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3. Capitolo conventuale, successivamente "Cappellone degli spagnoli" (approfondimenti?) |
Sul lato settentrionale del primo chiostro ingresso alla sala capitolare. Capitolo: luogo precipuo della vita domenicana, vi si celebrano talune parti dell'ufficio liturgico, vi si legge il martirologio, vi si riunisce la comunità convocata dal priore per prender decisioni comunitarie, vi si celebra il "capitolo delle colpe" ossia verifica pubblica della vita comunitaria (cf. Constitutiones OP II 6). Snodo centrale del movimento dettato dagli obblighi liturgici e regolari della comunità, detta edilizia e spazi architettonici del convento. Tra dormitorio refettorio e chiesa. Luogo proprio del convento. Che vi esprime coscienza di sé, propria identità e propri ideali di vita (affreschi d'Andrea di Bonaiuto). Indispensabile il punto per leggere lo spazio visivo del luogo, deviati come si è dalla successiva denominazione "cappellone degli spagnoli" rilanciata dalle guide turistiche. |
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Il solenne edificio capitolare venne costruito tra 1345 e 1355 da fra Iacopo di Talento da Nipozzano (in SMN già da maggio 1316 in qualità di familiare, † 2.X.1362); ne fu mecenate Mico (o Buonamico) di Lapo dei Guidalotti (popolo Santa Maria Maggiore). Portale di pietra, sul cui architrave sono scolpiti il martirio di Pietro da Verona e l'arme della famiglia Guidalotti. Ai lati, due magnifiche bifore con colonne tortili di marmo su una parete tutta incrostata di marmi bianchi e neri.
L'aula, su pianta quadrangolare, con piccola abside ed altare (dedicato al Corpus Domini, e qui polittico 1344 di Bernardo Daddi dal tema eucaristico), poggia la sua ampia volta a crociera su quattro pilastri d'angolo. Il Guidalotti volle pareti e volta affrescate. Per questo lasciò 325 fiorini d'oro (9.VIII.1355). Ma solo un decennio dopo, il priore fra Zanobi di Bonaccio dei Guasconi (OP 1337-38, † 15.VIII.1383) provvide a dare esecuzione alla volontà del generoso Mico, affidando il compito ad Andrea di Bonaiuto da Firenze (1365-1367). Iscrizioni nei cartigli del polittico di Bernardo Daddi (1344), a partire da sinistra: - san Pietro: «Redempti estis de vana ve [sic] vestra conversatione pretioso sanguine quasi angni immaculati et incontaminati Iesu Christi [seguono lettere in grafia orientale, cufica?, simulata?]». - san Giovanni Evangelista: «Hic est panis qui de celo descendit, non sicut manducaverunt patres vestri manna et mortui sunt; qui manducat hunc panem vivet inn·eternum [seguono lettere cufiche]». - Gesù: «Ego sum panis vi(vu)s qui de celo descendi [seguono lettere cufiche]». - san Giovanni Battista: «Ego vidi et testimonium peribui [sic] quia hic est filius Dei [seguono lettere cufiche]». - san Matteo: «<Ac>cepit Iesus panem, benedixit ac fregit deditque discipulis suis, ait: Accipite et commedite, oc [sic, senza h] est corpus meum [seguono lettere cufiche]». Bernardo dispone di buona consulenza biblico-teologica nella scelta ed articolazione delle iscrizioni, centrate sull'eucaristia; il testo lo scrive come può, lui o un suo aiutante di bottega. a) de vana ve vestra conversatione: incompleta iterazione, non riparata: b) inn·eternum testimonia fonetismo volgare trasferito a trascrizione latina; c) peribui, e soprattutto oc est [= hoc est] sacrificano un grafema indebolito nel fonetismo volgare. Polittico esposto nell'altare della sala capitolare. Nessuna obiezione! |
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Progetto iconografico nelle pareti e nella volta: storia della salvezza e sua trasmissione nei tempi della chiesa e del mondo; ruolo e missione dell'ordine domenicano. Vi fanno da trama i simboli precipui dell'ordine domenicano: il fondatore Domenico da Caleruega nella parete est (i domini canes pezzati bianco e nero - domenicani dell'interpretatio nominis - sono i cani del Signore che proteggono le pecore dalle vulpecule, tradizionalmente per eretici), Pietro da Verona nella parete sud (disputa con gli eretici), Tommaso d'Aquino nella parete ovest. I tre santi dell'ordine allora cononizzati. E somma della coscienza che l'ordine elaborava allora di sé; al massimo della propria realizzazione, alla vigilia già preannunciata della decadenza. |
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Parete est. Chiesa (dai ministri gerarchici al popolo di Dio, seondo il modello tardomedievale), società civile, vita e peccato, conversione, grazia, salvezza. |
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Parete sud. Predicazione e legenda di Pietro da Verona († 1252). Su questa parete, dopo la concessione del capitolo alla colonia spagnola di Firenze, fu costruita un loggiato sovrastante l'intero lato settentrionale del chiostro; lo si trova denominato “pontile” o “pontile del noviziato” perché connetteva noviziato/dormitorio orientale con sagrestia/chiesa; demolito negli ultimi anni dell’800. Gran parte degli affreschi venne distrutta. Superstiti alcuni frammenti della vita del santo. | ||
Parete ovest. Arti e scienze (Divisio scientie), suoi simboli e "inventori", subordinate (la subordinatio delle discipline nella epistemologia della scolastica medievale) alla sacra dottrina, personificata in Tommaso d'Aquino († 1274, canonizz. 1323). Costui è sì fulcro compositivo della raffigurazione, ma tramite i simboli dell'autorevole e pubblico insegnamento della sacra dottrina: libro aperto (uno degli insignia magistralia, lo si consegnava al magistrando con la formula «Et primo do tibi librum…») e cathedra magistralis (sopravvenuta alla cathedra episcopalis); capitolo generale 1278: «bacallarii autem qui legunt extraordinarie non ascendant cathedram propter reverentiam magistrorum» (MOPH III, 197/4-5); «non sedeant in cathedra lectorum sed in alio loco magis humili eis seorsum separato» (MOPH IXX, 79/14-15). Dall'eminentissima cathedra magistralis Tommaso esibisce il testo Sap. 7,7-8 «Optavi et datus est mihi sensus, et invocavi et venit in me spiritus sapientie, et preposui illam regnis et sedibus» | «Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito della sapienza, la preferii a scettri e a troni» (trad. CEI) (testo biblico tra le lezioni dell'ufficio di san Tommaso? da verificare in breviari del Trecento). |
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Parete nord: passione di Gesù, percorso al calvario, crocifissione, discesa nel limbo. Vele della volta: resurrezione apparrizione ascensione di Gesù, discesa dello Spirito nel cenacolo, chiesa-navicella nel mare del mondo; esposta a venti e flutti. |
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Compagnia San Rocco. Vi si radunò per breve tempo, sembra.Testimonianza 16.VIII.1489 dal perduto libro del borsaio: ASMN I.A.30, p. 146.
Diverrà "cappellone degli spagnoli"
da quando (1565-66) viene concesso ad Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, come luogo di culto per l'allora colonia spagnola di Firenze, dedicato a Iacopo Apostolo. Concessione verosimilemte trattata con l'Opera di SMN (cf. MD 19 (1988) 410-11), perché negli atti del consigli
conventuali di quegli anni (ASMN I.A.7, ff. 1-6) non vi è traccia della questione. |
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sagrestia del capitolo | |
ASMN I.A.7, Liber consiliorum A, f. 30v (9.VII.1592): «prior patribus proposuit utrum ostium quoddam quod a cemeterio fratrum in sacrarium hispanorum sacelli seu capituli fratrum ducit, absque eius ac patrum assensu factum, occludi deberet. Qui ob commodum inde futurum, deliberaverunt quod ita remaneret nec alio modo clauderetur». |
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I.P. Grossi, "Arti" e "Scienze" nel "Trionfo di s. Tommaso" di Andrea di Bonaiuto. Ipotesi di interpretazione, MD 8-9 (1977-787) 341-53. P.F. Watson, The Spanish Chapel: portraits of poets or a portrait of christian order?, MD 11 (1980) 471-87. M.G. Chiappori, I tre Polo nella "Ecclesia militans" di Andrea Bonaiuti in SMN a Firenze, «Quaderni medievali» 15 (1983) 27-51. Lunardi, Arte e storia 67-84. J. Polzer, Andrea di Bonaiuto's Via Veritatis and Dominican Thought in Late Medieval Italy, «Art Bulletin» (June 1995) 263-89. A. Tartuferi, Bernardo Daddi. L’Incoronazione in SMN, Livorno (Sillabe; per Galleria dell’Accademia di FI) 2000. S.I. Camporeale, Lorenzo Valla. Umanesimo, Riforma e Controriforma. Studi e Testi, Roma (Ed. di Storia e Letteratura) 2002, 134-37. J. CANNON, Religious Poverty, Visual Riches. Art in the Dominican Churches of Central Italy..., Yale University Press, 2013, 178-96. |
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