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Cronica fratrum Sancti Dominici de Urbeveteri

Archivio generale OP (Roma, Santa Sabina),
XIV.28
, pp. 102.

- cronista fra Giovanni di Matteo Caccia da Orvieto OP -
 1346-1348

 

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Chiesa San Domenico di OrvietoEdizione web nov.-dic. 2006, dall'originale manoscritto Archivio generale OP (Roma, Santa Sabina) XIV.28. Testo ricontrollato su microfilm, dic. '06.

AGOP XIV.28 (xiv-xv), membr., 267 x 190, pp. 102. Fascicolazione irregolare, materiale e confezione poveri. Giovanni di Matteo Caccia da Orvieto († 1348 ca.) l'avvia e vi lavora entro il biennio 1346-48. Prende a modello Cr Pg, ne ricopia le sezioni cronica ordinis su maestri dell'ordine e cardinali OP, modifica e aggiorna. Introduce in proprio le rubriche: liste dei frati della provincia Romana assunti «ad gradum presulatus pastoralis regiminis» in ordine di filiazione conventuale, «pape et ecclesie penitentiarii», «magistri in theologia» (pp. 37-42a); rubriche ignorate dalle altre cronache sorelle. Contro Cr Pg, Cr Ov pp. 43-97 ricompone in unità frati chierici e conversi. Salve irregolari giunte tardive negli spazi disponibili, Cr Ov si arresta al primo ventennio del '400; continuatore più notevole fra Bartolomeo di Tebaldo da Orvieto, 1400 ca. Copia settecentesca AGOP XIV lib. OO, pp. 1-132.

Turbamento e recupero settecentesco nel folio paginato 89-90, ed. 123-24, inserito tra 7° e 8° fascicolo (ternioni pp. 77-88 e 91-102), in ricaduta d'errore d'anticipo occorso alla trascrizione originale in p. 58 (ed. 88, decessi degli anni 1313-14), dentro il quinione pp. 45-64, sulla biografia Frater Tramus domini Conradi de Monaldensibus († 1345). L'incidente ha provocato la concomitante perdita di qualche carta o cedola, e dunque di qualche biografia? In AGOP X.1639 (xiv) Legenda beate Iohanne de Urbeveteri, si legge la seguente nota di mano quattrocentesca vergata nel verso del piatto anteriore: «Hanc legendam compilavit venerabilis pater fr. Iacobus Scalza de parochia Sancti Martini, Urbevetanus, magne fame et literature, uti patet in cronica antiqua huius conventus. <* * *> tempore dum esset prior in hoc conventu urbevetano facta fuit cisterna magna prati secundi claustri, scilicet anno M°ccc°xxiij. Qui etiam composuit multos sermones predicabiles tam de tempore quam de sanctis. Et expletis in ordine annis xliiijor devotissime et obiit, et in capella apostolorum Petri et Pauli tumulatus est presentibus rev.mo episcopo urbevetano et omni clero et populo ob eius mirabilem oppinionem»; l'attuale stato di Cr Ov non offre riscontro. SOPMÆ II, 340-41; IV, 136-37. Ignorano l'incidente E. Paoli – L.G.G. Ricci, La Legenda di Vanna da Orvieto, Spoleto 1996, 5-16, e liquidano di conseguenza troppo sbrigativamente il valore testimoniale della nota.

Redige la cronaca fra Giovanni di Matteo detto Caccia da Orvieto OP († 1348 ca.) entro il biennio 1346-48. Prende a modello quella del convento perugino, avviata tra 1327 e 1331 (Perugia, Bíbl. Comunale Augusta 1141). Ne ricopia le sezioni cronica ordinis su maestri dell'ordine e cardinali OP; modifica e aggiorna. Non separa però, come aveva fatto la cronaca perugina, la sezione dei frati chierici da quella dei conversi. Salve irregolari giunte tardive negli spazi disponibili, Cr Ov si arresta al primo ventennio del '400; continuatore più notevole fra Bartolomeo di Tebaldo da Orvieto, 1400 ca.

Rispettate le caratteristiche grafologiche del latino corrente, impastato con ricadute da fonemi volgari dell'area (esempio: declepitus, clux, clonica, per decrepitus, crux, cronica; il ricorso esclude il lapsus involontario); indifferente alle omissioni (h), anche quando contrastassero con contiguità semantiche (ostium/hostium; ortus/hortus), talvolta perplesso (vedi il simpaticissimo caso habitum/abitum di n° 143). Più coerente lo stile delle date croniche (minuscole dissonanze cadono su un curioso ricorso: sfruttare al massimo lo spazio di fino rigo per non avviarne un altro!). Nessuna normalizzazione, dunque; che rimuoverebbe l'identità linguistica dell'area, e le caratteristiche grafiche dell'autore principale fra Giovanni di Matteo Caccia da Orvieto († 1348 ca.).

L'indicazione di pagina, tipo |5/3|, dà prima il numero di pagina del codice originale, poi  -  per pratica utilità  -  quello della relativa pagina dell'edizione Jean Mactei Caccia O.P., Chronique du couvent des Prêcheurs d'Orviéto, éditée par A.M. Viel - P.M. Girardin, Rome-Viterbe 1907. Di questa non annoto sistematicamente le divergenze di lettura. Esempi: «Frater Bernardinus de Castro sancti Laurentii Vallis laicus converssus» (p. 77). Bernardino era laico converso? Il testo va letto: «Frater Bernadinus de castro Sancti Laurentii Vallis Lacus, converssus» (n° 50). La ricorrente e costante genologia della cronaca è ripulita in genealogia dall'edizione, senza avvisare il lettore. Il Mannelli «episcopus Zavonensis = vescovo di Savona» (p. 55 testo e nota 8) è di fatto «episcopus çatonensis» (= Zeitun, in Grecia: G. Fedalto, La chiesa latina in Oriente II: Hierarchia latina orientis, Verona 1976, 86-87; e a questo repertorio ci si rifaccia per il controllo delle numerose sedi orientali).

Introduco numerazione seriale delle singole biografie.

Una speciale attenzione, nelle brevi note, alla toponomastica d'origine dei frati, ai fini di definire la confinazione della praedicatio orvietana. Cf. mappa in D. Waley, Mediaeval Orvieto, Cambridge 1952, p. XIV bis.

Cronica fratrum di San Domenico d'Orvieto (= Cr Ov), dopo il prologo generale (AGOP XIV.28, p. 5), suddivisa nelle sezioni:

I) maestri dell’ordine (pp. 5-24; pp 1-4 sono due fogli di guardia con integrazioni posteriori, esatranee alla genesi della Cronica).

II) cardinali dell’ordine (pp. 25-36).

III) liste dei frati della provincia Romana che furono prelat: a) prelati di governo pastorale, per ordine di filiazione conventuale (pp. 37-42); b) penitenzieri papali (p. 42a); c) maestri in teologia (p. 42a); d) lista dei priori provinciali della provincia Romana (pp. 42b-43a). Proprie di questa cronaca orvietana, contro quella perugina, sono le liste a-b-c; e le notizie cronologicamente prossime all'autore possono risultare di notevole importanza (e talune di queste mi proverò ad annotare tra parentesi quadre). Es.: «Fr. Matheus de Mercato fuit episcopus domacensis» [= Domokos, Tessaglia], p. 37/51, è sconosciuto perfino a Fedalto, Hierarchia latina orientis, 115-16; ma un "vescovo domacense OP" è documentato in Piacenza 6.XI.1317 (P.M. CAMPI, Dell'historia ecclesiastica di Piacenza III (1663) p. 54a): le due indipendenti testimonianze superano ogni sospetto.

IV) cronaca dei frati del convento d’Orvieto (pp. 43, 45-102), sezione più originale e specifica, la vera cronica fratrum, redatta in forma di brevi notizie biografiche sui singoli frati figli del convento orvietano (ovvero dei soli frati provenienti dalla praedicatio o circoscrizione territoríale del convento) secondo ordine cronologico del decesso, non importa dove deceduti.

Stile cronologico della Natività, quello allora in uso in Orvieto; ma non mi sono imbattuto (almeno in sezione IV) in decessi o date croniche dal 25 e al 31 dicembre (agli anni di tali date andrebbe detratta un’unità).

Emilio Panella OP
Firenze, nov.-dic. 2006

 

testo pp. 5, 37 ss, 43 ss | ë

Indice onomastico dalla Cronica; il numero seriale ti riporta al relativo testo!

Liste capitolari e documentazione su San Domenico d'Orvieto (secoli XIII-XIV).

 

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|5/3| <Cronica fratrum Sancti Dominici de Urbeveteri>

<Prologus>

Ad laudem et gloriam salvatoris nostri Dei et beati Dominici patris nostri et ad preconium extollendum et honorem ordinis fratrum Predica<t>orum, merito non nulli ex ipsis sunt ad perpetuam rei memoriam in cronicha ascribendi. Floruerunt enim quidam ex ipso sacro ordine in preclarissima fama, scientia maxima et vita sanctissima. Et quia pleni fuerunt Dei gratia et virtute ac multa bonitate prediti, meruerunt aliqui adsumi ad magisterium ordinis, patri nostro beato Dominico succedentes, et non nulli ad gradum summi presulatus, scilicet papa Innocentius quintus et papa Benedictus xjus, qui fuerunt «due olive fructifere et duo candelabra lucentia ante Dominum»[17] et per universsum[18] orbem succedentes beato apostolo Petro katedram summi pontificatus romani tenentes et eius auctoritatem habentes, iusta[19] traditionem nostri Salvatoris dicentis «Quodcumque ligaveritis super terram erit ligatum et in celis, et quodcumque solveritis super terram erit solutum et in celis»[20]. Et sicut Cristus habuit xij apostolos in suo collegio ita uterque[21] de eodem quo adsunti sunt sacro ordine xij habuit cardinales, qui vices xij apostolorum tenuerunt et tenent in eclesia sancta Dei, successivo tamen tempore, ut inferius in hac cronicha continetur. Et Romana nostra provincia maxime floret, que in numero prelatorum mangnorum[22] omnes alias provincias de nostro ordine antecedit, licet aliqua alia in paucis sibi possit in merito anteferri. Sunt enim de nostra Romana provincia mangni prelati, divina largiente clementia, adsunti ad katedralem dingnitatem numero non pauci, sicut patebit infra legentibus in hoc opusculo. Subsequenter nomina[23] sunt apponenda ad utilitatem et suffragium animarum nostrorum fratrum defunctorum qui de dyocesi et civitate urbevetana necnon et eius predicatione traxerunt originem et in eodem ordine usque ad mortem perseveraverunt.


[17] Testo liturgico dell'antifona ai II vespri dei santi Giovanni e Paolo martiri (26.VI) e della commemorazione di san Paolo Apostolo (30.VI), elaborato su Apo. 11, 4.

[18] Il grafema -rss- ricorrente sotto la penna del cronista.

[19] iusta = iuxta

[20] Mt 16, 19.

[21] uterque: intendi papa Innocentius quintus et papa Benedictus xjus, i due papi domenicani.

[22] mangnorum ] magistrorum ed. 4

[23] nomina add. eadem manus marg. d.


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