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Iacopo di Ranuccio da Castelbuono (Perugia) OP († 1286)
| sistema scolastico medievale, specie domenicano |
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Abbreviazioni e sigle (oltre le comuni)

Necr. can. fior. = Arch. dell’Opera di S. Maria del Fiore di Firenze, I.3.6, Obituario di Santa Reparata (corretta e aggiornata segnatura archivistica, 2005)

Aggiornamento bibliografico

Scarse e incerte le notizie su sepoltura di fra Iacopo nella cappella San Luca di SMN (qui il 18 ottobre 1279 fu posta la prima pietra della nuova chiesa), poi Gondi, la prima sul lato ovest dell'altar maggiore, e circa successive vicende.

MD 12 (1981) 253/72-85: ASMN I.A.4. Nulla nel "Libro dei morti di SMN", MD 11 (1980) 29 ss; né in Biliotti, ASMN I.A.9. ASMN I.A.28, pp. 198-201: «Dicesi concordemente dagli scrittori sepolto nelle nostra chiesa di SMN; del che non se ne ritrova monumento alcuno, se forse non fossesi perduto o nella demolizione della vecchia chiesa o nel grande inbarazzo della nuova fabbrica» (p. 199). I.A.40, f. 41v. Fineschi, Memorie istoriche (1790) p. 185 n. 1.

"Arnolfo di Cambio and assistants, Plaque from the tomb of the archbishop Jacopo (Filippo) di Ranuccio Castelbuono, 1286-1287. Florence, Museo Bardini (P.za de' Mozzi)".

AA., Arnolfo. Alle origini del rinascimento fiorentino, Firenze 2005, 363a § «Più problematica risulta invece la "lastra funebre" del museo Bardini, di cui è ignota la provenienza...».

M.A. JOHNSON, "Alia lectura fratris Thome”: A list of the new texts of St Thomas Aquinas found in  Lincoln College, Oxford, MS. lat. 95, «Rech. de théol. ancienne et méd.» 57 (1990) 34-61.

Emilio Panella, SOPMÆ IV (1993), 135.

M. Michèle Mulchahey, "First the Bow is Bent in Study...". Dominican Education before 1350, Toronto (Pont. Inst. of Med. Studies) 1998, pp. XXI-618.

First the Bow is Bent in Study... = traduce Arcus tenditur in studio, postea sagittatur in praedicatione (Ugo da San Caro OP, † 1263), l'arco lo puntiamo anzitutto sullo studio, e poi per ricaduta sulla predicazione; che a s'ispira a Gen. 9,13: «arcum meum ponam in nubibus et erit signum foederis inter me et inter terram».

Struttura del volume nei suoi capitoli:

1. The Formative Period for Dominican Education

2. The Formation of Novices

3. Dominican Conventual Education and the Training of the Fratres communes

4. Provincial Studia

5. The Dominicans and the Universities

6. Preaching Aids: Sermon Collections, Florilegia, Exempla, and Artes

7. Tools for Biblical Exegesis

8. Aids to the Confessor: Manuals of Moral Theology

Conclusion, Bibliography, Index.

Ricordanza. Leonard E. Boyle OP m'inviò nel 1985 copia di:
M.M. Mulchahey
, The Emergence and Development of the Studia provincialia of the Roman Province of the Dominican Order, 1228-1320. Pontifical Institute of Mediaeval Studies. A Thesis submitted in partial fulfilment of the requirements for the Licentiate in Mediaeval Studies, May 1985. Dattiloscritto, "Draft".
Mi chiese personali commenti e valutazione sulla ricerca, ai fini di rielaborazione finale ed eventuale pubblicazione. Da Pistoia, 12.XI.
1985, gli inviavi 6 pagine dattiloscritte di mie annotazioni. Sempre Boyle in agosto '86 mi inviò copia di 12 pagine dattiloscritte della Mulchahey in risposta ai miei commenti. «Caro Emilio, This is a long-minded commentary on your commentary on M. Mulchahey's dissertation on O.P. Studia in Italy. All good wishes, Leonard», dalla Bibl. Apost. Vaticana.
Dattiloscritti sopravvissuti, rimasti a lungo dimenticati! Ripongo il tutto dentro la copia "Draft", fatta rilegare nel 1988, stampigliatura dorsale "Studia Prov. Romanae".

Mulchahey, Dominican Teaching (15.IV.2004)

►altro? segui letteratura perugina

J.-P. Torrell, Initiation à saint Thomas d'Aquin, Fribourg-Paris 2002, p. 68 n. 38.

THOMAS AQUINAS, Lectura romana in primum Sententiarum Petri Lombardi. Edited by † Leonard E. Boyle, OP and John F. Boyle. Toronto (Pontifical Institute of Mediaeval Studies, Studies and Texts 152) 2006, pp. X-222.

acquistato, ricevuto 27.XI.2006. Centrato sull'edizione del testo e raffronti testuali. Prezioso lavoro.
- Difficile condividere la decisione editoriale di "normalizzare" (p. 56) il latino, vista la prossimità del testimone oxoniense alle lezioni sentenziarie da esso trasmesse: le ricadute del fonetismo volgare sul latino scolastico potrebbero contribuire a circoscrivere la confinazione linguistica del lettore sentenziario, o meglio del suo reportator. Delude anche l'assenza di riproduzione fotografica di qualche carta del codice; decisiva testimonianza al testo, e sua interpretazione e attribuzione.
- La prefazione informa che Leonard Boyle, prevenuto dalla morte († ott. 1999), non ha potuto portare a termine il progetto di revisione di Alia lectura fratris Tbome, «Mediaeval Studies» 45 (1983) 418-29. Contributo qui riprodotto (pp. 58-69) così com'era, «with the exception of minor corrections» (p. IX); ad una rapida collazione solo archbishop attribuito a Iacopo di Ranuccio viene corretto in bishop; sopravvive purtroppo il cognome de Alexiis (p. 69 n. 8), indebitamente trasferito a fra Iacopo di Ranuccio da un fra Iacopo perugino secentesco, e che mette fuori strada nel descrivere lo stato sociale di Iacopo di (= figlio di) Ranuccio, originario di Castelbuono, píeve nel territorio nord-occidentale della diocesi di Spoleto. E sopravvive l'insostenibile "personal" attribuito allo studium diretto da Tommaso con competenze definite da incarico capitolare (p. 61).
- Si notino le parole del prologo: «Sic igitur ista scientia versatur circa duo, scilicet circa contemplationem in altitudine veritatis et ostensione<m> verae beatitudinis. Et inde est quod Magister in duas partes dividit librum istum sententiarum. In prima enim parte determinat de Deo et creaturis; in secunda vero de Christo, virtutibus, et sacramentis et beatitudine» (Lectura romana..., p. 74/54-58). Ma questi temi non sono distribuiti nelle Sententiae in quattro libri per dichiarata volontà dell'autore Pietro Lombardo (il Magister)? Il lettore sentenziario vuol dire altra cosa: che commenterà le intere Sententiae in soli due anni scolastici. Siamo dunque più prossimi ad un'aula scolastica che ad uno scrittoio.

Restano senza risposte, anzi nemmeno propriamente formulati, taluni problemi critici a monte della tradizione del testo e dei suoi rapporti con l'attività scolastica di cui è frutto:

a) tecniche e intreccio dei rinvii bilaterali tra commentario principale e quello marginale permettono di accertare la contemporaneità di trascrizione dei due commentari nel codice Oxford Lincoln College lat. 95?

b) la famosa nota di possesso a f. 2 (Frater Iacobbus Ray. perusinus ...), in uno dei due fogli di guardia (non dunque nei fascicoli costitutivi) del codice oxoniense, è della medesima mano  -  oppure no  - che scrive ai margini la lectura sentenziaria o le sue integrazioni (mani B e C)?

c) solo la risposta a queste domande (almeno alla seconda) permette di poter credibilmente procedere oltre, in fatto di cronologica e d'attribuzione: quando fra Iacopo di Ranuccio vende il manoscritto oxoniense a fra Nicola da Milano, la seconda lectura era già stata aggiunta nei margini?

d) nel frattempo lasciamo cadere ipotesi alla seconda, che in questa fase di ricerca potrebbero dirottarci in vicoli chiusi: «as it [= il manoscritto] speaks of him simply as Friar Iacobus, with no mention of his post as preacher general, it was likely sold before 1281» (p. 4) (un frate che si sottoscrive non esibisce i propri titoli, e dunque l'argomento ex silentio non sostiene qui la conclusione); le nomine ai lettorati nei capitoli provinciali non sono complete e sistematiche negli atti a noi pervenuti, soprattutto non mirano a descrivere l'intero curriculum scolastico d'un fratte: cosicché forzoso risulta argomentare successione e luoghi del curriculum scolastico conosciuto di Iacopo per stabilire congruenze con la cosiddetta lectura romana (es. p. 68, tutto il § «Now, since ...  years 1281-1283»: scritto da Leonard, raccolto da John). La cronica fratrum perugina c'informa che  fra Iacopo fu lettore nei conventi Arezzo, Città di Castello, Lucca, Orvíeto, Perugia e Roma (Santa Sabina); negli gli atti dei capitoli provinciali riscontriamo solo quello castellano.

A. OLIVA, Les débuts de l’enseignement de Thomas d’Aquin et sa conception de la sacra doctrina, Paris (Vrin) 2006, pp. 416; cf. 35-36, 143, 406a voce "Boyle". Esemplare ricevuto in dono dall'A., da Parigi tramite gentilezza di Luciano Cinelli OP, 6.XII.06.

A. OLIVA, conferenza tenuta in Parigi (dicembre 2006): presentazione e valutazione del libro Lectura romana in primum Sententiarum Petri Lombardi.

24/09/2008: «La mano C del manoscritto di Oxford Lincoln College 95, che scrive le note di fine 68v mg. inf. e 69 [= ultime carte, ed. Boyle, Toronto 2006, pp. 204-07], è quella di Raynaldo da Piperno (senza dubbio!)», mi comunica confidenzialmente Adriano Oliva. Gli rispondo: «Gran bella notizia: Rinaldo da Priverno (deceduto aa. 1285-95)! Attendo con ansia il testo (anche bozza) della tua conferenza. Sottoscrizione di Iacopo di Ranuccio e mano di Rinaldo da Priverno: due testimonianze indipendenti che si rafforzano a vicenda, per l'intero codice, giunte marginali incluse!».

2009, febbr.-marzo. Silvia Colucci (Univ. di Siena) viene a fare ricerche in ASMN circa sepoltura e sarcofago di Iacopo di Ranuccio. Mi assicura che nel sarcofago (almeno così come oggi si presenta) non vi è nessuna iscrizione.

11.VII.2009, sabato. Visito il museo Bardini di Firenze. M'intrattengo sul sarcofago di Iacopo di Ranuccio, tra i primi pezzi sul muro destro all'entrata dell'area museale. Solo lastra frontale, incastrata al muro, ad altezza uomo. Ben conservata. Bello il volto (grassottello?) di Iacopo e le decorazioni dell'abbigliamento. Nessuna iscrizione superstite. Frate domenicano in dimensioni piccole all'estrema destra del sarcofago, dietro la testa di Iacopo giacente, che benedice il vescovo con acqua santa.

17-18 nov. 2011. Mi scrive Roger W. Nutt, S.T.L., S.T.D., che insegna teologia negli Stati Uniti alla "Ave Maria University", 5050 Ave Maria Blvd, Ave Maria, Fl 34142Un suo studente fa ricerche sulla “lectura romana” di san Tommaso; ha fatto una traduzione latino-inglese del testo prodotto da P. Boyle della «lectura romana»; lo studente pensa che il testo sia veramente un'opera di Tommaso. R. Nutt chiede ulteriori informazioni bibliografiche sulla materia.

Gli rispondo. Gli segnalo queste pagine web, incluse quelle di Aggiornamento. Lo prego di tenermi informato su eventuali pubblicazioni, o tesi di laurea. Grazie!

http://www.corpusthomisticum.org/snrn.html

P. ROSSO, Negli stalli del coro. I canonici del capitolo cattedrale di Torino (secoli XI-XV), Bologna (Ed. Il Mulino) 2014.

 


Andrea di Buonaiuto da Firenze, capitolo SMN_est, s. Tomm. d'Aquino (1365-67): Veritatem meditabitur guttur meum (Prov. 8,7)
finis

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