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filiazione conventuale
e assegnazione conventuale:

due distinti atti di governo dei domenicani

 

■ A prima lettura e a fronte di poche testimonianze il lettore resta perplesso: assegnazione e filiazione sembrano varianti lessicali del medesimo rapporto legale tra frate e convento. Ma non è così, come emerge dalle molteplici e più articolate testimonianze qui raccolte.

Emilio Panella OP

San Domenico di Fiesole, febbraio 2020

 

 


assegnazione conventuale

Capitolo provinciale Firenze 1318, convocato per la festività di San Michele Arcangelo 29 settembre (MOPH XX, 204/17-18): «Assignamus lectores: in conventu Sancte Anne de Sardinea fratrem Oddonem de Callero; in conventu de Sarzana fratrem Iunctam Castellanum; ... (MOPH XX, 206/15 ss). Assignamus baccellarios: ... (ibid. 206/32 ss). Assignamus studentes in theologia: ... (ibid. 207/11 ss). Ponimus studium biblie: in conventu Urbevetano, ubi assignamus studentes fratres Dominicum Reatinum, Ambrosium domini Guczarelli, ... (ibid. 207/15 ss).

È un solo esempio dei frequentissimi ricorsi negli atti dei capitoli provinciali: un frate, non importa di quale città originario, viene assegnato a uno dei conventi della provincia cosiddetta Romana per residenza abituale, con specifiche compenenze o impegni, sotto la presidenza del priore e dei padri capitolari di tale convento. Indefiniti sono i tempi dell'assegnazione; persistenti fino ad esplicita assegnazione ad altro convento.

Dizione frater conventualis (MOPH XX, 239/34, 240/4: anno 1326).

Pressoché banale, questa mia nota sull'assegnazione conventuale, se non dovessimo distinguerla dalla filiazione conventuale, talora ignorata o confusa con l'assegnazione!

filiazione conventuale

La nozione di "filiazione" è intimamente connessa al genere letterario della cronica fratrum del conventi domenicani del centro Italia, appartenenti alla provincia Romana. Cf. E.P., Cronica fratrum dei conventi domenicani umbro-toscani (secoli XIII-XV), «Archivum Fratrum Praedicatorum» 68 (1998) pp. 223-294; in particolare il paragrafo §° I fondamentali della cronica fratrum, sezioni j-o, pp. 239-244.

Filius nativus, originalis, del convento. Caposaldo della cronica fratrum, la filiazione conventuale detta le scelte redazionali di base e le norme d'accesso. La cronaca si propone l'elogium di tutti e soli i frati "figli" del convento, anche novizi non professi, ovunque ricevuti o deceduti o assegnati. Non dunque di tutti i frati assegnati in loco e qui deceduti, indipendentemente dal loro convento d'origine. Esempi: il fiorentino Francesco dei Chiermontesi muore in Perugia 1304, ma ne tesse l'elogio la Cronica di Santa Maria Novella n° 187; il perugino Giovanni di Matteolo muore in Pisa 1332, ma ne redige notizia la Cronica del convento perugino f. 50v (ed. 75); in Firenze muoiono il pisano Ugolino dei Cavalosari 1364 e il senese Taddeo di Clemente 1375, ma ne fanno rispettiva memoria la Cronica del convento pisano n° 230 e di quello senese n° 74.

La filiazione - ben altra cosa dunque dall'assegnazione o residenza - è generata dall'entrata all'ordine "per un determinato convento" (receptus pro conventu...), regolata sullo statuto legale della praedicatio: circoscrizione territoriale di competenza giuridica del convento in materia di reclutamento, questua, predicazione, titolo di proprietà sui beni ad uso del frate o a lui spettanti per eredità. Constitutiones OP  I, 13 (de recipiendis), testo in vigore nel 1333: «Conversum autem non recipiat prior provincialis nec aliquis de eius licentia nisi de consensu prioris et duarum partium fratrum qui sunt de conventu pro quo fuerit induendus; nec conventus aliquis recipiat conversum sine licentia prioris provincialis» (Siena, Bibl. comunale F.VI.3, f. 134r); pro quo è emendamento costituzionale 1265 in luogo di ubi (MOPH III, 126/19-21), mirante a specificare statuto legale di filiazione conventuale, non semplice luogo di recezione.

La filiazione conventuale continua a regolare la natura redazionale anche delle cronache domenicane cosiddette "quadripartite" perché suddivise in quattro sezioni. Prima della serie, tra quante pervenute e dalle inequivoche nuove caratteristiche, quella di San Marco di Firenze, 1505-09. Cf. E.P., Cronica fratrum dei conventi domenicani umbro-toscani (secoli XIII-XV), «Archivum Fratrum Praedicatorum» 68 (1998) pp. 262 ss, §6. Cronaca quadripartita. L'intento primario dell'antica cronica fratrum sussiste ridistribuito tra la ferrea norma della filiatio in parte III (vestizione/professione) e la notizia biografia dei deceduti in parte IV; condiviso talvolta dalla bozza di ritratto dei priori in parte II. Parte IV al contrario tende ad accogliere ogni frate deceduto in loco, qualunque la filiazione conventuale; non senza esitazione (residuo del trapasso?), come svela la giunta emendatoria alla cronaca quercetana.

Cronica conventus Sanctae Mariae de Quercu (Viterbo), rch. Generale dell’Ordine dei Predicatori, Conv. Santa Sabina di Roma, XI.9400. Cartaceo, 277 x 213, f. 1v: «<Prologus>. In nomine Domini amen. In hoc libro, qui dicitur Cronica conventus, quatuor ordinate conscribentur. Primo quidem gesta notabilia pertinentia ad hunc conventum. Secundo loco scribentur priores huius conventus qui pro tempore erunt. Tertio scribentur fratres recepti ad habitum et professionem. Quarto et ultimo fratres defuncti pertinentes ad hunc conventum. dopo segno di chiusa scrittura su rigo incompiuto, la medesima mano aggiunge: et qui in hoc conventu morientur».

Filiazione per origine geografica, non importa il luogo di recezione all'ordine, preminente nei primi secoli; all'occasione anche per trasfiliazione legale, o per acquisita cittadinanza:

■ Latino di messer Angelo Malabranca da Roma (cardinale 1278, †  Perugia 10.VIII.1294) «de mangno et nobili genere proconsulum romanorum natus est in hoc mundo die sancti Gregorii pape, die quo revolutis annis in Christo reg<ene>ratus est intrans ordinem Predicatorum Parisius, hora qua in Decretis fuit licentiatus magister et doctor... <Ad> fratres autem sui ordinis tam in vita quam in morte maximum ostend<it> affectum et precipue suo conventui», ossia Santa Sabina in Roma (Cr Ov 27, ed. 34-35). Bibl. Apostolica Vaticana, Vat. lat. 7658 (xiv2), f. 2vb (Liber anniversariorum et obituum conv. OP Sancte Sabine Romani, mese di agosto) «In vigilia beati Laurentii obiit dominus Latinus cardinalis episcopus hostiensis de OP». Altro caso: «Frater Remigius, filius Clari Ieronimi, sacre theologie professor, sextus ac populi Sancti Pancratii, in primeve ìuventutis sue flore Parisius lícentiatus in artibus ac inibi habitu nostre religionís assumpto, in ordine tam grata religione quam virtutibus et scientia brevi admodum tempore sic profecit quod etiam ante presbiteratus honorem existens dyaconus in conventu florentino ad lectoratus officium est promotus; in quo quidem officio multo tempore, xl videlícet annis et amplius, perseverans, infatigabiliter ac fructuose predicationi dans assiduam operam et doctrine» (Cr SMN  f. 20r, n° 220).

Pero di Tieri di Diotisalvi, fiorentino, confinato politico in Foligno; nel 1303 veste l'abito domenicano nel convento d'Orvieto (Arch. di Stato di Siena, Patrim. resti eccles., S. Domenico 22.II.1303). Appartiene alla predicazione d'origine, numerosi gli atti successorii a favore del convento fiorentino (Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 3141, f. 15v, 7.XI.1305; 3143, ff. 43r-44v, 24.XII.1320, ss). Arch. del convento Santa Maria Novella di Firenze I.A.1, Cronica fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia vol. I, n° 315, ne stende l'articolo biografico (= 6.IV.1346): «Frater Perus filius olim Tieri Diotisalvi populi Sancti Andree, sacerdos. Fuit in seculo Deo valde devotus, multis tamen habundans divitiis. Qui de accepta uxore duas filias habuit. Mortua autem uxore, ipso xxvj  annorum existente, cupiens Deo se totaliter dedicare... ordinem Predicatorum est ingressus» (correggi testo d'edizione).

«Frater Ubaldus de Vallechia, de nobilibus de Vallechia, que est ultra castrum Pietresancte; aliqui facti sunt ex eis pisani cives, de quibus hic pater fuit» (Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis. Pisa, Bibl. Cateriniana (Seminario Santa Caterina) 78., 13).

Dalla forte tenuta, la legge della filiazione. Da vagliare contro apparenti o reali innovazioni, da accertare a petto dell'aumentata mobilità all'incrocio della riforma conventuale e nuove competenze delle congregazioni riformate (secoli xv-xvi). Cronica di Siena in fase tardiva sembra allentare le maglie (vedi ff. 28v ss in contesto di deceduti inguinarie peste e del capitolo generale 1462 tenuto in Siena). In Cronica fratrum di SMNovella il cronista che si confronta con la mortalità del 1479 registra tre frati d'origine remota (Torino, Pavia...); mira alla conta dei decessi, e nel render ragione dell'eccezione conferma la norma: «scribitur hic pro videndo numero», e a margine sinistro appone la chiosa pro numero; chiosa ignorata dall'edizione, col conseguente oscuramento della norma in atto (n° 701, 704, 705).

Ricaduta terminologica: Perusinus, Senensis ecc., anziché nomi etnici (indicanti luogo di nascita) sono anzitutto denotativi della predicazione conventuale d'appartenenza, specie in fonti esterne. Che può prolungarsi, senza incongruenza, a toponimie multiple, esempio «fr. Iohannes de Turri de Anania» (MOPH XIX, 116 § 547: 1396): fra Giovanni, oriundo della Torre (Torre Cajetani, pr. Frosinone), appartenente alla predicazione anagnina; dove nulla vieta che un fr. Iohannes de Turri di scrittura locale compaia come fr. Iohannes de Anania sotto penna esterna. Identità di persona, economia di connotazioni.

Fra Guglielmo di Niccolò da Aachen (= Aquisgrana, Germania ) o da Firenze OP («alemannus, oriundus Florentie»): caso di filiazione molto contestata tra i due conventi fiorentini San Marco e Santa Maria Novella.

17.XII.1474. Registro del maestro generale OP, sezione prov. Romana: «Frater Santes, prior conventus Sancti Marci de Florentia, fuit factus iudex et commissarius inter conventum Sancte Marie Novelle et magistrum Guilielmum de Aquis et alios fratres qui dicuntur defraudasse conventum et commisisse crimina gravia; et insuper etiam dubium de eorum filiatione, et maxime de filiatione dicti magistri Guilielmi, cum plenissima potestate iudicandi de filiatione, de debitis et de criminibus, et propterea precipiendi, excomunicandi, incarcerandi et etiam invocandi brachium seculare, omniaque faciendi oportuna, etiam si mandatum exigerent speciale; et dantur sibi plenissime vices rev.mi magistri super predictis. Et precipitur sibi in virtute sancte obedientie quod quando fuerit requisitus pro parte dicti conventus, procedat secundum sibi traditam potestatem sine strepitu et figura iudicii, sola facti veritate perspecta. Et nullus inferior molestet, nullis obstantibus. Datum Senis, 17 decembris <1474>» (Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori, Conv. Santa Sabina di Roma, IV.3, f. 61v).

26.XII.1474 dello stile comune. «Magister Guillermus de Aquis, conventus Sancte Marie Novelle de Florentia, fuit assignatus cum socio suo in conventu pratensi. Datum Senis, anno a nativitate Domini 1475» (Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori, Conv. Santa Sabina di Roma, IV.3, f. 62v).

6.III.1475. Registro del maestro generale OP, sezione prov. Romana: «(...). Tertio, quod dictus magister Guillielmus non possit morari Florentie nec Prati neque in toto dominio florentino, et datur presidenti cuicumque nostri ordinis eum capiendi et incarcerandi facultas, si in dicto dominio fuerit compertus, nisi legitime probaret se habere ab ipso magistro rev.mo specialem redeundi licentiam. De filiatione eius datur terminus per totum mensem aprilis utrique parti ad producendum quicquid volunt pro iuribus suis; alias elapso termino, per magistrum vel alium cui commiserit sententia decidetur de dicta eius filiatione».

Perugia 10.V.1478, capitolo generale OP: «Sentencias iudicum approbamus et presertim datam de filiacione magistri Gasparis Bogeti Viraginensis ad conventum Ianuensem, et latam circa filiacionem magistri Guillelmi Nicholai de Aquis, qui dicitur Theutonicus, pro conventu S. Marie Novelle provincie Romane; et has volumus perpetuo et irrevacabiliter in suo robore servari et permanere» (MOPH VIII, 351/12-16).

I giudici, ovvero i frati capitolari deputati a giudicare la materia, avevano sentenziato che il detto maestro Guglielmo non era passato legalmente dal convento San Marco a quello di SMN, e pertanto non era figlio nativo del convento SMN; lo dispensavano però dal pagare le spese del processo. Il testo della sentenza dei giudici non è riportato dagli atti capitolari disponibili; è l'editore Reichert (1900) che l'aggiunge (MOPH VIII, pp. 351-352), dichiarando in nota che il testo «desumptum est e cod. I conventus SMN fol. 71b». Si tratta del codice attuale nell'Arch. di SMNovella I.A.3, Liber recordationum novus; ne ritrascrivo il testo originale, scrittura alquanto evanita, taluni bravi pressoché illeggibili; non annoto divergenze od omissioni dell'edizione Reichert.

Arch. del convento Santa Maria Novella di Firenze I.A.3, Liber recordationum novus, f. 78v: «Hec est quedam sentencia iudicum ad causas in capitulo generali Perusii celebrato anno Domini 1478, et per acta capituli predicti confirmata, contra quendam Guilielmum Nicolai Theutonicum ordinis Predicatorum.

Nos fratres Iohannes de Curte, Iacobus Sprenguer prior coloniensis, Petrus Quadrati prior conventus bitturicensis, sacre theologie professores et ordinis Predicatorum, iudices ad causas deputati in capitulo nostro generali Perusii celebrato, audita petitione conventus Sancte Marie Novelle de Florentia, ac requisitione nobis facta super exequutione aliquarum clausularum contentarum in sententia lata per rev(erendissimu)m magistrum Ordinis contra magistrum Guilielmum Nicholai Theutonicum. Quarum clausularum prima est ista, scilicet declarare utrum sit nativus predictus Guilielmus prefati conventus. Pro cuius probatione fuit eidem magistro Guilielmo assignatum tempus usque ad presens capitulum generale. In quo capitulo per prefatam sententiam mandabatur partibus debere comparere et iura in dicta causa filiationis ostendere.

Volentes iuridice hanc materiam pro viribus terminare, visis primo rationibus dicti conventus, de quibus not(itia?) constitit per sententiam et confirmationem ac additiones ad dictam sententiam confirmatam et additas per rev(erendissimu)m magistrum Ordinis, visis etiam hoc quod dictus magister non potuit transire de conventu Sancti Marci ad conventum Sancte Marie Novelle nisi de consensu maioris partis vocalium prefati conventus, ??toque de sua scandalosa conversatione, omnibusque diligenter et mature consideratis, cogimur eorum iuste petitioni satisfacere.

Quare per presentes iudicamus, sententiamus et decernimus dictum magistrum Guilielmum non fuisse nec esse filium nativum dicti conventus Sancte Marie Novelle, ??? in hoc capitulo generali, in quo per sententiam latam per rev(erendissimu)m magistrum debuit produxisse omnes rationes facientes pro sua nativitate; in quo quidem capitulo nec per se nec per internunctium minime comparuit nec ullas rationes ad hanc nativitatem facientes adduxit».

■ Nota la dizione "pro sua nativitate", variante lessicale di "filiazione" conventuale.

i diritti ereditari del frate spettano al suo convento di affiliazione

I diritti ereditari del frate spettano al suo convento di affiliazione, non importa in quale convento sia ora assegnato o risieda.

Albertino, detto Mazzante, figlio di Cambio da Firenze (popolo San Michele in Orto), OP 1267, † 1319/20, «carpentarius, et in edificiis et oficinis fratrum construendis perutilis et subtilis» (Arch. del convento Santa Maria Novella di Firenze I.A.1, Cronica fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia vol. I, 219). Niccolò IV, Roma, S. Maria Maggiore 18.I.1292: petizione del priore e convento SMNovella dichiarava che taluni cittadini fiorentini hanno occupato e detengono i beni del fu Benvenuto di Cambio, che spettano invece per diritto ereditario ad Albertino, fratello germano del fu Benvenuto e frate di SMNovella; beni a loro volta spettanti al convento SMNovella, stante la dichiarazione della sede apostolica che «fratres eiusdem ordinis in temporalibus bonis, in quibus succederent in seculo existentes, licite possint succedere»; il papa ora nomina l'arciprete delle pieve di Colle, dioc. Volterra, giudice della causa, con autorità di convocare e ascoltare le parti, emettere la sentenza, senza diritto di appello (Arch. di Stato di Firenze, Dipl. SMNovella 18.I.1292).

Fra Gualtieri da Ganghereto. Firenze 30.XII.1321, il capitolo conventuale di Santa Maria Novella (70 il totale dei frati capitolari) prende possesso d'un casale del fu messer Gualtieri da Ganghereto e spettante al detto convento: «Item fecerunt sindicos et procuratores fratrem Nicholaum de Medicis, fratrem Ubertum de Barberino, fratrem Perum Tieri, presentes et recipientes, et fratrem Petrum Bontalenti licet absentem,... ad petendum exigendum et confitendum in iudicio... omne totum et quicquid dicti prior, fratres, capitulum et conventus seu aliquis eorum, seu ipsa ecclesia Sancte Marie Novelle sive opus vel opera ipsius ecclesie vel hospitale de Fighino vel locus de Sancto Cassiano (...). Et ad introducendum et ad prendendum tenutam et possessionem cuiusdam casolaris olim domini Gualterii de Ganghereto», casolare spettante al detto convento, e a vendere il medesimo casale (Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 3143 (già B 2129), f. 78r-v).

La cronica fratrum di Santa Maria Novella, in anni di rigoroso funzionamento, non ne redige notizia biografica; e pertanto almeno al tempo del suo decesso fra Gualtieri non era filius del convento fiorentino (filiatio cosa ben distinta dall'assegnazione conventuale). Aveva ottenuto trasfiliazione ad altro convento? a quello bolognese? Il legame tuttavia col convento fiorentino lo ritroviamo riasserito quando i frati di Santa Maria Novella prendono possesso del casolare del fu messer Gualtieri da Ganghereto (30.XII.1321, qui detto dominus non frater).

Firenze 27 novembre 1352, capitolo del convento Santa Maria Novella di Firenze (35 il totale dei frati). Fra Benedetto figlio del fu Neri degli Ardinghelli da Firenze e di donna Betta dei Cedernelli; alla morte di donna Betta convento fiorentino e fra Benedetto ne riscuotono l'eredità:

«Actum Florentie in capitulo fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia. (...). Pateat omnibus evidenter... quod convocatis fratribus et capitulo fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia... de mandato viri magistri Petri de Strozis de Florentia prioris provincialis et fratris çanobii Cinghietti prioris dicti loci, capituli et conventus..., quorum nomina sunt ista, videlicet magister Petrus de Strozis de Florentia prior provincialis, fr. çanobius Cinghietti prior dicti conventus et loci, ... (segue lista di tutti i frati capitolari), qui sunt due partes et ultra ex fratribus dicti conventus et Ordinis..., una cum eis, et frater Benedictus filius condam Nerii de Ardinghellis de Florentia et domine Bette filie Scolai olim Vannis de Cedernellis, frater dicti conventus Sancte Marie Novelle, una cum dictis fratribus, capitulo et conventu,… considerantes hereditatem dicte condam domine Bette, matris olim dicti fratris Benedicti», accettano l’eredità di detta donna Betta (Arch. di Stato di Firenze, Dipl. S. Maria Novella 27 nov. 1352). Cf. E.P., Quel che la cronaca conventuale non dice, «Memorie domenicane» 18 (1987) appendice p. 301.

Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 1771, ff. 81r-82r (Firenze 19.VIII.1413): «Convocatis... ad capitulum..., omnes fratres dicte ecclesie capituli et conventus <scil. Sancte Marie Novelle>, asserentes se fuisse et esse duas partes et ultra... et se representare totum dictum capitulum et conventum,... scientes et considerantes dominam Bartholomeam, matrem dicti fr. Iohannis Çenobii Francisci Masii et uxorem olim dicti Çenobii, morte dece<ss>isse ab intestato, relicto dicto fr. Iohanne..., et ipsam hereditatem dicte dne Bartholomee pertinere et spectare ad ipsos fratres...».

Importante questione circa filiazione conventuale, e relativi diritti ereditari. sollevata nella Congregazione di San Marco 1525. Chronica conventus Sancti Marci de Florentia OP (parte IV: filii huius conventus qui pro tempore morientur), Firenze, Bibl. Laurenziana, S. Marco 370, f. 167r:

«In capitulo nostre Congregationis congregato in conventu Sancti Marci de Florentia anno Domini 1525 mota est lis et quaestio de filiatione fratris Urbani de Corsinis a priore pratensi et socio eius, qui dicebant ipsum esse filium conventus pratensis eo quod ibi professionem fecerit. Quibus responsum est a fratribus conventus Sancti Marci quod in dicto conventu Sancti Marci ipse frater Urbanus accepit habitum et a vocalibus eiusdem conventus fuit sibi prolongata professio et ab eísdem receptus est ad professionem per voces ut profiteretur in conventu pratensi pro conventu Sancti Marci de Florentia. Cum ergo fratres pratensis conventus non possent probare dictum fratrem Urbanum professum pro suo conventu, lata est sententia per vicarium generale fratrem Seraphinum Bellandinum post capitulum, videlicet die 16 maii 1525, quod predictus frater Urbanus est filius conventus Sancti Marci, ut in hoc libro cronice continetur supra in carta 148 [= f. 98r], et quod omnia bona sua pertineant ad dictum conventum Sancti Marci, ut patet in literis manu propria scriptis ipsius vicarii generalis fratris Seraphini, presentibus duobus testibus, videlicet fratre Raphaele   .    .    .   de Pistorio et fratre Honofrio Honofrii de Pistorio».

 trasfiliazione conventuale

Capitolo generale Vitoria (Spagna) 1331, sezione "ordinaciones et admoniciones": «Item. Ne fratres exquisitis modis illos conventus deserant pro quibus ad Ordinem sunt recepti, inhibemus discricte ne priores provinciales fratrem aliquem determinent pertinere ad conventum alium quam ad illum pro quo ad Ordinem est receptus, nisi per simplices assignaciones in nostro Ordine consuetas. Et rogamus magistrum Ordinis quod quibuscumque fratribus deputaciones vel determinaciones huiusmodi non concedat» (MOPH IV, 207/17, 209/15-21).

Qui il capitolo generale fissa le competenze: ai provinciali compete sì l'assegnazione conventuale dei frati ma non la trasfiliazione da un convento ad un altro. Di fatto nelle testimonianze qui raccolte risulta che la trasfiliazione viene decisa o dal maestro generale o dai capitoli generali, non dalle autorità provincializie.

Fra Santi di Giovanni Schiattesi da Firenze (OP 1435 ca., † 26.I.1476) a fra Leonardo di ser Uberto da Firenze (OP 1458, † 1482 ca.), Utrum frater unius conventus possit fieri filius alterius conventus in preiudicium primi conventus? (Firenze 1466-68 ca.): «Sed ex vestris aliis litteris accepi quod ille frater fabrianensis - qui est coventus senensis - est professus in conventu Sancti Spiritus de Senis, et quod bona ista evenerunt ei post professionem. Intellexi etiam quare queritis eum habere. Et quantum ad istud ultimum, si causa principalis accipiendi eum in filium conventus est spes rerum temporalium, quis dubitat quod est simonia mentalis? Quia sicut pro ingressu ecclesie idest monasterii non licet aliquid exigere vel etiam sperare, ita nec pro filiatione, que nihil aliud est nisi quedam receptio ad talem conventum. Ita mihi videtur. An autem hoc fieri possit, supra dixi quod mihi occurrebat - et nunc magis - confirmatio; quia si bona illa obvenerumt post professionem factam in conventu senensi, iam sunt debita illi conventui, et illi est ius acquisitum. Quod autem nunc expolietur ad libitum nulla extante causa rationbili, videtur quod non liceat, et per consequens quod non expedia. R. Creytens, Santi Schiattesi O.P., disciple de S. Antonin de Florence, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 27 (1957) p. 318; cf. pp. 268-269, 317-318.

Fra Cristoforo di Giovanni dei Masi da Firenze († Pisa nov. 1479). Chronica conventus Sancti Marci de Florentia OP, Bibl. Laurenziana di Firenze, S. Marco 370, f. 91v: «Tempore prioratus fratris Nicolai de Carmignano, ab dimidio anno 1445 usque ad expletum annum Mccccxlvjm, infrascripti ad habitum et professionem admissi sunt: Frater Christophorus Iohannis Masius, civis florentinus. (...)».

Regesta litterarum fratris Leonardi de Mansuetis de Perusio (1474-1480), 7 marzo 1475: «Magister Christoforus Masius translatus fuit de conventu Sancti Marci ad conventum Sancte Marie Novelle, et ibi factus filius nativus ibique assignatus, si maior pars patrum et fratrum dicti conventus assentiat, et non aliter. Nullus inferior, nullis obstantibus. Datum Rome die vij martii (Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori, Conv. Santa Sabina di Roma, IV.3, f. 65r).

Arch. del convento Santa Maria Novella di Firenze I.A.1, Cronica fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia, f. 66r (n° 706): «Frater Christoforus de Masis, sacre theologie professor. Hic fuit receptus pro fratre nativo conventus nostri cum esset factus filius Sancti Marci. Fuit autem homo litteratus plurimum, et bone et grate conversationis. Predicator quoque precipuus; nam Florentie pluries predicavit in conventu et in multis aliis ecclesiis cum maximo populi concursu et gratia; similiter Pisis, Pistorii, Perusii, Senis et in multis aliis locis. Tandem vero Pisis - ubi morabatur - febri correptus, sumptis ecclesiasticis sacramentis devote diem clausit extremum die  .  .  .  novembris 1479. Cuius anima requiescat in pace».

Fra Cristoforo  dei Masi, figlio nativo del convento fiorentino di San Marco, viene trasfiliato e assegnato al convento Santa Maria Novella. Il suo nome pertanto non compare nella sezione IV della cronaca del convento San Marco, filii huius conventus qui pro tempore morientur.

Fra Simone di Bartolomeo dei Berti da Firenze († Lucca 15.IX.1491), figlio nativo del convento fiorentino di San Marco, poi trasfiliato al convento Santa Maria Novella. Chronica conventus Sancti Marci de Florentia OP, Bibl. Laurenziana di Firenze, S. Marco 370, f. 92r: «Tempore secundi prioratus fratris Iuliani Lapaccini, videlicet ab anno Domini 1448 ad annum Domini 1454 vel circa, infrascripti ad habitum et post ad professionem admissi: (...) Frater Symon Bartholomei de Bertis, civis florentinus, qui post in Sancta Maria Novella effectus est magister in sacra theologia, fuitque magnus predicator et ubique in suis praedicationibus acceptissimus. Obiit in conventu lucensi».

Registrum litterarum magistri Salvi Cassetta de Panormo (1481-1483), 27.VII.1483: «Magister Symon de Bertis fuit translatus de conventu Sancti Marci de Florentia ad conventum Sancte Marie Novelle civitatis eiusdem, cum assensu et voluntate omnium magistrorum et patrum conventus predicti; et fuit factus filius nativus et originalis ipsius conventus ad quem vult rev.mus magister in omnibus et per omnia pertinere ac si in eodem habitum recepisset et professionem ibidem et pro eodem fecisset; in quo assignatur cum omnibus graciis, privilegiis, exemptionibus, libertatibus ac inmunitatibus magistrorum nativorum, quibus gaudere potest absque contradictione cuiuscunque inferioris, in contrarium facientibus non obstantibus quibuscunque, eciam si de eis esset fienda specialis mentio et expressa. Datum Florentie, die xxvij iulii 1483» (Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori, Roma, Conv. Santa Sabina, IV.6, f. 79r).

Arch. del convento Santa Maria Novella di Firenze I.A.1, Cronica fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia, f. 69r (n° 720): «Frater Simon Bartolomei de Bertis, sacre theologie professor ac egregius predicator, obiit Luce die 15 settembris 1491, ibique honorifice sepultus est. Hic venerabilis pater habitum nostre religionis in Sancto Marcho suscepit ac per multos annos inter eos laudabiliter est conversatus. (…). Ceterum cum Lonbardie fratres Sanctum Marchum suscepissent, ipse eorum lombardis moribus non conveniens, ex illo conventu ad nostrum tanslatus est. (…)».

Fra Giovanni da Pistoia († Lucca 21.III.1493). «Dirigitur litera priori magistris et patribus ac fratribus conventus lucensis quibus declarantur bona fr. Ioannis de Pistorio que apud eos reperiuntur pertinent conventui pistoriensi, cuius erat filius nativus et in ipso assignatus. Hortanturque ut pro equitate iustitie eis ea restituant» (Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori, IV.10, f. 78v: 22.IV.1493).

Fra Cosimo di Stagio da Arezzo OP (fl. 1450 - 1500 ca.), apprezzato artigiano di finestre a vetro. Arezzo novembre 1481: «Frater Cosmus Stagii ser Pauli de Aretio fuit factus filius nativus eiusdem conventus, et remotus a filiatione conventus Sancte Chaterine de Pisis et a quocunque conventu ad quem quomodolibet diceretur pertinere. In contrarium etc. Datum Aretii, 1481» (Registrum litterarum magistri Salvi Cassetta de Panormo, Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori, Roma, Conv. Santa Sabina, IV.6, f. 68v).

Viterbo 26.VIII.1483. «Filiatio fratris Cosme de Aretio in conventu Aretii facta ratificatur, approbatur et confirmatur, ac iterum fit filius nativus predicti conventus, in contrarium facientibus non obstantibus quibuscunque, etiam si de eis esset hic fienda specialis mentio et expressa; et mandatur presidenti dicti conventus in virtute Spiritus sancti et sancte obedientie quatenus eum tamquam verum filium recipiat. Datum Viterbii, die xxvj augusti 1483» (Ibid., IV.6, f. 81r).

Viterbo 28.VI.1490. «Frater Cosmus de Aretio declaratur filius originalis ac de novo fit nativus conventus viterbiensis. Viterbii, eodem die» (Registrum litterarum magistri Ioakini Turriani Veneti, Ibid., IV.9, f. 86v).

Fra Urbano dei Corsini  da Firenze († 10.IV.1525). Chronica conventus Sancti Marci de Florentia OP, Bibl. Laurenziana, S. Marco 370, f. 98r: «Frater Urbanus, antea Giunta, Philippi Bertuldi de Corsinis, civis et clericus florentinus, beneficiatus, habitum quidem ordinis recepit a rev.do vicario generali fratre Hieronymo Ferrariensi, die 5a iunii 1497; exactoque canonico annuae probationis termino, dilationem professionis obtinuit ut quorumdam beneficiorum v(? ? ?) renuntiacioni maturius consuleret. Quibus renuntiatis, tandem viija septembris 1498 publice ac de more solemniter professus est in conventu pratensi, nomine huius conventus Sancti Marci».

■ Qui viene esplicitato il ricorrente lessema renuntiatio: = rinuncia legale ai diritti ereditari a favore del convento di affiliazione.

Fra Gaspare di Baldassarre Cartolari da Perugia (n. 1464, professo in San Marco di Firenze 1486, † Firenze 30.IX.1530). Bibl. Laurenziana, S. Marco 370, f. 171r: «Frater Gaspar Baldassaris de Perusio, professus in hoc conventu. (...) Denique anno Domini 1530 multum laboravit pro reformatione conventus perusini. Qua reformatione, Domino concedente, facta per fratres Sancti Marci, post paucos menses e Patavio veniens Perusium, ibidem graviter infirmatus est; et quamvis gravi infirmitate laborans, instanter petiit se duci Florentiam ad Sanctum Marcum. Et antequam Perusia recederet, fecit confessionem generalem, et abdicavit se et expoliavit de omnibus que acquisierat, videlicet libris, pecunia et varia supellectili; et nihil penitus sibi reservans, omnia priori et fratribus Sancti Marci consignavit. Ubi quasi per mensem in infirmitate perdurans, consumptus tandem diem clausit extremum die ultima septembris, ante auroram, in festo Sancti Hieronymi, annos natus sex et sexaginta; in ordine vero habens sex et quadraginta».

Cronica fratrum Sancti Dominici de Perusio, Perugia, Bibl. comunale Augusta 1141, f. 70r-v: «ab initio nostri conventus originalis filius non extitit, utpote in cenobio Sancti Marci Florentię ad ordinem receptus…, verum quia et ipse perusinus et medio tempore huius nostri conventus filius et pater fuit» (f. 70r).

I registri dei maestri dell'ordine testimoniano la contrastata filiazione di Gaspare. Arch. Generale dell’Ordine dei Predicatori, IV.12, f. 51v (21.V.1499): «magister Gaspar Perusinus fit frater conventus Perusii nativus consentientibus magistris et patribus, nemine discrepante, et a conventu Sancti Marci de Florentia ad conventum perusinum transfertur cum omnibus bonis suis». Ibid., IV.18, f. 57v (23.X.1512) «magister ordinis… cassavit sententiam latam a rev.do provinciali romano magistro Sebastiano contra venerandum magistrum Gasparem de Perusio super privatione filiationis conventus et pena graviori culpe, et declaratur quod est in possessione filiationis conventus» (cf. ed. MOPH XVII, 147-48).

Fra Giovandomenico di Pietro da Firenze (profess. 6 .II.1517). Chronica conventus Sancti Marci de Florentia OP, Bibl. Laurenziana, S. Marco 370, f. 102r: «Frater Iohannes Dominicus Petri Macreria de Florentia, authoritate rev.mi magistri ordinis fratris Thommę de via Caietani die 6 februarii 1516 traslatus est a filiatione conventus Sanctę Marię Novellę ad filiationem conventus Sancti Marci de Florentia eiusdem ordinis. De patrum vero consensu ac maioris partis capituli  trab?? est huiusmodi filiatio die 8 maii 1516. Patentes litere registrate sunt fol. 58 secundi registri magistri rev.mi generalis nostri ordinis. [nel marg. d.:] Obiit Pisis peste».

Capitolo della Congregazione Tosco-romana, Pisa 1516, tra le "ordinationes": «Item quod in quolibet conventu habeatur liber in quo acta conventus et nomina fratrum qui ad ordinem recipiuntur scribantur, aggravantes conscientias presidentium, nisi id intra duos menses fieri fecerint in suis conventibus»: «Archivum Fratrum Praedicatorum» 40 (1970) 166.

Fra Alessandro dei Rinuccini da Firenze (profess. 14.III.1533). Chronica conventus Sancti Marci de Florentia OP, Bibl. Laurenziana, S. Marco 370, f. 108v: «Frater Alexander Alexandri de Rinuccinis fecit professionem die 14 martii 1532 more florentino, circa primam horam noctis, in manibus fratris Angeli de Ghiacceto, provincialis romani. Et quamvis habitum recepisset in conventu Minerve de Urbe a fratre Daniele de Aretio, tunc priore dicti conventus, die xa martii 1531, attamen [eius sequ.] filiatio eius translata est ad hunc conventum, consentiente capitulo conventus et assensu rev.di provincialis. De eius renuntiatione fuit rogatus ser Bartholomeus de Meis, notarius florentinus, die 7 martii 1532».


 

S. TUGWELL, Did Dominicans practise affiliation in the thirteenth century?, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 79 (2009) 85-191: storia delle nozioni affiliazione e assegnazione nell'ordine domenicano; 80 (2010) 5-131.

In AFP 80 (2010) pg 114, quasi a conclusione del complesso contributo: «Thus, whatever hints of things to come may be found earlier on, it was not until near the end of the fourteenth century that all the circumstances were in place for the legal notion of affiliation to be conceived in the Dominican Order; and essentially it concerned a special kind of relationship between a friar and a convent, even if the same language could on occasion be used with referente to his province».

■ A fine lettura mi faccio questa domanda: è la "nozione legale" di affiliazione a non comparire prima di fine Trecento o non piuttosto il "lessema" filiatio o filius nativus?

■ Questi volumi di AFP 79 (2009) e 80 (2010) non sono disponibili nella biblioteca di SD di Fiesole.

 

finis!


 

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