█ Firenze, marzo-luglio 1311.
Una lettera non
datata di «fr. Iohannes fratrum ordinis Predicatorum in conventu florentino prior indignus» (= fra Giovanni di Falco d'Oltrarno) al cardinal Niccolò raccomanda la causa dei frati nella vertenza col clero fiorentino sul lascito di panni preziosi al convento domenicano fatto in fin di vita da messer Betto dei Brunelleschi.Priori di Santa Maria Novella di Firenze 1221-1325, MD 17 (1986) 280. Nuova cronologia remigiana, AFP 60 (1990) 268-269.
█ Roma, giugno 1312.
Il cardinale Niccolò, in
qualità di legato papale in appoggio a Enrico VII, incorona Enrico imperatore a Roma in giugno 1312. Al cardinale il cronista del convento perugino associa con entusiasmo fr. Annibaldo dei Guidalotti da Perugia, che cantò il vangelo della messa d’incoronazione. Di quest'ultimo la Cronica di San Domenico di Perugia dice: «maxime venit in gratiam plurium cardinalium nostri ordinis, scilicet d. Latyni Romani et d. Nycolay Pratensis, cum quibus moram contrassit [sic] existens eorum capellanus commensalis. Tempore vero quo morabatur actu existens cum d. Nycolao prelato ostiensi episcopo, sub annis Domini mcccxiii serenissimus rex Romanorum Hericus Romam venit pro corona sui ímperii, in cuius coronatione et solemnitate et missa cantata frater prenominatus evangelium ipse cantavit; et dingnum fuit quia super omnes qui aderant melius ipse cantabat» (Perugia, Bibl. comun. ms. 1141, f. 59v).Priori di Santa Maria Novella..., MD 17 (1986) 256-57 n. 7.
█ Gennaio 1313.
L’esercito imperiale d’Enrico VII di
Lussemburgo minaccia le porte di Siena (Cronache senesi, a c. di A. Lisini e F. Iacometti, RR.II.SS. nuova ed., XV/VI, pp. 4, 23-24, 327).Frati domenicani al seguito dell’imperatore: Niccolò da Ligny (redige la Relatio de itinere italico Henrici VII); Niccolò da Prato, Bernardino da Montepulciano (Cronica fratrum Sancti Dominici de Urbeveteri 69: «meruit commorari cum serenissimo principe et domino domino Henricho imperatore nonagesimo sexto sub annis Domini MCCCXIII, suus carus cappellanus existens et confexor; qui linguam gallicam optime noverat, ut suus dominus antedictus»), e Annibaldo dei Guidalotti da Perugia († 1345).
Nuova cronologia remigiana, AFP 60 (1990) 275-276
.█ Capitolo
provinciale, Firenze 1318.Tra i «suffragia pro vivis»: «Item pro reverendo patre episcopo Castellano scilicet domino Lapo nepote venerabilis patris domini Hostiensis q. s. I m. (...) Item pro domina Gente, sorore dicti venerabilis patris domini Hostiensis, et domino Fenso et domina Simona filiis eius q. s. I m.» (MOPH XX, XX, 214 rr. 15-16; 214 rr. 22-23).
■ q. s. I m. = quilibet sacerdos I missam
█ Avignone: 1.III.1321 testamento, 1.IV.1321 decesso.
Testamento e codicillo, Avignone 1 e 2.III.1321, in A. Paravicini Bagliani, I testamenti dei cardinali del Duecento, Roma 1980, 427-36. Vi si nominano «d. Fentius q. Albertini de Prato», detto nipote del cardinale e i frati domenicani Niccolò da Piuvica penitenziario del papa, Ugo da Pistoia, Lanfranco e Cambio da Prato, e tra gli esecutori testamentari fr. Lapo da Prato.
"Fenzio del fu Albertino", dove Albertino era il marito di Gente, sorella del nostro Niccolò; e pertanto "Nicholaus Albertini" è insostenibile!
Firenze, Santa Maria Novella 16.III.1320/1: convento e monastero domenicani di Narni riscuotono, tramite procuratore, rispettivamente 20 e 10 fior. d’oro da legato testamentario del card. Niccolò: «... solvente pro fr. Lapo de Prato dicti ordinis 20 flor. auri, quos venerabilis pater dominus Niccholaus de Prato episcopus hostiensis eidem fratri Lapo dedisse seu dari fecisse dicit pro executione testamenti sive dispositionis ipsius domini Niccholay ut illos daret et traderet ipsi conventui fratrum de Narnia (...) » (ASF, Notar. antecos. 3143 (già B 2129), f. 57v).
Capitolo generale Firenze 1321: il nome del card. Niccolò tra i "suffragia pro defunctis" (MOPH IV, 136 rr. 3-6).
█ Monastero San Niccolò di Prato, 1328.
Per volontà e donazione disposte del card. Niccolò nel suo testamento (1.III.1321), tra febbraio 1323 e luglio 1328 vien costruito a Prato il monastero San Niccolò di monache domenicane.
L. Cinelli, Il monastero di San Niccolò a Prato e i primordi della vita religiosa femminile, AA. VV., Niccolò da Prato..., «Memorie domenicane» 44 (2013) pp. 171-219. In pp. 209-212 il documento d'insediamento delle prime monache (9) nel nuovo monastero, 15 luglio 1328.
█ ASF, Dipl. S. Domenico d'Arezzo 12.VIII.1338: testamento di messer Simone del fu ser Benvenuto della Tenca, già notaio del card. Niccolò da Prato.
Cf. L. Muttoni, Il cardinale Niccolò da Prato per il canonicato veronese di Simone d'Arezzo, «Italia
medioev. e umanistica» 23 (1980) 377-379. cart. Nicc. da Prato05/04/2011. Caro padre Panella,
Le scrivo in relazione al convegno sul cardinale Niccolò da Prato del prossimo giugno per chiederLe la sua disponibilità a presiedere la sessione pomeridiana del 10 giugno. Le allego il programma in cui mi sono permessa di scrivere il suo nome nella speranza che Lei possa accettare: sarebbe per noi un grande piacere e un grande onore!
La saluto cordialmente in attesa di poterLa incontrare presto,
marina benedetti
Niccolò da Prato e i frati Predicatori
tra Prato, Roma e Avignone
Convegno di Studi, Prato, 9-11 giugno 2011
9 giugno ore 14:00
Saluti delle autorità
Grado Giovanni Merlo, La cristianità latina tra XIII e XIV secolo
coffee break
I. La vita del cardinale e L’ordine dei frati Predicatori
Presiede padre Luciano Cinelli
Anna Benvenuti (Università degli Studi, Firenze), Niccolò da Prato nella vita religiosa e politica in Toscana
Francesco Santi (Univ. del Salento, Lecce), Il vescovo e il cardinale
10 giugno ore 9:00
Presiede padre Marco Rainini
Giulia Barone (Univ. La Sapienza, Roma), La curia e i frati Predicatori
(1250-1325)Luciano Cinelli (Memorie Domenicane), Il monastero di San Niccolò a Prato e la vita religiosa femminile (secc. XIV-XV)
coffee break
Marina Benedetti (Univ. degli Studi, Milano), Promozione della santità e repressione dell’eresia
comunicazioni
Federico Lorenzini (Univ. degli Studi, Firenze), Niccolò da Prato: ricerche in archivio
Alberto Cadili (Istituto per le scienze religiose, Bologna), La diplomazia e le missioni legatizie
10 giugno ore 15:00
III. La cultura e i libri
Presiede Giulia Barone
Letizia Pellegrini (Univ. degli Studi, Macerata), La biblioteca di Niccolò da Prato
Giuseppina Brunetti (Univ. degli Studi, Bologna), Nicolas Treveth, Niccolò da Prato e i libri dei classici
coffee break
Marco Petoletti (Univ. Cattolica del Sacro Cuore, Milano), Letteratura e libri ad Avignone al tempo di Niccolò da Prato
Giuseppe Ledda (Univ. degli Studi, Bologna), Dante, Niccolò da Prato e l'Ordine dei Predicatori
11 giugno ore 9:00
IV. le arti e la trasmissione della memoria
Presiede padre Fausto Arici OP
Ettore Napione (Museo di Castelvecchio, Verona), Il cardinale mecenate e la sua memoria figurativa
Daniele Torelli (Libera Università, Bolzano), Liturgia e musica nei manoscritti domenicani del Trecento
coffee break
Anne Reltgen-Tallon (Université de Picardie-Jules-Verne, Amiens), I frati Predicatori ad Avignone all’inizio de Trecento
Giovanna Paolin (Univ. degli Studi, Trieste), Niccolò da Prato nella tradizione erudita domenicana del Sei e Settecento
Andrea Tilatti (Università degli Studi di Udine), conclusioni
Federico Lorenzini, Il cardinale Niccolò da Prato (O.
P.) † 1321. Univ. degli Studi di Firenze, Fac. Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Scienze Storiche, Anno accademico 2009/10, pp. 200. Copia della tesi donatami dall'A., 7.VI.2011, con dedica autografa 16/05/2011. Grazie!Indice
Introduzione
I. Vita del cardinale Niccolò da Prato
1.1. Vita giovanile di Niccolò da Prato
1.2. Niccolò da Prato tra Francia, Inghilterra e Italia: legazioni e conclavi
1.3. La stagione avignonese
1.4. Niccolò sotto il pontificato di Giovanni XXII: tra questioni `spirituali' e canonizzazioni
1.5. Il convento di S. Niccolò a Prato: fondazione e storia
2. La politica toscana di Niccolò: Firenze, Pistoia, Pisa
2.1. Firenze e la guerra civile tra guelfi Bianchi e Ner
i2.2. Niccolò da Prato e la balìa di Pistoia
2.3. Niccolò da Prato e il tentativo di salvare Pisa dall'Aragona: i rapporti tra il cardinale e Giacomo II d'Aragona
3. Niccolò da Prato e i suoi
concittadini in Avignone: nepotismo, favori e cultura pre-umanista dall' Italia alla Provenza3.1. Niccolò da Prato e i
suoi rapporti con Simone della Tenca3.2. Convenevole e Lippo di Acconcio da Ricovero: due notai da Prato ad Avignone
3.3. I nipoti del cardinale Niccolò da Prato
Conclusioni
Appendice
Documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Fi
renzeManoscritto conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Prato
Indice dei nomi
Bibliografia
Minuscola nota di lettura. A sinistra della tabella, lettura del Lorenzini in pp. 169 e 171; a destra mia lettura del documento riprodotto nella relativa foto sovrastante:
Lorenzini |
Panella |
(p. 169) Vanni Albertini qui merito Dominorum Octo fuit operarius et stetit ad reactum faciendum viam pro Sancto Martino x e Christus factus. Lire unam Solidi quinque |
ser Vanni Albertini, qui m(anda)to dominorum Octo fuit operarius et stetit ad reactari faciendum viam de Sancto Martino, pro expensis factis: lir. unam, s. quinque |
(p. 171) Vanni Albertini qui in brevitum comunis fecerat actum |
ser Vanni Albertini et Stephano magistri Bartholomei, qui in servitium comunis fecerunt actari et culmari viam novam de Santo Martino, cuilibet eorum: s. octo |
17.VI.2014. DHN 20 (2011) p. 42 n° 135.
16.I.2015, ricevo:
AA. VV., Niccolò da Prato e i frati Predicatori tra Roma e Avignone, «Memorie domenicane» 44 (2013) pp. 608. Gran bel volume! In pg 599b rinvii alle mie pubblicazioni, e anche a questa pagina web!Dall'introduzione, Uno sguardo
sul cardinale, di Marina Benedetti, pp. 16-17: «Dal momento che ogni introduzione è anche una conclusione, perché gli intenti non possono prescindere dai risultati, è necessaria una ricapitolazione sommaria e schematica dei criteri e delle motivazioni a fondamento di questo volume. L'analisi a tuttotondo di una figura prismatica, e per molti aspetti ancora sfuggente, si pone al centro del più ampio contesto delle iniziative dell'Ordine e di una consolidata rete di relazioni di prelati, politici e uomini di cultura che permettono di mettere a fuoco non solo un capitolo importante della storia dell'Ordine, ma soprattutto un grande personaggio di Prato inserito in nuove e ampie dinamiche di trasformazione della Chiesa e della cristianità tra XIII e XIV secolo, di cui una "visione particolare" è offerta da Grado Giovanni Merlo attraverso il grande affresco di Giovanni Villani (pp. 21-35). Data la scarsezza o, meglio, la vischiosità di informazioni biografiche è parso opportuno fare il punto in modo specifico sulla vita (Federico Lorenzini, pur cimentandosi in un terreno scivoloso per la contraddittorietà dei dati erudito-documentari, consolida alcuni argini biografici, pp. 39-57) e sul suo ruolo di vescovo di Spoleto, prima di diventare cardinale d'Ostia (come accuratamente indaga Francesco Santi, pp. 59-71). Viene inoltre preso in considerazione un aspetto peculiare della carriera ecclesiastico-politica ovvero le missioni diplomatiche, in particolar modo a Firenze nel 1304 (con la consueta creatività analitica se ne occupa Anna Benvenuti, pp. 75-83), ma anche in ambito europeo presso la corte francese e inglese dove può dimostrare le proprie raffinate qualità diplomatiche (come si legge nel documentato contributo di Alberto Cadili, pp. 85-139).Di carattere più generale, ma indispensabili per comprendere a fondo l'ambiente in cui agì frate Niccolò da Prato, sono gli approfondimenti sulla curia e sul ruolo occupato al suo interno dai frati Predicatori (Giulia Barone è un'esperta di tale tema, pp. 143-154) e specificamente ad Avignone (Anne Reltgen-Tallon trae dalle fonti soprattutto interne all'Ordine gli elementi per un'incipitale ricostruzione, pp. 155-167). Un aspetto peculiare caratterizzante un'epoca più che un singolo individuo è la sensibilità artistico-culturale. L'approfondimento dei rapporti con i più importanti uomini di lettere del suo tempo – con tutte le difficoltà che la "caccia" ai manoscritti del passato implica – ha fornito un'iniziale ricostruzione della bibliotheca disiecta del cardinale (ricomposta per quel che è possibile da Letizia Pellegrini, pp. 241-256) e del vivacissimo contesto culturale avignonese (che Marco Petoletti fa rivivere con luminosi bagliori e abbondanza di materiale manoscritto, pp. 257-279).
A ciò si aggiunga la fascinazione per i classici attraverso proficui rapporti interpersonali (come Giuseppina Brunetti mostra con la consueta competenza e maestria, pp. 345-371) che indicano come il cardinale pratese fosse a stretto contatto con le "avanguardie letterarie" del suo tempo. Agli intenti originari si sostituisce il rammarico finale per non aver potuto arricchire ulteriormente il quadro culturale con l'apporto della figura imponente di Dante che proprio al cardinale Niccolò da Prato indirizza una sua Epistola (si acuisce il rincrescimento per l'assenza di un contributo promesso da Giuseppe Ledda). Ciononostante, il solo dato epistolare basterebbe a corroborare un'autorevolezza e un'autorità, oltre che una referenzialità, cementata dall'immagine tramandata dalla triade Dante, Petrarca, Giovanni Villani che i dati archivistici confermano pur in un andamento chiaroscurale nel sempre proficuo rapporto tra storia e letteratura.
Non meno interessante è il tema delle arti e della trasmissione della memoria (figurativa, architettonica, erudita) nella produzione artistico-monumentale a lui collegata e di cui le istituzioni pratesi conservano preziosa testimonianza, come è il caso del ritratto a cui abbiamo fatto riferimento del pittore locale Tommaso di Pietro del Trombetto (in una raffinata e ampia analisi di Ettore Napione, pp. 283-300); mentre a dimostrazione di legami mai allentati, anzi perpetuamente materiali, con la città natìa c'è il travagliato progetto architettonico del monastero di San Niccolò - ora Conservatorio di San Niccolò - promosso e finanziato in suo perpetuo ricordo per ospitare una comunità femminile (ricostruita attraverso l'abbondante documentazione inedita da Luciano Cinelli, pp. 171-219).
Con questi contributi si entra in campi insondati dalla storiografia, passata e recente, in cui la documentazione d'archivio - per lo più inedita - diventa vivace protagonista. È il caso anche del settore liturgico-musicale utile per conoscere un aspetto trascurato e affascinante della storia dell'Ordine dei frati Predicatori (e non solo), e per mostrare come scavi archivistici minuziosi e sistematici permettano di comprendere sensibilità a cui lo storico tout court non presta abitualmente attenzione (ad esempio il caso del cardinale-musicista Latino Malabranca) e addirittura conducano all'individuazione di un pontificale parigino appartenuto al cardinale Niccolò (come si legge nel ricchissimo saggio di Daniele Torelli che ha minuziosamente studiato i manoscritti musicali di Santa Maria Novella, pp. 301-341). L'eterogenesi della ricerca ha qui una manifestazione compiutamente manoscritta. Non meno stimolante è lo "sguardo erudito" attraverso il quale l'Ordine e i suoi rappresentanti nel corso del XVII e XVIII secolo si volge al proprio passato elaborandolo attraverso la figura di un proprio confratello (come con perizia e competenza sa fare Giovanna Paolin, pp. 373-391)». Conclusione di Andrea Tilatti, pp. 395-406. Tavole, pp. 409-456. Note storico-artistiche, pp. 457-512.
■
F. Lorenzini, Niccolò da Prato e la sua famiglia, ib. pp. 39-57: rigorosa ricostruzione della storia familiare e parentale di Niccolò. «Al nostro cardinale sono state attribuite dall'erudizione settecentesca varie origini familiari, ma senza alcun riscontro documentario sicuro» (p. 39). Era quanto io, E.P., andavo dicendo da tempo!■ Pg 59 a fine della nota iniziale: «Per la forma del nome di Niccolò che
adotto (Niccolò di Martino) si vedano la bibliografia e le fonti citate alla nota 21»: pg 66 n. 21, in rapporto alla testimonianza di Battista Piergili (1642): «(...) Con l'ulteriore documentazione di cui SANTI, Riflessioni e notizie, p. 474, nota 27, mi pare che la forma "Niccolò di Martino" debba essere tenuta come accertata». Visto il contesto di ricostruzione genealogica del frate pratese, mi attendevo la riproduzione della testimonianza coeva a Niccolò che confermasse - al di sopra d'ogni sospetto - la paternità di Niccolò = "Niccolò (figlio) di Martino". Dettaglio non di poco conto quando si voglia ricostruire la storia consortile della famiglia e sue ricadute politiche.12.I.2017. Messaggio inviatomi da Alberto Alberti, che programma ricerche su Niccolò da Prato, e sue ascendenze dinastiche.