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  Il «frater L.» di Dante Alighieri,

nunzio (aprile 1304) del cardinal Niccolò da Prato

presso l'Alighieri e fuorusciti fiorentini di parte bianca,

… chi era?

■  = fra Lapo da Prato, frate domenicano  ■

 

1

DANTE ALIGHIERI, Epistola I

2

“frate L.”:  chi è?

3

Proposta d’identificazione

4

Distinguiamo omonimi

 

Niccolò da Prato OP 

¬

Avignone 1.IV.1321


  DANTE ALIGHIERI, Epistola I,

indirizzata al cardinale Niccolò da Prato OP, delegato e paciere papale in Tuscia, Romagna e Marca Trevigiana:

(…) §3. «Sane, cum per sancte religionis virum fratrem L., civilitatis persuasorem et pacis, premoniti atque requisiti sumus instanter pro vobis, quemadmodum et ipse vestre littere continebant, ut ab omni guerrarum insultu cessaremus et usu, et nos ipsos in paternas manus vestras exhiberemus in totum, nos filii devotissimi vobis et pacis amatores et iusti, exuti iam gladiis, arbitrio vestro spontanea et sincera voluntate subimus, ceu relatu prefati vestri nuntii fratris L. narrabitur, et per publica instrumenta solempniter celebrata liquebit».

Mi provo a tradurre. Da una persona di santa religione, quale frate L., persuasore di bene pubblico e di pace, siamo stati sollecitati con persistenza a vostro nome – come contenuto nella vostra stessa lettera – a porre fine ad ogni ostilità militare e rimetterci pienamente nelle vostre mani paterne. Ora noi, quali vostri figli devoti, amanti della pace e della giustizia, deponiamo le spade, e ci rimettamo spontaneamente e sinceramente al vostro arbitrato, come vi sarà riferito dal vostro  nunzio frate L.; e così come apparirà nei docunenti di pubblica testimonianza.

Riassunto di Epistola I (primavera 1304). Scritta a nome dei fuorusciti fiorentini di parte bianca e del loro capitano (Alessandro da Romena) al cardinale Niccolò da Prato, vescovo titolare di Ostia e Velletri, nonché legato apostolico a Firenze (dove era stato incaricato da papa Benedetto XI di tentare una riconciliazione tra Bianchi e Neri), la lettera risponde a una missiva del cardinale. Esordisce scusando il proprio ritardo, causato non da negligenza ma dalla necessità di concordare all’interno della Fraternitas dei Bianchi una risposta comune all’ambasciatore pontificio. Dichiarato di aver preso le armi contro Firenze solo per difendere libertà e pace dei suoi abitanti - libertà e pace che agli esuli stanno a cuore tanto quanto al cardinale -, Dante ringrazia Niccolò per la sua opera di mediazione, meritevole di ricompense celesti, assicurandolo che egli e i suoi compagni son pronti a porre fine alle ostilità in qualsiasi momento. La lettera conclude con una professione d’obbedienza incondizionata degli esuli nei confronti del cardinale.

“frate L.”: chi è il frate, messaggero del legato papale Niccolò da Prato OP presso il conte di Romena (Aghinolfo?), Dante Alighieri e consiglio di parte bianca dei fuorusciti? Ignoto ai dantisti.

DANTE ALIGHIERI, Opere minori, a c. di AA.VV., Milano-Napoli (Ricciardi) 1979, II, 522 n. I: «marzo-aprile 1304»; II, 525 n. 8: «virum fratrem L.: un personaggio, domenicano?, che non è mai stato identificato». M. PASTORE STOCCHI, Epistole, «Enciclopedia dantesca» II, 703-10. G. PETROCCHI, Vita di Dante, Bari 1984, 94-96; «lettera sicuramente databile alla metà dell’aprile del 1304» (p. 95); «Niccolò da Prato manda con lettere un confratello presso il Consiglio bianco» (ib., "confratello" anonimo). F. BRUNI, La città divisa. Le parti e il bene comune da Dante a Guicciardini, Bologna 2003, 53 ss, 56-57 ("un frate L."). E. BRILLI, Firenze e il profeta. Dante fra teologia e politica, Roma (Carocci editore) 2012, 86.

«Sarebbe, a questo punto, estremamente tentante ipotizzare un nome per quel frate non meglio identificato che, stando alla testimonianza della lettera di Dante, già citata, avrebbe coadiuvato nella missione Niccolò da Prato. Remigio [dei Girolami OP] vicino a Benedetto XI, Remigio di famiglia di parte bianca, Remigio impegnato nello sforzo di ideologizzare una pace che è un compromesso, potrebbe essere il nome sconosciuto. Ipotesi tentante che non sopravvalutiamo, ma che riteniamo di proporre per la prima volta come la più naturale nel contesto politico culturale del momento» (M.C. De Matteis, La teologia politica comunale di Remigio de’ Girolami, Bologna 1977, CXXII-CXXIII).

Una proposta d’identificazione esce dal campo della pura possibilità e diventa verosimile se soddisfa congiuntamente due condizioni: a) che il nome del frate cominci con la lettera L; b) che il frate si muova nella cerchia del cardinal Niccolò, del cui messaggio - orale e scritto - è soltanto latore.

 Proposta d’identificazione

fra Lapo da Prato OP

(il suo nome non compare in «Enciclopedia dantesca»)

1291, studente di logica nuova (basata sui libri aristotelici Topici, Elenchi sofistici, Analitici primi e secondi) in Pistoia. Capitolo provinciale Spoleto 1291: «Ponimus studium nove logice: In conventu pistoriensi... assignamus studentes fratres... Lapum et Iohannem de Prato,...» (Acta capitulorum provincialium provinciae Romanae (1243-1344), ed. Th. Kaeppeli, Roma 1941, MOPH XX, p. 101/rr.12-13.16).

1299, lettore in Prato. Capitolo provinciale Pistoia 1299: «Assignamus lectores:... in conventu pratensi fr. Lapus Pratensis,...» (MOPH XX, 131/21-22). Lettore ovvero insegnante di studi di base, come si ricava dalle successive categorie del sistema scolastico del tempo (pp. 131-133). Testo anche in «Memorie domenicane» 45 (1928) p. 355.

1282, anno di formale istituzione del convento San Domenico di Prato. «Concedimus prov. Romanae unam domum ponendam in Prato» (MOPH III, 214/28: 1281). Capitolo provinciale Orvieto 1282: «Ponimus conventum apud Pratum» (MOPH XX, IX n. 4; 62/4-7). Capitolo provinciale Roma 1287: «Curam conventus Pratensis committimus fr. Riculdo lectori» (ib. 77/33).

1301, nominato visitatore dei conventi romani e di Viterbo, Tivoli e Anagni. Capitolo provinciale Todi 1301: «Facimus visitatores: fratres Lapum Pratensem qui visitabit conventum viterbiensem, Sancte Sabine, Sancte Marie super Minervam, thiburtinum, ananinum,... » (MOPH XX, 141/26-28).

1303, nominato predicatore generale. Capitolo provinciale Spoleto 1303: «Facimus predicatores generales: fr. ... Lapum Pratensem,...» (MOPH XX, 148/1.4).

aprile 1304, fra Lapo nunzio del cardinal Niccolò da Prato OP presso Dante Alighieri e fuorusciti fiorentini di parte bianca

tra maggio 1304 e giugno 1311. «Litterae fr. Lapi procuratoris Ordinis ad Aimericum de Placentia magistrum Ordinis super quibusdam dubiis. Sciat vestra paternitas me habuisse diligens consilium cum quatuor valde peritis in iure circa illos casus de quibus mihi significastis. (...)». Manoscritto in Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori (Roma, Conv. Santa Sabina) XIV A 1 (xiv sec.), f. 314r; ed. P.-Th. Masetti, Monumenta et antiquitates veteris disciplinae Ordinis Praedicatorum, Romae 1864, I, pp. 310-311; cf. TH. KAEPPELI - E. PANELLA, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi  IV, Romae 1993, pp. 184-185. Americo da Piacenza, maestro generale dell’ordine domenicano eletto in maggio 1304 (MOPH IV/1 nota 1), dette le dimissioni nel capitolo generale Napoli 1311, celebrato - come d'abitudine - nella settimana di Pentecoste (MOPH IV, 55/20-2; convocazione del capitolo Napoli 1311: MOPH IV, 50/17-19); la settimana di Pentecoste del 1311 andava dal 30 maggio al 5 giugno.

1305, fra Lapo rinominato predicatore generale. Assolti nel 1304 dalla carica i predicatori generali istituiti dal capitolo provinciale Todi 1301 in poi (MOPH IV, 6/5-6), fra Lapo viene rinominato predicatore generale dal capitolo provinciale Rieti 1305: «Facimus predicatores generales: ... Lapum Pratensem» (MOPH XX, 160/27-28).

1306, definitore al capitolo generale di Parigi (Cronica romana, ed. H. Ch. Scheeben, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 4 (1934) p. 118).

1308-1312: in questi anni Lapo è procuratore dell’ordine domenicano. 1308, procuratore dell’ordine domenicano viene nominato dal capitolo provinciale Perugia 1308 definitore al prossimo capitolo generale di Saragozza 1309: «Diffinitor capituli generals fr. Lapus procurator Ordinis, cui socium assignamus fr. Paulum de Pilastris» (MOPH XX, 171/30-31; Cr Ro, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 4 (1934) p. 118); e definitore al capitolo generale di Carcassona 1311 (MOPH XX, 183/10-11: «Diffinitor capituli generalis fr. Lapus procurator Ordinis, cui assignamus in socium fr. Matheum de Ursinis»; «Archivum Fratrum Praedicatorum» 4 (1934) 119). MOPH V, 202; Archivio Generale dell’Ordine dei Predicatori, Roma, XIV A 1, f. 314r; Bullarium OP II, Roma 1730, 109, 112.

Deceduto il cardinal Giovanni Boccamazza (Avignone 10.VIII.1309), fra Lapo da Prato sollecita dall’esecutore testamentario cardinal Niccolò da Prato soluzione del lascito a favore del monastero domenicano San Sisto di Roma (A. Paravicini Bagliani, I testamenti dei cardinali del Duecento, Roma 1980, p. 78; Niccolò esecutore testamentario: ib. p. 380).

Avignone 1.X.1309. A. Cadili, La diplomazia e le  missioni legatizie, AA. VV., Niccolò da Prato e i frati Predicatori tra Roma e Avignone, «Memorie domenicane» 44 (2013) p. 132: «Una delle più importanti missioni diplomatiche connesse alla legazione del 1304, ossia la trattativa con i bianchi fiorentini estrinseci per condurli alla trattativa, è compiuta con successo da frate Lapo Cerlichi da Prato, personalità legata a Niccolò (è tra i suoi esecutori testamentari) e di notevole spessore, come indica la brillante carriera nell'Ordine [E.P., Nuova cronologia remigiana, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 60 (1990) pp. 221-222]. Questo profilo trova conferma nel suo impiego nella più complessa tra le trattative avviate, quella frenetica del 1308-1309 tra la curia, Pisa e Barcellona. Quando la programmata sottomissione della città ghibellina è naufragata, Lapo, procuratore dell'Ordine in curia e "antico" segretario di Niccolò, vi è inviato in extremis per mediare un accordo concernente la sola Sardegna, questa volta senza riuscirvi, ma solo per la precedente partenza degli ambasciatori aragonesi che tronca la vicenda: tanto che questi ultimi avevano confidato che il frate «fidelem, secretum et prudentem» avrebbe saputo convincere la controparte qualora non fossero state sufficienti le lettere del porporato». In pp.132-133, nota 184: Avignone 1.X.1309. Niccolò <da Prato> invia a Pisa «pro complimento initi federis inter ipsam maiestatem et communem Pisarum frater Lapus promotor Ordinis Predicatorum in curia antiquum familiarem et secretarium nostrum». Un biglietto erroneamente incollato a una lettera successiva a Giacomo II è probabilmente dell'ambasciatore aragonese Vidal de Vilanova e si riferisce a Lapo: «Postquam literam ipsam scripssi, reseravit mihi dominus Ostiensis perssonam quam mitit Pisas, qui fuit in magna perplexitate invenire virum fidelem, secretum et prudentem qui sciret omnia pertractare». Poi trova la persona idonea: «Ubi pisani resisterent literis domini cardinalis, istius persuasionibus condescenderent».

 1313-1318, fra Lapo priore provinciale delle provincia Romana (Cr Pg 20v; Cr Ov 42b; ASPg, CRS, S. Domenico n. 66, Liber privilegiorum f. 11r; P.-Th. Masetti, Monumenta et antiquitates veteris disciplinae Ordinis Praedicatorum, Romae 1864, I, pp. 307-311; «Memorie domenicane» 45 (1928) p. 358 n. 5). Nel capitolo provinciale Firenze 1318, convocato per la festa di San Michele 29 settembre (MOPH XX, 204/18-19), fra Lapo è detto vicario provinciale (MOPH XX, 214/17-18: «... et fratre Lapo vicario nostre provincie»), e dunque non più provinciale.

1318-1322. «Iste liber est fr. Lapi de Prato ordinis fratrum Predicatorum, quem ipse emit a fr. Iohanne de Spoleto quando erat provincialis» (H.F. DONDAINE - H.V. SHOONERCodices manuscripti operum Thomae de Aquino I, Romae 1967, 324 n° 894). Fra Giovanni da Spoleto in carica provincializia 1318-1322.

settembre 1319: il capitolo provinciale di Todi nomina fra Lapo definitore al prossimo capitolo generale: «Diffinitor capituli generalis fr. Lapus de Prato, cui damus in socium fr. Simonem de Spoleto priorem Mevanatem...» (MOPH XX, 218/33-35). Capitolo generale 1320 tenuto a Rouen, in Francia (MOPH IV, 119-126).

Avignone 1.III.1321, il cardinale Niccolò da Prato lo nomina esecutore nel proprio testamento: «Item volumus quod si frater Lapus Cerlichi de Prato dicti Ordinis tunc supervixerit et fuerit sub obedientia dicti Ordinis, prefati mille flor. per manus eius expendantur, aliter per manus fratris Lanfranchi eiusdem terre et Ordinis» (Paravicini Bagliani, I testamenti dei cardinali… p. 430 § 23; pp. 435-36). Fra Lanfranco da Prato OP: unico ricorso in MOPH XX, 190/7-8 (1313, studente a Siena). Decesso di Niccolò da Prato OP: Avignone 1.IV.1321.

Fra Lapo nel 1322 risiede a Prato, sua città natale: Masetti, Monumenta... I, p. 309. L. CINELLI, Il monastero di San Niccolò a Prato..., AA. VV., Niccolò da Prato e i frati Predicatori tra Roma e Avignone, «Memorie domenicane» 44 (2013) pp. 197-198 (doc. 10.II.1321/2).

Prato, 10.II.1322 (1321 nell'originale): «Coram vobis nobilibus et potentibus militibus domino Tegghia de Freschobaldis potestate et domino Iacobo de Medicis de Florentia capitaneo communis et populi terre Prati exponitur et devotissime suplicatur pro parte religiosi viri fratris Lapi ordinis fratrum Predicatorum, executoris testamenti et ultime voluntatis bone memorie venerabilis patris et domini domini Nicholay olim Hostiensis et Velletrensis episcopi et Sancte Romane Ecclesie cardinalis, cum prefatus dominus cardinalis in suo testamento et ultima voluntate ex Balia licentia, auctoritate ac plenaria potestate eidem a summo concessa pontifice inter cetera iusserit et relinquerit certas pecunie quantitates - prout et sicut in ipsa ultima voluntate describitur - pro construendo, edificando, fiendo et dotando quoddam monasterium in terra Prati, et pro complendo et edificando ecclesiam, locum et conventum fratrum Predicatorum de Prato. Intendens frater Lapus executor prefatus predictam ultimam voluntatem effectui demandare...» (CINELLI, Il monastero..., p. 199).

Prato, 27.II.1322 (1321 nell'originale): atto complementare al precedente, con relativa menzione di fra Lapo (CINELLI, Il monastero..., pp. 201-202).

Piazza e complesso di San NiccolòPrato 22.II.1323: posa della prima pietra del monastero domenicano San Niccolò a Prato. A seguito delle disposizioni testamentarie del cardinal Niccolò da Prato (Avignone 1.III.1321), nella progettazione e costruzione di tale monastero fra Lapo da Prato sembra aver avuto un ruolo molto importante. Cf. CINELLI, Il monastero..., pp. 171-219; ricorso del nome di fra Lapo in pp. 173-174, 178-181 (apr.-maggio 1323), 183 (2.XII.1327; 5.VIII.1326), 185-187, 191, 194-195, 197, 199-211.

https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero_e_chiesa_di_San_Niccol%C3%B2

Prato, chiesa San Domenico, 5.VIII.1326, testamento di donna Mea, figlia del fu maesto Bonsignore e moglie del fu Vanni di Piero da Prato. A ricevere il testamento è ancora Lapo, anche a nome dell'altro esecutore testamentario, l'abate Ranieri: «in manibus religiosi viri fratris Lapi Cerlichi de Prato ordinis Predicatorum, executoris et commissarii testamenti et ultime voluntatis olim bone memorie domini Nicholay Hostiensis et Velatrensis episcopi...» (CINELLI, Il monastero..., pp. 185-186, 202-207).

Prato, chiesa e monastero San Niccolò, 6.VIII.1326: atto complementare al precedente e relativa menzione di fra Lapo (CINELLI, Il monastero..., pp. 207-209).

Prato, monastero San Niccolò, 15.VII.1328: «In Dei nomine, amen. Spiritus Sancti gratia asit nobis semper et hiis omnibus. Cum reverendus vir dominus Raynerius abbas monasterii Sancti Michaelis de Podio Boniçi Florentine diocesis et religiosus vir frater Lapus de Prato ordinis fratrum Predicatorum, executores testamenti et ultime voluntatis bone memorie venerabilis in Christo patris et domini domini Niccholay de Prato olim Hostiensis et Velletrensis episcopi cardinalis, executorio nomine dicti testamenti et ultime voluntatis assignaverunt et consingnaverunt ante fundamentum et in fundamento seu fundatione testamenti et infrascripti monasterii, sequentes formam dicti testamenti et ultime voluntatis executorio nomine dicti testamenti et ultime voluntatis, pro dote ipsius monasterii omnia et singula bona et possessiones et iura per ipsos executores empta et quocumque titulo acquisita dicto executorio nomine et vice et nomine dicte cause executionis. (...).» (CINELLI, Il monastero..., pp. 187, 209-210).

Prato: decesso di fra Lapo tra ottobre 1330 (Masetti, Monumenta... I, p. 310) e 1° aprile 1331 (CINELLI, Il monastero..., p. 191; nessuna menzione di fra Lapo nei documenti in pp. 212-219, sempre circa la materia summenzionata).


B. ORSI, Il S. Domenico di Prato. Notizie e documenti, Prato 1977, p. 70.

E.P., Nuova cronologia remigiana, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 60 (1990) pp. 221-222.

..\remigio2\re1304.htm, alla data "aprile 1304".

Accolgono l’identificazione frate L. = fra Lapo da Prato OP” A. Cadili, L. Cinelli, G. Brunetti: AA. VV., Niccolò da Prato e i frati Predicatori tra Roma e Avignone, «Memorie domenicane» 44 (2013) pp. 94 n. 32, 132 n. 183, 173 n. 9, 369 n. 70, 595b.


 

“Lapo”: ipocoristico di Iacopo. Distinguiamo i frati domenicani omonimi:

Iacopo da Prato: assegnato studente di teologia in Siena 1305 (MOPH XX, 155/20-21), baccelliere in Siena 1310 (ib. 178/8-9), studente nello studium biblie di Firenze 1311 (182/3-6), lettore in Todi 1313 (188/20).

Iacopo da Prato: assegnato studente di logica in Todi 1344 (MOPH XX, 358/13). Arch. di Stato di Perugia, CRS, S. Domenico, Miscell. 66 (xiv-xv): Liber privilegiorum provincie Romane OP, f. 6r (1364).

Iacopo da Prato, definitore al capitolo generale Metz 1421 (MOPH VIII, 164/15).

Iacopo di Lupo da Prato: ordinato suddiacono, Firenze 24.IX.1435 (T. Kaeppeli, Domenicani promossi agli ordini sacri presso la curia romana (1426-1501), «Archivum Fratrum Praedicatorum» 34 (1964) 157); ordinato diacono il 2.VI.1436 (S. Orlandi, S. Antonino, Studi bibliografici II, Firenze 1960, p. 170).


Emilio Panella, Nuova cronologia remigiana,

«Archivum Fratrum Praedicatorum» 60 (1990) pp. 221-222.

Testo rivisitato, sett. 2015 e ss.

 

 

  finis!
 


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