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Andrea di Buonaiuto da Firenze, capitolo SMN_est (1365-67): san Domenico da Caleruega fondatore dei frati Predicatori mostra la "via salutis"

Premessa

1

Regula Augustini

2 Costituzioni OP 1375
3 ... anche i frati ridono (p. Venturino Alce)
4 Versione femminile | ë

Regula beati Augustini episcopi

Costituzioni domenicane 1375

 


I) Regula beati Augustini episcopi

R = AGOP XIV L 1, membranaceo, mm 480 x 320, ff. 500, kg 15, grosso codice del corpus liturgico OP, confezionato intorno al biennio 1256-58; testo della Regula f. 36va-b qui riprodotto, originale senza notazione di Lectio; divido in paragrafi, li marco con # e introduco relativa numerazione seriale per facilitare rinvii. Cf. AA.VV., Aux origines de la liturgie dominicaine: le manuscrit Santa Sabina XIV L 1, Paris-Roma (École franç. de Rome) 2004.

V = BAV, Vat. lat. 7651, ff. 2r-7r (1380-88), dal ruolo di sola collazione di sondaggio per verificare la stabilità del testo, su varianti reali; unico capolettera in Ante omnia, non porta notazione di Lectio.

Ed = Regula et constitutiones fratrum ordinis Predicatorum, ed. Venetiis (per Lazarum de Soardis) 1507, dal ruolo di sola collazione di sondaggio; senza foliazione, fasc. a3-b1.

Note di studio sul testo

  1. Un'edizione critica della Regula beati Augustini in OP è la restituzione dell'archetipo del testo normativo ratificato dal Lateranense IV (1215): in defintiva, così come agli inizi receptus dall'ordine domenicano e premesso alle costituzioni OP, inclusa la sua veste mediolatina.

  2. Testo normativo di diritto comune, quello della Regula, non sottoposto a revisione costituzionale dei capitoli generali dell'ordine.

  3. Provvisoria impressione da sondaggi di collazione. Testo ben tramandato nell'insieme; le varianti appartengono all'area degli incidenti di tradizione manoscritta; non ci s'imbatte in notevoli innovazioni reali. Ed non recupera ancora i dittonghi, neppure con ę cedigliata. Nella tradizione a stampa si raccolgono indizi di normalizzazione del modello mediolatino (ablativo dei comparativi in –i, superiori, maiori, controllo delle aspirate, ecc.) e di assimilazione dei rinvii biblici al testo dela biblia vulgata (a suo tempo della sisto-clementina).

  4. Precedenti sulla formazione della Regula: L. Verheijen e B. Rano, Regula Augustini, «Dizionario degli istituti di perfezione» 7 (1983) 1542-55, specie col. 1545 s. v. Praeceptum o Regula tertia (391-97 ca., per il primo monastero maschile d'Ippona) combinato nella tradizione italica con l'Ordo monasterii (di Alipio?). Ed. critica L. Verheijen, La Règle de saint Augustin, Paris 1967, I, 417-37; Idem, Nouvelle approche de la Règle de saint Augustin, Abbaye de Bellefontaine (Bégrolles en Mouges) 1980 (testo della Regola solo in traduz. francese). G. Lawless, Augustine of Hippo and his monastic rule, Oxford (Clarendon Press) 1987, di taglio più sintetico; in pp. 80-103 Praeceptum (= Regula) riproduce testo (cf. p. xiii) di ed. Verheijen senza apparato, accompagnato da trad. inglese.

Curiosità: quale testo della Regula leggono (o traducono) i domenicani d'oggi?

M  =  trascrizione (Mothon?) dal medesimo antigrafo AGOP XIV L 1, f. 36v, in «Analecta sacri ordinis Praedicatorum» 2 (1895-96) 616a-619a.

B  = Liber constitutionum et ordinationum ordinis fratrum Praedicatorum iussu fr. Damiani Byrne MO, Romae 1986, 1-11: Regula b. Augustini, «textus receptus ab Ordine, prout extat in protopypo» (p. 1), ovvero AGOP XIV L 1, f. 36v. Sembra tuttavia una "recognitio" condotta su M, non senza contaminare con recente tradizione Ed; normalizza sì la grafia mediolatina serbata da M, ma almeno tre errori congiuntivi legano MB.

M

B

R

quia eas monasterio quia eas in monasterio (p. 4/6)  quia eas monasterio  (§1)
in nullam figantur in nullam figantur (6/3 in nulla figantur (§4)
uos iudicetis esse maleuolos vos indicetis esse malevolos (7/4) vos iudicetis esse malivolos (§5)
in tantum fuerit progressus in tantum fuerit progressus  (7/28) in tantum progressus fuerit (§5)
sibi debita relaxare debent sibi debita relaxare debent (10/2-3) sibi debita relaxare debebunt (§8)

II) Costituzioni domenicane del 1375

A differenza della Regola le costituzioni dei frati Predicatori sono mobilissime. «Per evitare il moltiplicarsi delle costituzioni proibiamo per l'avvenire che alcuna legge ottenga valore costituzionale se non approvata da due capitoli generali consecutivi, confermata poi o abrogata nel terzo capitolo immediatamente successivo, sia esso dei priori provinciali che dei definitori, ovunque lo si celebri» (procedura costituzionale risalente al 1228). Mobilissime nel testo e nei tempi. Inseguirle e fissarle testualmente è un po' rompicapo, un po' divertimento. A mo' s'esempio vedi l'ultima lectio di II 13 De itinerantibus. Lo si sa e lo si dice. Più difficile metterlo a frutto in fase d'elaborazione storiografica: le edizioni disponibili sono pressoché confinate "alle origini", anni 1216-1258 (vedi guida alle fonti e bibliografia). "Come dicono le antiche costituzioni...", senza dire anno o estremi cronologici equivale pressoché al nulla; crea un'ipòstasi mentale, sovratemporale, con vita propria rispetto agl'innumerabili stadi di testo costituzionale; gli unici in realtà a regolare di volta in volta la dinamica dell'istituzione.

Esempi di raffronto tra stadi costituzionali cronologiacamente distribuiti, per cogliere continuità e innovazione, sono dati qua e là in colonne parallele (vedi II 13 De itinerantibus; II 14 De studentibus; II, 15 frati conversi). Si noti il caso De conversis II, 15: il testo si stabilizza sulle addizioni costituzionali del 1257-1260, e così rimane fino all'edizioni a stampa d'inizio '500. «Item, nullus conversus fiat canonicus, nec in libris causa studendì se audeat occupare»: làscito della preesistente legislazione canonicale depositatasi in COP 1216-38, già scomparso nella revisione raimondiana del 1241, mai più riapparirà. Evocarlo (per trazione esemplare esercitata dalle constitutiones antiquae?) nell'intento di descrivere la vita dell'ordine in secoli successivi, o di scovare ragioni di carriera spirituale di frate domenicano del Tre-Quattrocento, vale cimentarsi con fantasmi. II 3 De electione prioris provincialis offre integrale sinossi del capitolo con stadio testuale del 1316. Se ne ricava una lezione: se fatto e norma messi a fronte distano tra loro oltre un ventennio, rischiamo nonsenso anacronistico.

Non ci si lasci sfuggire tra l'altro come luoghi spazi uso movimento interno, disciplinati dalla normativa costituzionale, suggeriscano cornice architettonica e nessi edilizi entro il complesso conventuale "regolato", chiesa inclusa.

Propongo qui lo stadio costituzionale del 1375; collocato a metà strada tra le origini e le prime edizioni a stampa (periodo pressoché inesplorato); tra esplosione vitale del primo secolo e depressione demografica in corso; tra sperimentata maturità e crisi in atto dell'istituzione; in un "autunno medievale" già premonitore di tempi nuovi; alla vigilia dello scisma della chiesa, ancora testo normativo unico di tutto l'ordine.

Il manoscritto. BAV, Vat. lat. 7658 <Martyrologium conventus romani Sancte Sabine OP>. Membr., 230 x 172, ff. 188, scrittura gotico-libraria del sec. xiv2. Provenienza convento OP Santa Sabina (Roma). Tre mani coeve al lavoro: A) ff. 1-9v; B) ff. 11r-128v; entrambe librarie rotunde medioitaliche (ignoro giunte corsive ai calendari); C) ff. 129r-188r: libraria nordica, dai tratti estremi acutizzati, caratteristico cappuccio di a; nota g; forma caratteristica di 7 = nota tironiana et con trattino a centrale a sinistra e coda in ricaduta posteriore, affine e distinto da .7 = segno d'interpunzione (prossimi in f. 163v 3°ult); q con i soprascritta = qui-, ecc.

Contenuto. 1) <Liber anniversariorum et obituum conv. OP Sancte Sabine Romani> ff. 1r-3r: calendario senza notazioni liturgiche (mano posteriore introduce quelle di gennaio), due mesi incolonnati per ciascun verso di carta, mani diverse annotano anniversari e obiti (rari, taluni mesi rimasti bianchi, nessun laico, ben riflette tempi e convento desolati), talune giunte del xv-xvi sec. 2) De officio legendi de kalendario et luna et martirologio et aliis hiis annexis ff. 4r-9v. 3) Martyrologium per anni circulum ff. 11r-113r. 4) Lectiones evangeliorum legende cum kalendis per totum annum ff. 113r-131r. 5) Regula b. Augustini episcopi ff. 132r-138v. 6) Constitutiones OP ff. 139r-184v, riproducono testo in vigore negli anni 1374-75, come mostra la collazione con gli emendamenti costituzionali voluti dai capitoli generali (vedi note al testo latino); nessun aggiornamento marginale; testo qui pubblicato. 7) <Litanie cum orationibus> ff. 185r-188r. Cf. P. Egidi, Necrologi e libri affini della Provincia Romana I, Roma 1908, 295-96: Note necrologiche di S. Sabina. T. Käppeli, Antiche biblioteche domenicane in Italia, AFP 36 (1966) 64.

Provo ad accompagnare l'originale latino con mia traduzione italiana. In ausilio all'accesso diretto alla fonte, non in sostituzione.

Una scorciatoia per datare (non coincide necessariamentte con la data del manoscritto!) testo delle costituzioni OP vigenti?  a)  numero delle province in II 4 e II 5; b) raffronta emendamenti introdotti dagli atti dei capitoli generali con i capitoli più "mobili" quali II 2 e II 3.

 

III) Le vignette: anche i frati ridono

anzi strillano! | Nessuno invece rideva senza strillare!

Vignette illustrano qua e là il testo delle Costituzioni (occhio ai links sulla traduzione italiana!); opera di Venturino Alce OP (poche in abito francescano sono d'altra mano). Disegnate nel capitolo generale elettivo di Roma, 29 ag. - 29 sett. 1983, convento Santi Domenico e Sisto (Largo Angelicum 1). Lo ringrazio per copia fornitami (Pasqua 2001) e autorizzazione a impiegarle (conservate in cartella "Alce"). Illustrano? Meglio: insinuano, con leggerezza e ironia, la valutazione d'un testo legale, che progetta l'ideale o definisce il legittimo anziché raccontare l'accaduto. Evocano lo scarto tra norma-modello della legge e dinamismo del reale, delle istituzioni così come delle persone. In direzione inversa: è proprio il nuovo, raccolto dal reale vissuto e ancora dissonante dal modello normativo, a ricadere sulla rappresentazione costituzionale. E a indurre talvolta protesta (diritto di voto ai vicariati?) talvolta provocazione. Vi si riconoscono i temi realmente dibattuti in assemblea, che altro linguaggio ha consegnato negli Atti del capitolo (Romae, ex curia generalitia, 1983). Vi si riconoscono volti e persone. E con i volti, storie varie di vita e di progetti.

Padre Venturino Alce OP: ci perviene notizia del suo decesso, Milano 26.IV.2010, 90enne. Lo ricordo con affetto: nostra breve convivenza in Santa Sabina (anni 1987-89). Suo dono, con dedica autografa 2.V.1988, V. Alce - A. D’Amato, La biblioteca di S. Domenico in Bologna, Firenze 1961. Amicale accoglienza in Santa Maria delle Grazie in Milano, maggio 1990, in occasione d'una mia conferenza presso l'Univ. Catt. del Sacro Cuore, dietro invito del prof. G. Billanovich. Requiescat in pace!

IV) Versione femminile in fiorentino (trecentesco?)

Solo una segnalazione. Spero che qualche volenteroso/a la raccolga. Merita conoscer meglio e leggere la versione femminile della Regola e delle Costituzioni, per di più in fiorentino del secondo Trecento(?); come le leggevano le monache domenicane di San Iacopo a Ripoli, in fondo a via della Scala (Firenze) dai primissimi anni del Trecento. Occasione, tra l'atro, per mettere a fuoco tecniche linguistiche di volgarizzamento di testo legale, contro le più conosciute di testi letterari. Fedele traduzione anzi, rigorosamente aderente al modello latino, in luogo del più corrente volgarizzamento: la regola, ai pinzocheri «legatur vulgariter iuxta puram gramaticam» (A. Benvenuti, "In castro poenitentiae", Roma 1990, 51), come dire: "ai pinzocheri la regola la si legga sì in lingua volgare, ma in rigorosa fedeltà al modello latino". Ecco la segnalazione (non la ritrovo nella letteratura corrente):

ASF, Corporaz. relig. soppr. da Pietro Leop., S. Iacopo a Ripoli 25: membr., 250 x 180, ff. 40. Quattro quinioni, due fogli di guardia estremi. Membrane e testo in ottimo stato. Coperta lignea distaccata, pelle di supporto dei piatti lignei lacera, due fermagli usurati (segnalato agli assistenti di sala per eventuale restauro, maggio '97). Non portava foliazione, da me introdotta a matita. Nessuna nota di possesso. Sul piatto superiore, timbri a secco: 25 e 388 Ripoli.

Gabriella Pomaro, dic. 2008, su questo codice, dietro mia sollecitudine: «ASF, S. Jacopo di Ripoli 25, semplicemente. Però il ms. è del cinquecento (direi tra 1510-1530)». Io inclinavo a datarlo molto prima! In ogni caso distinguere: a) datazione del ms; b) stadio cronologico o modello delle costituzioni tradotte in volgare; c) trasmissione o riproduzione in questo manoscritto.

In f. 1r (foglio di guardia) frammento di testo legale in minuscola documentaria trecentesca (xiv in). Vi si legge tra l'altro: «Lat(e) dat(e)… fuerunt dicte condempnationes et sententie… in palatio novo comunis et populi terre Prati… in generali consilio ad sonum campane…», senza esplita data. Al margine sinistro un altro frammento (sembrerebbe successivo e sopravvenuto al precedente) dall'incipit: «ab incarnatione secundum consuet(udinem) Prati Mcccxxxij indictione 1a <die> secunda mensis octubris».

= 2 ottobre 1332, indizione prima: elementi cronologici coerenti, stile pratese coincidente con quello fiorentino, transizione alla nuova indizione (dalla 15a alla 1a) a partire dal 24 settembre (indizione bedana).

Contenuto.

a) Regola di sancto Agustino ff. 2r-12r; dall'inc.: «Incomincia la regola di sancto Agustino nostro padre e vescovo. Innançi a tucte le cose, suore karissime, sia amato Iddio con tucto el cuore...» (2r).

b) Constitutione delle suore de' frati Predicatori ff. 12r-37r, capitoli 31 (30 nella tabula dei capitoli, ff. 12v-13v). «Incomincia el prolago sopra le constitutione delle suore de' frati Predicatori.

Prolago. Però che pel comandamento della regola c'è comandato che noi abbiamo...» (12r).

Dello ufficio della chiesa capitolo j. Udito il primo segno, lievinsi su le suore con matura festinatione...» (13v).

c) Queste sono le admunitione ff. 37r-39r, dall'inc.: «Le constitutione e le admunitione scripte si ’sponghino in volgare una volta o due l'anno o più, acciò che nulla cosa si facci contro per ignorantia...» (37r-v).

Expl.: «… appresso alle quali non è ancora tassato el numero di quelle che si debbono ricevere, che da quinci innançi per nessun modo riceviate alcuna per suora o per conversa o per famiglia alla quale voi v'oblighiate in perpetuo, o per insino a tanto che per noi o per 'l vostro provinciale sarà tassato el numero di quelle che si debbono ricevere. Deo gratias.

Expliciunt constitutiones sororum sub cura et habitu ordinis fratrum Predicatorum. Laus Deo et gloriose virgini Marie matri nostre devotissime. - Iesus Christus - » (39r).

Tutto in volgare. Scrittura a una sola colonna, libraria rotunda, regolare e calligrafica. Specchio scrittorio 140 x 90 circa. Titoli rubricati. Nessuna indicazione del traduttore.

Emilio Panella OP

Firenze, primavera 2001


Bibliogr.

AA.VV., Il velo, la penna e la parola. Le domenicane: storia, istituzioni e scritture, Firenze (Bibl. di Mem. Domenicane, 1) 2009.


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