13. Cappella "della Pura", o della Purificazione di Maria, o cappella Ricasoli

crucifixus dolorosus di SMN, attualmente (dal 2000) sopra la porta d'entrata alla cappella della Pura

Si accede alla cappella della Pura dalla navata orientale della chiesa. Sulla porta d'entrata è stato ricollocato, dopo il riordino 1999-2000 della chiesa, il crocifisso cosiddetto della beata Villana ( 1361); sappiamo per certo che fu posto sopra il sepolcro di Villana, non necessariamente ch'ella l'avesse contemplato in vita; il che lascia impregiudicati due tempi distinti tra produzione del manufatto e accessione a SMN.

Croce con quadrilobi dipinti raffiguranti flagellazione, derisione, discesa al limbo, giudizio universale; crucifixus dolorosus ligneo dipinto, dal corpo coperto di piaghe ulcerate, corona spinea, capelli impastati nel sangue, grandezza naturale; fattura e provenienza germanica, prima metà del Trecento (Melczer); d'artista spagnolo di cultura o lingua inglese (Ragghianti). Non evidente l'origine oltramontana, prodotto invece locale, a giudizio di KALINA, al pari di numerosi altri crocifissi consimili (area umbro-toscana, incluse altre chiese domenicane quali Siena e Orvieto), evoluti in gran parte da taluni possenti modelli scolpiti da Giovanni Pisano († post 1314).

Del genere diffuso in Toscana dal movimento penitenziale dei Bianchi 1399? Sottoposto a radicale restauro negli anni 1970 (era stato ridipinto a monocromia scura). Sovrastava il sepolcro di Villana fino al 1576, quando fu trasferito in questa cappella «nella pariete del muro della via di rimpetto a l'altare» (ASMN I.A.311, f. 117v). La riproduzione fotografica qui disponibile sembra aver calcato la tonalità rosso-sangue del corpo crocifisso.

AA. VV., SMN: La basilica (1981) 264-45: in origine sola croce simbolica (senza il corpo del Cristo, aggiunto più tardi), con i quadrilobi dipinti.

W.Melczer, Crocifisso detto della beata Villana (1981)

A.M. Giusti, Un dipinto inglese del Duecento a Firenze, «Bollettino d'Arte» 23 (1984) 65-78.

C.L. RAgghianti, Arte inglese (?) a Firenze, «Critica d'Arte» 50 (1985) 82-83; Croce spagnola a Firenze, ib. 52 (1987) 85-87.

i. kyzourová - p. KALINA, The Přemyslovskỳ crucifix of Jihlava stylistic character and meaning of a crucifixus dolorosus, «Wallraf-Richartz-Jahrbuch» 57 (1996) 35-64; non tratta espressamente del nostro crocifisso bensì di quello del convento domenicano boemo di Jihlava, ma di notevole interesse per seguire il genere dei crucifixi dolorosi, loro stilitica, diffusione, e spiritualità di cui sono portatori.

M. TOMASI, Il Crocifisso di San Giorgio ai Tedeschi e la diffusione del "Crocifisso doloroso", AA. VV., Sacre passioni. Scultura lignea a Pisa dal XII ad XV secolo, Milano (Motta Ed.) 2000, 57-76.

pavel KALINA, Giovanni Pisano, the Dominicans, and the Origin of the "crucifixi dolorosi", «Artibus et historiae» 24 (2003) 81-101. Copia dell'A. a p. Marino, giug. '05.

AA. VV., L'arte a Firenze nell'età di Dante 1250-1300, Firenze (Giunti) 2004, 150-51, Cat. 41, "Pittore inglese, attivo nella seconda metà del XIII secolo": scheda firmata da Annamaria GIUSTI. «Se possiamo ritenere certa l'origine oltramontana della Croce, di recente ribadita anche dal Bellosi (2003), seppure con una possibile opzione fra Inghilterra o Francia, rimangono sconosciuti l'occasione e la data dell'arrivo, comunque antico, in SMN...» (150c). L'A. non ha preso ancora visione della dissonante e articolata ricostruzione proposta dal KALINA (2003).


Alcuni fatti prodigiosi attribuiti ad una Madonna affrescata in uno degli avelli del cimitero, sul lato orientale della chiesa, diedero origine alla cappella della Madonna della Purità, o della Pura. L’avello in questione è l’ultimo sulla fiancata della chiesa, e i fatti sarebbero accaduti in ottobre 1472. Il 22 giugno 1474 il convento di SMN concede a Ranieri e Lorenzo, fratelli e figli d'Andrea di Naldo dei Ricasoli, terreno nel cimitero («in angulo ecclesie», dov'era sepoltura appartenente alla famiglia della Luna) per la costruzione d'una cappella in onore della Beata Vergine, sotto il titolo della Beatissima Vergine della Purità, con diritto di porvi loro armi.

«Raynerius et fratres de Ricasolis de Florentia habuerunt confirmationem cappelle eis concesse in Sancta Maria Novella a fratribus de cappella que dicitur Puritatis, et unius misse dicende per??? ad altare dicte cappelle, sicut continetur in publicis instrumentis inde confectis. Datum Rome, xxiij novembris <1475>» (AGOP IV.3, f. 127r).

 

Compagnia della Pura (1475) | San Niccola da Tolentino, detta dell'Osso | Santissimo Sacramento

In connessione con i fatti suddetti sorge nel 1475 anche la compagnia dei Fanciulli della Purità, o compagnia della Pura, con diritto d'uso dei locali sottostanti la cappella Santa Caterina d'Alessandria.
A ridosso dei drammatici anni '30 del Cinquecento, la compagnia si ricostitutì, incorporando (1534) alquanti contratelli provenienti dall compagnia
San Niccola da Tolentino [OESA † 1305, canonizz. 1446], detta volgarmente dell'Osso, con sede in Sant'Egidio
Con l
a compagnia della Pura si fuse nel 1544 quella del Corpus Christi o del Santissimo Sacramento. Confraternita laica di lunga resistenza e di notevole ruolo sia nella pietas religiosa che nel peso amministrativo e decisionale; non senza ricorrenti contrasti con il governo del sagrestano e del capitolo conventuale («discussis gravibus incomodis malisque in dies emergentibus ob diuturna dissidia inter conventum nostrum et confratres venerabilis societatis vulgo dicte della Pura...», ASMN I.A.19, ff. 48v-49r, 3.III.1731).
Pincipale scopo, organizzare e accompagnare le pubbliche processioni del Santissimo Sacramento. Statuti del 1564: cf. Orlandi, La cappella 27-31.

Per la ripresa ottocentesca, dopo le soppressioni leopoldine, vedi ASMN I.D.155 Capitoli della venerabile compagnia del Santissimo Sacramento e san Niccola da Tolentino di SMN detta della Pura (1800).

Cappella composta da due parti, cioè dalla piccola o della Madonna a mo’ di tempietto, e dalla grande del resto del vano, fatta costruire dai Ricasoli e rimaneggiato dal Baccani nel 1841.

A sinistra, entrando, a ridosso del muro della chiesa dove era l’avello con la Madonna prodigiosa, vi è la cappella piccola con gli ornamenti in marmo (pilastri con alto basamento rettangolare, con  scolpiti vimini intrecciati e capitelli dorici, altare, balaustra e soffitto con quattro cassettoni). Sull’altare l’affresco Madonna della Pura o dell'Umiltà: Vergine (dalla delicata dolcezza) allatta il Bambino, santa Caterina d’Alessandria e figura della committente; scuola toscana della secondo Trecento.

Gli altri pilastri sono  in stucco. Accanto al tempietto, sulla parete sinistra della cappella, tabernacolo di santa Lucia con committente in preghiera, opera di David di Tommaso di Corrado Bighordi o Ghirlandaio (1494).

Sull’altare della cappella grande è stato ricollocato, dopo i restauri 1999-2000, il crocifisso attribuito a Baccio da Montelupo (antecedemtemente restaurato era stato riposto a metà anni 1990 in convento, tra sala comune e atrio del refettorio). Proveniente, secondo testimonianza del Fineschi, Memorie sopra il cimitero 96, dalla già cappella della compagnia Gesù Pellegrino.

S. Orlandi, La cappella e la compagnia della Purità in SMN di Firenze, Firenze 1958.