A) Libri di provincia e loro assegnatari, f. 6r
Isti sunt libri quorum proprietas spectat ad Romanam provinciam.
1. Primam partem secunde sancti Thome, et primum secundum et tertium eiusdem in uno volumine, habent ad usum fratres Petrus et Iacobus Pratenses.
2. Item Contra gentiles in uno volumine habet ad usum fr. Accursus Casciani de Luca.
3. Item unum volumen sermonum quadragesimalium habet ad usum fr. Iacobus Nalli Urbevetanus.
4. Item unum volumen sermonum gallicorum habet ad usum fr. Carus Florentinus.
5. Item primam secunde et tertium sancti Thome habet ad usum fr. Ricculdus Florentinus.
6. Item librum Sententiarum habet ad usum fr. Nicolaus Romanus de Sancto Angelo.
7. Item aliud volumen Sententiarum habet ad usum fr. Stephanus de Sezia.
8. Item quasdam questiones super libros naturales habet fr. Iacobus de Fusignano.
9. Item quasdam questiones super Sententias habet fr. Petrus Ardengi.
10. Item quartum sancti Thome habet fr. Angelus de Tibure.
11. Item aliud volumen Sententiarum habet fr. Laurentius Viterbiensis.
12. Item comentum Averoys super librum Phisicorum habet fr. Ptolomeus Lucanus.
13. Item librum de ortu scientiarum et tertium super Sententias in uno volumine habet fr. Franciscus Viterbiensis.
14. Item originalia quorundam sanctorum habet fr. Franciscus Viterbiensis.
■ Numerazione seriale mia (ad essa rinviano qui di seguito le note identificative). Precedenti trascrizioni: Masetti, Monumenta I, 140-41. Cronica di Santa Caterina in Pisa..., MD 27 (1996) 227-32.
n° 1. Piero da Prato OP: MOPH XX, 102/3, 122/1, 155/20 (1291-1305); IV, 104/7-10 (1317). Iacopo da Prato OP: MOPH XX, 155/20, 178/9, 182/6, 188/20 (1305-13). Per i frati concessionari non commentati in nota vedi oltre nel paragrafo di datazione della lista.
n° 2. Antroponimo completo in ASL, Notarile n° 32 (Paganello Bonaiuti), reg. 3°, f. 101r (Lucca 17.II.1300) «fr. Accurso Iacobi Cassian(i) eiusdem ordinis», teste in atto di quietanza di Tolomeo da Lucca OP e Gherardo da Porcari OP. Nel 1299 studente in arte nuova, MOPH XX, 133/2 «Accursum Cascianum». Verde-Corsi 575: «Accursus Cassiani» lettore in Lucca 2.XII.1314.
n° 6. MOPH XX, 78/15-16, nel 1287 lettore in Anagni. Un indistinto Nicolaus Romanus: MOPH IV, 67/5-14 (punito 1313 de Anglia rediens); SOPMÆ III, 183-84. AFP 33 (1963) 255; Firenze 1333: MD 18 (1987) 299a n° 27.
n° 7. Stefano da Sezze OP: MOPH XX, 397b (anni 1304-05); zio per parte di madre di Roberto da Sezze OP: Thomae Aquinatis vitae fontes praecipuae [sic], a c. di A. Ferrua, Alba 1968, 290-91 (dic. 1318); MOPH XX, 396a. Sezze (oggi pr. Latina) (RD Latium 530b) territorio della prov. Romana: nel 1327 castrum Sezzie assegnato alla predicazione d'Anagni (MOPH XX, 243/3-5); trasferito da quella di Terracina, conv. dal 1318 (Niccolò da Sezze tra i vescovi del conv. Terracina: Cr Ov 38, ed. 51); infine nella predicazione di Priverno quando qui nel 1343 fu istituito il convento?
n° 13. De ortu scientiarum (1250) di Roberto da Kilwardby OP? Cf. MD 12 (1981) 74-75.
B) Tempi della lista e tempi dei prestiti
Un'unica regolatissima mano trecentesca in minuscola documentaria scrive l'intera lista, la stessa mano - abbiamo detto - che redige anche rubriche i-iv. Nessuna correzione o aggiornamento sul testo.
Estremi cronologici massimi: dopo 1323, canonizzazione di Tommaso d'Aquino («sancti Thome» n° 1, 5, 10); prima del 1342, inizio del provincialato d'Andrea del Gallo da Firenze, come vuole la nota marginale «Ego fr. Andreas de Gallo… nichil repperi nec aliquid scio» (f. 6r marg. sup.; vedi trascrizone completa più oltre).
La formula habet ad usum, habet, convoca tutti i frati concessionari a uno stesso indistinto presente. Un rapido scrutinio biografico rivela che il redattore della lista non sta annotando prestiti in corso. Piero da Prato (n° 1) era deceduto nel 1316 sulla via di ritorno dal capitolo generale tenuto in Montpellier (MOPH IV, 104/7-10); Caro di messer Iacopo di Belloccio da Firenze (n° 4), in religione dal 1279, † 23.VII.1316 (Cr SMN n° 215); Riccoldo da Monte di Croce (n° 5) in religione dal 1267, † 30.X.1320 (Cr SMN n° 222; SOPMÆ III, 308-10; IV, 262-65). Altri eran diventati vescovi, e nessuna cancelleria si sarebbe sottratta al titolo (dominus, dominus episcopus) voluto dalle norme dell'ars dictaminis. Tolomeo dei Fiadoni da Lucca (n° 12) viveva in Avignone dal 1307-08, vescovo di Torcello (Gradi-Aquileia) dal 1318, ivi deceduto nel 1327 (SOPMÆ IV, 318-25). Iacopo da Focignano (Roma, n° 8) vescovo di Lucera (pr. Foggia) 1308-22, di Methone in Peloponneso 1322-33 (SOPMÆ II, 321-22; IV, 133); Lorenzo da Viterbo (n° 11) compare la prima volta studente di logica vetus 1291, vescovo di Tempio Pausania (pr. Sassari) 1329-44.
■ Lorenzo da Viterbo. MOPH XX, 385a (anni 1291-1344). T. Kaeppeli, Dalle pergamene di S. Maria in Gradi di Viterbo, AFP 33 (1963) 254. Cr Ov 36, ed. 51. Vescovo civitatensis (= Tempio Pausania) 1329-44: HC I, 188; P. Sella, Rationes decimarum Italiae. Sardinia, Città del Vat. (Studi e testi 113) 1945, 113 n° 1083 (17.X.1342). ASF, NA 3140 (B 2126), ff. 70r-71v (Firenze 1.VII.1302). ASF, NA 1815, ff. 80v-81r (Pisa 17.VI.1340/39): «fr. Laurentius, Dei gratia episcopus civitatensis» nomina procuratore in qualsiasi lite possa avere con ecclesiastici o secolari. «Actum Pisis in domo ecclesie Sancti Simonis ad Parlascium posita iuxta ecclesiam Sancti Simonis suprascripti, presentibus presbitero Iohanne rectore ecclesie Sancti Simonis suprascripti et fr. Simone de Spoleto ord. fratrum Predicatorum et Vannuccio condam Barduccii clerico».
Taluni usuari esigono estremi cronologici più ravvicinati. Iacopo di Nallo da Orvieto (n° 3) nel 1305 era appena studente in logica nuova, muore in Roma 20.VIII.1343.
MOPH XX, 157/12 (1305 studente in logica nuova), 212/24, 265/4, 277/10 (anni 1305-32). Cr Ov 85-86, ed. 119-20.
Piero di Pegolotto degli Ardinghi da Firenze (n° 9) in religione dal 1304, † 3.VI.1348 (Cr SMN n° 344).
Angelo da Tivoli (n° 10) studente di filosofia naturale in Perugia 1295, assegnato allo studio parigino 1301, lettore, predicatore generale, priore fiorentino 1318-19; deceduto durante il provincialato di Matteo degli Orsini 1322-26, presumibilmente in Firenze, se in aprile 1340 pendeva ancora la vertenza tra i conventi tiburtino e fiorentino sul diritto ai suoi libri.
MOPH XX, 122/5, 141/17, 155/8, 182/23, 188/18 (1295-1313). C. Carbonetti Vendittelli, Il fondo pergamenaceo del convento domenicano di Tivoli conservato nell'Archivio generale dell'ordine (secc. XIII-XVII), AFP 54 (1984) 157, 159. MD 17 (1986) 282. AFP 60 (1990) 237-38, 310. S.L. Forte, Il card. Matteo Orsini O.P. e il suo testamento, AFP 37 (1967) 206, 237.
Francesco da Viterbo di n° 13-14: la toponimia invita a riconoscervi «fr. Franciscus de Plano Viterbiensis», assegnato studente a Parigi 1317, in Firenze 1321, lettore viterbese 1330 e perugino 1331, predicatore generale 1332; anziché «fr. Franciscus de Tuscanella» (1317-42), territorio della predicazione viterbese.
■ MOPH XX, 204/24, 263/30, 259/13, 278/1 (1317-32). MD 18 (1987) 297: Firenze 30.XII.1321 (n° 14) «fr. Franciscus de Viterbio».
■ Francesco, o Cecco, da Toscanella (oggi Tuscania, pr. Viterbo). Assegnato studente a Montpellier 1317, lettore, socio capitolare, priore ecc., fino all'ultima data conosciuta 1342. MOPH XX, 375a; XXII, 115 n. 7. AFP 15 (1945) 145 n. 4; 33 (1963) 251; 64 (1994) 99. MD 18 (1987) 299 n° 8. ASF, Dipl. S. Domenico di Pistoia 6.X.1331: «Actum fuit hoc in civitate urbevetana in loco fratrum Pred. de Urbeveteri presentibus fr. Giannocto priore Sancti Dominici de Urbeveteri, fr. Francisco de Toscanella lectore urbevetano,…».
Redazione della lista libraria concorde con quelle dei conventi e monasteri, anni '30 del Trecento, della medesima mano; sguarnita di giunte, modifiche, barre d'estinzione. Perché, come detto, essa non sta tenendo nota di prestiti in corso. Intende piuttosto inventariare i libri di proprietà provincializia. Nel compilare il Liber privilegiorum a vademecum dell'amministrazione provinciale, la cancelleria censisce il suo fondo librario; spogliando - dobbiamo credere - e riordinando note di prestiti anteriori, inclusi i non recentissimi e non estinti. Di certo note non perfettamente aggiornate ai movimenti dei libri e loro assegnatari, come proclama l'assenza di qualsivoglia nota marginale o interlineare. Per oggettiva difficoltà d'inseguire le sorti dei singoli prestiti tra popolazione e territori vasti; in parte anche per incuria dei provinciali, come trapela dai ripetuti "non so" delle dichiarazioni autografe che costellano la lista. Il cardinal Matteo degli Orsini chiede venia per omissione d'ufficio: quando provinciale in carica non s'era curato d'attribuire il lascito librario d'Angelo da Tivoli; disposto ora nel testamento 1340 a risarcire chiunque ne fosse rimasto dannificato (S.L. Forte, Il card. Matteo Orsini…, AFP 37 (1967) 237). Durante mezzo secolo, dalla stesura dell'inventario al decennio 1380 incipiente, i provinciali nulla sanno dei libri né riescono a recuperarli. Smarrimento occorso presto: dopo il provincialato di Giovanni Boccanera da Spoleto, nel corso del ventennio 1322-1342; nell'entrare in carica, novembre 1342, Andrea del Gallo dichiara che né ha trovato né sa alcunché di siffatti libri.
Le sottoscrizioni alla lista tuttavia testimoniano l'intento d'assicurare lo stato patrimoniale del fondo, finanche quando si è costretti a denunciare dispersione e smarrimento.
C) Sottoscrizioni dei provinciali
Mani diverse, coeve all'attestazione; tutte scrivono minuscola documentaria e personalizzata. Cercano spazio dove possono, perché siffatti interventi non erano previsti dal rubricatore o progettatore del libro. Il risultato è un arruffato accumulo con se stesse e rubriche preesistenti. Numerazione seriale mia, in ordine restituito di successione temporale.
1) Ego fr. Iohannes de Spoleto predictas concessiones reperi scriptas et factas sicut[18] supra continetur (f. 6r marg. inf.).
Il sottoscrivente non si dice provinciale, e lascia perplessi circa l'identità (MD 27 (1996) 229 n. 93). Da identificare con Giovanni Boccanera da Spoleto? Già in religione nel 1274, lettore in Firenze 1291 e Spoleto 1292, predicatore generale 1297, priore in Santa Sabina (Roma) 1314, provinciale dal 1319 al 1322 (frater Iohannes Bocchanera de Spoleto, nella lista di f. 11v); anno di decesso sconosciuto.
Non Boccaccini: Masetti, Monumenta I, 311. ASL, Dipl. S. Romano 11.V.1274. MOPH XX, 100/4, 106/17-18, 127/14, 193/7, 217/30. H.F. Dondaine - H.V. Shooner, Codices manuscripti operum Thomae de Aquino I, Romae 1967, 324-25. San Domenico d'Arezzo..., AFP 64 (1994) 96, e 98 n. 87-88 per omonimi.
Le caratteristiche paleografiche non obiettano, il tenore della nota lo insinua; e peraltro il senese Iacopo da Sant'Andrea, 1364, non sarebbe stato costretto ad acrobazie scrittorie sulle estremità del marg. superiore destro se avesse trovato spazio disponibile in quello inferiore. Ma se del provinciale Giovanni fosse siffatta sottoscrizione, costui l'ha vergata a libro confezionato (o fascicolo composto): dopo la canonizzazione 1323 di Tommaso d'Aquino, a provincialato scaduto, anni '30, quasi ritardata consegna ai successori; primo intervento che commenta la vicende amministrative dei libri, e dà il via alla sequenza delle attestazioni autografe.
2) Ego fr. Andreas de Gallo[22] prior provincialis de infrascriptis libris nichil repperi nec aliquid scio (f. 6r marg. sup.).
3) Ego fr. Iacobus de Sancto Andrea[23] quando fui factus provincialis et res provincie recepi, nullum de infrascriptis libris repperi. Anno <Domini?> 1363 die 24 ianuarii[24] factus fu<i> provincialis in Fulgineo (f. 6r marg. sup. in scrittura compressa tra precedente dichiarazione d'Andrea e primo rigo della lista, proseguita a discesa su spazio ritagliato nell'estremo marg. destro).
4) Ego fr. Stephanus de Cumba fui factus vicarius in provincia Romana ordinis fratrum Predicatorum in capitulo generali Brugis celebrato anno Domini M°c°c°c°lxix, et recepi nova et[25] literas dicti vicariatus xiij die iulii. Postmodum vero electus fui in provinciali capitulo Narnie celebrato dominica in oct(ava) sancti Martini[26] in priorem provincialem dicte provincie, et nova ac literam confirmationis dicti provincialatus recepi Rome secunda die marcii anno a nativitate Domini M°c°c°c°lxx°.
De libris vero subscriptis nullum reperi (f. 5v, righi 1-7, primo terzo superiore del foglio, originariamente bianco; torna indietro, Stefano de la Combe, a trovar spazio libero su f. 5 perché ff. 6v-7v erano stati già occupati dalla Cronicha magistrorum ordinis a partire dal 1340 ca.).
5a) Ego fr. Iohannes de Sancto Iuvenali de Urbeveteri[27] recepi a reverendo patre fr. Helia[28] magistro ordinis literas confirmationis in priorem provincialem Romane provincie die xxij mensis decembris anno Domini M°ccc°lxx°. De libris vero qui in sequenti folio scripti sunt, nullum inveni nec habui (f. 5v, attuali righi 10-14, originariamente a seguito della dichiarazione di Stefano de la Combe, essendo righi 8-9 inserimento posteriore di Domenico da Peccioli; segue uno spazio di rigo in bianco, e la medesima mano interviene di nuovo, qualche tempo dopo).
5b) Ego fr. Iohannes supradictus, prior[29] provincialis, recepi infrascriptos libros ad provinciam Romanam pertinentes videlicet:
- Unam bibliam parvam et parvi valoris.
- Unum breviarium antiquum.
- Unum missale parvum in quo est officium misse notatum.
- Concordantias biblie quas habebat fr. Lucas de Aretio[30] sub pignore (f. 5v, righi 15-21).
6) Ego fr. Dominicus de Peccioli recepi preceptum obedientie confirmationis provincialatus in forma[31] in die epiphanye 1378[32] et non habeo aduch aliquem librum de infrascriptis nisi breviarium (f. 5v, righi 8-9, alquanto compressi tra sottoscrizione di Stefano de la Combe e primo intervento di Giovanni da San Giovenale).
7) Ego fr. Iacobus de Altovitis ordinis Predicatorum, sacre theologie humilis professor, fui electus in provincialem Romane provincie anno Domini Mccclxxx in vigilia Omnium Sanctorum in capitulo eadem die celebrato in Fulgineo, confirmationem vero recepi et preceptum sancte obedientie in die beati Iohannis evangeliste, quod festum fuit feria v[33]. Nullum autem librum reperi de infrascriptis. Alii etiam sunt sub pignore apud fr. Dominicum de Peccioli magistrum; quando rehabebo et quos, scribam in precedenti carta (f. 5v, ultimi 7 righi del terzo inferiore della carta, a seguito della seconda sottoscrizione di Giovanni da San Giovenale. Di fatto l'avvenuto recupero dei libri vien registrato nel "precedente foglio" - l'unico ancora bianco nelle vicinanze - non dall'Altoviti bensì da Domenico da Peccioli).
[18] sicut: sunt(?) sequ. anticipo logico del verbo, poi non cassato quando sostituito da continetur?
[22] Andrea di Vanni del Gallo da Firenze († 5.XI.1344), provinciale nov. 1342 - nov. 1344. SOPMÆ IV, 25-26. Correggi cronologia in Masetti, Monumenta I, 329-30, compromessa dall'errore «anno Domini MCCCXLVII» (I, 330); leggi «anno tertio sui provincialatus post longam egritudinem quievit in pace Florentie anno Domini M°ccc°xliiij° die va novembris» (Cr SMN n° 311).
[23] Iacopo da Siena († 1378), del popolo o parrocchia urbana Sant'Andrea (W.M. Bowsky, Un comune italiano nel Medioevo. Siena sotto il regime dei Nove 1287-1355, Bologna 1986, 46): SOPMÆ II, 338-39, dove aggiorna gli estremi del provincialato 1364-69, non 1364-68; IV, 136. Succede a Niccolò da Corneto († maggio 1363), provinciale sett. 1356 - maggio 1363. È il nostro Iacopo da Sant'Andrea il "mag. Iacobus de Senis OP" in C. Piana, La facoltà teologica dell'università di Firenze nel Quattro e Cinquecento, Grottaferrata 1977, 38 (1369), 52 (25.V.1365, "fr. Iacobo priori provinciali"), 524b; licenza del magistero, Urbano V, Avignone 24.V.1364 (Masetti, Monumenta I, 332).
[24] Foligno 24.I.1364, dato in anno senese dal senese Iacopo. Provinciale da genn. 1364 a maggio 1369; assolto dalla carica dal cap. gen. Bruges 1369, attesta frammento capitolare recuperato da H.Ch. Scheeben, Handschriften IV, «Archiv der deutschen Dominikaner» 4 (1951) 164 tra le "absolutiones"; qui erroneamente identificato con Stephanus de Cumba (p. 166 n. 6), dietro suggestione di Masetti, Monumenta I, 333, che a sua volta data Bruges 1368 anziché 1369. Estremi ristabiliti in coerente incastro con quanto dichiara il successore Stefano: vicario nominato dai capitolari di Bruges, ne riceve notizia il 13.VII.1369, provinciale eletto 18.XI.1369, confermato 2.III.1370.
[25] et in nota tironiana 7 barrata orizzontalmente, come nella tradizione grafica dell'area franco-germanica. Stefano: «conventus Bellividere [Belvès, Dordogne, provincia Tolosana], oriundus de Dunio castro de Vigna Rupe, prope Bellumvidere, de manso vocato la Comba, alias la Cumba»: G.-G. Meersseman, Études sur l'ordre des frères Prêcheurs au début du Grand Schisme, AFP 25 (1955) 218, 443b. MOPH XXIV, 29, 300b.
[26] = Narni 18.XI.1369 domenica, coincidente nel calendario dell'anno con l'ottava della festa liturgica (11 nov.) di san Martino.
[27] Giovanni da Orvieto, rione San Giovenale, provinciale in carica 1370-77; Masetti, Monumenta I, 338-39.
[28] Elia Raymond da Tolosa, maestro dell'ordine domenicano 1367-80, e nell'obbedienza avignonese 1380-89, † Avignone 31.XII.1389. MOPH VII, 27, 60.
[29] prior: pro prem. et del.
[30] Luca di Ventura da Arezzo OP. MOPH XX, 385b (1338-44 studente e poi lettore in logicalibus); IV, 401/4, lettore biblico a Firenze 1363. ASF, NA 10915, f. 27r (Arezzo 31.I.1362) «presentibus religiosis viris fr. Lucha olim Venture et fr. Francischo Aquisti de Aretio OFP seu sancti Dominici testibus». ASV, Reg. Vat. 259, f. 87r (Urbano V, Viterbo 18.VIII.1369): licenziato da poco, Luca ottiene consueti privilegi e immunità dei maestri in teologia. Conventuale in Lucca 1382: MD 21 (1990) 378b n° 11. Reggente nel convento della città dove risiede la curia romana («regens curie») 1388-89: MOPH XIX, 29-30 § 213, 247a; AFP 12 (1942) 51. Muore tra 1405 e 1407: AFP 22 (1952) 200.
[31] forma? ] Roma?
[32] = 6.I.1378. Domenico da Peccioli (pr. Pisa), provinciale genn. 1378 - ott. 1380, ad apertura dello scisma, † dic. 1408. Ampiamente su Domenico in Cronica di Santa Caterina in Pisa. Copisti autori modelli, MD 27 (1996) 211-91.
[33]
= giovedì 27.XII.1380. Iacopo di Tommaso degli Altoviti da Firenze (†
1408), provinciale 1380-88, eletto in Foligno 31.X.1380.
SOPMÆ IV, 138-39.