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  Introduzione

Glorieux = P. Glorieux La littérature quodlibétique I, Kain 1925; II, Paris 1935. abbr&sigle

Testi di Remigio dissonanti dalle edizioni s’intendano corretti sull’originale (Remigiana..., MD 13 (1982) 408-21). Rimandi ai quodlibeti remigiani seguono modello Quol. I,5,14: il primo numero indica il quodlibeto, il secondo l’articolo, il terzo il rigo (o righi) della presente edizione.

Per problemi introduttivi alle opere e alla biografia: Per lo studio…,  Pistoia 1979 [= Studio d’ora in poi].

Aggiornamento bibliografico: J.D. Caviglioli e R. Imbach, Brève notice sur l’ Extractio ordinata per alpbabetum» de Rémi de Florence O.P., AFP 49 (1979) 105-31. Pomaro, Censimento I, MD 11 (1980) 325-470 ad indicem e p. 465. PANELLA, Dibattito…;  Il Repertorio dello Schneyer…; Un’introduzione…; Un sermone in morte…;  Il De subiecto theologie»…(sebbene uscito nel 1982, lavoro composto e chiuso in redazione prima di Un’introduzione); Remigiana...

Fra Remigio dei Girolami O.P., Contra falsos ecclesie professores, ed. critica F. Tamburini, Roma 1981. R. Imbach, Zwei neue Studien über Remigius Florentinus O.P. († 1319), «Zeitschrift für Schweizerische Kirchengeschichte» 76 (1982) 173-80. Ch.T. Davis recens. di Studio in «Speculum» 57 (1982) 160-62.


I  -  I due quodlibeti di Remigio, Bernardo de la Treille ("de Trilia")
e cod. A 3.1153 della Nazionale di Firenze

Il primo catalogo degli scritti di Remigius Florentinus ordinis fratrum Predicatorum o Remigio di ser Chiaro di Girolamo, redatto dal servita fiorentino Michele Poccianti († 1576) e pubblicato postumo nel Catalogus scriptorum florentinorum (1589) a cura di fr. Luca Ferrini, registra così l’attuale codice BNF, Conv. soppr. C 4.940, allora nella biblioteca del convento domenicano di Santa Maria Novella in Firenze:

Quodlibetorum lib. unus, in quo annotantur decimum septimum Tractatus, quorum prior de divisione scientiae sic exordium sumunt: Cum cognitio babeatur de re (Michele Poccianti, Catalogus scriptorum florentinorum omnis generis... cum additionibus fere 200 scriptorum fr. Lucae Ferrini, Florentiae 1589, 155; cf. Studio 244-45).

In realtà i quodlibeti sono soltanto due dei titoli delle opere trattatistiche - questioni e trattati - contenuti in cod. C.

Descrizione del codice e incipit-explicit delle opere in Pomaro, Censimento I, 366-69; ib., alle relative schede, per gli altri codici remigiani. Id. in Catalogo di manoscritti filosofici nelle biblioteche italiane III, Firenze 1982, 30-33. O. Capitani, L’incompiuto «tractatus de iustitia» di frà Remigio de’ Girolami († 1319), «Bullettino Istituto Storico Italiano per il Medio Evo» 72 (1960) 129-34. Per la natura dei codici e tradizione del testo (in gran parte codici d’autore con correzioni e integrazioni autografe) cf. Studio, Introduzione I e Appendice III; Un’introduzione…, MD 12 (1981) 29 ss.

Ma è curioso che, sia pure in uno spoglio frettoloso del codice, il Poccianti l’abbia denominato «Quodlibetorum lib. unus». I bibliografi e catalogisti posteriori, compresi J. Quétif e J. Échard nel monumentale Scriptores Ordinis Praedicatorum (1719), dipendono e trascrivono dal Poccianti (Studio 244-46). Il domenicano fiorentino Vincenzo Fineschi, recensendo nel 1790 l’attuale cod. C, non fa menzione dei quodlibeti: «Num. 25. Tractatus theologici et morales il Primo è De divisione scientiae etc. sono di num. 17. Codice membranaceo in foglio di pag. 353» (Fineschi, Memorie istoriche 179). Se Innocenzo Taurisano segnala correttamente due quodlibeti (Discepoli e biografi di S. Tommaso, Roma 1924, 28 n. 1; altra paginazione in AA.VV., S. Tommaso d’Aquino. Miscellanea storico-artistica, Roma 1924), Stefano Orlandi diffonde l’errata segnalazione di tre quodlibeti (in effetti l’Orlandi conta come terzo quodlibeto la questione collativa De subiecto theologie che nel codice segue immediatamente i quodlibeti), ripresa ancora di recente (Caviglioli-Imbach, Brève notice..., AFP 49 (1979) 105 n. 3); mentre già nel 1925 Martin Grabmann trascriveva gli articoli di due quodlibeti, che il Glorieux ricopiava nel secondo volume di La littérature quodlibétique.

S. Orlandi, La biblioteca di S. Maria Novella…, Firenze 1952, 40, nota a n° 275; Necr. I, 287; Fra Remigio de’ Girolami e Dante, MD 84 (1967) 8. M. Grabmann, Frà Remigio de’ Girolami O. Pr. discepolo di S. Tommaso e maestro di Dante, «La Scuola Cattolica» 63 (1925) 362-63. Glorieux II, 252-53. Il Glorieux, com’egli stesso ammette (II, 252 n. 2), ricopia la lista degli articoli data dal Grabmann (ripetendo i non pochi errori di trascrizione), e non mostra negli altri studi sulla letteratura quodlibetale d’aver mai preso contatto diretto con cod. C contenente i due quodlibeti di Remigio. «Two Quodlibeta» anche id., art. Remigio de’ Girolaini, «New Catholic Encyclopedia» 12 (1967) 340b.

A dire il vero, prima di rendermi conto che l’Orlandi parlando di tre quodlibeti contava di fatto la questione De subiecto theologie quale terzo quodlibeto, altri indizi avevano intrattenuto la ricerca su un possibile terzo quodlibeto di Remigio, oltre i due attestati e trasmessi da cod. C. Nel 1489 fr. Tommaso Sardi da Firenze OP redigeva l’inventario della biblioteca di SMN (ed. Orlandi, La biblioteca 25-75, di fatto inservibile dopo Pomaro, Censimento II, 315-53); il testo, per quanto prezioso nella letteratura degl’inventari dei fondi bibliografici conventuali, è lacunoso per più ragioni: non sempre distingue i codici, raramente dà il titolo esatto delle opere, mai dà l’incipit delle opere o dei codici, cosicché l’identificazione dei codici, con relative opere e autori, sulla scorta dell’inventario presenta non poche difficoltà, può dare anzi adito a rincresciose confusioni. Se l’inventarista scrive «Item multi tractatus in uno volumine magistri Remigii de Florentia ordinis Predicatorum» (BNF, Conv. soppr. F 6.294, f. 6rb: n° 275 ed. Orlandi, n° 270 ed. Pomaro)  - e l’identificazione con cod. C contenente trattati, questioni e quodlibeti di Remigio dei Girolami (Remigius Florentinus ordinis Predicatorum negli incipit-explicit dei codici e nei documenti ufficiali dell’ordine) può essere accolta senza dubbi - altrove registra: «Questiones disputate et 3ia quodlibeta magistri Henrici», dove cassa «Henrici» e scrive «Remigii» (f. 5va: n° 235 ed. Orlandi, n° 230 ed. Pomaro). Di quale Remigio si tratta, visto che per altri codici identificabili si scrive talvolta «magistri Remigii Florentini ordinis Predicatorum» per cod. C, per il De modis rerum (f. 8rb: n° 358 ed. Orlandi, n° 353 ed. Pomaro), per il Quaresimale (f. 11va: n° 534 ed. Orlandi, n° 528 ed. Pomaro) di sospetta attribuzione, e il sermonario de tempore (f. 11va: n° 535 ed. Orlandi, n° 529 ed. Pomaro), talaltra semplicemente «fratris Remigii» per le altre opere (f. 11va: n° 536 ed. Orlandi, n° 530 ed. Pomaro, ecc.), una volta «magistri Remigii Florentini» per le Postille super Cantica (f. 12rb: n° 570 ed. Orlandi, n° 564 ed. Pomaro)? Nella tabula a fine cod. G3 dell’Extractio questionum per alphabetum, Remigio rimanda spesso ai propri quodlibeti, anche in lemmi teologici non trattati nell’Extractio; in particolare più volte a «quolibet primum» e «quolibet secundum» e due volte «quolibet ultimum». Quest’ultima formula potrebbe incuriosire, specie se si considera la sequenza entro poche righe della tabula:

57.2 Utrum dampnati in infemo vellent potius non esse quam esse. Require in ultimo quolibet in fine.

62.4 Utrum in divinis est duplex veritas, sicut est duplex unitas. Require in primo quolibet.

62.5 Utrum Deus possit facere infinitum in actu. Require in secundo quolibet.

66.1 Utrum sit magis eligendum non esse quam miserum esse. Require in ultimo quolibet in fine (Caviglioli-Imbach, Brève notice..., AFP 49 (1979) 124 rr. 314-15, 125 rr. 331-34. 347-48; in 62.4 l’edizione omette primo).

Perché «ultimo quolibet» quando qui e altrove si dice più volte «secundo quolibet»? Un ultimo (= terzo) quodlibeto rispetto al secondo?

La ricerca si era indirizzata verso un importante codice dell’ex-biblioteca di SMN, ora nella Nazionale di Firenze, Conv. soppr. A 3.1153: importante perché, oltre a tramandare l’In I Sententiarum (dist. 1-17) di Giovanni da Parigi OP († 1306), contiene quodlibeti e questioni di Bernardo "de Trilia" (de la Treille, o da Nîmes) OP († 1292) con un notevole numero di questioni e articoli mancanti in altri codici. Giustamente Pius Künzle, recente editore delle questioni De origine cognitione animae separatae, riserva al codice fiorentino il posto d’onore tra i manoscritti contenenti le opere di Bernardo, non foss’altro perché risulta il più antico. Il codice è stato studiato sia dall’editore dell’In I Sententiarum di Giovanni che soprattutto dagli studiosi di Bernardo de la Treille.

M. Grabmann, Bernhard von Trilia O.P. († 1292) und seine Quaestiones de cognitione animae coniunctae corpori und de cognitione animae separatae, «Divus Thomas» (Fr.) 13 (1935) 385-99. J.-P. Muller, Introduction a Jean de Paris, Commentaire sur les Sentences I, Roma 1961, pp. XV-XVI. P. Künzle, Neu aufgefundene Quaestiones quodlibetales Bernhards von Trilia, «Freiburger Zeitschrift für Philosophie und Theologie» 4 (1957) 52-58; Prolegomena a Bernardi de Trilia, Quaestiones disputatae de cognitione animae separatae, Berna 1969, 14*-17*, 23*-26*.

Ma i recenti studi su Remigio dei Girolami possono offrire un ulteriore notevole contributo alla valutazione di cod. A 3.1153.

Minuziosa descrizione in Künzle e più recentemente in Gabriella Pomaro (Censimento I, 343-45; Catalogo dei manoscritti filosofici nelle biblioteche italiane III, Firenze 1982, 8-9). Ecco invece quanto interessa direttamente il nostro caso. Codice membranaceo, scrittura gotico-libraria di fine XIII e inizio XIV secolo. Contenuto in tabella:

ff.

BNF, Conv. soppr. A 3.1153

1ra-2vb Tabula
3ra-24ra Primum quodlibet
24ra-36va Secundum quodlibet
36va-84va Tertium quodlibet
84va-177rb Quaestiones de cognitione animae separatae (disposizione intricata)
177rb Expliciunt questiones de anima edite a fratre Bernardo ordinis fratrum Predicatorum, natus in Provincia fuit
177v in bianco
178ra-284rb Quaestiones de cognitione animae separatae et coniunctae (disposizione intricata)
284v-285v in bianco
286ra-299vb Quartum quodlibet
300ra-323vb Io(hannis) Pa(risiensis), Super I Sententiarum

 

«Expliciunt questiones ... in Provincia fuit» di f. 177rb è della medesima mano che copia il testo. Medesima attribuzione a Bernardo ripetuta, per mano dello scrittore del testo, nella tabula f. 2ra: «Expliciunt capitula questionum fratris Bernardi de Provincia ordinis Predicatorum». L’attribuzione al provenzale Bernardo de la Treille dei primi tre quodlibeti è stata stabilita su testimonianze d’altri codici (Künzle, Neu aufgefundene 51-58). Ma mentre Grabmann (Bernhard von Trilia 389) attribuiva a Bernardo anche il quarto quodlibeto del codice fiorentino trascritto dopo le questioni «de cognitione animae» del medesimo Bernardo, Künzle nega recisamente tale attribuzione (Neu aufgefundene 56-58; pp. 57-58 riportano lista degli articoli del quarto quodlibeto; Id., Prolegomena... 17*).

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