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 6.  Le cronache viterbesi
(Ignazio di Giovanni Manardi da Ferrara 1557; Gabriele Pollioni da Viterbo 1610; Giacinto dei Nobili Romano 1615-
1618; Pietro Pichi da Trevi † 1637)

Spoglio vasto, quello del Salmini, quasi un collettore della tradizione cronachistica e archivistica del convento, incluse iscrizioni tombali o commemorative. E coscienzioso. Perché il riscontro con la Cronica compendiata di Giacinto dei Nobili, di cui diremo subito, prova che il Salmini trascriveva con scrupolo perfino i marginalia apposti dal Nobili alla propria Cronica grande (quella letta dal Salmini e per noi perduta) per segnalare di volta in volta le fonti. Approdata tra gli spogli miscellanei a disposizione degli annalisti settecenteschi dell'ordine, la Cronologia Gradensis è stata ampiamente usata. Da essa il Mamachi ha tratto la convinzione dell'esistenza d'un Chronicon viterbese di metà Trecento: «ex antiqua cronica conventus» dei marginalia e del testo della Cronologia Gradensis.

a. La cronaca mendace

Raccogliamo anzitutto il caso insolito d'una cronaca ripudiata dai frati. Dove avremmo la prova in negativo che la cronica conventuale anziché iniziativa individuale (tale sarebbe un diario personale) è documento pubblico della comunità domenicana, soggetta a comune approvazione, se solo fossimo certi che s'intenda dire d'una cronica conventus e non semplicemente d'una cronica circolante in convento. Racconta dunque il Salmini nel c. 5, sotto la rubrica "De sanctis qui fuerunt in hoc conventu":

Legi in quadam cronica manu scripta conventus (quae utpote in multis mendax, inter libros prohibitos fuit a patribus huius conventus merito proiecta) quod sanctus Vincentius Ferrerius [ 1419, canonizz. 1455. SOPMÆ IV, 458-74] Viterbium et ad hanc accesserit ecclesiam et populo viterbiensi verbum Dei in publicis concionibus protulerit.

Sed in hoc audiat(ur) magister de Nobilibus cronicus sincerus: A quibusdam audivi quod per civitatem Viterbii sanctus Vincentius ordinis nostri pertransierit et quod in sugesto lapideo affixo parietibus ecclesiae Sanctae Mariae Novae verbum Dei praedicaverit. In cuius rei memoria tota illa ecclesia imaginibus dicti sancti repleta erat, licet in illius dealbatione una tantum relicta fuerit (quae modo non apparet). Verum sit an non, nescio. Dubie appono, quod dubie per traditionem (quae adhuc valde viget) a secularibus et antiquis audivi, et in quibusdam manuscriptis parum veracibus legi, licet nullum inveniam fundamentum, immo contrarium eliciatur ex communi intelligentum opinione, et ex Leandro Alberto… (pp. 184-85; ai margini di p. 185: In cronica conventus f. 187; Hyacintus de Nobilibus in cronica conventus scripta anno Domini 1615).

■ Più a scopo di curiosità che di verosimile pertinenza alla "cronica mendax" viterbese: «Magistro Christoforo de Viterbio provinciali romano datur plenaria auctoritas contra magistrum Nicolaum de Viterbio, qui dicitur legisse libellos famosos contra patres conventus viterbiensis» (AGOP IV.3, f. 290r: 26.II.1476).

b. Cronaca d'Ignazio Manardi da Ferrara (1557)

Ignazio di Giovanni Manardi da Ferrara (1495-1557), domenicano dal 1518 in San Marco di Firenze, di fede savonaroliana, aveva compilato nel 1557 una Cronica del convento Santa Maria in Gradi di Viterbo (Salmini, Cronologia Gradensis 165); nella stessa Viterbo, dove Ignazio risiedette negli anni 1551-57 e morì il 7 settembre 1557; «in cronica huius sui conventus» (Salmini p. 260). La cronaca viterbese non ci è pervenuta. Ci è pervenuta quella lucchese, esattamente il Liber chronicorum conventus Sancti Romani de Luca (il Manardi scrive "chronica, chronicorum" plurale neutro), avviato nel 1525 e da altri continuato fino al primo decennio del Secento (Lucca, Bibl. Statale 2572 (xvi-xvii), cart., 258 x 175, ff. 109). Scandito su due periodizzazioni: I) «ea continet quae a principio usque ad annum 1489 contingere», termine motivato dall'incorporazione del convento alla congregazione riformata di San Marco; II) «quae deinceps», suddivisa a sua volta in: 1. priores, 2. receptio et professio, 3. fratres in hoc conventu defuncti (non soltanto figli del convento, sembra intendere):

ed. Verde-Corsi, MD 21 (1990) 1-84. Sul Manardi: I. Taurisano, I domenicani in Lucca, Lucca 1914, 90-92, 240; M. Trigari, Momenti e aspetti del sovonarolismo a Lucca, «Critica storica» 6 (1967) 590-624; Verde-Corsi  xxxii-xxxiv, 551-56, 605a. 

Dunque sulla tipologia strutturale delle cronache quadripartite elaborate a inizio '500 nei conventi riformati, benché il lessico insinui variazioni.

Primo videlicet loco pertinentia ad conventum que sunt memoria digna. Secundo priores qui in hoc conventu pro tempore successive pręerunt. Tertio fratres qui nostre religionis habitum suscipientes vitam regularem profitebuntur, qui et dicuntur filii huius conventus. Quarto omnes predicti fratres professi et filii huius conventus qui tam in hoc conventu quam in aliis ex hac vita migrabunt

progettava il Liber cronice conventus Sancti Marci de Florentia (1505-09) o Annalia (BL, S. Marco 370, f. 2v).

Per Lucca il Manardi non disponeva d'una precedente cronica fratrum, cosicché racconta i primi tre secoli di storia con frammenti recuperati dai diplomi conventuali, epigrafi, atti dei capitoli generali e provinciali, cronica ordinis, e altre fonti disparate. Della Cronica viterbese rimane quanto riversatosi nella Cronologia Gradensis del Salmini; incluso quel che vi approda, sia pur anonimamente, tramite il cronista intermedio Giacinto dei Nobili. «Compilata anno 1557 a fr. Ignatio de Ferraria» (Salmini p. 165), un quarto di secolo dopo lo scioglimento delle congregazioni riformate nella nuova provincia Romana riformata (1530). Sarebbe stato di qualche interesse conoscere gli umori d'Ignazio Manardi sul nuovo corso; lui che aveva già bollato la vita riformata pre-savonaroliana come vacua parola (Verde-Corsi 13: «quam tamen observantiam praecipue in ultimis annis solo vocabulo ex iis quae ipse legi et a fide dignis audivi fuisse arbitror»). Una citazione letterale di 11 righi della Cronica viterbese (Salmini p. 260) sul soccorso della Madonna a favore dei mendicanti contro gl'intrighi del clero secolare nella Parigi di metà XIII secolo. Agli inizi della storia, dunque. La rubrica marginale recita: ex antiqua cronica conventus. Nessuna incongruenza, né per il Salmini (1706) né per Giacinto dei Nobili (1615-16), rinviare alla compilazione del Manardi (1557) come all'antiqua cronica conventus.

c. Non insisto sulle Antiquitates civitatis viterbiensis et coenobii in ea S. Mariae ad Gradus di Gabriele Pollioni da Viterbo OP. Così passate ai repertoristi sull'autorità di Quétif-Échard (SOP II, 373a). I quali però qui raccolgono solo quanto leggono in V.M. Fontana e Tommaso Malvenda.

V.M. Fontana, De Romana provincia ord. Praed., Romae 1670, 359: «Fr. Gabriel Pollonius Viterbiensis de conv. S. Mariae ad Gradus scripsit additionem ad Historiam Imaginis B. Virg. super Quercum. Vivebat 1610. Lucari(nus).». Cf. A. Carosi - G. Ciprini, Gli ex voto del santuario della Madonna della Quercia di Viterbo, Viterbo (Cassa di Risp. della Prov. di Viterbo) 1993, 349.

Th. Malvenda, Annalium sacri ord. Praed. centuria prima, Neapoli 1627, 330b-331b (s. Domenico in Viterbo e fondazione del conv.); «vetustae eiusdem coenobii <S. Mariae ad Gradus> memoriae ad nos missae testantur» (330b); «ex fide antiquorum eiusdem conventus monumentorum, que R. P. Fr. Gabriel Pollonius Viterbiensis, summa diligentia collegit, referamus, ea sic habent: Gradii plures… (lunga citazione: sogno del card. Capocci e fondazione della chiesa, la stessa che leggiamo anche nel Salmini). Hactenus veteres et fide dignae scripturae conv. Viterbiensis de eius fundatione» (331a-b). Cf. AGOP XI.5750/5 (P. Mothon, Rome 19.XI.1903, nota sulle «sources historiques» del conv. dei Gradi).

Il Salmini, che passa in rassegna le fonti conventuali, rammenta sì Gabriele, e suo fratello Raffaele, per contributi alle suppellettili preziose della chiesa negli anni 1610 e 1613, ma non ne conosce compilazioni storiche sul convento viterbese (Salmini, Cronologia Gradensis 208). Avrà utilizzato, Gabriele Pollioni, la Cronica di Giacinto dei Nobili?

I. Taurisano, I domenicani in Lucca, Lucca 1914, 240: «Durante la sua <del Manardi> permanenza nel convento dei Gradi in Viterbo, scrisse la cronaca di quel convento, cf. Cod. 31 della Capitol. di Viterbo, Memorie e documenti sulla Chiesa di Gradi p. 2 "Haec omnia deduxi ex Cronica huius conventus compilata a fratre Ignatio de Ferrara". Le ricerche per rintracciare quella cronaca sono riuscite sinora infruttuose». Il brano qui citato è identico a quanto si legge nella Cronologia Gradensis (1706) del Salmini, AGOP XIV lib. C, I, p. 165. Cf. AA. VV., Annio da Viterbo, Documenti e ricerche, Roma 1981, 210-11, dove si cita Giacinto dei Nobili e Pollioni dal «ms. nella Bibl. Comun. di Viterbo, n. 31».

d. Giacinto dei Nobili Romano OP, Cronica Sanctae Mariae ad Gradus de Viterbio (1615-16). Non pervenuta. La conosce e la utilizza ampiamente la Cronologia Gradensis (1706) del Salmini, talvolta ne trascrive brani alla lettera.

«Anno 1599. Fr. Hiacintus de Nobilibus Romanus, praedicator generalis, multorum conventuum cronologicus, huius conventus filius» fa donazioni di suppellettili alla chiesa dei Gradi (Salmini p. 209). Nel 1615 «fr. Hyacintus de Nobilibus, huius conventus cronologicus et filius» dona molte reliquie e reliquiari (ib. pp. 190-91). «Fr. Hiacintus de Nobilibus Romanus haec de se ipso scribit in sua Cronica Gradensi folio 256: Ego annum agens 19 et menses 9 habitum clericorum accepi anno 1594, 6 novembris, a fr. Ignatio Festino183 provinciali, et anno evoluto in manibus eiusdem existentis prioris publice professus sum. Factus sum praedicator generalis post reversum meum ex Ragusio et Dalmatia a rev.mo patre fr. Seraphino Sicco Papiensi magistro ordinis die 17 maii 1615. Usque modo, praeter hanc cronicam, texui illam conventus urbevetani, anagnini, pisani, et cronicam monasterii Sanctae Mariae in Campo Martio de Urbe184, cronicam d. d. episcoporum viterbiensium, composui librum dictum Contemplationi da farsi nell'oratione e nel ricevere il santissimo sacramento dell'altare, et Orationi iaculatorie ad ogni occasione, La sferza de' Bianti, et alios parvos libellos» (ib. p. 251).

La Cronica Sanctae Mariae ad Gradus composta o portata a termine tra 1615 (Salmini p. 185) e 1616 (p. 259); anteriormente al 1618 (p. 252 rr. 8-9); suppone 1615 (pp. 190, 231). Continuata o aggiornata da altri? cf. ib. p. 209 (aa. 1653). Di notevole estensione, se il Salmini arriva a citare f. 288 (p. 217), f. 271 (p. 224). «In un gran volume», dice lo stesso autore nella Cronica compendiata (APR, F.IV.11, p. VI), «nell'opera grande» (p. 24).

Cf. V.M. Fontana, De Romana provincia ord. Praed., Romae 1670, 361: «F. Hiacyntus de Nobilibus ex conv. Gradensi scripsit historiam fundationis et progressus sui conv. S. Mariae ad Gradus de Viterbio. Ex illius monum.». SOP II, 408. G. Mattoli, Vita del b. Giacomo Bianconi da Bevagna, Roma 1729, 157-58 (il Nobili in Bevagna, ma nulla sulla Cronaca). Verde-Corsi 469: Lucca 8.I.1619.

e. Giacinto dei Nobili OP, Cronica compendiata di Santa Maria in Gradi di Viterbo (1616-18 ca.). Roma (Conv. S. Maria sopra Minerva), APR F.IV.11 (xvii in): membr., 214 x 160, pp. VI-56; coperta a piatti lignei con legatura dorsale di cuoio. Una mano secentesca scrive il tutto, salvo cap. 1 (pp. 1-4) d'altra mano coeva su bifolio inserito in secondo tempo nell'originale binione, e che pertanto ha imposto di riscrivere la numerazione dei capitoli, passati dagli originali 28 ai 29 definitivi. Una terza mano coeva verga marginalia indicanti le fonti, e talvolta integra; un corredo marginale che potrebbe ben appartenere alla mano dell'autore Nobili. In p. 52 marg. inf., ad esempio, tale mano aggiunge con richiamo a fine capitolo sui frati illustri del convento: «Fra Pietro Picchi da Trievi maestro in Teologia, peritissimo nella lingua Hebrea, actual predicatore alli Hebrei in Roma, de' quali molti ha convertiti alla fede di Cristo. Ha dato alla stampa l'anno 1618 un'opera intitolata tractato della passione e morte del messia contro li Hebrei. Spero fra poco tempo si vedranno altre opere sue». Pag. I-IV bianche.

Un termine ante quem, 1618, di buona tenuta.

Pietro Pichi da Trievi OP, Trattato della passione e morte del messia contra gli ebrei, Roma (Stamperia della Spada) 1618. Pubblica altri scritti nel 1621, 1622, 1625 (Le stolte dottrine…). Nel 1627 si ritira a Trevi, dove muore nel 1637. F. Satta, Predicatori agli ebrei, catecumeni e neofiti a Roma nella prima metà del Seicento, Univ. degli Studi di Roma "La Sapienza", Fac. Lettere e Filos., Tesi di laurea 1983-84, c. 3 (Un avversario della cabala: Pietro Pichi), pp. 128-220.

In Salmini, Cronologia Gradensis (1706), AGOP XIV lib. C, I, p. 251: «Librum composuit ac praelo dedit anno 1618 inscriptum trattato della passione e morte del messia contro l'hebrei, et alium librum edidit inscriptum Le stolte dottrine degl'hebrei».

AA. VV., Santa Maria in Gradi, Viterbo (Univ. degli Studi della Tuscia) 1996, p. 7n: Viterbo, Biblioteca degli Ardenti, ms. 131.II.C.IV.38 (è una trascrizione della Cronica compendiata realizzata nel 1892 da Cesare Pinzi).

«Cronica della Chiesa et convento di Santa Maria in Gradi di Viterbo dell'ordine de' Predicatori della Provincia Romana composta dal molto rev. P. Fra Iacinto de' Nobili Romano, predicator generale dell'istesso ordine» (p. V). «L'autore a' lettori saluti. Dopo l'haver con molte fatiche ridotto a' perfettione la Cronica del Convento di Santa Maria in Gradi di Viterbo dell'ordine nostro de' Predicatori in un gran volume, mi son risoluto di fare il presente compendio di essa in nostra lingua volgare, in cui non si leggerà cosa che non sia cavata da Istorie, Bolle, Instrumenti et altre scritture autentiche…» (Prol. p. VI).

Ne fisso il titolo in Cronica compendiata di Santa Maria in Gradi di Viterbo. In volgare, sintetica, ordinata in 29 brevi capitoli tematici. La cornice della cronaca quadripartita  -  tale dovev'essere quella d'Ignazio Manardi  -  aveva nel frattempo esaurito le potenzialità a rispondere a nuovi bisogni, mentre la divisione dei compiti aveva trasformato in autonomi libri conventuali (Liber vestitionum e Liber mortuorum attestati nel primo Secento: Salmini p. 544 marg. s.) antiche sezioni della cronaca quadripartita. Ecco i titoli dei capitoli, che hanno il merito di raffigurare l'articolazione anche della perduta Cronica maggiore:

1 Come Iddio habbia eletto alcuni luoghi ove si edificassero tempii a sé, alla B. Vergine et a' suoi santi.

2 Del disegno, fondatione et donatione della chiesa di Santa Maria in Gradi.

3 Della sacra186 del cemeterio.

4 Della sacra della chiesa.

5 Della coronatione d'Urbano 4°.

6 Della canonizzatione di santa Eduuige.

7 Delle reliquie.

8 Delle vesti et ornamenti sacri.

9 Delle indulgenze.

10 Di alcune fabriche della chiesa.

11. Delli homini segnalati sepolti nella chiesa.

12 Della fabrica del convento.

13 Del padre san Domenico, sua infirmità et apparitione in favore de' viterbesi.

14 D'un frate che fuggì l'esser priore, et della protettione della beata Vergine verso il convento d'i Gradi.

15 Il demonio tenta visibilmente un frate.

16 La beata Vergine apparisce nella chiesa d'i Gradi per mostrar la protettione dell'ordine.

17 Della multiplicatione della farina fatta nel dar elemosina a' frati d'i Gradi.

18 All'istessa contessa <dell'Anguillara della casa di Vico> avenne un alto caso mirabile.

19 Delle varie tentationi de' frati et apparitioni della B. Vergine in Gradi mentre si canta la Salve Regina.

20 Della pace composta tra viterbesi et orvietani da san Thomaso d'Aquino.

21 Delle compagnie.

22 Della translatione del corpo di san Thomaso d'Aquino.

23 Dell'orationi delle quarant'hore.

24 Dell'esercitii spirituali nelli giorni carnevaleschi.

25 Dell'apparitione d'alcuni morti.

26 Modo d'accender il fuoco il sabbato santo.

27 Delli figlioli segnalati del convento di cui s'è potuto haver memoria.

28 Delli monasterii de' monache di Viterbo, cioè di San Domenico et Santa Catherina.

29 Dell'hospidale.

Rilasciano attestazioni autografe di nihil obstat alla stampa, su commissione di Serafino Secchi maestro dell'ordine (1612-28), «fr. Petrus Ioannes Çaragoça de Heredia magister» e «fr. Dominicus Francuccius magister», in Roma, Convento Santa Maria sopra Minerva 2 febbraio 1620 (p. 56, inchiostro qua e là molto evanito).

Altre indicazioni cronologiche: «Io poi li quattro d'agosto 1615 donai circa 38 reliquie…» (p. 15 r. 12, rispondente a Salmini pp. 190-91); «concesse in questo anno 1616» (p. 19 rr. 17-18); «anche oggi si scorgono, come più minutamente ho posto nell'opera grande» (pp. 23-24).

Il compendio fu eseguito subito dopo il compimento della Cronica grande, tra 1616 e 1618.


183 Ignazio Festini (1537-1617), provinciale 1593-95: Masetti, Monumenta II, 76-78. B. Carderi, Cartulario aprutino domenicano, L'Aquila (Deputaz. Abruzzese di storia patria 9) 1988-93, I, 54 (13.X.1590), 58 (23.IX.1591).

184 «et cronicam monasterii… de Urbe» aggiunto al margine sinistro dalla stessa mano. Cf. G. Palmerio, G. Villetti, Storia edilizia di S. Maria sopra Minerva in Roma 1275-1870, Roma 1989, 26 n. 8 (Cron. S. M. in Campo).

186 sacra = consacrazione.


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