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fra Giordano da Pisa

■  † Piacenza, agosto 1310  ■

 

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Compiti del lettore conventuale: lectio, disputatio, predicatio

E. PANELLA, "Ne le scuole de li religiosi e a le disputazioni de li filosofanti" (Dante Alighieri). Lectio, disputatio, predicatio, AA. VV., Dal convento alla città. Filosofia e teologia in Francesco da Prato OP (xiv secolo). Atti del Convegno Internazionale di Storia della Filosofia Medievale (Prato, Palazzo Comunale, 18-19 maggio 2007), Firenze (Zella Ed.) 2008, pp. 115-131: mio intervento, che esponeva il sistema scolastico domenicano, articolato nelle tre funzioni di base lectio, disputatio, predicatio.

Qui di seguito la sezione c) predicatio:

Pulpito, straordinario ponte tra aula scolastica e strade della città. Attiva la diffusione dell’oralità. Intenso e reciproco influsso tra mediolatino e lingue volgari. Si predica in volgare, si redige per iscritto in latino. Reportationes volgari (laici che prendono nota del sermone recitato dal pulpito). Registro linguistico “mescidato”, ossia che mescola volgare e latino in direzione bilaterale. Novelle e sermoni sono meno lontani di quanto si creda!

Esempio, Giordano da Pisa lettore principale in Santa Maria Novella (1305-1307): i suoi sermoni volgarizzano tecniche argomentative e categorie logico-filosofiche di natura scolastica, e passano nella città; visto che i suoi sermoni sono frutto di “reportatio” organizzata dai suoi ammiratori (taluni notai), che si danno il turno. In Pisa, 1308-1310, predica sistematicamente sul libro della Genesi, e a conclusione si lascia andare: «Or in questa predica è compiuto lo paradiso tutto così bene, come io l’exponesse mai in iscuola» (Prediche sul secondo capitolo del Genesi, a c. di S. Grattarola, Roma 1999, p. 147 § 53). L’ha esposto agli studenti nelle lezioni di scuola, ora lo predica al popolo dal pulpito, col medesimo rigore!

Impropriamente si distingue il “predicatore” Giordano da Pisa († 1310) dal “lettore” Remigio dei Girolami († 1319). Entrambi erano lettori conventuali: leggevano, disputavano e predicavano. Del primo ci son pervenuti soltanto i sermoni. Tutto qui.

E approfittiamo. Non ci risultano norme statutarie che ingiungano ai maestri di mettere per iscritto la loro attività didattica. Molti tuttavia lo fanno. Commentari, questioni disputate, sermonari: riflettono di certo la peculiare didattica a monte del rispettivo prodotto letterario; che è anche ineludibile cornice esegetica del genere letterario. Una reportatio ci racconta come andarono le cose nell'aula scolastica. Ma quando il maestro nella propria cella rielabora per iscritto il frutto della sua attività didattica, molte cose - per contenuto e forma - creano distanza tra aula scolastica e testo che noi leggiamo! Cosucce non da sorvolare quando apriamo un'opera (redazione scritta) d'un maestro medievale; e vogliamo stabilire il rapporto tra pensiero dell'autore e reale circolazione scolastica.

Fra Niccolò dei Bolsinghi da Prato OP († 1380 ca.), di ceppo consortile rifugiatosi in Pisa, maestro in teologia, dalla carriera eminentemente professorale. «Predicavit optime, legit egregie, disputavit acerime, sermocinabatur plurimum gratiose» (Cronica Sancte Katerine de Pisis, f. 34r). Non iterazione retorica, ma minuzioso elenco delle attività didattiche del tempo. Perfino i due predicavit e sermocinabatur respingono un'assimilazione per binomio sinonimico: perché separati; e perché il primo ricorre più in rapporto alla predicazione in volgare, il secondo a quella dotta in latino.

E sarà un lettore, dal pulpito, a ricomporre la dissociazione tra le ambizioni delle discipline liberali e la manualità delle artes mechanice; e nel medesimo tempo ad esaltare intelligenza e fantasia nascoste nel manufatto dell'artigiano. Fra Giordano, Santa Maria Novella 26 marzo 1306:

«Arte dico non pur quella che ssi fa con mano, ma arte dentro, ché l'arte non è nell'opere di fuori, ma è ne l'anima dentro, onde il maestro che vuole fare la casa, prima l'ordina dentro. Il primo luogo ove si fa, è mistieri che ssia ne la mente dentro: quivi s'ordina <la casa> e fàbricasi prima» (Quaresimale fiorentino 1305-1306, ed. C. Delcorno, Firenze 1974, p. 364/137-140).

Firenze, Santa Maria Novella, 1305-1306: Quaresimale fiorentino

GIORDANO DA PISA, Quaresimale fiorentino 1305-1306, ed. C. Delcorno, Firenze 1974, pp. CLXVIII, 556.

■ Purtroppo, qui in San Domenico di Fiesole non dispongo più di tale prezioso lavoro del Delcorno!

Firenze marzo-aprile 1305: prediche di fra Giordano sul primo capitolo del libro della Genesi

D. FRANCESCHINI, Le due redazioni delle prediche di Giordano da Pisa sul capitolo 1° del Genesi, «Memorie domenicane» 33 (2002) pp. 131-174. «La vivacità della cultura domenicana e l'interesse per la predicazione di fra Giordano trovano conferma nel ritrovamento di un codice, il Fiesolano del convento di S. Domenico a Fiesole, che riporta 89 prediche tenute tra il 7 marzo ed il 25 aprile del 1305. Questo manoscritto aggiunge un testimone alla tradizione del ciclo fiorentino di prediche sul I capitolo del Genesi, dove Giordano affronta il tema dell'origine degli angeli, la loro natura ed il loro potere» (p. 131). Nel contributo della Franceschini non c'è edizione integrale del testo giordaniano.

Così il predicatore Giordano avvia il terzo capitolo della Genesi: «Qui comincia lo terzo capitulo della prima Scriptura del Testamento vecchio. In del primo anno sì sicemo del primo capitulo, come Dio creoe lo cielo et la terra et li angeli et li altri cose. Poi, anno che passoe, dicemmo de paradiso delitiarum, come Dio avea ordinato quel paradiso. Ora seguita ad vedere dello 'nganno, lo qual sostenne la prima femina» (Giordano da Pisa, Prediche sul secondo capitolo del Genesi, a c. di S. Grattarola, Roma 1999, p. 32 n. 6).

Firenze 7 agosto 1305: «il cardinale d’Ostia, che fue frate Predicatore, venne a morte e disse...». Chi era il cardinale? Latino Malabranca? Ugo da Billom?

In una predica del 7.VIII.1305 Giordano da Pisa ricorda le ultime parole del cardinale ostiense - frate domenicano - ma non ne fa il nome: «Ché disse il cardinale d’Ostia, che fue frate Predicatore, venne a morte e disse: Frate Giordano (egli disse a me e ad altri), Dio il volesse ch’io mi fossi anzi essuto tra’ frati colla cappa mia umilmente, e non così». 

Indiscussa persiste l’identificazione con Latino Malabranca da Roma OP, cardinale ostiense e velletrense dal 12.III.1278, † Perugia 10.VIII.1294. C. DELCORNO, Giordano da Pisa e l’antica predicazione volgare, Firenze 1975, pp. 24, 286; GIORDANO DA PISA, Prediche sul secondo capitolo del Genesi, a c. di S. Grattarola, Roma 1999, p. 9).

Cronica fratrum Sancti Dominici de Perusio, Perugia, Bibl. comunale Augusta 1141, ff. 2v-3r: «Fr. Latinus de Malabranca nobili progenie romanorum, natus est in die sancti Gregorii pape [12.III], die quo revolutis annis in Christo est regeneratus intrans ordinem Predicatorum in Parisius hora qua fuit in Decretis licenciatus magister et doctor; ex hoc universitati parisiensi salutare prebens exemplum. Post multum vero temporis ad Urbem est reversus et factus prior in Sancta Sabina ac diffinitor in capitulo provinciali in conventu urbevetano [1275?]. Hic per dominum papam Nicolaum tercium [1277-1280] die antedicto beati Gregori factus est ostiensis et velletrensis episcopus. Habuit autem se sic sancte et prudenter secundum honorabilem statum, per omnia servans humilitatem ordinis et omnimodam honestatem, maxime autem perfectionis existens et ad pauperes mire compassionis, quibus fuit elemosinarius mangnus. Et ut superius est scriptum, claruit scientia mangna, insuper optimus sermocinator ad clerum, et populo predicator graciosus quani plurimum. Et quia sic floruit et multiplici gratia et virtutibus, per predictum summum pontificem factus est ex cius latere in Tuscia et in Lombardia legatus sub annis Domini MCCLXXXI. In quo tempore reformavit pacem in civitatem Florencie. Obiit vero Perusii MCCXCIIII, X die mensis augusti. Cuius corpus delatum fuit Romam et apud Sanctam Mariam super Minervam honorifice sepultum».

Cf. MOPH XX, 384b, voce "Latinus Frangipani seu Malabranca" (anni 1286-1344, inclusa la sezione "suffragia pro defunctis"). SOPMÆ III, 60-63; IV, 185. E. P., Note di biografia domenicana tra XIII e XIV secolo, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 54 (1984) pp. 248-250; Nuova cronologia remigiana, ibid. 60 (1990) pp. 188-189.

Tommaso da modena, ritratti di domenicani (Ugo di Billon) 1352 150cm, treviso, ex convento di san niccolò, sala del capitolo.jpgMa vi è una seconda possibile identificazione (e... forse più probabile a motivo della maggior prossimità cronologica al sermone giordaniano?). Cardinale ostiense era stato anche un altro frate domenicano: Ugo da Billom (Auvergne, regione della Francia centrale), cardinale presbitero di Santa Sabina 1288-1294, cardinale vescovo ostiense 1294-1297, Roma 28.XII.1297. SOPMÆ II, 251-253; HC I, 11, 35; MOPH III, 291/17-19 (1298): «... quondam hostiensis ac velletrensis episcopus cardinalis»; XXII, 50, 129. Intenso e lungo sodalizio con i domenicani della provincia Romana, anche dopo il suo decesso: MOPH XX, 377b, voce "Hugo Seguin de Billom", 1292-1344.

https://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Aycelin_de_Billom

Inoltre su Ugo da Billom:

Arch. di Stato di Firenze, Dipl. S. Maria Novella 31.V.1298: «priora monasterii et conventus de Ripolis comitatus Florentie,… capitulum totum et universitas dicti monasterii,… constituerunt… procuratores… ad petendum et recipiendum… a fr. Nicolao de Prato priore provinciali fratrum Predicatorum Romane provincie, executore testamenti… bone memorie patris domini Ugonis [† 28.XII.1297] ostiensis episcopi cardinalis,… 300 florenos auri quos… dominus Ugo prefatus legavit seu ordinavit quod, secundum consilium prioris provincialis dicti Ordinis Romane provincie supradicte, de bonis suis darentur alicui monasterio dicti Ordinis…, quod monasterium ad dandum annuatim capitulo provinciali dicte provincie 12 florenos auri se perpetuo obligaret… Actum in ecclesia dicti monasterii de Ripolis…». Soluzione di 300 fiorini fatta da «fratre Ugone de Losanna penitentiario domini pape», Roma 31.V.1298 (ib., seconda pergamena). Cf. E. P., Un vademecum dei provinciali romani (secoli xiv-xv), «Memorie domenicane» 28 (1997) pp. 389-390 n. 120.

Arch. di Stato di Firenze, Corpor. relig. soppr., S. Iacopo a Ripoli 3 n° 137 (25.IX.1330; in Firenze in occasione del capitolo provinciale dell'anno?): «Noverint universi presentes licteras inspecturi quod ego fr. Guillelmus, prior fratrum OP de Perusio, fateor et assero me recepisse viii florenos auri de summa xii florenorum quos monasterium sororum de Ripolis tenebatur dare capitulo provinciali Perusii celebrato <1328> pro anima domini Ugonis cardinalis, et dico michi esse solutum ex integro, remictens eis residuum propter devastationem rerum et incomoda que passa sunt illis diebus, de assensu fr. Iannocti prioris urbevetani, tunc vicarii provincie; nec volo quod ab alio possint de cetero molestari. In cuius testimonium sigillum mei prioratus duxi presentibus apponendum. Anno Domini M°ccc°xxx° die xxva septembris». Cf.E. P., Un vademecum..., «Memorie domenicane» 28 (1997) p. 390 n. 121.

Cronica fratrum Sancti Dominici de Perusio, Perugia, Bibl. comunale Augusta 1141, f. 3r.

Cronica fratrum Sancti Dominici de Urbeveteri, Archivio generale OP (Roma, Santa Sabina), XIV.28, p. 85: «Frater Iohannes Oddonis de parrochia Sancte Marie, sacerdos et predicator et bonus clericus. In iuvenili etate nostrum Ordinem est ingressus, qui fuit vir simplex et rectus et timens Deum et recedens a malo; nam propter sua merita bone religionis et fame preclare meruit commorari cum venerabilibus patribus et dominis cardinalibus s(cilicet) domino Latino ostiensi episcopo [1278-1294] ac etiam cum domino Hugone Sancte Sabine presbitero cardinali. (...). Qui habens in Ordine annos lxvj et sue etatis annos lxxxiiijor, in senectute bona obdormivit in Domino. Qui primo petiit humiliter et devote omnia ecclesiastica sacramenta, migrando ad Deum media nocte in dominica de Passione, sibi autem ad eternam consolationem, sub annis Domini M°ccc°.xliij°».

Rieti settembre 1305: fra Giordano nominato eventuale lettore supplente di fra Remigio dei Girolami nel convento fiorentino, con tutti i privilegi ed esenzioni spettanti ai lettori

Capitolo provinciale Rieti 1305, convocato per la festa dell'Esaltazione della Santa Croce, 14 settembre (MOPH XX, 151/35-36): «Assignamus lectores: (...); fr. Remigium magistrum in theologia, ex commissione nobis a magistro Ordinis facta, assignamus in doctorem in studio Florentino; si autem ipsum illuc ire non contigerit, ex nunc prout ex tunc ponimus in eodem studio lectorem fr. Iordanem Pisanum; fr. Iordani Pisano, si eum vacare a lectoria contingat, et fr. Phylippo Pistoriensi cui a lectione parcimus, scilicet quamdiu vacaverit, privilegium et plenam exemptionem et libertatem lectorum concedimus» (ibid. 154/16.18-25).

E il capitolo provinciale Rieti 1305 nomina fra Giordano predicatore generale una seconda volta: «Facimus predicatores generales: Iordanem Pisanum lectorem florentinum, ...» (MOPH XX 160/27-28). Vedi sopra Spoleto settembre 1303.

Il capitolo generale Tolosa 1304 aveva assolto tutti i predicatori generali nominati dal capitolo provinciale Todi 1301 in poi: «Absolvimus omnes predicatores generales provincie Romane a capitulo Tudertino citra inclusive in illa provincia institutos» (MOPH IV, 6/5-6). Fra Giordano pertanto viene nominato predicatore generale una seconda volta dal capitolo provinciale Rieti 1305 (MOPH XX 160/27-28).

Cf. E. P., Nuova cronologia remigiana, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 60 (1990) pp. 236-238.

Firenze 23 febbraio 1306: fra Giordano da Pisa fa memoria degli occhiali inventati circa 20 anni prima

Da autunno 1302 fino al 1307 fra Giordano è lettore - ovvero docente - nel convento Santa Maria Novella di Firenze; in un sermone del 23 febbraio 1306 ricorda l'arte di fare gli occhiali, conosce l'inventore e asserisce che con lui ne aveva parlato. I suoi sermoni sono redatti e trasmessi da entusiasti uditori (reportatio):

«Non è ancora 20 anni che si trovò l'arte di fare gli occhiali che fanno vedere bene, ch'è una delle migliori arti e de le più necessarie che 'il mondo abbia, e è così poco che ssi trovò arte novella che mmai non fu. E disse il lettore: Io vidi colui che prima la trovò e fece, e favellaigli».

Dal Quaresimale fiorentino,1305-1306, ed. C. Delcorno, Firenze 1974, sermone XV, p. 75 [da ricontrollare!].

■ →..\nomen3\alexpisa1.htm = fra Alessandro della Spina da Pisa OP († 1312-1313 ca.): nel 1287 circa elabora gli occhiali da naso e li diffonde a beneficio di tutti!

Pisa 1308: prediche di fra Giordano sul secondo capitolo del libro della Genesi

Giordano da Pisa, Prediche sul secondo capitolo del Genesi, a c. di S. Grattarola, Roma 1999 (MOPH XXVIII), pp. 228. Introduzione, descrizione del codice (Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, cod. Calci 21: datazione sec. XIV), preziose caratteristiche linguistiche pisane, pp. 19-30; datazione, pp. 31-33; criteri di edizione, pp. 33-38; testo delle prediche, pp. 41-169. Appendice: quaresimale frammentario, pp. 170-188.

Predicazione tenuta in Pisa, verosimilmente nel 1308. «Secondo il Delcorno questo inedito commento al secondo capitolo del Genesi si può collocare in un anno immediatamente precedente a quello in cui fra Giordano aveva spiegato il terzo capitolo, che ci è stato conservato dal codice Acquisti e Doni 290 (che sarà citato con la sigla AD) della Biblioteca Medicea Laurenziana, edito per cura di C. Marchioni. All'inizio di quest'ultimo commento vi è un chiaro riferimento ad un ciclo di prediche che proseguiva già da tre anni. Considerando che anche la silloge contenuta in AD pare rivolta ad un pubblico pisano e correggendo ipotesi formulate in un primo tempo, il Delcorno avanza l'ipotesi che Giordano, tornato a Pisa nel 1307, abbia iniziato il commento al Genesi e lo abbia continuato per tre anni: nel 1307, 1308, 1309. Se questa ipotesi fosse vera, i codici C e AD conserverebbero i cicli del 1308 e del 1309, dedicati al commento del secondo e del terzo capitolo del Genesi. È da credere che esistesse un ciclo di prediche sul primo capitolo, anch'esso tenuto a Pisa e che finora non è stato ritrovato.

Si comprende l'importanza del ritrovamento di questi sermoni che costituiscono l'ultimo ciclo della predicazione giordaniana, e che permettono di mutare ipotesi formulate in passato e di rivedere la cronologia degli ultimi anni della vita di Giordano da Pisa» (pp. 32-33).

Sermone XVIII, versetto tematico Tulit ergo Dominus Deus hominem et posuit eum in paradiso voluptatis, ut operaretur et custodiret illum [Gen. 2,15], testo della conclusione: «Or in questa predica è compiuto lo paradiso tutto così bene, come io l’exponesse mai in iscuola» (Prediche sul secondo capitolo del Genesi, ... p. 147 § 53). Predica e lezione scolastica: atti complementari del medesimo lector (insegnante) domenicano!

Vedi sopra alla data marzo-aprile 1305: D. FRANCESCHINI,  Le due redazioni delle prediche di Giordano da Pisa sul capitolo 1° del Genesi, «Memorie domenicane» 33 (2002) pp. 131-174.

Pisa 1309: prediche sul terzo capitolo del libro della Genesi

Giordano da Pisa, Sul terzo capitolo del Genesi, a c. di C. Marchioni, Firenze 1992, pp. XXII-314. Predicazione tenuta in Pisa, 1309, trasmessa da codice dalle carattetistche linguistiche pisane.

«Nell'ambito della tradizione giordaniana finora era nota soltanto la predicazione fiorentina, di cui si ha abbondanza di testimoni riguardanti i cicli tenuti dal 1303 al 1306, mentre, per quanto concerne la predicazione pisana, sembrava invece che, anche se esistevano testimonianze sull'esistenza di reportationes dei sermoni pronunciati da Giordano nella sua città, non fosse giunto nulla fino a noi. Ma il rinvenimento di un nuovo codice presso la Biblioteca Medicea-Laurenziana di Firenze (Fondo Certosa di Calci, cod. 21, siglato C), contenente tra l'altro il commento mutilo al secondo capitolo del Genesi, ha rivelato l'esistenza di un ciclo di predicazione triennale svolto a Pisa dal 1307 al 1309, di cui possediamo gli ultimi due anelli: lo stesso codice di Calci databile al 1308, con l'esegesi del secondo capitolo del Genesi, e il codice Acquisti e Doni 290, databile al 1309 (non al 1307, come si supponeva in un primo tempo) e qui pubblicato, con quella del terzo capitolo del Genesi stesso, mentre non è finora stato rintracciato il commento al primo capitolo, recitato nel 1307» (pp. 12-13).

«Si deve concludere, dunque, che Giordano ripeté nella sua città, a Pisa, l'esperienza del commento al Genesi, già iniziato una prima volta a Firenze nel 1305, perseguendolo questa seconda volta per tre anni successivi, dal 1307 al 1309. Il codice AD 290 conserva perciò il ciclo del 1309, dedicato all'esegesi del terzo capitolo del Genesi, come si legge nell'incipit del trattato; il codice C conserva invece il ciclo del 1308 sul secondo capitolo, mentre manca il commento al primo capitolo, che completerebbe il ciclo triennale, dedicato all'esegesi biblica e rivolto allo stesso pubblico pisano» (p. 250). 

Integra ora con D. FRANCESCHINI,  Le due redazioni delle prediche di Giordano da Pisa sul capitolo 1° del Genesi, «Memorie domenicane» 33 (2002) pp. 131-174: vedi sopra alla data marzo-aprile 1305.

Firenze settembre 1309: fra Giordano da Pisa nominato lettore biblico nel convento pisano

 Capitolo provinciale Firenze 1309, convocato per la festa dell'Esaltazione della Santa Croce, 14 settembre (MOPH XX 171/28-29): «Assignamus studentes in theologia Florentie ubi assignamus studentes fratres etc. Item assignamus [studium?] theologie in conventu Pisano ubi leget biblice fr. Iordanus, cui assignamus etc.» (ibid. 174/3-6). Il capitolo generale 1308 aveva disposto «quod in singulis provinciis conventus aliquis seu aliqui statuantur, in quibus sola biblia legatur biblice, et ad illud studium fratres ydonei mittantur» (MOPH II, 34/26-28).

E in occasione dell’apertura del capitolo provinciale, il 14 settembre 1309 fra Giordano predica nella piazza di Santa Maria Novella (Prediche, ed. D. Moreni, Firenze 1831, II, 30-41).

La cronaca pisana, Cronica Sancte Katerine de Pisis f. 15r, dice sì che Giordano fu «diffinitor capituli provincialis» ma non dà l’anno. Bisogna tener distinti due diversi titoli e fasi di partecipazione al capitolo: quella dei capitolari dell’assemblea generale (priori, predicatori generali e soci dei priori); quella dei quattro definitori, eletti dalla medesima assemblea, e che insieme col provinciale discutono le questioni ed emanano le deliberazioni capitolari (diffinitiones). Cf. Constitutiones OP  II, 3; II, 5; II, 7 («Archivum Fratrum Praedicatorum» 1948, pp. 50, 53-54, 55-56).

Cf. E. P., Nuova cronologia remigiana, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 60 (1990) pp. 254-255.

Notizia biografica di fra Giordano da Pisa († agosto 1310) nella Cronica del convento pisano, avviata a fine Trecento

Cronica Sancte Katerine de Pisis, ff. 15r-16r, n° 107:

«Frater Iordanis. De hoc nec dictamen ingenii nec nota litere poterit sine diminutione narrare quia de eius memoria incredibilia et scripta a prioribus reperi et a patribus magne auctoritatis audivi; que nisi forent, scribere nullatenus presumpsissem. Breviarum, missale, maiorem partem biblie cum glosis, secundam sancti Thome et multa alia comprehensa memoria retinebat. Sancte vite ita ut credebatur, miraculis corruscavit. Dum enim innumerabili populo predicaret, crux rubra in eius fronte cunctis videntibus et mirantibus impressa semel ostendit eius testimonium sanctitatis. Literis quas liberales vocant funditus aprehensis, et doctis studiis Bononie et parisino discursis, librum Sententiarum theologicum legit eleganter Florentie in studio generali; deinde ibidem tribus annis lector principalis existens ut stella candida corruscavit. Diffinitor etiam capituli provincialis et predicator generalis, et lector Pisis et alibi. |15v| Sed qualis fuerit sermonum divissimus seminator, adhuc qui collecti reperiuntur eum ad astra substollunt. Sicut enim olim quando Deus pluit manna de celo, sic Florentie et Pisis et omnibi ubi eius verba resonabant, colligebantur, servabantur, vulgariter scribebantur; erant enim plena sapientie. Virtutum sigillo muniebat, spiritu calefiebat et spiritu radiabat. Viri eius oratione eloquentissima corde compuncti, quia infatigabiliter quater et sepe in die quinquies predicando emolliebat duros; inimicitias in amicitias convertebant, et multi dimissis omnibus vitiis in ipso Iordane se ipsos lacrimis baptiçantes, vitam in melius commutabant. Mulieres, quarum genus in lavaturis et vestibus et iocalibus consuevit involvi, reiectis cunctis lascivis usibus, honestius procedebant. Disciplinatos in Pisis primus invenit, quorum initium fuit bonum; et Sotietas Salvatoris per eum inventa fuit prima in civitate pisana.

Quid ultra dicam? Non preteribo quod michi frater Taddeus Dini, vir excellentie magne, narravit. Dixit namque se audivisse ab uno de patribus maioribus nostre provincie: Plura, inquid, scit frater Iordanis solus quam omnes fratres provincie simul. Et sic dum totam nostram civitatem ad aureum seculum perduxisset, vocatus per obedientiam a fratre Americo de Placentia, nostri Ordinis tunc magistro, ut iret Parisius ad legendum et deberet magistralibus infulis insigniri, in Placentia inter manus dicti magistri et aliorum proborum cum summa devotione emisit spiritum, choris apostolicis sotiandum, ubi gaudet evo perhenni. Cuius corpus per cives pisanos Pis(as) adductum, innumeris populis sociatum clamantibus simul et flentibus ac |16r| suspirantibus, fuit in ecclesia Sancte Katerine in manseolo collocatum, quod etiam nunc sub sepulcro marmoreo archiepiscopi Symonis clare monstratur. Ad quod etiam eius lapideum reposticulum vidi ego multas cereas pendentes ymagines, positas ab hiis qui gratias a Deo eius oratione et meritis acceperunt; quas tolli opportuit in positione tumuli archiepiscopi supradicti. Vixit in Ordine hic pater annis xxxj, cuius felicissimus transitus fuit M°ccc°xj° de mense augusti, infra octavas Sancte Marie matris Dei et virginis gloriose. Cuius officium indesinenter in dormitorio ita fervide, tam alte, sic clare tamque devote incipiebat ut omnes ad simile concitaret. Hec sunt exempla tenenda priorum, hec fundamenta et hedificia quibus adhuc nostra vilis debilitas substentatur, quorum adhuc calore nostra frigiditas recalescit; que si pro parte sequeremur, essemus Deo magis accepti et populis in pretio kariori».

Il cronista pisano fra Domenico da Peccioli († dic. 1408) redige il testo della Cronica a fine Trecento; per il periodo più antico utilizza note di fra Bartolomeo da San Concordio († luglio 1346) aggiornate da fra Ugolino di ser Nuovo dei Cavalosari († 1364). Circa la biografia su Giordano, ai cronisti aveva fornito importanti notizie fra Taddeo di Dino da Firenze: n. 1284-85 ca., OP 1301 ca., † 22.IX.1359. Taddeo, anch'egli stimato predicatore, aveva conosciuto di persona fra Giordano - come suggeriscono gli estremi cronologici della sua vita (cf. Arch. del convento SMNovella I.A.1, Cronica fratrum Sancte Marie Novelle de Florentia, f. 40r-v, n° 418; S. Orlandi, “Necrologio” di S. Maria Novella, Firenze 1955, II, pp. 493-498; E. P., Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, vol. IV, Roma 1993, pp. 286-287). Ed è molto probabile che le peculiari notizie circa remoto decesso piacentino (agosto 1310) di fra Giordano e contesto col maestro generale fra Americo da Piacenza (vedi item successivo) sia contributo di fra Taddeo di Dino!

Piacenza: fra Giordano da Pisa muore tra le mani del maestro generale Americo da Piacenza tra il 16 e 21 agosto 1310 (1311 dello stile cronologico pisano!), poi  il suo corpo viene trasportato a Pisa

Sulla strada per Parigi, dov’era stato inviato per la lettura delle Sententiae in ordine al magistero in teologia, fra Giordano da Pisa sosta in Piacenza; qui cade gravemente malato e muore entro l’ottava dell’Assunta 1310 (1311 dello stile pisano); lo assiste al trapasso il maestro dell’Ordine fra Americo da Piacenza. La Cronica pisana scrive:

«vocatus per obedientiam a fratre Americo de Placentia, nostri Ordinis tunc magistro, ut iret Parisius ad legendum et deberet magistralibus infulis insigniri, in Placentia inter manus dicti magistri et aliorum proborum cum summa devotione emisit spiritum, choris apostolicis sotiandum, ubi gaudet evo perhenni. Cuius corpus per cives pisanos Pis(as) adductum, innumeris populis sociatum clamantibus simul et flentibus ac |16r| suspirantibus, fuit in ecclesia Sancte Katerine in manseolo collocatum, quod etiam nunc sub sepulcro marmoreo archiepiscopi Symonis clare monstratur. (...). Vixit in Ordine hic pater annis xxxj, cuius felicissimus transitus fuit M°ccc°xj° de mense augusti, infra octavas Sancte Marie matris Dei et virginis gloriose» (Cronica Sancte Katerine de Pisis, ff. 15v-16r).

Americo da Piacenza, maestro dell’Ordine dal 1304, dette le dimissioni nel capitolo generale Napoli 1311, convocato per la domenica tra l'ottava dell'Ascensione (MOPH IV, 50/17-19) e celebrato, come d'abitudine, nella settimana di Pentecoste: «Admittimus cessionem magistri Ordinis, quam a nobis humiliter postulavit, ipsum a magisterio Ordinis absolventes. Item: Volumus quod post mortem eius fiat per totum Ordinem sicut pro magistro Ordinis fieri consuevit» (MOPH IV, 55/20-23). Americo muore a Bologna il 19 agosto 1327 (I. Taurisano, Hierarchia ordinis Praedicatorum, Romae 1916, p. 5), e il capitolo generale Tolosa 1328 ne fa menzione nella sezione suffragi per i defunti: «Pro venerabili patre fratre Aymerico, quondam magistro Ordinis, quilibet sacerdos ‧iii‧ missas» (MOPH IV, 186/15-16).

La Pentecoste 1311 cadeva il 30 maggio, e la settimana di Pentecoste andava dal 30 maggio al 5 giugno. In agosto 1311 fra Americo non era più maestro dell’Ordine; gli era succeduto Berengario di Landorra, provinciale di Tolosa, quale vicario generale dell’Ordine a partire dal capitolo generale Napoli 1311, e quale maestro dell’Ordine eletto dal capitolo generale Carcassona 1312 (MOPH IV, 56 n. 2). L'anno 1311 del decesso di fra Giordano secondo la Cronica pisana non può che essere dello stile pisano. Giordano da Pisa morì in Piacenza entro l’ottava dell’Assunta, cioè tra 16 e 21 agosto 1310. Nel 1310 il capitolo generale fu tenuto proprio a Piacenza: convocato tra l’ottava dell’Ascensione, celebrato nella settimana di Pentecoste, 7-13 giugno 1310 (MOPH IV, 45/8-10; IV, 45-50). I dati si ricongiungono eccellentemente e si confortano a vicenda. A fine capitolo maestro Americo si trattiene in Piacenza, sua città natale. Giordano, sulla strada per Parigi a leggervi le Sentenze di Pietro il Lombardo in ordine al magistero in teologia, fa sosta a Piacenza, tappa obbligata lungo la via francigena per chi proveniva dalla Toscana attraverso monte Bardone (passo della Cisa: R. Stopani, Guida ai percorsi della via Francigena in Toscana, Firenze 1995; La Via Francigena. Una strada europea nell'Italia del Medioevo, Firenze 1996); lì, tra 16 e 21 agosto 1310, è colto dalla morte. Il maestro dell’Ordine Americo assiste al trapasso.

Delcorno, Profilo biografico di Giordano p. 7: «Se si tien conto che il cronista, come ha ben dimostrato Panella, segue lo stile pisano, la data della morte è da collocare entro l’ottava dell’Assunta del 1310 , tra il 16 e il 21 agosto 1310».

Da settembre 1309 a maggio 1311 priore provinciale della provincia Romana era fra Remigio dei Girolami. Giordano l’aveva sostituito nel lettorato fiorentino (1303-1307 circa) quando maestro Remigio era stato chiamato a insegnare in San Domenico di Perugia, studium curiae perché la città perugina ospitava la curia romana. Alla decisione d’inviare Giordano a leggere le Sentenze in Saint-Jacques di Parigi in ordine al conseguimento del magistero in teologia, non poté essere estraneo Remigio; la presentazione del candidato spettava per costante tradizione al capitolo provinciale presieduto dal priore provinciale, ed era confermata dal capitolo generale o maestro dell’Ordine. Al capitolo generale dei priori provinciali tenuto in Piacenza 1310 partecipò anche il provinciale Remigio. E in Piacenza, con tutta verosimiglianza, costui scrisse il 12 giugno 1310 la lettera alla confraternita San Pietro Martire di Milano.

■ E. P., Per lo studio di fra Remigio dei Girolami († 1319), Pistoia 1979, pp. 226-227; Unintroduzione alla filosofia in uno “studium” dei frati Predicatori del XIII secolo. “Divisio scientie” di Remigio dei Girolami, «Memorie domenicane» 12 (1981) pp. 64-56. La Cronaca di Santa Caterina di Pisa usa lo stile pisano?, «Memorie domenicane» 16 (1985) § 3, pp. 328-330; Nuova cronologia remigiana, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 60 (1990) pp. 259-261.

Il provinciale e maestro Remigio, già molto avanti negli anni, preparava in fra Giordano il nuovo maestro in teologia per la provincia Romana. Morto Giordano, sarà il romano fra Matteo degli Orsini a succedere a Remigio nel magistero in teologia nella provincia Romana.

MOPH IV, 75/6-7; XXII, 135; «Archivum Fratrum Praedicatorum» 8 (1938) pp.  28 n. 12, 30-31, 35, 63. J. KOCH, Die Jahre 1312-1317 im Leben des Durandus de Sancto Porciano O.P., in «Miscellanea F. Ehrle», vol. I (Studi e Testi 37), Città del Vaticano 1924, pp. 277-278. Ricordo che, prima dell'inflazione del magistero in teologia che prende il via nell'ultimo quarto del xiv secolo, i maestri in teologia sono eccezionalmente soltanto più d'uno in ciascuna provincia dell'ordine dei Predicatori: cf. W.A. Hinnebusch, The history of the dominican order, II, New York 1973, pp. 59, 65, 68-70.

1318 circa: decesso di fra Giovanni da Rivalto, consanguineo di fra Giordano

Cronica Sancte Katerine de Pisis, f. 17v, n° 120: «Frater de Rivoalto vallis Here Iohannesconsanguineus fratris Iordanis. Homo fuit dotatus, scriptor venustus et velox, cantor doctus et placens. Primam missam in aurora omni mane dicebat. Sotius fuit magistri Ordinis et plurium provincialium. Et cum diu in hac miseria rivulum potasset gratiarum, factus est in eo fons aque salientis in vitam eternam».

MOPH XX, 179/14.18-20 (Orvieto 1310): «Facimus visitatores:... item fr. Iohannem de Rivalto, qui visitabit conventus Urbevetanum, Tudertinum, ... et Reatinum». Unico ricorso.

1348: decesso di fra Ranieri di Giordano da Rivalto, nipote di fra Giordano

Cronica Sancte Katerine de Pisis, f. 28v, n° 209: «Frater Raynerius Iordanis de Rivalto, nepos fratris Iordanis. Hic fuit frater primo bonorum morum, valde composilus, deditus scientiae et maxime licteratus; et peragratis studiis ivit Parisius, et rediens legit Pisis Sententias et in pluribus maioribus nostre provincie conventibus. Fuit deinde lector Pisis et alibi pluries. Honeste conversationis multum et clare fame, ita quod in nostra civitate celebris habebatur. Confessor acceptus et predicator infatigabilis. Hic studiosissimus fuit ita ut librum magno sudore componeret in tribus voluminibus, ubi valde diffuse loquitur et probat sua dicta per allegata sancti Thome et aliorum doctorum, et scripsit propria manu. Liber est plurimum copiosus et bonus iudicio omnium qui viderunt. Tandem post multos labores, post officia Ordinis magna cum laude completa, anno pestis prefato, cum hora mortis incumberet, de lecto descendens super pavimentum se devote prostravit dicens non debere servum in lecto mori cuius Dominus fuerit in cruce suspensus. Et sic tradidit spiritum in superioribus collocandum».

https://www.academia.edu/37806016/RANIERI_da_Rivalto

MOPH XX, 327/9.11-13 (Pisa 1340): «Facimus visitatores:... item Raynerium Iordanis, qui visitabit conventus Senensem, Sancti Geminiani, Aretinum... et Eugubinum»; qui Iordanis è palesemente genitivo patronimico. Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, vol. III, pp. 291-292; vol. IV, p. 249.


 

finis!


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