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1967

<Roma> 10 - febbr. - 1967

|108| Notare come l'argomento di convenienza in teologia sia il più "teologico", quello cioè che mette in atto - più di tutti - il grado di comprensione, l'esigenza di fede di un determinato contenuto rivelato o mistero; è quello che più di tutti suppone nel teologo una sensibilità che gli viene dalla sua fede in atto, dall'illuminazione che è propria di chi trae dalla vita di fede i criteri di comprensione dei valori e delle positività di un contenuto di fede.

<Roma> 20-III-'67

|109| HELENE DEUTSCH, Psicologia della Donna nell'Adolescenza, Torino 1957.

Penso che la scienza psicoanalitica sia rimasta ancora troppo ai margini - e direi fuori - della teologia: e cioè dello studio dell'uomo visto nella prospettiva di Dio; una teologia che è tale solo se resta anche antropologia.

Le analisi psicologiche potrebbero spiegare al puro livello della psicologia dell'uomo le componenti basi di un "equilibrio" umano che - assunto dalla teologia - può porsi a riscoperta dell'uomo integrale: cioè |110| dell'uomo ordinato da Dio, da cui trae il criterio del suo valore e dei suoi atti, e quindi anche la valutazione etica del comportamento dell'uomo a cui - in campo psicoanalitico - corrisponde l'equilibrio dell'uomo perfetto.

Ex(emplum). 1) anlisi della componente "passività" nell'amore, che - non equilibrata dalla componente personalistica - sfocia nel masochismo.

- in che misura lo studio filosofico-teologico porta alla connessione necessaria - almeno nell'esperienza dell'amore dell'uomo - tra dolore e amore? Redenzione-Croce. "Nessuno ama più di colui che dà la vita...". "In questo è |111| l'amore di Dio, che ha dato il suo Unigenito a vittima espiatrice...".

2) distanza tra maturazione sessuale ed effettivo esercizio delle potenze sessuali; la scienza psicologica la esige perché nel frattempo la sessualità si evolve nel campo psicologico (pensieri, fantasie, sogni, desideri) e questi arricchisce la sessualità dell'elemento affetto, ideale, emozione, stima: e cioè dell'elemento "umano", perché la sessualità passi dal livello bruto - comune all'animale - a quello psicologicamente umano.

- teologia morale: quale la mutazione della castità giovanile?

(distinzione, separazione - pericolosa - tra sessualità e maternità nella donna...)

 |112| 3) l'uniformità della "distribuzione affettiva", l'omogeneità nel dono di sé agli altri (necessità pedagogica o spirituale conclamata nelle comunità, soprattutto religiose) è un autentico equilibrio psichico-spirituale ed una conquista di maturità spirituale, o è il camuffamento di una "siccità" affettiva, incapacità di emotività e di dono, aridità d'animo dove un sano umanesimo è frustrato da pretesa precettistica religiosa?

4) l'appello all'umiltà non è a volte una incoscia giustificazione di una debolezza costituzionale a realizzare, giustificazione alla rovescia di |113| tentativi abortiti, di conati impotenti, di insuccessi imprevisti, o di disimpengo nella realizzazione <?>; qui l'appello all'umiltà è il compenso psichico, rimbalzo alla rovesca, della debolezza d'animo che non si vuol riconoscere.

L'appello al valore di una virtù è la rivalsa psicologica allo scocco [= scacco] di un'altra. L'esigenza dell'umiltà è conclamata per coprire la debolezza e l'incapacità di realizzare (mancanza di fortezza).

Esaminare persone, fatti, discorsi, valutazioni nell'ambiente conventuale o comunità religiose con questa prospettiva; scoperte interessanti su intricate componenti psicologiche nel giuoco, apparentemente religioso, della conquista(!) delle virtù...

Roma, febbr. '67

 |114-115| Ritorno in paese

<Roma> 25 apr. 1967

|116| Il lavoratore al padrone:

"Noi" e "io e te"

non è lo stesso.

Noi vinciamo insieme

e tu mi vinci".

Da "L'eccezione e la regola", Bertolt Brecht

<Roma> maggio '67

|117| La verginità di Diana, rifiuto orgoglioso - e disumano - dell'amore.

È vista in... abito da bagnante dal cacciatore Atteone. Umiliata nella sua verginità offesa da sguardi indiscreti, cambia Atteone in cervo che viene sbranato dai propri cani.

Ma c'è a volte presso consacrati - e suore soprattutto - un tipo di verginità orgogliosa, crudele, disumana quando pretende di giustificarsi unicamente per se stessa, e cioè come rifiuto d'amore?

(cf. 28.V.'67)

<Roma> 12 maggio '67

|118| Scena interessantissima:

Dio... preso come assicuratore dei beni temporali; critica del marxismo a cotesto Dio del X.mo. Ottima descrizione di alcune... popolari (diffusissime) alterazioni del X.mo. Con esse la critica comunista ha buon giuoco...

cfr. BERTOLT BRECHT, La Madre, quadro X.

cfr. qualcosa di simile in Nazīr di Agra (Bausani, Letter. del Pak.)

<Roma> 13-V- '67

|119| Dicono: "il paradiso dell'Eden con le Urì è dolce"

ma io dico che il succo della vita è dolce.

Prendi questa moneta in contanti,

e lascia andare quella cambiale,

ché il suon del tamburo, o fratello,

da lontano è dolce.

                                        Omar Khayyàm

                                       (ed. Gabrieli, 37)

*   *   *

"Comanda chi può,

ubbidisce chi vuole"

                                       (Manzoni)

<Roma> 15-V-1967

|120| Nessuna esegesi, mi pare, tien conto nell'esame di un testo delle lusinghe che la parola come parola esercita sul pensiero e sulla espressione di uno (scrittore) che scrive.

La parola, per me, è essenzialmente avara, egoista, quasi ingorda. È una sirena che ingoia nel risucchio vorace della sua sonorità l'idea. Questa è costretta a servire le esigenze della parola e ad adattarsi alle dimensioni di essa, proprio come un liquido ad un recipiente di vetro. La parola, nella psicologia dello scrittore, è più forte dell'idea. È la parola |121| che trae a sé l'idea. La parola, è vero, per esistere ha bisogno dell'idea; ma avuto il suo atto d'esistenza, la parola mette le mani addosso all'idea, la domina, la piega, e la costringe a servirla nel suo puro essere di parola, e cioè di sonorità.

Quale scrittore non ha subìto a tutti i livelli della tirannia della parola? La penna più forte della mano, il suono più allettante del concetto, il simbolo più suggestivo del segno, il gusto più arrendevole dell'impegno, il bello più seducente del vero, la carezza più traditrice del silenzio; la parola, insomma, più forte dell'idea.

La parola è come una donna di corte; è costituzionalmente |122| e incorregibilmente infedele. Ma solo per questo corridoio extra-coniugale le è dato di generare la Poesia, figlia bellissima di questa bellissima amante infedele.

<Roma> 22-V-'67

L'oggetto d'amore si trasforma in modello etico (cf. Gesù).

X.o non è quello che noi amiamo, ma è il soggetto d'amore. Egli ama in noi noi stessi e il nostsro prossimo; e si pone in noi come "formale quo" d'amore.

<Roma> 28-V-67

|123| Testo: 1 Cor. 6,12-20

Fondamento teologico della castità x.na: il nostro corpo, incorporto al X.o stesso... E dunque: Prenderò io le membra di X.o per farne membra d'una meretrice?

(cf. maggio '67)

<Roma> 1-VI-'67

"... entitas rei praecedit rationem veritatis; sed cognitio est quidam veritatis effectus"

                        S. Tomm., Quaest. De veritate, q. I, a.1

<Cambridge> 4 luglio - 4 agosto 1967

|124| a:

Blackfriars

Buckingham Road

CAMBRIDGE

****

conosciuti:

P. Kenelm Foster

P. Sebastian Bullogh (nipote della Duse)

P. Thomas Gilby

P. Pascal Lefebure

P. Fabian Parmisano (USA)

Ricordanza. In Cambridge seguii corsi ufficiali di lingua inglese, in uno dei Colleges.

Ero ospite della piccola comunità dei domenicani.

<London> 4 agosto - 6 settembre

a:

St. Dominic's Convent

Harrow-on-the-Hill

MIDDLESEX (London) - Suore domenicane

Ricordanza. Scendevo spesso a visitare Londra. In St. Dominic's Convent un'austera suora mi faceva ripetizioni d'inglese. Mi aiutava a celebrare la messa in inglese (allora ancora in lingua "arcaico-liturgica"; per intenderci "thou" invece di "you"!). Rigorosa. Mi faceva notare il differente fonetismo dell'inglese letterario da quello "popolare", specie londinese. E insisteva perché mi attenessi scrupolosamente al primo!

- Andai a vedere "Blow-Up" (versione inglese), film di Michelangelo Antonioni!

<Roma> 28 sett. 67

|125| Rilettura di antichi, conosciutissimi, vieti passi evangelici (Mtt. 18,1-5, per es.): si svelano di colpo con una novità impensata alla nostra intelligenza, scoppiano di schianto dentro di noi nella pienezza della loro potenza di significazione.

E dentro di noi sgretolano la roccaforte della (nostra) ipocrita sicurezza, scompongono l'edificio dei (nostri) presunti valori, dismagliano la rete dei (nostri) equilibri psicologici.

Matteo 18,1-5:
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?".
Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.

<Roma> 29 sett. '67

|126| "Meno si ha bisogno di prove dell'esistenza di Dio più se ne trovano, mentre più se ne ha bisogno, più difficile è trovarne"

                        G. Marcel

Dopo tutte le religioni-filosofie a carattere dualistico (Induismo, Buddismo, Manicheismo: Spirito ↔ Materia) il X.o "riconcilia" in sé tutte le cose, quelle della terra e quelle del cielo: Coloss. 1,19-20.


 

Pakistan  (dic. 1967 - dic. 1971)

 
 

 aprile 1970, in un compound del villaggio Baksh Singh Wala (Pakistan), con p. Remigio Botti OP († 22.VI.2012) 

 

11 Dic. 1967

|127| Ore 21: partenza da Fiumicino per Karachi - via Cairo.

12 Dic. 1967

Ore 9,50 (local time): aeroporto di Karachi.

13 Dic.

Volo Karachi - Quetta - Multan - Lyallpur [nel 1977 ridenominata Faisalabad]. Ore 18 in Bishop's House.

Clima invernale mite - una primavera italiana.

Grande povertà - in contrasto con pochi sfarzosissimi ricchi.

<Lyallpur> 18 Dic. '67

|128| Da un dialogo con P. Remigio:

i nostri cristiani non pare riescano ancora ad avvertire i valori basilari del cristianesimo, e principalmente:

a) la povertà

b) la umiltà

c) l'amore del prossimo - nemico.

Valutare il grado di cristianizzazione dalla sensibilitù a questi valori-base del Vangelo.

Remigio (Ugo) Botti OP, n. 1930, romano, missionario in Pakistan dal 1956, per circa quarant'anni. Rientrato in Italia per motivi di salute. Che il Signore gli dia la forza di vivere con serenità la propria malattia. († 22.VI.2012).Sua bella lettera, speditami da Warispura 20.XII.1993, nel mio carteggio personale.

Ricordo 18.X.2005. Remigio mi fu fratello in Pakistan. Con lui - e con la sua Vespa - conobbi i villaggi interni (impensabili ai circuiti turistici): uomini e donne, abitazioni, vita delle comunità cristiane. Strade inasfaltate e polverose. Appena arrivati, ci lavavono i piedi. "Oh no, mai!", dissi io la prima volta. "Li offendi se rifiuti - mi disse Remigio -. Non è sottomissione, la loro, ma gioia d'accoglierci". La padrona di casa sorrideva; e mi affogò i polverosissimi piedi nell'acqua del catino. I bambini ci correvano intorno, e si divertivano. E capii alcuni racconti evangelici.

I missionari hanno a volte sfruttato l'orgoglio del "povero-abietto-cristiano" che esprime la sua rivalsa psico-sociale nella... macchina, ricchezza, potere del Padre? [pronunciavano "Padri" = sacerdote cattolico missionario, a quei tempi quasi sempre occidentale].

Impossibilità ad avvertrire la povertà: |129| può essere interpretata come stato di continua e reale situazione di povertà economica che crea l'agitazione psicologica al possesso; non vi è spazio psicologico per provare il sentimento di rinuncia a favore di altri, perché non esperimentano l'avere a sufficienza, tanto meno in abbondanza. (Una situazione socio-economica come premessa alla comprensione - o incomprensione - di un valore evangelico).

Idem per l'umiltà. Troppo schiacciati, troppo maltrattati (dai loro padroni) perché possano avvertire la possibilità di un abbassamento (possibilità di un movimento spirituale di umiltà).

22.VI.2012. Dalla segreteria della nostra provincia ci comunicano decesso (in Roma) di fra Remigio Botti. Requiescat in pace!

Ripenso alla nostra intensa frequentazione durante i miei anni pakistani. Mi aiutava ad inserirmi senza che soffrissi delle differenze!


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