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(ii) f. 4r: Conventus Romane provincie elencati a due colonne secondo diritto di precedenza nelle due ali del coro.

Nota preliminare. Qui e in seguito, la data dei conventi o monasteri proposta tra parentesi è quella (quando conosciuta o stabilita con certezza) dell'istituzione formale, con priore o priora, come volevano le costituzioni domenicane dist. II c. 1:

«Conventus citra numerum duodenarium et sine licentia generalis capituli et absque priore et doctore non mittatur»: R. Creytens, Les Constitutions des Frères Prêcheurs dans la rédaction de s. Raymond de Peñafort (1241), AFP 18 (1948) 48; ancora nel 1375 ca., BAV, Vat. lat. 7658 (xiv2), f. 158v: «Conventus citra numerum duodenarium…». «Conventus citra senarium numerum…» (Vat. lat. 7651 (xiv-xv), f. 20v) dagli ultimi decenni del Trecento per circa un secolo.

Conventum mittere nell'antico lessico costituzionale, non fundare; a designare principalmente i frati che vanno a far convento.

■ Semantica persistente specie in testi legali (conservativi per natura), anche del ramo femminile. Constitutiones sororum ordinis fratrum Predicatorum (1259) c. 12 lectio 4: «Nulli detur licencia loquendi in locutorio… quando conventus dormit vel comedit»  c. 13 lectio 2: «et conventus respondeat Amen»  c. 23 De creatione priorisse: «Conventus autem qui petit electe confirmationem…» (AGOP XIV A 4, f. 52r, 52v, 55v).

Solo così la data riveste condizione utile, e perentoria, per l'argomento cronologico. A rigore neppure la licentia fundationis presta data assoluta ma solo termine post quem, ché si danno licenze accordate e decreti emanati non seguiti dai fatti; mentre il rito paraliturgico della fundatio demarca la storia edilizia dell'edificio non del convento=comunità. Soltanto conventi di fatto e formalmente costituiti, o monasteri stabiliti sub cura ordinis, intende censire il Liber privilegiorum a beneficio dell'amministrazione provinciale. Non dunque domus locus hospitium. Punto capitale per raccordare senza discrasie l'argomentazione cronologica con gli strati codicologici. Con ricaduta autorevolissima in percorso inverso, dalla testimonianza del Liber privilegiorum al convento/monastero, laddove il caso si presti. Ignoro pertanto la letteratura tradizionale (riduce spesso in commistione figure canonicamente “progressive” degli insediamenti religiosi, e loro tempi diversi, oppure sollecita datazioni alte a supplemento di prestigio); salvo a tramandare testimonianze insospette della reale costituzione del convento formale.

ASPg, Corp. relig. soppr.,
S. Domenico, Miscell.
66, f. 4r

Chorus dexter

Chorus sinixter

Conventus

Florentinus Sancte Sabine Romanus
Senensis S. Marie super Minervam
Pisanus Viterbiensis
Urbevetanus Aretinus
Perusinus Tudertinus
Lucanus Anagninus
Pistoriensis  Spoletanus
Reatinus Narniensis
Castellanus Pratensis
Fulginensis Eugubinus
Tiburtinus Cortoniensis
Mevenas Serezanensis
Sancti Miniatis Terracinensis
Pipernesis Sancti Geminiani
Fesulanus Castri Foiani
Calliensis Sancti Marci
Civitatis Veteris Sancti Spiritus de Senis
  Sancte Marie de Quercu
   

La prima mano scrive fino a Tiburtinus (1286) in coro destro, Serezanensis (Sarzana 1310: MOPH XX, 177/26, 179/15) e Terracinensis (1318) in coro sinistro.

Tiburtinus. Onorio IV, Tivoli 19.VII.1285, al vescovo di Tivoli: «Cum itaque frater dilectus filius Munio magister, Iohannes prior provincialis in Romana provincia et quidam alii fratres eiusdem ordinis, nobis exponere curaverunt locum in civitate tiburtina non habeant…, humiliter supplicarunt ut de aliqua ecclesia civitatis eiusdem, eis ad hoc competenti, providere sibi paterna sollicitudine curaremus…  per apostolica scripta mandamus quatinus… ordini et fratribus supradictis ecclesiam Sancti Blasii civitatis eiusdem cum iuribus et pertinentiis suis, que fratribus ipsis competens et accomoda esse asseritur, studeas sublata qualibet difficultate conferre» (APR, Dipl. 19.VII.1285). Nel 1287 Tivoli appare già convento: MOPH XX, 78/4 (1287), 89/15 (1288).

Sarzana (oggi prov. La Spezia, Liguria), convento formale dal 1310, appartenente alla provincia Romana fino al 1504-05, quando viene trasferito alla prov. Lombardia superiore.

Terracinensis. MOPH XX, 212/18-25 (CP 1318), esemplare testimonianza d'istituzione conventuale: «Ponimus conventum in Terracena in loco ubi nunc fratres habitant», con assegnazione di 12 frati tot., inclusi priore e lettore, dei quali uno converso. (Entro la sua circoscrizione, la cittadina di Cori).
Terracina-Ceprano-Veroli (confini meridionali delle diocesi Terracina, Ferentino e Veroli) direttrice meridionale delle province ecclesiastiche Campania et Maritima (diocc. Tivoli, Anagni, Segni, Alatri, Veroli, Ferentino, Terracina) del Patrimonium; confinanti a sud (direttrice Fondi-Pastena-Arce-Arpino) con la Terra laboris, territorio Regni Sicilie e della provincia domenicana del Regno. Vedi RD Latium 514a "Pipernum", 533b "Terracina", e gli studi sulla maremma laziale di CACIORGNA, Marittima medievale.
Geografia politico-ecclesiastica indefinita in G. Cioffari - M. Miele, Storia dei Domenicani nell'Italia meridionale, Napoli-Bari 1993, che colloca i conventi Terracina e Priverno (III, 651a, 656a) in prov. Regni, nonostante le perentorie testimonianze di atti capitolari e registri dei maestri dell'ordine, da tempo a disposizione: MOPH XIX, 271a  XVII, Ind. 44*; XXI, 192b, 193b.

S. Tugwell, The evolution of dominican structures of governement..., AFP 75 (2005) 29-94, in particolare Appendix: Provincia Regni, pp. 80-94. Volume AFP 75 (2005) a disposizione in maggio '06.

conventi non →ospizi!


| Intervallo |  Conventi delle province Romana e del Regno negli anni 1307-1310.

Difficoltà oggettive a censire i conventi formali della nuova provincia del Regno (1296: MOPH III, 279/21-30), se non vogliamo accontentarci delle compilazioni settecentesche. Sfugge tuttavia ai summenzionati autori Cioffari-Miele, Storia dei Domenicani I, 21-23, la prima autorevolissima lista dei conventi del Regno, ordinata sulle quattro nationes della geografia politica del tempo, stadio anni 1307-1310, autore Bernardo di Guido da Limoges, Numerus et nomina conventuum OP.

Trascrivo qui la lista delle due province confinanti dall'esemplare d'area italica, Bologna, Bibl. Univ. 1535 (xiii-xiv), f. 31r; ometto successive integrazioni tre e quattrocentesche d'altre mani. Veniale l'errore di persistenza Tranenssis (n° 4, prov. Romana), a pochi anni dalla divisione (1294-96) delle province, nonostante lo si riscriva correttamente nella nazione "Apulia". Insidie di talune denominazioni topografiche: Iteranensis, e sue varianti grafiche, era Ternano; Teramano invece era Teramanus (in Terra Abrucii), prima della ripulitura umanistica Interamnis (basta un rapido controllo sulle "Rationes decimarum Italiae"). Adrianus, de Adria = Atri, oggi in prov. di Teramo (convento formale tra 1283 e 1288: MOPH XX, 65/13; 84/1.7). Tieni distinto Teatinus (Chieti, in Terra Abrucii) dall'omeografo Reatinus (Rieti, prov. Romana). Fondi (prov. Regno) non è ancora convento nel 1310; lo era già al tempo della translatio corporis sancti Thome de Aquino (1367-68).

Numerus et nomina conventuum OP (1307-1310)
Bologna, Bibl. Univ. 1535, f. 31r

in provincia Romana

  Conventus Sancte Sabine Ananinus
  in Minerva Spoletanus
  Florentinus Pistoriensis
  Senensis Reatinus
  [Tranenssis] Narniensis
  Viterbiensis Tiburtinus
  Pisanus Castellanus
  Urbevetanus Agubinus
  Perusinus Pratensis
  Aretinus Fulginas
  Luchanus Curtoniensis
  Tudertinus

Castri in insula Sardinie | [Sancti Benedicti...]

in provincia Regni Cicilie

  in insula Cicilie in Terra Laboris
  Conventus Messanensis Neapolitanus antiquorum
  Placiensis Sancti Petri Martiris ibidem in Neapoli
  Agustanus Gaietanus
  Panormitanus Beneventanus
  Cathaniensis Salernitanus
  Trapanensis Capuanus
  Loca nova: Siracusanus Adversanus
  Agrigentinus Suessanus
   

Su<m>manus

 

in Terra Abrucii

in Apulia

  Aquilanus Barolitanus
  Adrianus Monopolitanus
  Pennensis Tranensis
  Teatinus Fogetanus
  Sulmontinus Barensis
  Orthonensis Tirantinus
  Teramanus Brundusinus
 

Riprendiamo l'analisi del nostro vademecum.

Potrebb'essere altra mano (nota -s finale) ma coeva quella che integra Mevenas (Bevagna 1310: MOPH XX, 177/24-25, 179/19), Sancti Miniatis e Sancti Geminiani (1329-31), Pipernesis (Priverno 1343).

22.II.1329 licenza papale di fondare i conventi San Gimignano, San Miniato e Montepulciano: AFP 64 (1994) 45-46; testoM. Rossi Caponeri - L. Riccetti, Chiese e conventi degli ordini mendicanti in Umbria nei sec. XIII-XIV. Archivi di Orvieto, Perugia 1987, 32 (26.I.1328). San Miniato è convento già nel 1330: MOPH XX, 253/22, 254/10;  San Gimignano nel 1331: ib. XX, 264/13.28, 277/19-21 (1332 definizione dei confini della predicazione). P. Morelli, La nascita del convento domenicano di S. Jacopo in San Miniato: appunti per un'indagine sulle istituzioni ecclesiastiche di un centro minore della Toscana fra Due e Trecento, AA. VV., SS. Jacopo e Lucia: una chiesa, un convento. Contributi per la storia della presenza dei Domenicani in San Miniato, S. Miniato 1995, 9-63. Di Montepulciano non se ne farà nulla fino a Quattrocento inoltrato.

Pipernesis (Priverno, oggi prov. di Latina). MOPH XX, 347/17-21 (1343) «Facimus locum de Piperno conventum», e assegnazione di frati 13 tot. Geografia politica medievale della Campania et Maritima del Patrimonium. Importanti notizie del cronista coevo Cr Ov 95-96, ed. 129. Precedenti: MOPH XX, 302/17 (1338 locus), 315/3 (1339), 321/14 (1340)  IV, 212/1-2 (1331). G. Villetti, L'architettura degli ordini mendicanti a Priverno nel Due-Trecento, «Palladio» 6 (1993) 23-36: dedicata a San Tommaso d'Aquino, la chiesa (e convento) viene edificata in pieno Trecento (p. 30b).

 La prima mano redige la sua lista conventuale quando Sant'Anna in Cagliari era già passato alla provincia domenicana d'Aragona (tra 1333 e 1338, stabiliremo subito): convento qui ignorato, censito invece in Quantitas contributionis f. 12v. Scrive posteriormente alla mano che avvia il corpo del codice ovvero i Privilegia, e a quella che stende (primi anni '30 del Trecento) la lista conventuale in Quantitas contributionis f. 12v.

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