precedente successiva

(... ii ...) (... Sardegna e Corsica)

Mani quattro e cinquecentesche integreranno in entrambe le colonne le fondazioni tardive, Fesulanus, Castri Foiani (Foiano della Chiana, pr. Arezzo), Calliensis (Cagli, pr. Pesaro-Urbino) eccetera:

... ...
Pipernesis Sancti Geminiani
Fesulanus Castri Foiani
Calliensis Sancti Marci
Civitatis Veteris Sancti Spiritus de Senis
  Sancte Marie de Quercu
   

Fiesole (Fesulanus). S. Orlandi, S. Antonino, Studi bibliografici II, Firenze 1960, 3-180 (c. I: Il convento di S. Domenico di Fiesole. Dagli inizi  alla istituzione del conv. di S. Marco e successiva separazione dei due conventi, 1405-1445); fondamentale, quanto agli inizi storici, il documento VIII in pp. 93-104 = ASF, Corporaz. relig. soppr. dal gov. fr. 102 n° 90 (Libro di ricordanze bianco segnato A), ff. 181-186 (copia notarile del 15.I.1627/8 di originale atto giuridico 25.I.1418/9), dove Fiesole non è convento formale.

AA.VV., San Domenico di Fiesole tra storia, arte e spiritualità. Seminario storico in occasione del VI centenario della fondazione del convento (1406-2006), San Domenico di Fiesole 23 giugno 2007, MD 40 (2009) 3-208, volume in gran parte dedicato al convento fiesolano. Lo ricevo in dono in genn. 2011. Non affronta, mi pare, il delicato problema della formale istituzione del convento (non semplice domus o locus, 1406), indipendente da SMNovella e portatore dell'istanza riformista.

Di primaria importanza sarebbe una rigorosa e integrale riedizione di ASF, Corporaz. relig. soppr. dal gov. fr. 102 n° 90, ff. 181-186 (25.I.1418/9, copia notarile del 15.I.1627/8), e di conseguenza una sua rilettura storiografica. Per una rapida valutazione del testo correntemente utilizzato, si raffronti l'onomastica dei frati capitolari 25.I.1418/9 tra Orlandi, “Necrologio” II, 594-95, ed Orlandi, S. Antonino II, 99-100.

Foiano della Chiana (Castrum Foiani), pr. Arezzo, entro la circoscrizione territoriale del convento di Cortona, poi convento formale tra 1400 e 1428.

Firenze, San Marco, 1436-40.

Civitavecchia (Civitatis Vetulae/Veteris) 1430 circa.

Siena, Santo Spirito, 1448. ASV, Reg. Suppl. 428, ff. 164v-165r (6.VII.1448); 516, ff. 235v-236r (13.XI.1459). ASS, Patrim. resti eccles., Reg. 2348.

Cagli (Calliensis/Cagliensis), pr. Pesaro (Marche), città episcopale confinante con le dioc. Gubbio e Città di Castello; convento formale intorno agli anni 1460, assegnato alla provincia Romana. AGOP IV.4, f. 70r (25.V.1478) prior calliensis; 1481, prov. Romana. MOPH XVII, 145 § 274 (a. 1512).

Cf. LETIZIA PELLEGRINI, Il convento di Ripatransone e l'apostolato di Giovanni da Pistoia: un saggio sulle Marche dei domenicani tra XIII e XV secolo, «Studia Picena» 72 (2007) 43-82. L. CINELLI, Insediamenti domenicani nelle Marche (secc. XIII-XV), AA. VV., Gli ordini mendicanti (secc. XIII-XVI), «Studi Maceratesi» 43 (2009) 155-68.

Viterbo, Santa Maria della Quercia (de Quercu, Querquensis, Quernus, Cerqua) 1474. MOPH XVIII, 332/2.

R. Antonelli, L’Ordine domenicano e la letteratura nell’Italia pretridentina, AA. VV., Letteratura italiana I, Il letterato e le istituzioni, Torino (Einaudi) 1982, 702-03, disegna mappa degli "insediamenti domenicani nel 1303"  intendi "conventi" (ma Cagliari non lo era ancora).

■ Del tutto ignorato Pitigliano (pr. Grosseto): di breve vita, ma vi fu formale convento, anni '60-70 del Quattrocento: → Un convento domenicano in Pitigliano?

Sardegna
 

Corsica

Il convento cagliaritano Sancte Anne de Castello Castri de Sardinea quando passò dalla provincia Romana a quella d'Aragona? Di decisiva valenza sulle raccorciate stratigrafie del Liber privilegiorum. A tutt'oggi pressoché ignote le sorti trecentesche del convento sardo. Antonino di ser Niccolò Pierozzi da Firenze nel 1453-58 (è arcivescovo cittadino dal 1446) lo censisce ancora tra i conventi della sua provincia religiosa, Chronica III, tit. 23, c. 13 (conventus in provincia Romana): «Rome… et Castri in insula Sardinie» (ed. Lugduni 1543, f. III.179va). Liberiamoci subito dell'inceppo. Il compilatore Antonino, o più verosimilmente il copista-collaboratore dietro sue istruzioni, ricopia precedenti cataloghi dell'orbis dominicanus, solo in parte aggiorna e insufficientemente controlla le singole entrate. In contemporanea le autorità centrali dell'ordine, ivi compreso il fiorentino Domenico di Giovanni da Corella, dettano disposizioni amministrative alla provincia d'Aragona e suo convento sardo.

■ Nella scia delle consuetudini compilatorie: l'elenco Conventus provinciarum vergato a fine Trecento in BAV, Vat. lat. 7651 (xiv-xv, provenienza prov. Saxonie), ff. 67v-72r, ricopia i conventi della prov. Romana (ff. 68v-69r), ordine di successione incluso, da quello di Bernardo di Guido da Limoges (1307-10 ca.); vi compare Castra Castrorum, e il medesimo errore Tranensis di Bernardo (Bologna, Bibl. Univ. 1535, f. 31ra).

Registrum litterarum Fr. Raymundi de Vineis Capuani MO 1380-1399, ed. MOPH XIX (1937): non pervenuti i registri relativi alla province ispaniche; tra i conventi della prov. Romana (pp. 61-123) non compare alcun convento sardo; in pg. 104 n. 431 fra Gregorio provinciale d'Aragonia (23.V.1391).

Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, S. Marco 866 (Registrum litterarum Guidonis Flamochetti magistri OP 1451 et Dominici Iohannis de Florentia OP vicarii 1452-53), ff. 132r-135v, sezione della Provincia Aragonie. «Item eodem die <20.VI.1451> fr. Iacobus Lopis fuit assignatus in conventu Castri Calleri. Item eodem die fuerunt concess(a) prima cella et breviarium vacanti(a) in conventu Valencie fratri Iacobo Lopis eiusdem conventus» (f. 132r); «Item eodem die fr. Simoni Corelles concessa fuit cella conventus Castri Calleri sita in introytu dormitorii que vulgo dicitur cella domini Bernardi episcopi» (f. 132v). «Item <20.VI.1451> mandatum fuit fr. Petro Alfonsi sub pena excomunicationis late sententie… quod dimicteret ecclesiam Sancti Caroli de appendiciis Castri Calleri [? = Castri Vallerii?], non obstantibus literis apostolicis aut cardinalium, quas omnes summus pontifex revocavit per bullas pendent(es), ut declaratum fuit in capitulo Lugdunii <1450> celebrato» (f. 132v); «Eodem die <23.VI.1451> fr. Bartholomeus Galia fuit assignatus in conventu Castri Caleri usque ad sequens generale capitulum» (f. 133r).

E liberiamoci ancora da minuscoli micidiali errori di tradizione: “Monastero di S. Sisto e di S. Anna” in connessione con due frati romani (1393), da spoglio settecentesco: da restituire all'originale S. Aura, secondo monastero domenicano in Roma (rione Arenula); non di certo “convento di S. Anna di Sardegna (Cagliari)” (Necr. II, 23 n. 8, 545b anno 1393). L'unica monografia moderna consegna Cagliari alla provincia aragonese nell'anno 1329 (G. Melas, I Domenicani in Sardegna, R. Univ. Cagliari 1933-34 (ciclostile), p. 13; del buon lavoro del Melas esiste semplice reprint "Centro giovanile domenicano - Selargius 1994").

Antico locus del convento pisano («locus Sancte Anne de castello Castri» già nel 1305: MOPH XX, 160/3), Cagliari diventa convento formale nel 1310: «Ponimus et assignamus conventum… in castello Castri ubi facimus priorem fr. Franciscum Magioli, lectorem fr. Bartholomeum de Cantone» (ib., 177/24-29). Cr Ov 40/57 registra (1346-48 ca.) il convento cagliaritano. Toponimia coeva: Villani X, 210, 10; X, 259, 17-18: «in su la riva del porto di Calleri a piè di Castello di Castro». N. Bériou, Les  sermons et la visite pastorale de Federico Visconti archevêque de Pise (1253-1277), Rome 2001, 1106: "Castellum de Castro" fortezza al centro della città di Cagliari, costruita dai pisani a inizio XIII sec. Le notizie delle origini domenicane le fornisce la Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis (vedi indice alla voce "Sardegna"). Che ci tramanda anche un'anomalia costituzionale, dovuta forse all'emergenza strategica dell'area, contesa militarmente tra pisani e aragonesi, a meno che non si preferisca supporre un'imprecisione (vicario del locus anziché priore del convento) del tardivo cronista (1390-1403 ca.) Domenico da Peccioli: il convento di Pisa «de priore providebat». Che suona pressoché una nomina in luogo della canonica elezione. «Tandem <fr. Stephanus de Vico> in Sardinea diem clausit extremum in gremio Sancte Anne idest in domo quam fratres pisani conventus funditus erexerunt, et auctoritate sedis apostolice et ordinis facto conventu prior pisanus ibi de priore et fratribus providebat» (Pisa, Biblioteca Cateriniana 78, f. 11r). Nel corso del 1324 i pisani subiscono la pressione aragonese, l'anno successivo sono costretti ad abbandonare Castello di Castro; in giugno 1326 un trattato di pace regola le residue pendenze (Villani X, 237; X, 251; X, 259; X, 309; X, 331). A seguito dell'annessione della Sardegna al regno aragonese e a istanza del re, Giovanni XXII da Avignone 30 giugno 1329 dispone che tutti i conventi mendicanti in Sardegna e Corsica, domenicani inclusi, passino alla giurisdizione dei rispettivi provinciali d'Aragona e Catalogna (G. Mollat, Jean XXII. Lettres communes VIII, Paris 1924, 302-03 n° 45543 = Reg. Vat. 91, ep. 2298; Bullarium OP II, 181-82; cf. MOPH IV, 194/11). Innovazioni di tale portata non hanno luogo sui tempi corti dei decreti  -  era da sospettare. Di fatto Cagliari non ancora tra i conventi aragonesi nel 1331 (A. Robles Sierra, Actas de los capítulos provinciales de la provincia de Aragón <1327-31>, «Escritos del Vedat» 22 (1992) 131-78). Continua a comparire negli Atti capitolari della provincia d'origine 1329-32; ultimo ricorso 1332: MOPH XX, 250/7 (1329), 253/17, 259/3, 265/21, 271/10 e 277/24 (1332).

Vale esclusione l'assenza nelle sistematiche liste conventuali della provincia Romana, specie nella rubrica "visitatores", degli anni 1338-40: MOPH XX, 302/15-24 (1338), 315/6-15 (1339), 327/9-18 (1340). Gli Atti degli anni intermedi, 1333-37, sono del tutto privi di liste conventuali, e nessuna indicazione se ne può inferire.

Cagliari non compare tra i sistematici lasciti a conventi e monasteri della provincia Romana disposti nel 1340 da Matteo Orsini (S.L. Forte, Il card. Matteo Orsini O.P. e il suo testamento, AFP 37 (1967) 181-262); non tra i conventi rappresentati al capitolo provinciale Orvieto 1355 o censiti dal registro di Raimondo da Capua 1380-99: M. Rossi Caponeri - L. Riccetti, Chiese e conventi degli ordini mendicanti in Umbria nei sec. XIII-XIV. Archivi di Orvieto, Perugia 1987, 128 (11.IX.1355). MOPH XIX, 61-123: prov. Romana. Mentre nel 1348 Cr SMN n° 344 (e ancora una volta una cronica fratrum ci viene in soccorso) così scrive di Piero di Pegolotto degli Ardinghi da Firenze (OP 1304, † 3.VI.1348): era stato «prior pratensis et Sancte Anne de Sardinea cum adhuc dictus conventus ad Romanam provinciam pertineret»; non "pertinet" più al presente, 1348. Perduti gli Atti capitolari d'Aragona 1332-44; in quelli pervenuti, 1345 ss, Cagliari è convento aragonese:

A. Robles Sierra, Actas de los capítulos provinciales de la provincia dominicana de Aragón <1310, 1312, 1314, 1321>, Valencia 1991, 53-102; Actas de los capítulos provinciales de la provincia de Aragón <1327, 1328, 1329, 1330, 1331>, «Escritos del Vedat» 22 (1992) 131-78; Actas... <1345, 1347, 1350, 1351>, «Escritos del Vedat» 23 (1993) 258/6, 271 (1345 prima comparizione, sezione delle assegnazioni: «Conventui Calaritano assignamus...»: non domus o hospitium, ma formale conventus), 285 (1347 «Conventui Calaritano assignamus...», nomina del lettore e dell'insegnante di grammatica), 289, 293 ss  Actas… <1352, 1353, 1354, 1355>, ib. 24 (1994) 231 (Castri Calleri), 242  Actas… <1357, 1358>, ib. 25 (1995) 346, 367, 371  Actas… <1363, 1365, 1366>, ib. 26 (1996) 100, 104, 115, 117, 132, 136.
L'autore Robles Sierra OP mi spediva cortesemente gli estratti con lettera Valencia 10.II.1997, decedeva il 19 febbraio successivo - comunicavano l'8 aprile i confratelli valenziani!

Concludiamo il nostro punto: il convento cagliaritano (unico dell'isola fino al San Martino in Oristano 1570) passa alla provincia Aragonie tra gli estremi massimi 1333 e 1338. Non prima del 1335, qualora fossero state applicate le norme delle Const. OP II, 1: trasferimento di convento da provincia a provincia vuole approvazione di tre CG continui. In eccellente ricongiungimento con gli incastri cronologici delle liste del Liber privilegiorum.

■ E. Cristiani, L’arcivescovo Federico Visconti, Pisa e la Sardegna, in N. Bériou, Les  sermons et la visite pastorale de Federico Visconti archevêque de Pise (1253-1277), École française de Rome 2001, 9-26.

Per inseguire la toponomastica (mobile e multipla!) tra latino e rielaborazioni romanze: P. Sella, Rationes decimarum Italiae. Sardinia, Città del Vat. (Studi e testi 113) 1945; Indice nelle pp. 265-95.

Sintesi della storia politica della Sardegna del Trecento in «Medioevo. Un passato da riscoprire» 9 (20) sett. 1998, pp. 16-45; «Pisa si sentiva legatissima alla Sardegna e in particolare a Castel di Castro. Dopo che nel 1297 Bonifacio VIII infeudò il "Regno di Sardegna e Corsica" a Giacomo II d'Aragona, Pisa si preoccupò subito di avviare trattative diplomatíche al fine di evitare il pericolo di una spedizione catalana» (p. 27a); 9 (80) sett. 2003, pp. 20-49; in p. 25 importante cartina geopolitica "La Sardegna nel XIV secolo". P. CAU, L'assedio di Villa di Chiesa [= Iglesias, 1323-24], ib.  p. 36: «Il 13 gennaio 1324 gli assediati [di Villa di Chiesa = Iglesias] concordarono che, se entro un mese non fossero giunti, da Pisa o dai suoi castelli sardi, aiuti tali da poter decidere la vittoria con uno scontro, Villa di Chiesa avrebbe aperto le porte a chi rappresentava, in Sardegna, il re catalano aragonese. Ma bastarono tre settimane perché si esaurisse anche l'ultima riserva di cibo, e il 7 febbraio [1324] la città era consegnata, salva la popolazione, i cui combattenti e civili erano liberi di recarsi, con i loro averi, a Pisa o a Castel di Castro [= Cagliari] ancora inespugnata o, previo giuramento di fedeltà a Giacomo II, di restare nelle loro case. L'assedio era durato più di sette mesi».

Doni di Alberto Fazzini OP, in San Domenico di Fiesole per il capitolo provinciale, luglio 2017: L. ZORZI, Un manoscritto domenicano bolognese conservato a Cagliari: analisi storico-codicologica, Cagliari (Comunità Domenicana) 2017, pp. 116; M. ARISCI, I domenicani a Serramanna. Il complesso conventuale di San Sebastiano [1631-1858], Cagliari (Comunità Domenicana) 2017, pp. 118; in pp. 20-25 diffusione e fondazioni domenicane in Sardegna, ma non vi trovo novità testimoniali.

Sardegna

 

Corsica

E la Corsica domenicana? Pochissimo se ne sa del periodo premoderno. Piste di ricerca:

-  nel 1329 la Corsica, insieme alla Sardegna, trasferita per bolla papale alla giurisdizione dei provinciali d'Aragona e Catalogna.

-  non compare negli atti dei capitoli provinciali sopravvissuti (1327-1366) della prov. domenicana d'Aragona; che vale pressoché esclusione, a motivo almeno della rubrica dei "visitatores".

-  agosto 1347, i genovesi ottengono la signoria di tutta la Corsica; solo un terzo della popolazione sopravvive alla peste (Villani † 1348, Nuova cronica XIII, 100); l'isola sarà ancora a lungo contesa tra genovesi, pisani e aragonesi, con relativi schieramenti dei signorotti locali. I genovesi prevarranno a inizio '500.

-  frati còrsi sono a lungo testimoniati nel convento pisano, almeno fino a inizio ‘400. «Fr. Andree de Begulio de Corsica [† dic. 1407] conventus pisani... examinet querelas fr. Nicolai de Arbizola conventus Bonifacii, et ut ipsum possit restituere ad vicariatum dicti conventus» (MOPH XIX, 110 § 489, sezione prov. Romana, 4.VI.1393). Fr. Andree Marani de Corsica 1414. Dom. di Franc. dalla Corsica 1406-13 (MD 1990, 589b). Quando registrati dalla Cronica conventuale, essi vanno ritenuti figli del convento pisano.

-  MOPH 21, 24 (1.VII.1469, prov. Lombardiae superioris) «licentia fratri David Corso insulam Corsicam petendi». AGOP IV.11, f. 149v (22.III.1496, sezione della prov. Lombardiae superioris): «fr. Antonius Fortileonis(?) de Bonifatio fit vicarius Bonifacii et totius insule Corsice cum plena potestate; et eximitur dictus conventus a potestate provincialis quia numquam per ipsum visitatur etc. et immediate rev.mo subicitur». MOPH 17, 270 n° 148 (1511, sezione prov. Lomb. sup.): conv. Bonifacii Corsicae.

-  il Liber privilegiorum della prov. Romana (fino al primissimo '500) non conosce conventi còrsi. N. Bériou, Les  sermons et la visite pastorale de Federico Visconti..., Rome 2001, 1096b. Sintesi di buona divulgazione: AA. VV., La Corsica, «Medioevo. Un passato da riscoprire» 8 (79) ag. 2003, pp. 28-48.

orbis domenicano (1307 ca.) di Bernardo di Guido da Limoges

Il censimento dell'orbis domenicano (1307 ca., con successivi aggiornamenti) di Bernardo di Guido da Limoges suscita ammirazione, se consideriamo estensione dell'ordine e toponomastica dell'Europa latina: Bologna, Bibl. Univ. 1535 (xiii-xiv), ff. 29r-36v Numerus et nomina conventuum OP. Vedi sopra Conventi delle province Romana e del Regno negli anni 1307-1310. Il penultimo convento elencato "in provincia Romana" è Castri in insula Sardinie (f. 31ra). Veniale l'errore di persistenza Tranenssis (n° 4, prov. Romana), a pochi anni dalla divisione (1294-96) delle province, nonostante lo si riscriva correttamente nella nazione "Apulia" della "provincia regni Cicilie" (f. 31rb). L'ultimo della lista della prov. Romana, Sancti Benedicti de  .  .  ubi monachi facti sunt Predicatores, anticipa per commistione quanto spetta alla lista dei monasteri: «Monasterium Sancti Pauli Apostoli ibidem in Urbeveteri ubi fuerunt olim moniales sub cura monachorum ordinis sancti Benedicti, a quibus resilierunt et habitum sancti Dominici et sub regimine fratrum esse elegerunt tempore domini Latini, quod confirmatum extitit per dominum Benedictum papam xj cum omnibus privilegiis concessis sororibus ordinis anno Domini M°ccciij°» (f. 35rb).  tempore domini Latini = Latino di Angelo Malabranca da Roma OP, card. 1278, †  Perugia 10.VIII.1294.

precedente successiva