"Diario
di uno scolaro diligente" |
|p. 9| 1961 - 10 gennaio - Oggi alla seconda ora di scuola mi sono addormentato. Alla prima ora abbiamo avuto P. Verde, le cui lezioni sono come una mazzata in capo. Ma la colpa non è tutta sua. Il fatto è che questa notte non ho dormito. Mi sono assopito solo alle ore piccole. Alle 5,15 la campanella mi ha trovato stanchissimo, assonnato, che non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi. In più, mi ha gettato in un vero dubbio amletico. Beh! che faccio? mi alzo o non mi alzo? I casi son due e la cosa è seria. Se mi alzo, va tutto liscio, sono uno studente serio, osservante, che promette insomma. Se non mi alzo, in coro sarà osservata la mia assenza. Perché - mi dicevo - devi sapere che in coro c'è chi conta quanti si sono alzati e quanti no. Se mi alzo però, andrò sonnecchiando tutto il giorno, scuola compresa, e i professori - lo sai - sono tremendamente sospettosi.
|p. 10| Ma se non mi alzo, dovrò poi andare dai superiori a dire che sono rimasto a letto. Certo, hanno già notato che non mi sono alzato. Ma questo non importa; in tutti i modi bisogna andare a dirglielo.
Ma se lo dico al sottomaestro, il maestro penserà che io non sono andato a giustificarmi; se lo dico al maestro, il sottomaestro penserà che sono rimasto a letto senza dir niente a nessuno. In tutti i modi mi trovo sempre inguaiato.
Ma a questo punto suona il primo. Allora che faccio: mi alzo o non mi alzo? Ho tentato di alzarmi ma mi sono ritrovato sul letto girato all'altra parte.
Beh! allora? Che motivo porterò per giustificarmi? Che avevo sonno? Uhm! allora bisognerebbe rimanere a letto ogni mattina. Giusto!
Che non ho dormito? Ma per il |p. 11| fatto che ti sei svegliato 4 o 5 volte durante la notte, puoi dire che non hai dormito? Insomma, che faccio? Mi alzo o non mi alzo? Vediamo: la mia stanchezza è tale e tanta da poter restare a letto senza scrupoli?
Già, ma quanta deve essere la stanchezza per poter rimanere a letto senza scrupoli? Certo, deve essere tale da... - Ma a questo punto suona il secondo.
Beh! Che faccio? Mi alzo o non mi alzo? Ma ormai m'era passato tutto il sonno; con un salto esco da letto e corro in coro.
[Reina]
|p. 8| 1961 - 13 febbraio - Dimostrazione del I pringipio di moralità e della sua immutabilità.
Beh, sì, bravi figlioli, tutto quando. Mi sapete dire perché il I pringipio di moralità è "Fai il bene e fuggi il male", e perché è immutabile? Non lo sapete? Sì, bravi, tante cose, tutto quando questo qua. È facile. Indando, abituatevi alle idee chiare e semplici. Siate concreti, siate concreti. Sì, è chiaro; ecco, questo qui: se fosse vero il suo contrario, e cioè "fai il male e fuggi il bene" sarebbe distrutta la moralità.
25 febbraio - Beh, sì, figlioli, tutte cose. Le virtù, non è vero? Sì, bene, sono innate, acquisite e infuse. Tutto quando questo qui! Quelle innate |p. 8bis| sono quelle che nascono con noi. Quelle acquisite - è evidende - sono quelle che acquisiamo. Quelle infuse sono quelle che ci vengono infuse, cifra l'Angelico dottore, I-II, q. 8, art. 5. Sì, siate sembre chiari così; bravi figlioli! La chiarezza, la chiarezza! Ah!, mi è sembre piaciuta. Poche idee ma chiare. Non facciamo cose astratte, siamo pratici, siamo pratici, no? che ne dite, tutte cose, sì, bene.
Di', fr. Giuseppe [Mariotti], non hai capito? Ti spiego subito, sì bravo!, con un esembio. Gli esembi chiariscono sembre, e me ne è venuto uno veramente bello; gli esembi mi vengono sempre belli. Ma la gloria sempre al Signore, sì sì, e a noi umiltà umiltà! Vedi, tutto quando, le virtù innate sono come... l'acqua sorgiva; quelle acquisite come l'acqua che ci arriva attraverso i tubi; sì tutte cose; e quelle innate sono come l'acqua che piove dal cielo. Sì, bravi, tutto.
[Sansoni]
|p. 12| 24 marzo - Conferenza per la settimana teologica.
I cananei peccavano di bestialità: lo dico o non lo dico alla conferenza? Beh! che c'è di male? È una lezione scientifica. Uhm!... Però ci sono donne, suore... È meglio non dirlo. Certo, certo, è meglio non dirlo. Non sta bene.
P. Francesco [Cubelli], che mi consigli?
"Non è opportuno" - risponde P. Francesco.
E perché? Che c'è di male? Detto così, per bene, in modo pulito. È necessario. Sono persone mature. Non ci vedo proprio niente di male.
P. Ignazio [Camporeale], che mi consigli?
"Sì, sì, può andare" - risponde P. Ignazio.
Ma non ti sembra un po' volgare, indecente?; tutte donne, suore, ragazze del conventino... Mi pare che certe cose non stia bene nemmeno nominarle.
Fr. Giovanni, che mi consigli?
"Forse è meglio saltare quel passo" - |p. 13| risponde fr. Giovanni.
Ma perché? È una conferenza seria, vi son persone adulte, una cosa detta en passant, senza malignità. Una lezione scientifica...
Uhm... certo, però, il pubblico..., potrebbero scandalizzarsi: le suore, le ragazze, i novizi... Certo, certo è meglio saltarlo.
Però, tutto sommato, non ci vedo niente di male a dirlo...
15 aprile - Mi hanno detto che il film "La dolce vita" [1960] ha riscosso un successo enorme. Quattrini a palate. La gente letteralmente assaliva i cinema per vederlo.
Sfido io, dopo tutta quella propaganda che gli han fatto i predicatori!
[Tovini]
|p. 14| [1961] 22 aprile -
Abbiamo iniziato la II parte del De Revelatione: prova dell'origine del X.mo [= cristianesimo]. Abbiamo virato stretto e con un colpo solo si dimostra l'origine divina del X.mo e Cattolicesimo insieme. La cosa è seria. Si comincia col miracolo eucaristico di Siena e con le apparizioni di Lourdes.
13 maggio - Siamo passati al miracolo eucaristico di Lanciano e di Torino, poi alla Madonna della lagrime di Siracusa. Il Cattolicesimo è quasi provato.
5 giugno - Actum est de Catholicismo. L'ultimo colpo, quello che ha tagliato la testa al toro: il sangue di S. Gennaro.
Il miracolo è stato documentato passo passo per tutti i secoli, valutato per lungo e per largo: possibilità d'inganno, di suggestione, di casualità, tutto esaminato a fondo come meglio non si poteva. |p. 15| Le ipotesi dei razionalisti per spiegare naturalmente il fatto sono ridicole. Chi dice che si tratta di una composizione chimica, chi di un miscuglio di ritrovati moderni, che di globuli di sangue di montone, e non so che altre corbellerie.
Anche il Croce - da par suo - ne ha tentato una spiegazione. Si tratterebbe - secondo lui - non so di che combinazione fisico-fisiologico-chimica con interferenze di carattere termo-metereologico. |
Ricordo. Durante il noviziato (Pistoia 1955-56) trovai nella piccola biblioteca e mi lessi il "Breviario di estetica" (1912) del Croce. Ludovico Tovini, maestro dei novizi, in una visita alla mia camera lo vide, disse che Croce era tra i "libri proibiti". Cortese e scrupoloso. Si informò, confermò, pregò di rendergli il libro. Ne avevo terminato la lettura! |
Alla buon'ora, questi filosofi! Se fossero più coerenti con sé stessi, riuscirebbero più simpatici. Il Croce - per esempio - avrebbe fatto più bella figura se avesse detto che il sangue di S. Gennaro è il móccio dell'Io Trascendentale!
|p. 16| 7 giugno - Gran consiglio di scuola.
I professori si sono riuniti. Si sono guardati in faccia.
Le cose vanno male (Le cose vanno male). Non si studia (Non si studia). Gli studenti pigliano le cose alla leggera. La scuola è diventata un diversivo. Gli esami, una bazzecola. Tanto sanno di essere tutti promossi!
Questo non va (Già, questo non va!).
Lo studio è una cosa importante. Gli esami sono una cosa seria. E quest'anno vogliamo fare le cose serie. (Giusto, lo studio è una cosa importante, gli esami sono una cosa seria).
Beh! allora che si fa?
- I professori si guardano - Giusto, che si fa? Già, che si fa?
- Si sono trovati in imbarazzo. Non sapevano che fare. Noi non abbiamo voce in capitolo, altrimenti avremmo |p. 17| suggerito noi quello che c'era da fare. Il fatto è che non sapevano come correre ai ripari.
S'è alzato un professore. Bisogna dare per gli esami tutto il programma svolto.
Giusto, tutto il programma svolto: così si convinceranno che non facciamo le cose alla buona e che - insomma - non siamo professori da 4 soldi.
S'è alzato un altro: Bisognerebbe tener bassi i voti agli esami.
Giusto, anche questa è una buona idea. Accettata all'unanimità.
Sono stati dati i programmi interi; agli esami si son tenuti i voti bassi; i professori non son passati per gente da 4 soldi, e la scuola è diventata una cosa seria.
|p. 18| 3 dicembre - Preghiera disinteressata.
O Signore, ti prego di ricompensare con doni e grazie spirituali il Sig. Santi, il quale ha dato ai nostri Padri la possibilità di vedersi la T.V.
P.S. - Questa preghiera l'ho inserita nel diario scolastico in seguito alla lettura dell'articolo sullo studio e la preghiera del P. Colosio. |
L'allusione dovrebbe andare a: Innocenzo Colosio, Inchiesta sui rapporti tra vita di studio e vita interiore, «Rivista di ascetica e mistica» 29 (1960) 217-360; più esplicitamente su studio e preghiera in pp. 259-67, 451-77. |
24 dicembre - La serata l'abbiamo passata allegramente col soldato Farinelli. E Farinelli ci ha dato una lezione come di rado se ne sentono nelle nostre aule.
Farinelli, il nobile e coraggioso soldato della Patria, è artigliere, goniometrista, vice-attendente del Capitano Cappellano.
Aveva già sulle sue spalle diversi anni di servizio militare nello Studentato |p. 19| domenicano con diverse decorazioni.
Ma i suoi meriti militari non si limitano qui: sa la destra e la sinistra, sa fare il saluto militare, sa mangiare nella gavetta e sa pulire le latrine (delle quali due ultime cose, basta imparare la prima - ci ha detto - che issofatto si sa anche la seconda); sa imbracciare il fucile, sa sparare, sa far fessi i caporali: tutte quelle cose insomma che sono necessarie ad un soldato per far fronte, domani, ad una non improbabile guerra atomica e missilistica.
Anzi il soldato Farinelli ha insegnato anche a noi come toglierci dall'impiccio se oggi o domani ci trovassimo - durante la guerra - in cattive acque.
"Vedete - ci ha detto -, se siete attaccati da armi radioattive, non dovete temere, né scappare; dovete |p. 20| star fermi, assolutamente fermi, rimanere sul posto ed attendere aiuto. Non dovete neppure mangiare perché i cibi potrebbero essere stati infettati dai nemici con germi di peste, colera e simili.
Dovete solo aspettare che vi vengano a salvare. Se poi i nostri non vi portassero aiuto - ma questo è un caso improbabile - non dovete aver paura, ché tanto - e questo è un caso probabile - se non morite di radioattività morite di fame".