fra Alessandro della Spina da Pisa OP
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1287 ca.: elabora gli
occhiali da naso ■ † 1312-1313 ca. ■ | |||
■ e... compravendita d'una schiava (vedi sotto alla data Pisa 23.V.1397)! Emilio Panella OP San Domenico di Fiesole, giugno 2020 |
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■ Bibliografia di base:
Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis, Pisa, Biblioteca Cateriniana (Seminario Santa Caterina) 78 (xiv-xv sec.), membr., 220 x 158, ff. 40. Cf. ed. F. Bonaini, Chronica antiqua conventus Sanctae Catharinae de Pisis, «Archivio storico italiano» I ser., tomo 6, parte II (1845) pp. 399-593.
Annales conventus Sanctę Catharinę de Pisis ordinis Prędicatorum, Pisa, Biblioteca Cateriniana 42 (xvi med - xviii), cart., 266 x 210, pp. 273. F. Bonaini, Excerpta Annalium conventus Sanctae Catharinae de Pisis, «Archivio storico italiano» I ser., 6/II (1845) pp. 595-633.
E. PANELLA, La Cronaca di Santa Caterina di Pisa usa lo stile pisano?, «Memorie domenicane» 16 (1985) pp. 325-334; Cronica di Santa Caterina in Pisa. Copisti autori modelli, «Memorie domenicane» 27 (1996) pp. 211-291; p. 255 n. 225.
AA. VV., I domenicani a Pisa = AA. VV., I domenicani a Pisa, a cura di Fausta Vassallo, Pisa (Monastero San Domenico, Via della Faggiola 26) 1995, pp. 48. In pag. 1, in alto a destra, firma "P. Centi". Piccolo volume trovato casualmente nella biblioteca di San Domenico di Fiesole, maggio 2020! Contiene: O. BANTI, La biblioteca e il convento di S. Caterina in Pisa tra il XIII e il XIV secolo, attraverso la testimonianza della "Chronica antiqua", pp. 7-26; O. BANTI, La beata Chiara Gambacorti e la storia del monastero di San Domenico in Pisa, pp. 27-30; G. ALFANO, Politica e letteratura nei domenicani pisani del '300, pp. 31-35; Alessandro della Spina domenicano di S. Caterina di Pisa nel sec. XIV, miniaturista e deuteroinventore degli occhiali da naso, pp. 36-41; P. SOLAINI, La storia degli occhiali sostenuti dal naso, pp. 43-47; APPENDICE, San Sisto e Pisa, p. 48. In pp. 38-41 riproduzione di talune carte della Chronica e degli Annales del convento pisano relative a frater Alexander de Spina.
→ http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-della-spina_(Dizionario-Biografico)/
→ https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_della_Spina#cite_note-1
→ https://www.youtube.com/watch?v=zGda3f4lRJA
→ ..\pisa\scpisa.pdf = AA. VV., Santa Caterina d’Alessandria a Pisa. Le tre età di una chiesa, a cura di Marco Collareta, Pisa 2019.
eleonora rava, «Volens in testamento vivere». Testamenti a Pisa, 1240-1320, Roma (Istit. storico ital. per il medio evo) 2016, pp. LXII-404. Me ne fa dono la dott. Marina Soriani, 18.XII.2017. Ricca documentazione da fonti notarili d'archivi pisani. Appendici con trascrizione dei documenti originali, pp. 339-374. Non vi trovo ricorsi testimoniali su fra Alessandro da Pisa OP, e manca indice dei nomi di persona.
Pisa 27.VI.1310: «Ego Chellus Afferra civis Lucanus condam domini Gerardini Afferre de Podio, morans Pisis in cappella Sancte Marie Maioris ecclesie,... meam talem condo ultimam voluntatem. (...). Iudico corpus meum sepelliendum apud locum fratrum Predicatorum ubicumque decessero» (p. 351). Tra le molte disposizioni anche la restituzione di beni e denari illegalmente estorti (pp. 352-353)!
Pg 162: «domine de Spina dicte de Misericordia».
Chiara Frugoni, Medioevo sul naso. Occhiali, bottoni e altre invenzioni medievali, ed. Laterza, Bari 2019 (6a ediz.), pp. 186. Me ne fa dono Marina Soriani, da Pisa 23.VI.2020: grazie di cuore! Primo capitolo "Leggere e fare di conto", con sezione interamente dedicata all'invenzione degli occhiali e sua storia: "L'arte di fare gli occhiali", pp. 3-27, con numerose immagini, e testi relativi ai frati domenicani Alessandro della Spina e Giordano da Pisa.
«Caterina d'Alessandria [= Alessandria d'Egitto!], secondo la leggenda, fu una principessa molto colta, vissuta ai tempi delle persecuzioni contro i cristiani; dichiarò in pubblico la sua fede davanti all'imperatore che, incapace di controbattere alle argomentazioni della fanciulla, la obbligò a sostenere una disputa con cinquanta filosofi. Quei dotti avrebbero dovuto ridurre al silenzio la fanciulla; successe invece il contrario. L'imperatore allora, furente, li condannò al rogo, ma Caterina riuscì a convertirli tutti prima del loro martirio. Caterina, dopo essere uscita illesa dal supplizio delle ruote dentate, fu decapitata [† 305 ca.]» (p. 150 n. 48).
→ https://www.google.com/search?q=chiara+frugoni+medioevo+sul+naso&ei=
→ https://sites.google.com/site/songmanersageball/medioevo-sul-naso-pdf
Acta capitulorum provincialium provinciae Romanae (1243-1344), ed. Th. Kaeppeli, Roma (MOPH XX) 1941; vedi indice dei nomi in pag. 365a, voce "Alexander": assente il nome di fra Alessandro della Spina da Pisa. Assenza meritevole d'esser annotata. Frequenti infatti in tali atti capitolari sono i nomi dei frati studenti o lectores (= insegnanti) della cosiddetta provincia Romana, alla quale apparteneva anche il convento pisano.
«Nel secolo XIII si erano create delle utilissime, eleganti, tecnicamente avanzate, lenti oftalmiche veneziane, due[= che?] avevano però difetto: il loro uso richiedeva l'impegno di una mano. Per un semplice "lettore", questa era una restrizione su cui si poteva anche passar sopra. Ma già per uno "scrivente", e soprattutto per un "artigiano", questa limitazione era addirittura invalidante. Si poneva quindi il problema: che fare per usufruire anche della mano secondaria?
Quello che occorreva fare, fu fatto a Pisa nell'anno 1286» (P. SOLAINI, La storia degli occhiali sostenuti dal naso, AA. VV., I domenicani a Pisa p. 43).
■ "occhiali poggiati sul naso": ovvero senza le aste o stanghette strette alle tempie e poggiate sulle orecchie, implemento compiuto qualche secolo dopo. Cf. Frugoni, Medioevo sul naso p. 27 e fig. 18 in p. 28.
Fra Giordano da Pisa, domenicano, esimio predicatore, muore in agosto 1310 (1311 dello stile pisano); la Cronica del suo convento ne tesse lunghissimo elogio (Pisa, Biblioteca Cateriniana 78, ff. 15r-16r, n° 107), se confrontato con le biografie immediatamente precedenti e susseguenti. Da autunno 1302 fino al 1307 fra Giordano è lettore - ovvero docente - nel convento Santa Maria Novella di Firenze; in un sermone del 23 febbraio 1306 ricorda l'arte di fare gli occhiali, conosce l'inventore e asserisce che con lui ne aveva parlato. I suoi sermoni sono redatti e trasmessi da entusiasti uditori (reportatio):
«Non è ancora 20 anni che si trovò l'arte di fare gli occhiali che fanno vedere bene, ch'è una delle migliori arti e de le più necessarie che 'il mondo abbia, e è così poco che ssi trovò arte novella che mmai non fu. E disse il lettore: Io vidi colui che prima la trovò e fece, e favellaigli».
Dal Quaresimale fiorentino,1305-1306, ed. C. Delcorno, Firenze 1974, sermone XV, p. 75 [da ricontrollare!].
Cf. AA. VV., I domenicani a Pisa pp. 43-44; Frugoni, Medioevo sul naso pp. 3-4.
→https://books.google.it/books?id=peIL7hVQUmwC&pg=PA5&lpg=PA5&dq=giordano+da+pisa. nota 5
A quei tempi nel computare contavano anche l'anno di partenza, cosicchè i 20 anni anteriori al 1306 potrebbero ricondurre al 1287 anziché al 1286. Ma mi asterrei dal dedurne l'anno esatto, dati i tempi approssimativi sussurrati dall'espressione «Non è ancora 20 anni...» = "una ventina d'anni fa", "circa vent'anni fa". Insomma: anno più, anno meno!
Fra Giordano omette il nome di colui che "trovò l'arte novella", conosciuto di persona e col quale aveva conversato. Comprensibile tale omissione in una pubblica predica. Ma fra Giordano è contemporaneo e convivente con fra Alessandro della Spina nel medesimo convento pisano. Giordano e Alessandro, anzi, sono figli - filiatio conventuale - del medesimo convento di Santa Caterina. Pertanto: dichiarazione del predicatore nel sermone del 23 febbraio 1306, concordanze cronologiche ed esplicita testimonianza della Cronica del convento pisano circa re-inventore e diffusore degli occhiali da naso convergono convincentemente: in quel sermone fra Giordano alludeva al suo confratello pisano fra Alessandro della Spina!
Cronica antiqua del convento pisano |
mia traduzione, E. P. |
Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis, Pisa, Biblioteca Cateriniana (Seminario Santa Caterina) 78, f. 16v (n° 113): «Frater Alexander de Spina. Vir modestus et bonus. Que vidit oculis facta, scivit et facere; ocularia ab alio primo facta comunicare nolente, ipse fecit et omnibus comunicavit corde ylari et volente. Cantare scribere miniare et omnia scivit que manus mechanice valent. Ingeniosus in corporalibus, in domo Regis eterni fecit suo ingenio mansionem». |
Fra Alessandro della Spina. Uomo modesto e buono. Quel che aveva veduto con i propri occhi, imparò a rifarlo; quegli occhiali fabbricati da un'altra persona che ricusava diffonderli, egli li rifece e li diffuse a beneficio di tutti, con cuore gioioso e generoso. Sapeva cantare, trascrivere, decorare con miniature, e apprese ogni artigianato manuale. Abile in arti meccaniche, prese dimora - col suo talento - nella casa del Re eterno. |
■ scribere... scivit: imparò a scrivere? No!, scribere allora indicava attività del trascrittore, ovvero del copista professionale (quando la stampa ancora non esisteva!); lo scriptor era lo scrivano, il copista. In Frugoni, Medioevo sul naso pag. 8, fig. 1-2, "Gli strumenti dello scrivano": immagini che riproducono antichi disegni degli strumenti allora usati dallo scrivano.
■ Ingeniosus in corporalibus, non Ingeniosus in choralibus di ed. Bonaini. "Abile in arti meccaniche" (attività manuali, artigianali...); arti meccaniche distinte e complementari alle più comuni "arti liberali" del percorso formativo e dottrinale dei frati domenicani.
■ Anni 1312-1313: tempi del decesso di fra Alessandro, come suggeriscono le biografie immediatamente precedenti e susseguenti nella Cronica pisana (vedi sotto alle date 1312-1313).
■ Cf. Frugoni, Medioevo sul naso pp. 4-11, 147 n. 5.
«Que vidit oculis facta, scivit et facere; ocularia ab alio primo facta comunicare nolente, ipse fecit...» (Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis,... f. 16v).
P. SOLAINI, La storia degli occhiali sostenuti dal naso: «Un domenicano del convento di S. Caterina, collega di Alessandro da Spina, e, quindi, miniaturista anche lui, realizza il "primo paio di occhiali della storia", servendosi di un compasso e di due lenti oftalmiche veneziane...» (AA. VV., I domenicani a Pisa p. 44). «Appena costruito questo oggetto, il nostro anonimo frate, provvide a inforcarlo sul proprio naso e, stringendo semplicemente la cerniera a frizione, ne ottenne l'ancoraggio. Aprì le mani e lasciò che fosse il naso a sorreggere il suo ritrovato. Il gioco era fatto. (...). Nell'euforia del successo l'inventore non si rese conto che la modestia del suo apporto tecnico era tale che, tener nascosto il suo procedimento, era decisamente impossibile. Per di più avrebbe dovuto tener presente che tra i suoi confratelli ve n'era uno per lui così pericoloso, al punto che "quello che vedeva fatto sapeva rifare". Infatti fra' Alessandro da Spina, contrariato dal fatto che il suo compagno di fede, era a "comunicare nolente", data una rapida occhiata all'originale, probabilmente costruì il secondo paio d'occhiali della storia, ancor più velocemente del primo» (p. 46).
Al dott. SOLAINI appare evidente che "l'altro" di «ocularia ab alio primo facta» sia anch'egli un frate domenicano del convento pisano, confratello di fra Alessandro della Spina. Proposta a mio parere non convincente, e soprattutto non sostenuta da pertinenti testimonianze. Il cronista in corso della Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis non avrebbe omesso, nella biografia di quell'altro frate, di menzionare la sua eccezionale invenzione; e nella notizia biografica di fra Alessandro della Spina non avrebbe taciuto il nome del confratello a motivo del suo complementare contributo. Avrebbe almeno scritto: «ocularia ab alio fratre primo facta». In somma: alius di «ocularia ab alio primo facta» a mio parere è persona altra ed estranea al convento domenicano di Pisa!
Mons. Guido Corallini, parroco di Santa Caterina d'Alessandria (antica chiesa dei domenicani), lettera dell'11 maggop 1991, in AA. VV., I domenicani a Pisa p. 37: «A Pisa esisteva una località chiamata Spina in un luogo dove al tempo dell'impero romano il fiume Serchio confluiva nell'Arno; poi in epoca medievale, fatta la foce in mare del Serchio, in quel luogo ancora esisteva un piccolo corso d'acqua, che era regolato, nella sua immissione nell'Arno, da chiudende, strettoie da aprire e chiudere. Ancor oggi non si dice forse "birra alla spina" quando da un grosso contenitore si apre e chiude il flusso del liquido? Spina significa anche cono tronco di ferro, per chiudere il buco di uscita delle fornaci. Perciò il cognome De Spina deriva da una località di Pisa medievale, vicino al "pons de Spina", poi chiamato... ponte alla fortezza, quando i fiorentini, conquistata Pisa nel 1406, costruirono sulla sponda opposta una fortezza detta del Sangallo, dal nome del costruttore».
Frati "de Spina" nella Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis, Pisa, Biblioteca Cateriniana 78: Frater Philippus de Spina (f. 7r, n° 30); Frater Leonardus de Spina (f. 14r, n° 95); Frater Alexander de Spina (f. f. 16v, n° 113); Frater Iacobus de Spina (f. 24v, n° 179, † 1345 ca.); Frater Gerardus de Spina (f. 28v, n° 213, † 1348); Frater Stephanus Bonaiuti de Spina (f. 30r, n° 222, † 1350 ca.); Frater Stephanus de Pungelupis de Spina (f. 30v, n° 229, † 1363-64); Frater Raynerius de Spina (f. 40v, n° 274, † 1409).
Pisa, capitolo del convento Santa Caterina, 3 giugno 1360: «frater Stefanus de Spina conversus, conventus fratrum Predicatorum Sancte Cataline, sindicus et procurator suprascripti conventus… ut constat de ipso sindicatu… per cartam rogatam… ab Ildibrando condam ser Iohannis Ildibrandi notario [8.XII.1356/5],… locavit… Francischo condam Lupetti medietatem integram pro indiviso unius apothece posite Pisis in cappella Sancti Petri in Padule… hic ad quatuor annos… nomine pensionis suprascripte apothece annuatim libr. 3 denariorm pisanorum minorum(?) singulo anno» (Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 8105, ff. 55v-56r, 3.VI.1361, indict. 13a).
Pisa, capitolo del convento Santa Caterina, 25 agosto 1382: «frater Rainerius de Spina, subprior et vicarius generalis conventus Sancte Cateline[sic] de Pisis ordinis fratrum Predicatorum,...» (Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 7986, ff. 139v-140r, 25.VIII.1383, indict. 5a).
Pisa 14 aprile 1396: «sindicus et procurator... monialium monasterii Sancte Marte de Misericordia de Spina pisane civitatis» (Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 20729, fasc. V, ff. 10v-12r, 14.IV.1397, indict. 4°).
Pisa 11 febbraio 1398: «Venerabilis et religiosa domina soror Neria, filia Puccini de Seta, Dei gratia priorissa monasterii Sancte Marte de Misericordia de Spina, ...» (Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 788, ff. 114v-118v, 11.II.1398, indict. 1a).
Pisa 4 maggio 1422: «... venerabilis domina soror Iohanna Pucciarelli de Senis,... priorissa monasterii et conventus monialium Sancte Marie Maddalene de Vico et Sancte Marte de Spina pisane civitatis», convoca le monache di detto monastero, 13 in tutto (Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 8071, ff. 81v-82v, 4.V.1423, indict. 15a).
Frater Alexander de Spina: qui dunque, e a quel tempo, de Spina non è denominazione del ceppo familiare (o cognome) ma zona urbanistica o quartiere della città di Pisa; ovvero toponimo. Formale il caso di Frater Stephanus de Pungelupis de Spina (f. 30v, n° 229, † 1363-64), dove il cognome è de Pungelupis.
Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis: avviata negli ultimissimi anni del Trecento da fra Domenico da Peccioli († dic. 1408), il quale utilizza per il periodo più antico note di fra Bartolomeo da San Concordio († luglio 1347/6) aggiornate da fra Ugolino di ser Nuovo dei Cavalosari († 1364). Tale Cronica è avara di date croniche. Scarsi, talvolta insicuri, gli anni del decesso nelle notizie biografiche del XIII e XIV secolo. Il cronista non fa parola dell'anno di morte di fra Alessandro, e di colui che immediatamente lo precede e lo segue. Ecco la serie:
f. 16v: «110. Frater Ubaldus de Cantone. (...). Amplitudinem obtinuit vite perhennis 1312 de mense decembris.
111. Frater Raynerius de Sancto Ambrosio conversus, calcifex doctus et in aliis nullatenus otiosus. 1313 obiit Sareçane.
112. Frater Matheus Capannetta. (...) per 4or annos innocentissime vixit ut inter milia innocentium numerari fit dignus.
113. Frater Alexander de Spina. (...) in domo Regis eterni fecit suo ingenio mansionem.
114. Frater Iohannes de Sancto Sixto (...). Veniens de Sardinea sistitit gradum in termino qui numquam in perpetuum termi<n>atur.
f. 17r: 115. Frater Iohannes de Calcinaria. (...). Postea peractis in Dei servitio annis xliij, super astra lucifera premisit animam, corpore in terris dimisso, venerabiliter tumulato 1313 de mense martii.
116. Frater Bonaccursus de Lanfranchis (...). Primo anno sacerdotii dum esset Senis iuvenis studiosus, cui non segniter intendebat, beandum semper spiritum exalavit 1315 kalendis octobris».
Tre notizie biografiche (nn. 112-114) - tra le quali quella di fra Alessandro - sono senza data cronica del decesso. Accettiamo pure l'ipotesi (ipotesi non certezza!) che il decesso di fra Alessandro vada collocato nei tempi intermedi tra n° 111 († Sarzana 1313) e n° 115 († marzo 1313); e dunque anch'egli deceduto nell'anno pisano del 1313. L'anno 1313 dell'allora cronologia pisana corrisponde al periodo che va dal 25 marzo 1312 al 24 marzo 1313 del nostro computo (computo allora anche del Patrimonium Sancti Petri!). Le probabilità che l’evento sia occorso tra 25 marzo e 31 dicembre dell'anno 1312, anziché tra 1 gennaio e 24 marzo 1313, sono molto alte: il 77,26% contro il 22,74%.
«... l'invasione che il convento subì, nel 1313, da parte di una turba di sanguinari che ferirono e uccisero incolpevoli frati, quando si era diffusa la falsa notizia che l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo [† Buonconvento 24.VIII.1313] fosse morto per veleno propinatogli da un Domenicano» (AA. VV., I domenicani a Pisa p. 26).
La notizia non ha nulla a che fare con fra Alessandro della Spina e domenicani pisani. Ma quando trascrivevo dagli atti dei notai pisani (anno 1996), mi colpì il caso di compravendita d'una schiava di origini tartare (popolazioni nomadi di stirpe turca o mongolica dell’Asia centrale) al prezzo prestabilito di 25 fiorini d'oro. E tra me e me pensai: Ma allora il progresso tecnico-scientifico non necessariamente si raccorda col valore etico delle persone umane! Ecco il testo:
Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 1996 (notaio: Baptista condam Iohannis ser Coli de capella Sancti Viti, Pisis), fasc. I, f. 30v (Pisa 23.V.1398/7): «domina Iacoba rel(icta) Albisi de Vico de capella Sancti Sebastiani… vendidit… Ciurlo condam Christofori de Pratovecchio, habitatori in castro Peccioli,… sclavam unam de progenie tartarorum, seu de progenie grecorum, nomine Lenam, annorum 38 vel circha,… nomine certi pretii flor. 25 auri».
■ Pratovecchio: comune in provincia di Arezzo. Peccioli: comune in provincia di Pisa.
Cf. e. rava, «Volens in testamento vivere». Testamenti a Pisa, 1240-1320, Roma (Istit. storico ital. per il medio evo) 2016, pp. 244-246: sclavus/sclava, e sua distinzione da famulus/famula con vincolo servitutis.
Annales conventus Sanctę Catharinę de Pisis ordinis Prędicatorum, Pisa, Biblioteca Cateriniana 42 (xvi med. - xviii), cart., 266 x 210, pp. 273. Annali avviati nel 1550. Testo trascritto in minuscola umanistica cinquecentesca, di modulo medio-grande, dalle forme professionalmente calligrafiche.
Qui trascrivo dalla riproduzione fotografica dell'originale in AA. VV., I domenicani a Pisa pp. 40-41:
«Frater Alexander Spina. Manibus suis quidquid voluisset operabatur ac charitate victus aliis comunicabat. Unde quum tempore illo quidam vitrea specilla, quę ocularia vulgus vocat, primus adinvenisset et pulchro sane utili ac novo invento, neminique vellet artem ipsa conficiendi comunicare, hic bonus vir et artifex illis visis statim nullo docente didicit, et alios qui scire voluerant docuit. Canebat modulate, scribebat eleganter et descriptos libros picturis - quas minia appellant - ornabat. Nullam prorsus manualiam artium ignoravit».
Cf. Frugoni, Medioevo sul naso p. 148 n. 12 (trascrizione dal Bonaini p. 477). Quel che qui raccontano i tardivi Annali su fra Alessandro della Spina, altro non è che rielaborazione di quanto detto dalla Cronica; gli annalisti non dispongono di ulteriori notizie circa tale frate.
Frugoni, Medioevo sul naso: «Qui dobbiamo un momemto fermarci perché le parole di Giordano e della Chronica, passate al vaglio della dotta malafede di due eruditi seicenteschi [= Carlo Roberto Dati e Francesco Redi], spesso abilmente distorte, hanno scatenato una tale ridda di ipotesi, anzi di certezze, sul presunto inventore degli occhiali - in parte ancora accettate da studiosi del primo Novecento e contemporanei - che è necessario fare un po' d'ordine. Ci guida il lavoro di Edward Rosen [The invention of eyeglasses, 1956], che ha ripercorso tutta l'intricata storia, facendo strage di volute bugie, e anche - non senza un certo puntiglioso compiacimento - di un cumulo di errori involontari e disattenzioni trasmessi a catena dal Seicento ai nostri giorni» (p. 4).
Ci si era addirittura inventati un... inesistente(?) salvino degli Armati da Firenze quale inventore degli occhiali! (p. 6).
Il resto raccontato nelle pagine 4-10. Bella la miniatura (Besançon, Bibl. Municipale, ms 140) di metà Trecento in pag. 9, fig. 3: Dilexi quoniam exaudiet Dominus vocem orationis mee (testo liturgico dissonante da quello della Vulgata di Ps 114,1 = 116,1). La D iniziale racchiude la miniatura. Il primo monaco raffigurato a sinistra porta occhiali poggiati sul naso!
P.S. - Quando nel 1996 lavoravo agli atti notarili della città di Pisa, diedi precedenza a quelli del Secondo Trecento e del Quattrocento, tempi più congrui alla redazione della Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis. Chi volesse arricchire le testimonianze sul convento domenicano, e in particolare su fra Alessandro della Spina, potrebbe ripercorrere l'Inventario 36 dell'Archivio di Stato di Firenze, e selezionare notai di tempi precedenti. Esempi:
Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 9550, notaio Giovanni di Guglielmo di Francesco, anni 1291-1308; Notar. antecos. 5208, notaio Chiaro di Andrea, anni 1301-1305; Notar. antecos. 8097, notaio Francesco di Testaceppo, anni 1320-1322; Notar. antecos. 15024, notaio Niccolò da Pisa, anni 1325-1330; etcetera, etcetera!
■ Consiglio per... Samuele Bianchi e suoi amici, studenti dell'Università di Pisa, con i quali sono stato in contatto in questi giorni.
Emilio Panella OP, giugno 2020