Qui, a conclusione, non una trattazione sugli Spirituali domenicani della regione della Tuscia (non ancora intrapresa da alcuno), ma solo un primo tentativo di ricognizione delle fonti, specie le più prossime ad illustrare le persone coinvolte nel nostro doc. 3.X.1331 e il movimento spirituale verso la crisi degli anni 1326-31.
a. I nove frati dell’ordine dei Predicatori scomunicati per aver aderito agli Spirituali filoimperiali (1326-30 ca.), poi pentiti e assolti (doc. 3.X.1331 in Appendice).
Niccolò dei Mordicastelli da Lucca. Lettore nel convento lucchese 1288; sempre in Lucca 1294, 1301, 1314, 6.XI.1331. Verde-Corsi 371-75, 610a. In base al lettorato 1288, da identificare col Niccolò Lucchese di MOPH XX, 83/14, 100/2 (a. 1291). I Mordicastelli notabile consorteria lucchese, concorrente alle competizioni politiche della città, seguace degli Antelminelli, con i quali si alleano nelle violenze cittadine del 1301. Tolomeo da Lucca, Annales, ed. B. Schmeidler, Berlin (MGH, Script. Rer. Germ., nova ser. VIII, ed. 2a) 1955, 353b. Villani IX, 46.
I) «Frater Uguiccio de Monte dictus. Hic fuit bonus cantor et predicator letus et ylaris. Melius dixit et predicavit ystorias quam aliquis etatis sue, unde in omnibus festis invitabatur ut sanctorum legendas plenarie predicaret. Mortuus est anno predicto <scil. 1348>». Così Cr Ps f. 28r, che lo ritiene dunque figlio del convento pisano, almeno al tempo del decesso. Compare in Pisa nel 1316, 1318 (studente di filosofia), 1325, 1344. F. Bonaini, «Archivio storico italiano» I serie, 6/II (1845) 542; MOPH XX, 208/8.
II) Uguccione da Monte Santa Maria: in Lucca 6.X.1331, 8.IV.1332. Verde-Corsi 275, 376. Il nostro documento 3.X.1331 lo considera lucchese. «Monte» è toponimo molto diffuso nell’area geografica.
Ma c’è da credere che si tratti d’un'unica persona. Monte Santa Maria, o “castello Santa Maria a Monte”, Valdarno inferiore, ai confini tra diocesi di Pisa e Lucca, era conteso dai territori della praedicatio dei due rispettivi conventi domenicani; di qui l’alterna rivendicazione d’appartenenza conventuale, filiatio: MD 18 (1987) 233-34; conquistato a Lucca da Castruccio degli Antelminelli nel 1320: Ranieri dei Granchi da Pisa OP, De proeliis Tusciae, ed. C. Meliconi, Rerum ital. script.2 XIV/II (1915-22), 42-45; luogo di violenti scontri militari tra Castruccio e filoimperiali da una parte e lega antimperiale dall’altra, Firenze in testa; divenuto - agli occhi fiorentini - «spilonca di tutte le ruberie e micidi e presure e villani peccati fatti in Valdarno e nel paese ne la detta guerra», raso al suolo in giugno 1328. Villani XI, 30; XI, 86 (lugl.-ag. 1327), 621-22 (giugn. 1328), vol. II, 879b. A. Sapori, Studi di storia economica, Firenze 1955, I, 402-03.
Persona distinta il fr. Uguccione da Lucca che appare negli Atti dei capitoli provinciali dal 1331 al 1341: MOPH XX, 378a; MD 18 (1987) 299b n° 50.
Andrea di Cremonese da Lucca. In Lucca 6.XI.1331, 8.IV.1332; dal capitolo provinciale 1332 (convocato per il 29 settembre) assegnato al covento di Arezzo. MOPH XX, 276/18. Verde-Corsi 375-76, 574b (non però «Andrea da Cremona»).
Giovanni da Castiglione di Garfagnana (prov. Lucca). In Lucca 1279; lettore in Lucca 1288 e in Atri 1292; tra i frati conventuali lucchesi 1298, 1301, 1307; nel 1310 istituito primo priore del nuovo convento in Sarzana; Lucca 1314, 6.XI.1331, 8.IV.1332. MOPH XX, 86/5, 106/25, 177/26: le fonti lucchesi permettono di raccordare i due distinti «Ioh. de Castillione» e «Ioh. de Cargfagnana» degli Atti dei capitoli provinciali. Verde-Corsi 109, 371-75.
Ubaldo di Perfettuccio da Castiglione di Garfagnana (prov. Lucca).
Niccolò di Domenico da Lucca. Converso. In Lucca 6.V.1317 procuratore del monastero Santa Maria degli Angeli; 6.XI.1331; 1332. Di Poggio, Aneddoti 530-31. Verde-Corsi 108, 375.
Niccolò di Bernardo da Gattaiola (prov. Lucca). Detto anche Nicoluccio. Converso. In Lucca 6.XI.1331 e 1332. Di Poggio, Aneddoti 531-32. Verde-Corsi 375. Gattaiola (prov. Lucca), nella pieve San Giovanni a Vico Pelago, sud-ovest della città. Dicembre 1330, finale accerchiamento dei filoimperiali lucchesi e pisani da parte della lega fiorentina: «una parte dell’oste valicarono gli Oseri che vanno da Pontetetto, e fecionvi su più ponti e valichi, e puosonsi a la villa di Cattaiuola alquanto di là dal detto Pontetetto, verso la parte di Pisa, ove avea ricchi e begli casamenti e giardini fatti per Castruccio» (Villani XI, 170, 15-20).
Domenico di Rostello («Rostelli») da Lucca, frate converso. Nessuna notizia, oltre il nostro doc. 3.X.1331.
Aiuto da Arezzo, frate converso. In Lucca 6.XI.1331. Verde-Corsi 375.
La dissidenza aretina era guidata da un nome illustre, l’ex-vescovo aretino Guido Tarlati da Pietramala, scomunicato nel 1324, deceduto in Maremma ott. 1327, in Arezzo «sepolto a grande onore». ASV, A.A. Arm. C 664, 667-69, 674 ss. Villani vol. II, 828a.
Thomas Waleys nell’apologia al processo avignonese (1333) dichiara d’aver predicato in Bologna, anche in presenza del legato papale, e sostenuto una disputa in Arezzo contro gli Spirituali (anni 1326-27 ca.). Th. Kaeppeli, Le procès contre Thomas Waleys O.P., Roma 1936, 69-70, 240-41. L’atto di riconciliazione del comune d’Arezzo con papa Giovanni XXII lo presentano a nome della città i procuratori «fr. Matheus olim Mamoli de Cortona ordinis fratrum Predicatorum et ser Amadeus quondam Puccii de Arezio notarius, sindici et procuratores civitatis Arezii», Avignone 16.IX.1331 (ASV, Arm. XXXIV.2, f. 81v). Fr. Matteo: studente di filosofia in Viterbo 1318, in Cortona 1324, in Arezzo lettore 1330 e priore 1331. MOPH XX, 209/1, 253/24, 268/27; AFP 35 (1965) 112. ASF, NA 3143 (già B 2129), ff. 43r-44v (Conv. SMN, 24.XII.1320), tra i frati OP testi «fr. Mattheo condam Manni de Cortona».
Un aretino e otto lucchesi (tra cittadini e comitatini). Tutti i frati assolti dalla scomunica, salvo Domenico di Rostello, compaiono quali membri del convento di San Romano in Lucca il 6.XI.1331: il priore Ambrogio dei Rinuccini da Firenze e capitolo conventuale fanno una procura generale. Di Poggio, Aneddoti 528-30. Verde-Corsi 375. Il formulario della “ars dictaminis” notarile consueto per negozi di tal genere non specifica l’oggetto della delega (cf. G. Masi, Formularium florentinum artis notariae, Milano 1943, 23-24 De sindaco et procuratore generaliter et specialiter; ma il miglior controllo lo si ha scorrendo un qualsiasi protocollo notarile del tempo); ma cronologia e attori dell’atto di procura fanno ragionevolmente presumere appendici legali susseguenti l’assoluzione del 3.X.1331.
b. Ambrogio di Gherardo (Gardo) di Lapo dei Rinuccini da Firenze OP, in religione dal 1307, † 1.II.1334.
Priore in San Romano di Lucca il 6.XI.1331, verosimile destinatario della lettera del card. legato Giovanni degli Orsini 3.X.1331 ed esecutore delle disposizioni in essa contenute. Tra la lista dei priori assolti dalla carica nel capitolo provinciale settembre 1331 non compare quello lucchese (MOPH XX, 258/28-31), cosicché bisogna ritenere che Ambrogio fosse priore almeno già dall’anno precedente. In aprile 1332 nuovo priore risulta fr. Tommaso dei Borgognoni da Lucca. Verde-Corsi 375, 574b, 583a. S. Orlandi, “Necrologio”... I, 48-49, 343-44; II, 603. MD 17 (1986) 284; 18 (1987) 313a.
c. Rocchigiano di Tadolino da Lucca OP.
Studente di logica in Orvieto 1305, di filosofia in Lucca 1313. Aderì, senza pentimenti per quanto sappiamo, agli Spirituali filoimperiali. Vescovo scismatico di Lucca nominato da Pietro da Corvaro, Pisa 30.I.1329, dietro trasferimento del vescovo precedente «patris fratris Francisci» al patriarcato di Gerusalemme. MOPH XX, 157/21, 190/2-3. ASV, Reg. Vat. 118 (registro dell’antipapa Pietro da Corvaro = Niccolò V), ff. 190v-191r: «Venerabili fratri fratri Rocchigiano episcopo lucano...» (Pisa 30.I.1329; nn. 600-03); soltanto regestati in G. Mollat, Jean XXII (1316-34), Lettres communes VIII, Paris 1924, n° 46459, 46474, 46478. J.-M. Vidal, Benoît XII (1334-42), Lettres communes II, Paris 1910, 299 n° 8271 (Avign. 27.X.1340; ASV, Reg. Avign. 54, f. 33r-39v; Reg. Vat. 128, n° 26). HC I, 313n.
■ Bernardino Garbesi († 1770), Memorie del conv. S. Romano, ms Pistoia, Arch. Conv. S. Domenico, f. 182v. Di Poggio, Aneddoti 506-16 («Dissertazione nella quale resta dimostrato che più verisimilmente Rocchigiano Tadolini fu vescovo vero e legittimo»), 538; Memorie 62-77. I. Taurisano, I domenicani in Lucca, Lucca 1914, 27-28, dove si prende atto che l’apologia tentata dal Di Poggio è demolita da perentorie testimonianze.
Cronologia dei vescovi lucchesi e vacanza episcopale 1323-30 occupata da nomine scismatiche: P. Guidi, Serie dei vescovi di Lucca del sec. XIII, «Rivista di storia della chiesa in Italia» 2 (1948) 77-84, che corregge HC I, 313. Nell’atto di sottomissione di Pietro da Corvaro a Giovanni XXII, Avignone 6.IX.1330, Pietro sconfessa gli «anticardinales et antiepiscopos» da lui promossi, seguaci e fautori (ASV, Arm. XXXIV.2, f. 47r).
d. Fazio, o Bonifazio, dei conti Donoratico da Pisa OP.
In religione già nel 1284 («fr. Fatinus de Donoratico»). ASF, NA 11250, f. 163r (Capraia in Valdipesa 23.VIII.1295): messer Rodolfo del fu Anselmo conte di Capraia, poiché vecchio e cieco, rimette la carica d’ospedaliere di San Piero a Capraia nelle mani «religiosi viri domini fr. Façii de Donoratico ordinis fratrum Predicatorum vice et nomine reverendi patris d. Andree, Dei gratia episcopi florentini»; f. 163v (10.IX.1295) «domino fr. Façio de Donoratico et fr. Gaddo ordinis fratrum Predicatorum» testi; f. 164r (11.IX.1295). Vescovo di Sagona in Corsica (1297-1306), di Chiron in Creta (1306-28). Aderisce all’antipapa Piero da Corvaro, che lo crea cardinale (Roma 18.V.1328). Muore nel 1335. MOPH XXII, 89 n. 4.
Roma 15.II.1328 con Ludovico il Bavaro: E. Lazzareschi, Documenti della Signoria di Castruccio Castracani, AA. VV., Castruccio Castracani degli Antelminelli. Miscellanea di studi storici e letterari, Firenze 1934, 380 rigo 1: «Fr. Bonifacius ep. Kuyronensis» (BiblDom XI.212; giunta 01/05/97). ASV, Reg. Vat. 118, f. 1r (Roma 18.V.1328, nn. 49 e 50). G. Mollat, Jean XXII (1316-34), Lettres communes VII, Paris 1914, n° 42499. S. Baluzius - G. Mollat, Vitae paparum Avenionensium II, Paris 1927, 202. HC I, 17, 185, 428. E. Cristiani, Per l’accertamento dei più antichi documenti riguardanti i Conti della Gherardesca, «Bollettino storico pisano» 24-25 (1955-56) 8-21 (mette in guardia dalle falsificazioni settecentesche di M. Maccioni); id., Nobiltà e popolo nel comune di Pisa, Napoli 1962, 387-88, 513 (famiglia); id., Alcune osservazioni sui vescovi intervenuti all’incoronazione romana di Ludovico il Bavaro (17 gennaio 1328), AA. VV., Miscellanea G.G. Meersseman, Padova 1970, I, 247-56. M. Ronzani, Famiglie nobili e famiglie di popolo nella lotta per l’egemonia sulla chiesa cittadina a Pisa fra Due e Trecento, AA. VV., I ceti dirigenti nella Toscana tardo comunale, Firenze 1983, 126-27. E. Ch. Meek, Bonifacio della Gherardesca, DBI 37 (1989) 13-15.
La Cronica di Santa Caterina di Pisa (redazione fine Trecento su note anteriori di fr. Bartolomeo da San Concordio † 1346) o ignora o copre pudicamente i trascorsi di Fazio: «Frater Fatius de comitibus <de Donoratico>, germanus fratris Gaddi superius nominati. Hic fuit nobilissima persona tam corpore quam spiritu, et continentissime vite fuit, etiam valde sensatus. Tandem fuit promotus in episcopum Kironensem, et in commendam habuit ecclesiam Sancti Petri ad Vincula. Et postquam vixit usque ad senium cum optima gratia sedes supernas obtinuit incorruptas» (Cr Ps ff. 20v-21r; elogio di «fr. Gaddus de comitibus de Donoratico» ib. f. 13r). F. Bonaini, «Archivio storico italiano» I ser., 6/II (1845) 499. Anche la Cronica d’Orvieto (1346-48) ricorda soltanto l’espiscopato chironense, AGOP XIV.28, p. 40.
Da non confondere con Bonifazio (o Fazio) di Gaddo conte di Donoratico, detto Fazio Novello, vicario imperiale a Pisa (1329), che guida la rivolta pisana contro i Castracani.
e. Emanuele di Semente da Albenga (prov. Savona) OP.
Seguace dell’antipapa Pietro da Corvaro (1328). ASV, Reg. Vat. 118, f. 125v: «Dilecto filio fr. Emanueli Sementis de Albingana ordinis fratrum Predicatorum...» (Viterbo 13.IX.1328, n° 394); regestato in G. Mollat, Jean XXII (1316-34), Lettres communes VIII, Paris 1924, n° 46325.
Nel 1329 l’antipapa nomina vescovo d’Albenga un suo seguace e dispone dei benefici diocesani. HC I, 82n. A. Mercati, Sussidi per la consultazione dell’Archivio Vaticano, Città del Vat. (Studi e testi 134), 68-71 (Supplementi al Registro dell’antipapa Niccolò V).