.47, pp. 47-48)

ASMN I.C.122, f. 7v (4.IX.1867) «Compagnia del Rosario».

I. HuecK, Stifter und Patronatsrecht. Dokumente zu zwei Kapellen der Bardi, «Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz» 20 (1976) 263-70.

A. Ciocci – A. Czortek, I conti Bardi di Vernio e la rivoluzione musicale della "Camerata fiorentina", Perugia 1998, parte I (Alberti e i Bardi a Vernio), pp. 19-81.

Giulia Zaniboni, La cappella Bardi in Santa Maria Novella, Tesi di laurea in Storia del Tardoantico cristiano, Univ. di Bologna, Facoltà di Conservaz. dei Beni Culturali, Anno Accademico 2006-2007; capitoli inviatimi in formato pdf: ’IV.1, Dalmasio’: questioni attributive; IV.2, Dalmasio di Iacopo degli Scannabecchi; IV.3. ‘ Dalmasio’ nella letteratura critica. Frequentò a suo tempo l'Archivio Conventuale di SMN in preparazione della tesi.