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■ Santa Maria del Sasso di Bibbiena (pr. Arezzo) ■ |
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Tra boschi e anfratti in declivio, poco lontano dalle mura della cittadina di Bibbiena. Santuario generato dalla religiosità del popolo, 1347. Storia, arte e cultura s'intrecciano con la religiosità. Dal 1468 Santa Maria del Sasso è ospizio dei frati domenicani connesso al convento San Marco di Firenze; dal 1495 convento autonomo. Dal 1927 anche monache claustrali, provenienti dal monastero San Domenico di Lucca. Emilio Panella OP San Domenico di Fiesole, febbraio 2019 |
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■ Bibliografia di base
:Arch. di Stato di Firenze, Corporaz. relig. soppr. dal governo francese 30: "Inventario dei Libri e Carte appartenenti al Convento dei PP. Domenicani di S. Maria del Sasso in Bibbiena"; nn. 1-55 (estremi cronologici 1444 - 1807). Inventario riprodotto in ciclostile nei miei antichi quaderni, ma non vi trovo consultazione di alcun pezzo.
ChrSMarci = Chronica conventus Sancti Marci de Florentia OP, Bibl. Medicea Laurenziana di Firenze, S. Marco 370.
G.G. GORETTI, S. Maria del Sasso, «Memorie domenicane» 41 (1924) pp. 3-15, 172-178, 274-282, 435-444, 573-581; 42 (1925) pp. 62-69, 301-309; 46 (1929) pp. 26-33.
B. Giordano, Il santuario e il convento di S. Maria del Sasso in Bibbiena, Cortona (Calosci) 1984 BiblDom V.125; in pp. 295-297 lista del fondo archivistico ASF, Corporaz. relig. soppr. 30.
Verde-Giaconi, Epistolario = A.F. Verde - E. Giaconi, Epistolario di fra Vincenzo Mainardi da San Gimignano domenicano 1481-1527, «Memorie domenicane» 23 (1992) pp. 628-637 (aa. 1500-1530).
Indice generale 1921-1969, «Memorie domenicane» 24 (1993) pp. 268-269.
AA.VV., Il santuario = AA.VV., Il santuario di Santa Maria del Sasso di Bibbiena dalla protezione medicea al Savonarola. Storia, Devozione, Arte, Firenze (SISMEL, Ed. del Galluzzo) 2000.
→ http://santuario.santamariadelsasso.it/
→ http://santamariadelsasso.it/
Suor Benedetta Giordano OP, Nel Casentino del Rinascimento: il santuario di Santa Maria del Sasso (2000):
«Ripercorrere, anche rapidamente, questi oltre sei secoli e mezzo di vita del santuario di Santa Maria del Sasso può destare interesse perché qui, specie dall'arrivo dei padri domenicani nella seconda metà del XV secolo, storia, arte, cultura si intrecciano con la religiosità in modo singolare.
Dove ora è il santuario, con accanto il relativo convento, all'inizio del secolo XIV vi erano solo boschi e anfratti in declivio, disseminati da massi più o meno grandi. Ai piedi di uno di questi, presso il torrente Vessa, una bimba di nome Caterina
disse di aver visto la Madonna, la quale le aveva donato dei baccelli raccolti nei pressi, mentre poco lontano la mamma lavava i panni nelle acque del vicino torrente: era il 23 giugno 1347. Di ritorno a casa, la mamma intese cuocere quei baccelli per il pasto serale ma quale fu la meraviglia: essi erano pieni di sangue! Subito si diffuse nel contado la straordinaria novità. Poco lontano dalle mura di Bibbiena segni prodigiosi, nel mese precedente all'apparizione, avevano turbato l'animo dei contadini del luogo. Una colomba di particolare candore e di un atteggiamento singolare sostò per un mese sul suddetto masso: si lasciava toccare amichevolmente dai piccoli mentre sfuggiva gli adulti senza abbandonare la balza petrosa anche quando con violenza veniva allontanata; infine, dopo un mese, la si vide volare verso il cielo per non ritornare più. Un'altra serie di apparizioni prodigiose sarebbe avvenuta nel 1444: tre globi di fuoco posavano l'uno sopra l'altro sulla cima del masso per tre mesi. Così pure si videro spesso, sempre nello stesso anno, per lungo tempo e di notte, globi di fuoco sopra gli abeti che erano presso Santa Maria o vagare intorno alla chiesina. Ancora il podestà di Bibbiena, Ilarione Compagni, di ritorno dalla caccia, dalla Querciola, non lontano dal piccolo santuario, vide insieme ai suoi amici uno stuolo di giovani biancovestiti venire in processione dalla strada di Camenza ed entrare, attraverso il portale chiuso, nella chiesina.Ma ritorniamo a quel 23 giugno 1347. Allorché tra gli abitanti del contado si sparse la novità dell'apparizione della Madonna, il giorno seguente, di primo mattino, i Bibbienesi scesero processionalmente presso il masso per implorare grazia e misericordia da eventuali flagelli ed elessero la Vergine Maria come loro protettrice, anzi
decisero di edificare sul luogo un piccolo oratorio che fu poi la primitiva chiesina. Non mancano scrittori coevi che narrano, con dovizia di particolari, dei primi prodigi avvenuti qui a Santa Maria del Sasso, come un certo Giovanni Montagna di Bibbiena e il monaco benedettino Massimo di Silvestro anch'esso nativo di Bibbiena. Eretta la primitiva chiesina, ne prese cura un romito camaldolese, Martino da Poppi, e dopo la sua morte subentrò un romito spagnolo, forse un romeo. Morto anche il romito, la chiesina fu affidata dal vescovo di Arezzo alla custodia del clero secolare fino all'arrivo, nel 1468, dei padri domenicani».AA.VV., Il santuario pp. 103-104.
Cf. G.G. GORETTI, S. Maria del Sasso, «Memorie domenicane» 4 (1924) pp. 8-15: il monaco messer Massimo di Silvestro dei Nuti da Bibbiena († 13.XII.1491) racconta in volgare i fatti miracolosi del 1347.
«1348. Indulgenza di 40 giorni concessa da P??o vescovo di Arezzo a | quelle persone che daranno sussidio o elemosine alla nuova | chiesa della beatissima Vergine in luogo volgarmente detto il Sasso, nella | curia di Bibbiena. In Gressa, sotto il dì 12 aprile | del suddetto anno».
Suor Benedetta Giordano OP (2000): «L'affluenza dei fedeli e la notorietà del santuario crescevano sempre più. Cio si può comprendere rileggendo l'inventario compilato nel 1463 da Domenico di Donato, Giovanni di Antonio e Pietro di Niccolo da Lontrina (sobborgo di Bibbiena), operai della cosiddetta "Opera", fondata, presumibilmente nel 1444, con l'incarico di costruire e provvedere alle necessità di Santa Maria del Sasso. Forse risale a quest'epoca la costruzione del loggiato che si trova sulla destra del santuario. La relativa documentazione rivela una tale ricchezza di arredi dovuta certamente alla generosità della gente del luogo. Così, tra l'altro, sono registrate due corone d'oro, un crocefisso dorato, una croce d'argento, più di un calice, numerosi paliotti e pianete riccamente ricamate su alcune delle quali si osservavano gli stemmi dei donatori come gli Spinelli, i Ridolfi, gli Alberti. Anzi c'è da aggiungere che fu necessario edificare un "hospitium", di fronte all'attuale loggiato della chiesa (oggi cappelle delle Confessioni e di San Domenico), con dormitorio e refettori, fatto dipingere a Pietro da Firenze, nel 1445, con una spesa di lire 10.
Si esigeva dunque una presenza sacerdotale più attiva per cui l'ultimo rettore, il pievano della parrocchia di Bibbiena, Lorenzo di Silvestro, più impegnato nel ministero parrocchiale e quindi impotente a corrispondere ai bisogni dei pellegrini, ritenne più opportuno affidare la cura del santuario ai padri domenicani di San Marco di Firenze».
AA.VV., Il santuario p. 104.
«Al nome di Dio - dì 1 novembre 1463.
Al nome di Dio e della sua santissima madre madonna Santa Maria benedetta del Sasso, alla cui loda e gloria faremo menzione e inventario di tutte e ciascheduna cosa le quali si trovano oggi nella detta chiesa o in sagrestia o in casa, di qualunque ragione... di masserizie e di altro. - In prima:
Uno crocifisso dorato bello nella sagrestia.
Una croce d'ariento con uno veletto di seta richamato.
Tre calici con le coppe d'ariento con la patena.
(...)
Segue l'inventario delle cose di casa, da cui si vede che essa consisteva in sole 2 stanze colla cella o cantina, con poche masserizie, 6 letti, 3 barili, 2 coltri, 4 lenzuoli, 1 orcio, poche tovaglie ecc.».
G.G. GORETTI, S. Maria del Sasso, «Memorie domenicane» 4 (1924) pp. 441-444.
AA.VV., Il santuario p. 30: «Era il
29 settembre 1468 quando i padri domenicani del convento di San Marco di Firenze presero ufficialmente possesso dell'oratorio di Santa Maria del Sasso, dopo avere ottenuto il consenso con bolla pontificia del marzo 1468, da papa Paolo II. Primo vicario di questo oratorio fu nominato Giuliano Adimari, nel dicembre del 1469 nella doppia carica di vicario e borsaio (la carica di borsaio o camerlengo comportava la custodia e I'amministrazione dei beni e delle finanze di una comunità religiosa). Divenne frate col nome di Giuliano ma il suo vero nome era Domizio di Duccio Adimari, come è scritto negli Annalia Sancti Marci dove alla carta 92v si legge "Iulianus qui Domitius antea dicebatur Duccii de Adimaribus ...».Fra Giuliano (al secolo Domizio) di Duccio degli Adimari da Firenze (OP 1459, † 12.II.1516). ChrSMarci, f. 92v: «Frater Sebastianus, qui antea Castellanus dicebatur, Ducci de Aldimaribus, florentinus civis, professus est solemniter 25 ianuarii 1458 post completorium. Frater Iulianus, qui Domitius antea dicebatur, Ducci de Aldimaribus: germani fratres». Ibid., f. 162v: «Frater Iulianus de Adimaris, nobilis florentinus, diem clausit extremum in conventu Sancti Marci die xij februarii 1515, hora 16. Hic longevissimus fuit in ordine, bonus pater et quietus. Obiit susceptis sacramentis».
Arch. di Stato di Firenze, Corporaz. relig. soppr. dal gov. franc. 30: in questo Inventario al n° 42 si dice: «Libro di Entrata e Uscita degli Operaj Secolari di S. Maria del Sasso 1444-1469. Sopra la coperta di questo Libro è scritta la notizia che i PP. Domenicani andarono ad abitare il Convento di S. Maria del Sasso il di 29 7bre 1468».
Arch. Segreto Vaticano, Reg. Suppl. 639, f. 69r-v (Paolo II, Roma 13.III.1468/9): «Cum in castro Bibiene aretine diocesis... nulla ordinis fratrum Predicatorum sub regulari observantia degencium domus existat, devoti vestri universitas et homines dicti castri...». A tale bolla papale fa esplicito riferimento il documento del 24.V.1976 (vedi sotto a tale data).
Cf. R. Creytens, Santi Schiattesi O.P., disciple de S. Antonin de Florence, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 27 (1957) p. 223 e n. 120, p. 309 e n. 29. G.G. GORETTI, S. Maria del Sasso, «Memorie domenicane» 4 (1924) p. 575.
AA.VV., Il santuario p. 31: «Durante il suo lungo e quasi ininterrotto vicariato, dalla fine del 1469 all'inizio del 1486, furono eseguiti numerosi lavori di rifacimento ed ampliamento all'oratorio di Santa Maria del Sasso, testimoniati dai pagamenti per le forniture e per le maestranze. Nell'agosto del 1470 Niccolò di ser Giovanni realizzò la copertura della porta del chiostro, nel novembre 1471 l'Adimari incaricò maestro Paolo di Cristofano da Lugano per la costruzione del muro dell'orto, che si protrasse fino al 1472, per i lavori al tetto del dormitorio e alle finestre, ad una camera sopra la volta della loggia, e per altri lavori al pozzo della vigna e alla stalla; nello stesso anno a maestro Stefano Rosselli furono affidati i lavori del tetto della casa nuova, e della volta del "vino" ed altre opere murarie».
ChrSMarci, f. 12v: «Anno Domini Mcccclxxvto venerabilis pater frater Alexander Rinuccinus, existens prior, impetravit atque obtinuit a rev.mo Ordinis magistro unionem oratorii Sanctę Mariae de Saxo - in agro casentinati prope Bibienę oppidum - ad hunc conventum, ut in patentibus literis constat». Ibid., f. 71v: «XViijvus prior successit frater Alexander Philippi de Rinuccinis Florentinus, vir totius religionis speculum et exemplar, suae religionis semper diligentissimus observator. Hic genere clarus, moribus prestans, facie iucundus et rubeus, corpore nitidus et robustus, religionis et honestatis amator, iusticiae cultor, cord(e) humilis ac virtutibus pluribus adornatus, regimen assumpsit Mcccclxxvto, mense februario, prefuitque laudabiliter ad annum Domini Mcccclxxvij. Cuius tempore oratorium Sanctę Marie de Saxo effectum est membrum huius conventus».
Gli estremi cronologici del priorato immediatamente
precendente sono agosto 1474 - 26 gennaio 1475/6: «Decim(us) septimus prior quarta iam vice, veluti evangelicę perfectionis vir, frater Sanctes Schiattesius, die < > mensis augusti Mcccclxxiiij conventus huius regimen iniit, prefuitque ad suum ipsius faelicem obitum, qui xxvi die ianuarii Mcccclxxv insequutus est» (ibid., f. 71r). Il priorato immediatamente successivo a quello del Rinuccini inizia a maggio 1477(ibid., f. 72r). Pertanto il priorato Rinuccini inizia a febbraio 1476 del nostro computo, e termina tra 25.III.1477 («prefuitque laudabiliter ad annum Domini Mcccclxxvij») e maggio 1477.■ ChrSMarci, f. 150v: «Frater Alexander Philippi Rinuccinius, civis antea nobilissimus florentinus, huius conventus nativus. Sacerdos senex et pater per omnia venerabilis, vir tam sanctitate vitae quam moribus, opinione et doctrina clarus, presentis vitę lugendę cursu faeliciter peracto, die viija febrarii 1493 immaculatam Deo animam reddidit. Hic namque vir totus et ab omni parte sanctus, piissime credi potest. (...)».
■ Qui Santa Maria del Sasso è detto oratorium, non convento; oratorium, locus, domus, hospitium, erano sinonimi che denotavano piccole comunità domenicane che non erano conventi formali e autonomi, ma dipendenti e membri del convento di appartenenza (oggi diremmo "case filiali"), dunque senza un proprio priore ma con un vicario. Santa Maria del Sasso diverrà convento formale in maggio 1495 (vedi sotto a questa data).
Firenze 24.V.1476: il maestro generale dell'Ordine domenicano Leonardo dei Mansueti da Perugia († 26.VII.1480) unisce l'oratorio Santa Maria del Sasso al convento San Marco di Firenze.
■ Qui di seguito un bell'esempio - e rarissimo! - tra originale epistola in extenso così come inviata al destinatario (I), e suo regestum o sommario registrato in AGOP IV.3, f. 293r, a disposizione della curia generalizia (II).
Il cosiddetto regestum o registrum conserva un sommario della lettera e sue precipue decisioni, a disposizione della cancelleria ovvero segreteria generale della curia generalizia; contratta nelle disposizioni giuridiche, sintatticamente e paleograficamente spesso irregolata, e più esposta alla pressione della lingua volgare! La lettera invece, redatta in extenso secondo le norme formali delle epistola (diploma originale) e con tutte le caratteristiche retoriche delle lettere, viene spedita al mittente; poche le lettere a noi pervenute in diploma originale.
I) Bibl. Medicea Laurenziana di Firenze, S. Marco 925, doc. 75; testo in R. Creytens, Santi Schiattesi O.P., disciple de S. Antonin de Florence, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 27 (1957) pp. 309-311:
«In Dei filio sibi charissimis priori seu presidenti qui est et qui pro tempore fuerit, necnon patribus et fratribus universis presentibus et futuris conventus Sancti Marci de Florentia, provincie Romane Ordinis Predicatorum, frater Leonardus de Mansuetis de Perusio sacre theologie professor ac eiusdem Ordinis humilis magister et servus, salutem et divine gratie plenitudinem.
Prelatum ex debito officii sui et ex debito iusticie decet unicuique sua iura servare nec sinere ea ullatenus attentari per subditos, etiam si bono animo fieri videantur, per que posset alicui damnum vel preiudicium irrogari. Cum igitur de mandato et licentia apostolice Sedis, locus quidam Sancte Marie del Saxo iuxta oppidum Bibiene, diocesis Aretine, Ordini nostro ac fratribus nostris de observantia provincie Thuscie, cum terris, domibus et suis pertinentiis, iam sunt plures anni, sit concessus atque collatus, quem locum prior qui tunc erat vestri conventus pro Ordine ipso suscepit, ipsiusque loci curam gessit, et ipse conventus vester adhuc dictum locum gubernat, sicut de apostolica conmissione constare vidi per bullam plumbeam felicis memorie Pauli pape secundi sub: datum Rome apud Sanctum Petrum anno Incarnationis dominice MCCCCLXVIII°, III° idus martii [= 13.III.1468/9], pontificatus eiusdem anno quinto; de executione vero dicte apostolice conmissionis constare vidi publicum instrumentum manu ser Silvestri olim Iacobi alterius Silvestri de Nutis, civis et notarii florentini, sub die VIIIa mensis iulii anno Domini MCCCCLVIIII°, indictione secunda; cumque prefatus vester conventus in reparatione et edificatione dicti loci multos labores, multas sit expensas perpessus, ac in futurum perpeti sit paratus ad laudem Dei et Ordinis et ad consolationem populi circumstantis, qui magnam devotionem semper habuit et habet ad fratres dicti conventus Sancti Marci, qui dictum locum hactenus per septem annos et ultra cum fructu et salute animarum religiose et laudabiliter gubernarunt, idcirco saluti animarum, devotioni dicti populi Bibiene et aliorum circumstantium populorum, necnon conservationi et augmentationi dicti loci libenter intendens, prefatum locum Sancte Marie del Saxo cum oratorio sive ecclesia, cum domibus, edificiis, ortis, ortalitiis, terris et cum omnibus bonis et iuribus suis, de patrum consilio discretorum, ex certa scientia, auctoritate officii mei, applico, annecto, adiungo et unio conventui Sancti Marci prefato, applicatumque et annexum, adiunctum et unitum esse prefato vestro conventui, presentium tenore, declaro, et ipsum locum facio et constituo ac esse volo membrum dicti vestri conventus et ad ipsum vestrum conventum volo prefatum locum totaliter pertinere. Et ipsius loci omnimodam curam, tam in temporalibus quam in spiritualibus, committo priori seu presidenti qui est et qui pro tempore fuerit dicti conventus, dans ei auctoritatem providendi dicto loco de vicario, de officialibus et fratribus prout opus esse cognoverit, et ipsum vicarium et officiales absolvendi et alium seu alios instituendi, fratres puniendi, corrigendi, emendandi, incarcerandi et omnia faciendi que fuerint oportuna ad conservationem religionis in dicto loco; dans etiam eidem priori auctoritatem dictum locum edificandi, reparandi, disponendi, ordinandi et omnia et singula alia faciendi que utilia esse cognoverit dummodo in edificando et in aliis negotiis alicuius ponderis, habeat consilium et assensum patrum de consilio dicti conventus Sancti Marci, necnon vicarii dicti loci.
Et hanc unionem dicti loci ad conventum Sancti Marci predicti decerno perpetuis futuris temporibus duraturam, presertim quia de mente summi pontificis, ut apparet in litteris apostolicis, constat fuisse quod iste locus sub cura fratrum de observantia provincie Tuscie perduraret. Conventus autem vester Sancti Marci, ubi regularis vita et observantia plurimo tempore viguit et viget, est in provincia Tuscie constitutus. Et ad ipsum conventum homines populi Bibiene, qui ad papam pro subiiciendo dicto loco religioni nostre supplicaverant, suum animum dirigebant, unde ipsi vestro conventui prefatum locum statui non immerito adiungendum, nolens quod prefatus locus possit ullo unquam tempore a cura prefati conventus Sancti Marci removeri vel tamquam membrum a suo capite separari. Si quis autem hoc attentare presumpserit, volo quod teneatur reddere conventui Sancti Marci integraliter omnes expensas factas et que tunc temporis facte forent per ipsum conventum Sancti Marci in receptione, procuratione vel acceptione ipsius loci, aut in edificatione, constructione vel reparatione eiusdem loci, aut alias quomodocumque occasione loci predicti, ita quod non prius ipse locus a prefato conventu et eius cura removeatur quam dicte expense eidem conventui Sancti Marci sint integraliter restitute. Et si quid in contrarium a quocumque fuerit attentatum, ego, quantum in me est, totum decerno irritum et inane. Et insuper concedo priori seu presidenti qui est, et qui pro tempore fuerit, dicti conventus Sancti Marci auctoritatem et potestatem vendendi et permutandi et alienandi predia, possessiones et terras dicti loci, ita tamen quod pretium convertatur in alias terras et possessiones uberiores et utiliores ac commodiores dicto loco, dum tamen ad predicta interveniat consilium et assensus vicarii qui pro tempore fuerit in dicto loco, et patrum de consilio dicti conventus Sancti Marci; nolens quod aliquis me inferior possit predicta omnia aut eorum aliquod immutare aut predictis aliqualiter contradicere. Nullis in contrarium facientibus obstantibus quovis modo, etiam si de ipsis facientibus in contrarium esset fienda hic specialis mentio et expressa. Quibus omnibus que in contrarium possent quomodolibet allegari, ex certa scientia, hac vice dumtaxat, derogo per presentes quoad effectum et plenam observantiam omnium premissorum, imponens vobis priori et fratribus Sancti Marci hanc curam et hoc onus in meritum et in virtute sancte obedientie, et precipiens omnibus fratribus qui sunt vel pro tempore erunt in dicto loco Sancte Marie del Saxo, in virtute Spritus sancti et sancte obedientie, quatenus dicto priori Sancti Marci tamquam prelato vero et legiptimo dicti loci in omnibus, sicut decet, studeant prompte et simpliciter obedire. Vicarius autem dicti loci del Saxo habeat illam auctoritatem et potestatem in dicto loco quam sibi prior seu presidens dicti conventus Sancti Marci dare decreverit. Et quod de priore dictum est, intelligitur de quocumque presidente conventus Sancti Marci qui pro tempore fuerit loco prioris.
In quorum omnium fidem et testimonium, sigillum officii mei duxi presentibus apponendum. Valete et pro me Deum orate.
Datum Florentie, die vigesima quarta mensis maii, anno dominice Incarnationis millesimo CCCCLXXVI, indictione IX. Assumptionis mee anno II°.
Re. folio 293».
II) Regesta litterarum fratris Leonardi de Mansuetis de Perusio, Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori (Roma: Conv. Santa Sabina) IV.3 (1474-79), f. 293r (24.V.1476) «Locus Sancte Marie del Saxo iuxta Bibienam subiicitur cure prioris Sancti Marci de Florentia, et si quando auferretur ab eis, rehabeant omnes expensas; et potest prior cum consilio patrum permutare bona dicti loci, et locum edificare, prout plene habetur in copia signata M. Datum Florentie, xxiiij maii».
G. Battelli, Fra Leonardo Mansueti Perugino e l'antica biblioteca di S. Domenico a Perugia, AA. VV., The memory be green, Perugia 1986, 33-53.
ChrSMarci, f. 93v: «Frater Christophorus Massarii de Petra, professus est in manibus prefati prioris in oratorio Sanctę Marie de Saxo in agro casentinati, ubi fratres propter pestem confugerant, die < . . >, mense < . . >, 1479». prefati prioris = patris fratris Nicolai de Pisis.
Ibid., f. 148r: «Frater Christophorus Massarii de Petra, conventus huius nativus, ordine diaconus. Bonę indolis adulescens, pollens ingenio et moribus ornatus plurimum, vita defunctus occubuit kalendas octobris 1482».
AA.VV., Il santuario p. 106: «in un giorno di festa dei primi dell'anno 1486, un cero acceso cadde accidentalmente su un voto di carta o su un festone, quindi, favorito dalla tribuna di legno, divampò rapidamente un vasto incendio che distrusse totalmente la chiesina, restando solo prodigiosamente illesa la venerabile effigie della Madonna del Sasso, affrescata tra il 1435 e il 1440 da Bicci di Lorenzo. Di nuovo Giuliano Adimari [vedi sopra alla data 29.IX.1468] si recò a Firenze per reperire nuove somme di danaro per la grave situazione del santuario ed ancora da parte di tutti ci fu una generosa risposta».
G.G. GORETTI, S. Maria del Sasso, «Memorie domenicane» 4 (1924) pp. 576-577.
AA.VV., Il santuario p. 34: Francesco di Bernardo Salviati da Firenze (OP 1461, † 1506) «nel 1483 fu eletto per la prima volta priore di San Marco e nel 1486 lasciò il convento per recarsi a Santa Maria del Sasso e ricoprire la carica di vicario. In quell'anno la chiesa di Santa Maria del Sasso venne distrutta da un incendio; il Salviati, coadiuvato dal borsaio Adimari, avvò l'opera di ricostruzione col contributo del convento di San Marco, delle famiglie più ricche della zona e di quelle fiorentine "e molto più il Magnifico Lorenzo de' Medici, fu edificata di nuovo la chiesa, con maggiore magnificenza, cioè di sopra e di sotto; rifatta l'abitazione in forma di convento, ben comodo e ben inteso in architettura, con due dormitori, claustro e altre ben disposte officine". La chiesa fu eretta in forme rinascimentali, probabilmente su progetto di Giuliano da Maiano, che ìn veste di supervisore "giudicò" e "lodò" le opere di costruzione che furono eseguite da Bartolomeo Bozzolini da Fiesole "scarpellatore" e da Mariotto di Papo dall'Antella "muratore", ai quali si deve anche la realizzazione del tabernacolo sostenuto da quattro colonne posto al centro della navata».
Poi da settembre 1488 ad aprile 1489 Francesco Salviati è priore di San Marco: «XXIIIItus prior illi suffectus est, altera iam vice, vir bonus et timoratus frater Franciscus Salviatus prefatus, assumptus ex oratorio Sanctę Marię de Saxo, ubi erat vicarius, atque per rev.dum patrem fratrem Ludovicum Calabrum vicarium generalem confirmatus die xxija septemb(ris) Mcccclxxxviij, prefuitque ad mensem aprilis Mcccclxxxviiij. Recepitque tunc ad habitum aliquot nobiles adulescentulos» (ChrSMarci, f. 72v).
G.G. GORETTI, S. Maria del Sasso, «Memorie domenicane» 4 (1924) pp. 577-578.