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Cronaca antica di Santa Maria in Gradi di Viterbo:
«Archivum Fratrum Praedicatorum» | ||
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Una cronaca trecentesca di Santa Maria in Gradi ↔ Cronica Sanctae Mariae de Quercu |
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"Cronologia Gradensis" di Francesco Salmini (1706): AGOP XIV lib. C, I, pp. 159-424 |
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Note memoriali di Giovanni dei Maiensi (1380) | ASPg, CRS, S. Domenico, Miscell. 66 |
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Le cronache viterbesi | mendace | Ignazio Manardi 1557 | Gabriele Pollioni | Giacinto dei Nobili 1615-16| compendiata 1616-18 |
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Giovanni Nanni ("Annio da Viterbo") glossa il Maiensi (1490 ca.) | Vat. lat. 729 | Miscell. 66 | travagli Gradensi |
7 | Nessuna cronaca trecentesca |
4 | I priori Gradensi secondo Giovanni dei Maiensi (1380) | Priores b c | 8 |
Riassumiamo 1380 1490 1557 1615-16 1616-18 | ë |
Distinguiamola subito, a evitar interferenze toponimiche, dalla Cronica quadripartita (avviata nel 1508) dell'altro convento domenicano Santa Maria della Quercia di Viterbo (1469, formalmente convento 1474: «Archivum Fratrum Praedicatorum» 17 (1947) p. 232/1-2), appartenente alle congregazioni riformate, Lombarda prima e Tosco-romana poi:
Cronica conventus Sanctae Mariae de Quercu (Viterbo), AGOP XI.9400. Cartaceo, mm 277 x 213, ff. 136 originali con relativa cartulazione in numeri arabi, anni 1508-1601 ca. Il blocco numerato ff. 240-329 aggiunto posteriormente, è altro libro conventuale, individuabile nel Libro dei ricordi (aa. 1720-1851). Cronica di pretto genere quadripartito, del tipo diffusosi tra i conventi riformati a inizio Cinquecento. «In nomine Domini amen. In hoc libro, qui dicitur Cronica conventus, quatuor ordinate conscribentur. Primo quidem gesta notabilia pertinentia ad hunc conventum. Secundo loco scribentur priores huius conventus qui pro tempore erunt. Tertio scribentur fratres recepti ad habitum et professionem. Quarto et ultimo fratres defuncti pertinentes ad hunc conventum [dopo segno di chiusa scrittura su rigo incompiuto, stessa mano aggiunge:] et qui in hoc conventu morientur» (f. 1v).
Questa è la «Cronaca del Convento della Quercia (Viterbo)» cui rinvia I. Taurisano, I domenicani in Lucca, Lucca 1914, 78 n. 4; 84 n. 2. Denominazione vernacolare di frequente ricorso "Madonna della Cerqua"!
È questione invece del primitivo convento cittadino di Santa Maria in Gradi. Aveva anch'esso prodotto una cronaca conventuale? del tipo - per intenderci - d'altri conventi della medesima provincia religiosa: Cronica fratrum di Santa Maria Novella di Firenze (avviata nel 1280), di Perugia (1327-31), Orvieto (1346-48), Pisa (fine '300) e Siena (1403). Perché così queste denominano se stesse, cronica fratrum, a distinzione da altri libri conventuali e dalle collaterali cronice ordinis; ed esse pertanto fungono da modello-guida di riferimento.
La prima autorevolissima affermazione la troviamo sotto la penna dei annalisti dell'ordine. Là dove, nella prefazione al primo volume degli Annales OP (1756), passano in rassegna le fonti e si soffermano sulle cronache conventuali. Fatta menzione della Cronica di San Domenico di Perugia (Perugia, Bibl. comunale Augusta 1141) e di San Domenico d'Orvieto (AGOP XIV.28), il prefatore Tommaso Maria Mamachi (1713-1792) prosegue:
Neque discrepans ab hoc <scil. Chronico Urbevetano> erat Viterbiensis medii fere quarti ac decimi seculi, e quo multa Hyacinthus Nobilius, anno fere MDCXV, mutuatus est, transtulitque in suam coenobii sanctae Mariae ad gradus historiam. Sed negligentia ne nostrum, an casu codex ille, quo est Nobilius usus, perierit, nescio. Illud scio, eum a me et diu et perquam diligenter conquisitum, reperiri nusquam potuisse (Annalium ord. Praedicatorum vol. I, auctoribus FF. Th.M. Mamachio, F.M. Pollidorio, V.M. Badetto, et H.D. Christianopulo, Romae 1756 [= Mamachi, Annales I], xxxvii.).
Proprio così. Cronaca conventuale dei Gradi risalente a metà Trecento circa; non dissimile da quella del convento orvietano; a inizio Secento ampiamente utilizzata da Giacinto dei Nobili (MD 18 (1987) 227 n. 1). Ricercata a lungo, rimane introvabile; perduta? smarrita? Siamo nell'anno 1756.
Sulla scia degli Annales, Pio Tommaso Masetti (1864):
Viterbii quoque Gradense Coenobium suum habebat Necrologium: eo enim usus est F. Nicolaus [= Hyacinthus] de Nobilibus in suo Chronico conficiendo circa an. 1630: sed deinde periit, neque illud potuisse a se reperiri nostri testantur Annalistae (In Praef.) ( Masetti, Monumenta I, 22) E poco oltre (I, 26): «Sed certe F. Nicolaus de Nobilibus Viterbiensis historia facta sui Gradensis Coenobii collegit anno circiter 1630, sed hujus operis a pluribus laudati nonnisi breve compendium modo superest ab anonymo an. 1713 confectum, et additionibus locupletatum ad suam usque aetatem».
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Non scivoliamo sulle omonimie! Si tratta di
(a) Giacinto dei Nobili da Roma,
vestizione OP 1594, al lavoro nel primo ventennio del '600, come vedremo.
Qui scambiato con (b) Niccolò di Vincenzo dei Nobili, del convento
spoletano, affiliato al convento di Lucca nel 1639, deceduto nel 1671:
I.P. Grossi,
"Necrologio" della provincia Romana O.P. dal 1656 al 1694, Firenze (Conv. S. Maria Novella, ciclostile) 1978, 25 n° 229.
Verde-Corsi 610b.
Figlio del convento lucchese è (c) Giacinto dei Nobili deceduto nel 1788 (ASMN I.C.111, f. 201v).
"Necrologium" sostituisce i lessemi "Chronicon" del Mamachi e "Cronica" delle autoiscrizioni di siffatti libri conventuali. Cosa ben distinta, per lo stesso Masetti, da ciò che di sua iniziativa titola «Breve Chronicon Gradensis coenobii saeculi XIV» di Giovanni dei Maiensi, ampiamente utilizzato e trascritto (Masetti, Monumenta I, 18, 361-74); a proposito del quale si domanda se merita il nome di cronaca: «Hoc breve compendium Chronicon dixi, sed an hoc nomine mereatur appellari, lectoris judicium esto» (Masetti, Monumenta I, 362).
Il testo di Giovanni dei Maiensi ci è pervenuto, e possiamo vedere con i nostri occhi che cosa sia. E dobbiamo rispondere no, non merita tale nome perché non è, né intende essere, una cronica fratrum, così come quest'ultima non è un necrologio; e neppure è la cronica trecentesca di Santa Maria in Gradi di Viterbo ricercata dal Mamachi. Non perché amiamo far leticare le parole tra loro. Ma perché nelle parole conosciamo. E nelle parole apprendiamo a riconoscere le cose, a distinguerle; nel caso a ritrovarle se smarrite. La «Cronaca di S. Maria in Gradi» (1380) di Giovanni dei Maiensi, così denominata dalla tradizione storiografica, incrocia lessicalmente e contamina la cronica viterbese oggetto di ricerca. L'estensione del nome "Cronaca" alle note del Maiensi, oltreché deviante, dilata i digià indefiniti termini dell'"antica cronaca viterbese" oggetto di ricerca; sollecita inoltre, nell'intento di vagliarne le informazioni, a moltiplicare a monte (sempre sotto la suggestione della "cronaca perduta" degli Annalisti?) le "antiche cronache" conventuali.
Un altro impiccio di lingua. Pubblicate le Cronice fratrum sotto il nome "Necrologio", la perequazione semantica è consumata; la differenza naufraga nella sinonimia.
■ M.-H. Laurent, I necrologi di S. Domenico in Camporegio, Milano (Fontes vitae S. Catharinae Senensis XX) 1937, IX-X e nota 6, 1-45 «Necrologio dei religiosi»; Siena, Bibl. comunale B.VII.4, Cronica fratrum di San Domenico in Camporegio: «in presenti libello» (f. 1r), «presentem cronicam» (f. 1r). Necr. I, XXXV: «Codesti libri, o registri, furono detti obituari, necrologi, ed anche libri dei morti, e, talvolta anche cronaca, come è il caso del nostro necrologio di S. Maria Novella».
Si va alla ricerca di «necrologi/obituari» simili, compilati nei conventi della provincia Romana nei secoli XIV-XV. Anche a quello di Viterbo; ma «questo necrologio, che esisteva ancora nel 1630, è scomparso, cfr. Mamachi, Annales, t. I, p. xxxvii». Il Mamachi in verità parlava di Chronicon viterbese e di historia di Giacinto dei Nobili. Costui, per quel che ci è pervenuto, mai cita il "necrologio" bensì la cronica conventus. Medesime pagine ci rinviano con "Necrologium" alla Cronica di Santa Maria Novella, con "Chronica conventus Gradensis" alla Cronologia Gradensis (1706) di Francesco Maria Salmini, il quale a sua volta attingerebbe «ex chronica fr. Iohannis de Maiensibus» (I. Taurisano, Hierarchia ordinis Praedicatorum, Romae 1916, 84-85).
A proposito infine di fr. Cristoforo di Iacopo Boccacerasa da Viterbo (fl. 1453-77) e relative notizie riferite dal Masetti (Monumenta I, 26), R.J. Loenertz s'interroga sulla fonte cronachistica di provenienza: «probablement d'après la chronique anonyme composée en 1713 que je n'ai pas pu trouver» (AFP 45 (1975) 140-41 e n. 116). A monte, nella trafila da noi ripercorribile, troviamo la Cronica compendiata di Santa Maria in Gradi di Viterbo (1616-18 ca.) di Giacinto dei Nobili: «Fra Christofano di Giacomo Boccacerasa da Viterbo, doppo l'haver governato in più conventi, fu mandato da Sisto 4° il primo d'aprile 1473 a propagar la fede con titolo di vicario generale de' Pellegrinanti per l'amor di Dio nelle terre de' infedeli, e dall'istesso fatto inquisitore con grandissim'autorità, come apparisce nel breve a lui diretto» (APR, F.IV.11, p. 50). Mentre il brano parallelo del Salmini (1706) (AGOP XIV lib. C, I, p. 247), che leggeva la Cronica grande del Nobili, trascina con sé anche i capostiti delle notizie: «libri Privilegiorum ordinis, Bottonius in suis annotationibus seu centuriis». Nessun'ombra d'una "antica cronaca" conventuale.
■ Privilegia per complures summos pontifices ordini fratrum Praed. concessa… iussu impensis & ope rev.mi P. F. Stephani Ususmaris Genuensis eiusdem ord. MG, transumpta & impressa & per R. P. D. auditorem apostolicae camerae authenticata, Romae 1555. Vi si rimandava semplicemente con Liber privilegiorum o Privilegia Ususmaris. Timoteo Bottoni OP, Annali di San Domenico di Perugia (1577-78): Perugia, Bibl. comun. Augusta 1150 (aa. 1200-1400), 1151 (aa. 1401 ss).
Non sappiamo più che cosa esattamente si debba ricercare. Possiamo tuttavia retrocedere d'un passo e ridefinire con profitto il bersaglio (una presunta cronica fratrum del Trecento val pur sempre la pena). Individuare e raffigurarci che cosa sia andato smarrito o perduto inseguendo le impronte di ciò che veramente fu. Le tracce superstiti denunciano l'esistenza d'una trecentesca cronica fratrum di Santa Maria in Gradi di Viterbo?
Abbreviazioni e sigle (oltre le comuni):
BCV = Viterbo, Biblioteca comunale degli Ardenti.
T. Kaeppeli, Dalle pergamene di S. Maria in Gradi di Viterbo, AFP 33 (1963) 243-59.