De subiecto theologie |
Il soggetto della teologia |
originale latino |
volgarizzamento (2007) di EP |
⌂ <3. huius scientie subiectum est Deus absolute, quod ex quadruplici parte potest monstrari, ed. rr. 100-225> |
<3. il soggetto di questa scienza è Dio in senso assoluto; cosa che illustreremo da quattro punti di vista> |
Et primo ex parte nominis huius scientie. Nomen enim huius scientie est theologia. Theologia autem idem sonat quod sermo de Deo. Illud autem est subiectum scìentie de quo est sermo in scientia[1]. |
Primo, dal punto di vista del nome di questa scienza, che è teologia. Teologia significa letteralmente discorso su Dio. Soggetto d'una scienza è ciò su cui verte il discorso in quella scienza. |
Sed dicet forte aliquis quod ista ratio probabilis est non tamen cogit, quia nomina non sunt semper consona rebus; nec scientie semper nominantur a subiectis, quia etiam methaphisica theologia vocatur a philosophis[2], et tamen in ipsa non est subiectum Deus sed ens in quantum ens. |
Uno potrebbe obiettare: Argomentazione probabile, quello precedente, ma non stringente, visto che le parole non sempre sono consone alla realtà, né le scienze si denominano sempre dal loro soggetto. Si dà, per esempio, che metafisica sia chiamata teologia dai filosofi, e tuttavia suo soggetto non è Dio ma l'essere in quanto essere. |
Ed dicendum quod ista ratio non cogit nisi supposito quod ista scientia proprie nominetur theologia. Si enim aliqua scientia proprie nominetur, tunc nomen eius consonum est rei quam principaliter respicit scientia illa; et hec res sino dubio est subiectum scientie illius. Supponimus autem quod ista scientia proprie nominetur theologia, tum quia |91vb| omnes sic non aliter eam nominant, tum quia illa scientia que est de ente et prima philosophia et methaphisica nominetur; unde non proprie dicitur theologia sicut ista. |
Risposta. Argomentazione non stringente, a meno che tale scienza non la si denomini rigorosamente teologia. Se denominiamo correttamente una scienza, allora il suo nome sarà consono alla realtà che ne è principale materia; e siffatta realtà è senza dubbio il soggetto di quella scienza. Ora noi riteniamo che questa scienza sia denominata teologia in senso proprio: sia perché |91vb| tutti la chiamano così, e non altrimenti; e sia perché quella relativa all'essere viene chiamata prima filosofia o metafisica; cosicché è impropriamente detta teologia, come invece questa. |
Secundo idem potest manifestari ex parte principiorum istius scientie, que sunt articuli fidei, que quidem de Deo est. Idem autem est subiectum principiorum et totius scientie, cum tota scientia virtute contineatur in principiis. Sed huic rationi forte aliquis obviaret quia aliqui articuli sunt de passione et resurrectione. Sed dico quod nonnisi in quantum passum etc., credimus fuisse verum Deum et nos virtute Dei resurrecturos. |
Secondo, si può mostrare (che il soggetto della teologia è Dio in senso assoluto) dal punto di vista dei princìpi di questa scienza: essi sono gli articoli della fede, la quale a sua volta verte su Dio. Medesimo è il soggetto dei princìpi e dell'intera scienza, poiché tutta la scienza è precontenuta nei princìpi. A questo argomento si potrebbe obiettare: Taluni articoli di fede riguardano passione e resurrezione. Rispondo: proprio perché patito e risorto, noi crediamo che Cristo fu vero Dio, e che noi risusciteremo per la potenza di Dio. |
Tertio idem potest manifestari ex parte primitatis istius scientie. Cum enim secundum omnes sit simpliciter prima omnium, ipsa habebit pro subiecto illud quod est simpliciter primum. Hoc autem est Deus. Cum enim scientia sortiatur speciem ex obiecto, oportet quod scientìa que prior est habeat subiectum prius, sicut apparet in scientiis mathematicis. Arismetrica enim precedit geometriam quia subiectum precedit subiectum, idest numerus magnitudinem. Sed huic aliquis
obviabìt quia prior est scientia Dei et beatorum. |
Terzo, si può mostrare (che il soggetto della teologia è Dio in senso assoluto) dal fatto delle preminenza di questa scienza. A parere di tutti, la teologia è la prima di tutte le scienze; di conseguenza il suo soggetto sarà il primo in senso assoluto. Costui è Dio. Poiché infatti la scienza trae la propria distinzione specifica dal soggetto, ne segue che la scienza prima verta sul soggetto primo, come appare nelle discipline matematiche. Qui l'arismetrica precede la geometria perché il soggetto della prima precede il soggetto della seconda, ossia il numero precede la grandezza. Obietterà qualcuno che la prima scienza assoluta è quella di Dio e dei beati. Risposta. Scienza in senso proprio implica discorso o percorso conoscitivo, cosa che là non si dà. |
Quarto idem potest
manifestari
ex
parte conditionum subiecti, que ad presens sex [quinque cod.] esse videntur.
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Quarto, si può mostrare (che il soggetto della teologia è Dio in senso assoluto) a partire dalle condizioni o proprietà del soggetto; sei, per ora. Prima condizione: che il soggetto sia noto per primo nella sua realtà di base, perché del soggetto bisogna presupporre che è, e quale è il significato della sua denominazione, a detta d'Aristotele, Secondi analitici I, 1 (71a 11-13). |
Secunda est quod eius cognitio vel notitia in sp<eci>ali principaliter intenditur in scientia. Et per hanc probatur Deus esse subiectum theologie, quia in ipsa principaliter intenditur Dei notitia per fidem in vita ista et per speciem in futura. |
Condizione seconda: speciale e principale conoscenza o notizia del soggetto la si ha nella scienza. E di qui proviamo che Dio è soggetto della teologia, perché nella teologia si raggiunge precipua conoscenza di Dio, tramite la fede in questa vita e tramite immagine riflessa in quella futura. |
Tertia conditio subiecti est quod sub eius ratione tractatur quicquid in scientia tractatur. Sicut dicimus quod subiectum in logica est sillogismus, quia omne illud de quo determinatur in logica vel est sillogismus vel est pertinens ad sillogismum sicut pars, ut terminus et propositio; vel sicut reducibile in ipsum, sicut entimema, inductio et exemplum. Et huius causa est quia cum scientia sit quidam habitus potentie intellective, eo modo |92ra| comparatur subiectum ad scientiam sicut obiectum ad potentiam vel habitum. |
Terza condizione del soggetto è che nella scienza ogni cosa viene studiata in relazione ad esso. Diciamo, ad esempio, che soggetto della logica è il sillogismo, perché tutto quanto è discusso in logica o è sillogismo o è ad esso pertinente, come parte, termine, proposizione; oppure ad essso riconducibile, come entimèma, induzione, esempio. La motivazione è che la scienza è un'attitudine della facoltà intellettiva, e pertanto |92ra| il soggetto è confrontato alla scienza come a facoltà o ad attitudine . |
Proprie autem assignatur obiectum alicuius potentie vel habitus, illud sub cuius ratione omnia referuntur ad potentiam vel habitum, sicut homo vel lapis et lignum referuntur ad visum in quantum sunt colorata; unde coloratum est proprium obiectum visus. Omnia autem tractantur in sacra scriptura sub ratione Dei vel quia sunt ipse Deus vel quia habent ordinem ad Deum, sicut ad principium vel sicut ad finem. |
In senso proprio si designa oggetto d'una facoltà o d'una attitudine ciò sotto il cui aspetto tutto il resto viene messo in relazione a quella facoltà o attitudine. Uomo, pietra o legno, ad esempio, sono in relazione con l'atto visivo in qualto colorati, essendo il colore l'oggetto proprio della vista. L'intera materia della sacra scrittura è in rapporto a Dio, o perché Dio stesso o perché ordinata a Dio come a suo principio o suo fine. |
Quamvis aliqui obvient huic rationi quia dicunt quod scientia non comparatur ad subiectum sicut ad obiectum. Obiectum enim scientie est scitum, sicut obiectum visus est visum. Sed scitum est conclusio demonstrata, cum «demonstratio sit sillogismus faciens scire», secundum. Philosophum in I Posteriorum[5]. Et hoc non potest esse subiectum in scientia, cum subiectum sit quid incomplexum et conclusio sit quid complexum. |
Taluni obiettano a questo argomento e dicono: La scienza non si raffronta al soggetto allo stesso modo che all'oggetto. Oggetto della scienza è la cosa conosciuta, così come oggetto della vista è la cosa veduta. Ora la cosa conosciuta è la conclusione dimostrata, visto che «dimostrazione è il sillogismo produttivo di conoscenza», Aristotele, Secondi analitici I, 2 (71b 17-18). Cosa che non conviene al soggetto, poiché soggetto è realtà semplice mentre la conclusione è esito di percorso composito. |
Quibus respondendum est quod obiectum principale cuiuslibet potentie et habitus est illud quod primo ipsi offertur. Dico ergo quod subiectum est primo scitum sub quadam generalitate, quia duplex subiecto oportet presupponere: quia est, et quid est illud quod dicitur per nomen. Sed illud quod scitur per demonstrationem dicitur sciri in speciali. Unde et subiectum tunc scitur cuius conditionis sit. |
Risposta. Oggetto principale d'ogni facoltà o attitudine è la materia di prima istanza. Dico dunque che soggetto è cosa conosciuta primariamente in termini generali, perché due dati vanno presupposti al soggetto: che è, e quale è il significato della sua denominazione (cf. Secondi analitici I, 1: 71a 11-13). Quanto invece è conosciuto tramine dimostrazione, è più specificamente conosciuto. Cosicché anche del soggetto conosciamo allora relazioni o contesti. |
Non enim quia Aristotiles[4] dicat quod scitum est conclusio, negatur quod non sciatur principium; immo magis scitur, secundum eum, quia «propter quod unumquodque et illud magis», ut dicit in I Posteriorum. Ex quo concludit quod magis scimus principia quam conclusiones. Et ideo aliquid nobilius scientia attribuitur principiis, scilicet intellectus. Non tamen propter hoc negatur scientia in comuni, sicut neque scientia negatur de sapientia, nec proprium de diffinitione, nec dispositio de habitu, nisi quando accipiuntur distincte cum inclusione cuiusdam defectus respectivi. |
Nel dire tuttavia che la conoscenza è generata dalla conclusione, Aristotele non nega conoscenza del principio; che anzi è maggiormente conosciuto, perché «più eccellente è ciò in forza del quale altre cose si dànno», dice nei Secondi analitici I, 2 (72a 29-30); e conclude che ci risultano più noti gli elementi primi che le conclusioni. Ai princìpi si attribusce pertanto qualcosa di più eccellente della scienza, ossia l'intelletto. Nè per questo si nega la scienza in senso generale, allo stesso modo che non si nega scienza alla sapienza, né il proprio alla definizione, né la disposizione all'attitudine, a meno che li consideriamo distintamente e con qualche rispettiva deficienza. |
Quarta [tertia cod. etc.] conditio subiecti est quod per ipsum distinguitur scientia ab omnibus aliis scientiis, quia «scientie secantur quemadmodum et res», scilicet de quibus sunt scientie, ut dicitur in III De anima[6]. Et per hanc etiam probatur quod Deus est subiectum, quia per Deum distinguitur theologia ab omnibus aliis scientiis etiam a methaphisica, quia theologia tractat de Deo per modum divinum; methaphisica autem tractat de Deo per modum humanum, nec tractat de Deo ut de subiecto sed tamquam de eo quod habet aliquam relationem ad suum subiectum quod est ens in comuni. |
Quarta condizione o proprietà del soggetto: in forza di esso una scienza si distingue da tutte le altre scienze; infatti «le scienze si distinguono in base agli oggetti», ovvero in base alla materia che trattano, come dice Aristotele, Dell'anima lII, 8 (431b 24-25). Per questa proprietà si dimostra che Dio è soggetto, visto che in forza di Dio la teologia si distingue da tutte le altre scienze, inclusa la metafisica. La teologia infatti tratta di Dio in quanto realtà divina; mentre la metafisica tratta di Dio dal punto di vista umano, né tratta di Dio come proprio soggetto ma come di chi ha rapporti col proprio soggetto, che è l'essere in quanto tale. |
Quinta conditio subiecti |92rb| quod omnia de quibus determinatur in scientia continentur sub subiecto. Quod quidem debet intelligi non per modum partis integralis vel subiective, quia nec passio de qua determinatur in scientia hoc modo se habet ad subiectum, sed per modum aliquo modo reducibilem ad subiectum sive ut pars sive aliter. Et per hoc etiam probatur quod Deus etiam est subiectum, quia omnia de quibus agitur in sacra scriptura aliquo modo reducuntur in Deum. |
Quinta condizione del soggetto: |92rb| tutto quanto viene definito nella scienza è subordinato al soggetto. Da intendere non a mo' di parte integrale o di parte subordinata, perché nemmeno l'effetto studiato dalla scienza intrattiene siffatto rapporto col soggetto; da intendere invece secondo modalità riducibile al soggetto, sia come sua parte o in altro modo. E così ne esce confermato che anche Dio è soggetto, perché tutto ciò di cui parla la sacra scrittura viene in qualche modo ricondotto a Dio. |
Sexta conditio subiecti est quod ab eius unitate dicatur scientia una. Et per hanc etiam probatur quod Deus est subiectum. Quia ab unitate Dei theologia est una scientia, quamvis de multis determinetur in theologia, scilicet de naturalibus, rationalibus et moralibus que humanas scientias diversificant. |
Sesta proprietà del soggetto è che dalla sua unicità deriva l'unicita della scienza. E tramite tale proprietà si prova anche che Dio è soggetto. Dall'unicità di Dio deriva che la teologia è una sola scienza, sebbene tratti molte cose, quali ad esempio realtà naturali, razionali, morali, che invece diversificano le discipline umane. |
Et quidem secunda conditio sequitur ex prima, quia ideo primo cognoscitur in generali ut postea principaliter habeatur eius cognitio in speciali, et hoc est inmediatius finis scientie. Tertia autem sequitur ex secunda, quia quicquid ordinatur ad finem sub ratione finis consideratur. Quarta autem sequitur ex tertia, quia per id quod est formale et principale in aliquo, fit distinctio eius ab aliis. Quinta sequitur ex quarta, quìa ad principale omnia alia reducuntur. Quamvis ista quinta possit esse eadem cum tertia, sicut totus exercitus reducitur ad regem. Sexta sequìtur ex quinta, quia a principali fit denominatio. |
Condizione seconda deriva dalla prima; il soggetto infatti ci è noto per primo nella sua generalità, affinché poi se ne abbia specifica conoscenza; il che in definitiva è lo scopo stesso della scienza. La terza segue dalla seconda, visto che ciò che è ordinato ad un fine lo sconosciamo in relazione al fine. La quarta segue dalla terza, perché sono le proprietà formali e principali d'una cosa che la distinguono dal resto. La quinta segue dalla quarta, perché a ciò che è principale si riducono tutte le altre cose; sebbene la quinta converga con la terza, allo stesso modo che l'intero esercito è subordinato al re. La sesta segue dalla quinta, perché denominiamo una cosa dalla sua proprietà principale. |
Ergo prima conditio est quod sit primo cognitum in generali. Secunda quod primo intendatur eius congnitio in speciali. Tertia quod omnia alia sub eius ratione tractentur. Quarta quod per ipsum fiat distìnctio ab omnibus aliis. Quinta quod ad ipsum omnia alia reducantur. Sexta quod ab ipso denominetur una; vel ista ponatur sub quarta ubi dicatur quod distinguatur ab omnibus aliis. |
Dunque, prima condizione: soggetto per primo conosciuto nella sua generalità. Seconda: per primo inteso nella conoscienza specifica. Terza: tutto il resto trattato in rapporto al soggetto. Quarta: è criterio distintivo dalle altre cose. Quinta: ad esso viene ricondotto tutto il resto. Sesta: da esso la scienza trae la propria unicità; oppure riponila sotto la quarta condizione, dicendo che il soggetto è criterio distintivo da tutte le altre cose. |
<4. omnes iste rationes ostendunt quod Deus est subiectum absolute, ed. rr. 225-240> |
<4. tutte queste nostre argomentazioni mostrano che Dio è soggetto in senso assoluto della scienza teologica> |
Ubi advertendum est quod omnes iste rationes ostendunt quod Deus est subiectum absolute. Prima quidem quia theologia dicitur sermo de Deo absolute. Secunda vero quia si Deus sub speciali aliqua ratione esset subiectum articulorum fidei, puta sub ratione creatoris, reparatoris et glorificatoris - ut placet quibusdam - tunc oporteret dicere quod ille plures speciales rationes et conditiones aut sunt tantum materialiter plures aut formaliter. Et si materialiter |92va| tantum, tunc sub una ratione formali comuni erunt omnes subiectum vel obiectum articulorum; hoc autem nulla potest esse nisi ratio divinitatis absolute. Si autem sunt etiam formaliter distincte, tunc sequetur quod theologia non sit una scientia, cum habeat plura subiecta formalia. Tertia vero et quarta idem ostendunt, sicut patere potest diligentius intuenti, quia in neutra earum specialis aliqua ratio vel conditio additur Deo. |
Da sottolineare: tutte le sopraddette argomentazioni mostrano che Dio è soggetto in senso assoluto. La prima perché teologia è detta discorso su Dio in senso assoluto. La seconda: nell'ipotesi "Dio sotto speciale aspetto soggetto degli articoli di fede" - poniamo, in quanto creatore o riparatore o glorificatore, come piace a taluni -, allora bisognerà chiarire se quegli aspetti o condizioni speciali siano molteplici soltanto in senso materiale o in senso formale. Se soltanto in senso |92va| materiale, allora sotto un'unica ragione formale tutte le condizioni saranno soggetto o oggetto degli articoli; e questo, altro non è che la ragione della divinità assoluta. Se invece sono distinte anche in senso formale, ne seguirà che a motivo dei molteplici soggetti formali la teologia non sia scienza unica. Terza e quarta argomentazione vanno verso medesima conclusione, come apparirà chiaro a chi ben considera la questione; in nessuna delle due argomentazioni infatti vengono aggiunti a Dio una qualche ragione o aspetto speciale. |
[1] TOMMASO D'AQUlNO, Summa theologiae I, q.1, a. 7, sed contra.
[2] «theologia vocatur a phiIosophis»: cf. ARIST., Metaphysica VI(E), 1 (1926a 18-19). TOMMASO D'AQUlNO, In VI Metaph., Iect. 1 (ed. Marietti 1926, p. 355 nn. 1166-1170).
[3] Cf. TOMMASO D'AQUINO, Super Boetium De Trinitate q. 2, a. 2 corp.: «Et sicut Deus ex hoc quod cognoscit se cognoscit alia modo suo, idest simplici intuitu, non discurrendo, ita nos ex his queper fidem capimus prime veritati adharendo, venimus in cognitionem aliorum secundum modum nostrum, scilicet discurrendo de principiis ad conclusiones» (ed. critica, Leonina t. 50 (1992) p. 91b; cf. Opuscola III, ed. P. Mandonnet, Parigi 1927, p. 47).
[4] Aristotiles ] Ar. è l'abbreviazione comunemente usata; Aristotiles (non Aristoteles) quando altrove è scritto per esteso.
[5] ARIST., Analytica posteriora I, 2 (71b 17-18). Cf. traduz. lat. in AL IV /1-4, pp. 7, 113, 189; mentre in forma d'adagio «Demonstratio est syllogismus faciens scire...» si ritrova in Florilège 35, n° 11.
[6] ARIST., De anima lII, 8 (431b 24-25). Nella medesima forma testuale in BONAVENTURA DA BAGNOREGIO, In I Sent., proem. q. 1, ob. 2; TOMMASO D'AQUlNO, In I Sent., prol. q. 1, a. 4; e in tutta la letteratura sul soggetto della teologia. Ancora corrente nel primo decennio del XIV secolo: PIETRO DE LA PALU, In I Sent. [1310-11], prol. q. 5, a. 1 (ed. G. Groppo in «Salesianum» 23 (1961) p. 261 rr. 16-20).