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Cronica fratrum
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Premessa | |||
1 | La Cronica fratrum | Prologus | ||
2 | Distingui dal martirologio | ||
3 | Errata corrige in Laurent, I necrologi pp. 1-45 | ||
4 | Bibliografia | ||
→testo | index nominum | statistiche | soppressione |
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Precipua caratteristica filologica (analogamente comune con le consimili cronice fratrum): impasto di latino tardomedievale (anche quando successivamente ripulito!) e volgare toscano della relativa area. Il volgare appare principale impulso linguistico, anche quando il latino esibisce parvenze classicheggianti. Intreccio che si prolunga ed evolve per secoli! - caso pressoché unico nelle testimonianze letterarie. Stile cronografico ab incarnatione, come quello fiorentino. Esempio: un «obiit die 21a martii 1453» corrisponde 21.III.1454 dello stile comune. Dunque dal 1 gennaio al 24 marzo aggiungere sempre un'unità alla data annuale del cronita. Non dimenticarlo! Ma, ma...! Nel Secento inoltrato ci si imbatte in esplitica testimonianza di dirottamento: «17 martii 1645 stilo ecclesiastico» (n° 397). Occhio dunque alle carte del periodo sei-settecentesco, e alle scelte dei singoli cronisti. «Die 15 februarii 1770 obiit...» ultima biografia, f. 90r: i cronisti hanno adottano lo stile comune voluto dai granduchi? Da fine '600 compare anche la specificazione cronologica dell'ora del giorno, tipo «hora circiter quinta» (n° 436), «hora circiter 2a noctis» (n° 437), «hora 15, dum patres choro interessent» (n° 443). Raccogliere tutti i ricorsi, e tentare di fissare il tipo di computo delle ore (il giorno iniziavava da fine tramonto?: «hora prima», n° 462). In fase inoltrata, questa cronica fratrum, oltre ai frati "figli" del convento senese (ovunque siano essi deceduti), registra anche frati morti in Siena ma non "figli" del convento senese.
Emilio Panella |
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1. La Cronica fratrum
Cronica fratrum Sancti Dominici in Camporegio de Senis [= Cr Si]: Siena, Bibl. comunale B.VII.4 (in SOPMÆ IV, 329, 378, correggi lapsus "G.VII.4" in B.VII.4); membr., 197 x 143, ff. 90; anche paginato a partire da p. 71 (anno 1668).
<Prologus>. |f. 1r| In nomine Domini nostri Iesu Christi, amen. Anno eiusdem salutifere incarnationis millesimo quadringentesimo tertio, de mense iulii notare decrevi in presenti libello diem extremum sub annis Domini currentem quibus fratres nativi seu originales de conventu nostro senensi ordinis fratrum Predicatorum Santi [sic] Dominici viam universe carnis ingressi sunt, incipiens prout reperi ab anno Domini M°cccxlviij tempore maxime mortalitatis. Nam ante tempus prefatum, vel notaverunt patres diem fratrum defuntionis et scrictura [sic] non invenitur, seu sinpliciter neglexerunt, non sine reprensione davitici carminis in Salmo dicentis «Memor esto congregationis tue» [Ps. 73,2], et alibi quis monetur «Memor esto unde excideris» [Apoc. 2,5]. Excipitur tamen ab huiusmodi negligentia felix transitus gloriosis patris santi Anbrosii de Senis, a quo vita exemplis miraculis et prodigiis cogentibus presentem cronicam inchoabo. Nulli vero dubium esse debet neglectis temporibus numero merito virtutibus et exemplis de conventu nostro Senarum precesisse gratiosam fratrum catervam, cum ante obitum sancti Anbrosii [† 1287], et consequenter usque ad tempus maxime mortalitatis, fluxerunt anni centum et ultra. Quare multis rationibus fratribus de conventu predicto devote et humiliter supplicatur quatinus diem transitus sub annis Domini contingentem fratrum sequentium, tam intus quam extra migrantium, et illorum merita, si qua forent, in consolationem remanentium et virtutum sequelam de cetero per incuriam non obmictant, suadente 2° capitulo primi Machabeorum «Mementote operum patrum que fecerunt in generationibus suis et accipietis gloriam eternam» [I Mach. 2,51]. Amen.
Avviata in luglio 1403 da anonimo cronista, che scrive ff. 1r-18r coprendo il periodo 1348 - ott. 1414 («olim bone memorie fr. Raymundus de Capua» † 1399, n° 102), la cronaca mira ad annotare il decesso dei frati "figli" del convento senese di Camporegio («fratres nativi seu originales de conventu nostro»), non importa se deceduti in Siena o altrove («tam intus quam extra migrantium»). Il cronista iniziatore: 1) confessa di non disporre precedenti notizie scritte sui frati, dalle origini 1221 fino al 1348; eccezion fatta per il beato Ambrogio († 1287) e sua legenda; 2) dispone di nuda lista nominativa di 49 frati vittime della mortalità 1348, ma deplora che né prima né dopo sia stato annotato il decesso («de die extremo»); 3) è consapevole di lacune nella lista, «nota quod plures non reperi quam supra notaverim»; 4) dal 1350 si serve dei nomimativi del liber anniversariorum et obituum, libro paraliturgico costruito a calendario per giorno e mese, destinato alla notazione dei suffragi annuali (così interpreto parole a noi ellittiche a loro domestiche, «ut inveniam in libro sacristie conventus Senarum»); e ne raccoglie notizie dalla tradizione orale o dagli Atti capitolari (Cr Si ff. 1r, 3r, 4r; ed. 1, 4, 7, 10 dopo n° 75. MD 27 (1996) 248). Subentrano poi altre mani, senza evidenti interruzioni, fino al 1770. Convento soppresso nel 1784 (ASMN I.A.33, Ricordanze del convento B, 1774-1795, pp. 210-212).
Ed. ff. 1r-27r (1348-1449) M.-H. Laurent, I necrologi di San Domenico in Camporegio, Milano (Fontes vitae S. Catharinae Senensis XX) 1937, 1-45. Quanto pubblicato in Laurent, I necrologi 47-262, è altra cosa, cioè il liber defunctorum (a voler estrarre un titolo dalle rubriche, ed. pp. 47, 168-69): registrazione dei nominativi dei laici sepolti nei recinti conventuali e dei sepolcri di loro diritto, abbinata all'eventuale obbligo del suffragio annuale. Libro dei morti e Libro delle sepolture, nel lessico archivistico dell'area invalso successivamente. Il convento senese avvia molteplici libri defunctorum, anteriori alla cronica fratrum; il primo nel 1304, poi a ripresa 1336, 1387, 1400 (cf. ib. 47, 168-69, 179 sub anno 1401). In parte riordinati nei due mss raccolti nel composito Siena, Bibl. comunale C.III.2. Tommaso di Meo da Siena è di certo frate OP (MOPH XX, 398b: 1338-44); ancora in vita quando il primitivo redattore del liber defunctorum annota la sepoltura della nonna 22 maggio 1345 (ed. n° 626; molti altri casi di frati senesi OP menzionati in connessione con congiunti defunti, confermano che questo primo blocco di liber defunctorum attingeva materiale anteriore all’avvio della cronica fratrum); resta invece sconosciuto a Cr Si, messa su nel 1403. Il cronista di Cr Si attinge a ricordi personali per gli anni 1373-74: «ego vero audivi», «ego fui presens» (ed. n° 67, 69, 71 «non novi»); per il 1378 confessa omissioni (n° 75); nessuna notizia scritta sui decessi 1378 e 1383 (n° 88, 96). Qualche cronista di Cr Si ha lavorato anche al secondo blocco del liber defunctorum (ff. 41 ss, aprile 1400 ss); di qui rinvia all'"altro" libro con la denominazione cronica fratrum (n° 3333, 3372). Ma occorerebbe più minuzioso raffronto degli strati grafico-redazionali tra le due fonti.
2. Distingui
Distingui la Cronica fratrum dal martirologio di medio Trecento del medesimo convento:
Siena, Bibl. comunale F.VI.3, ff. 1-186 (xiv med): <Martyrologium OP>. Provenienza San Domenico in Camporegio. Testo base in gotico-libraria rotunda, trecentesca, a una sola colonna.
Contenuto. 1) Martirologium per anni circulum ff. 1r-100r. 2) Lectiones evangeliorum legende cum kalendis ff. 101r-120r. 3) Regula b. Augustini ff. 121r-126v. 4) Constitutiones ordinis fratrum Praedicatorum ff. 127r-162r, riproducono testo in vigore nel 1333-34 ca., con aggiornamenti fino a inizio Quattrocento. 5) Litanie ff. 163r-166. 6) Kalendarium ff. 167r-172v (di destinazione liturgica, ha santi Thome doctoris e altri aggiornamenti trecenteschi; senza notazione di anniversariorum et obituum). 7) Psalterium ff. 173-186.
Un confronto con la tipologia dei calendari in uso nella chiesa locale: M. MARCHETTI, Liturgia e storia della Chiesa di Siena nel XII secolo. I calendari medioevali della Chiesa senese, Siena 1991, specie cc. 4 e 6.
3. Errata corrige
Testo latino, quello dei cronisti, ma molto "volgare" nel pensiero, nel periodo, nel lessico e nella grafia. Al punto che ogni editore si troverebbe in imbarazzo tra fedeltà al testo autentico ed emendazione di presunto involontario lapsus. Annoto talune dissonanze tra testo di ed. Laurent, I necrologi pp. 1-45, e testo originale (che per lo più riterrei l'autentico, quello scritto e voluto dal cronista). Del resto, lo stesso Laurent, I necrologi p. 19 n° 119/5 (5 = numero di rigo della relativa biografia n° 119) accetta il palese volgarismo licet lictoris rudis intraverit (lictoris per licteris, litteris)!
p. 1, rigo 8: diem fratrum defunctionis ] diem fratrum defuntionis cod.
p. 1, r. 17: procesisse ] precesisse
p. 4, inizio dell'ultimo capoverso: Quum ante felicem transitum ] Quoniam ante felicem transitum
p. 4, r. 5 del medesimo capoverso: tempus fratrum defunctionis ] tempus fratrum defuntionis
p. 19, r. 7: ecclesie sacramentis ] eclesie sacramentis
p. 21, r. 8: nullius superioris admictens consortium ] nullius sinpliciter admictens consortium
p. 22, n° 127/12: munitus ecclesie sacramentis ] munitus eclesie sacramentis
p. 27, ultimo rigo: pura (?) tamen signa frequenter ] pur tamen signa frequenter [scrive proprio così, un purtamen=purtuttavia che risponde perfettamente a Et licet fomaliter d'inzio frase]
p. 30, r. 7: in quo tantum profectus quod ] in quo tantum profecit quod
p. 30, r. 9: post que ] post quem [scil. gradum magisterii]
p. 30, r. 11: Fuit enim valde gratiosus ] Fuit enim valde gratus
p. 37, r. 8: versa est infirmitas in ticam ] versa est infirmitas in eticam
in eticam: così è scritto con indubbia evidenza [«lege: tisiam?» propone l'ed.], e da riternersi non un lapsus ma autentico lessema voluto dal cronista; di fatto etica nella medicina del tempo stava per etisia o tisi, suo aggettivo etico; oggi diciamo tubercolosi, tubercolotico. Cf. Medicina medievale, a c. di L. Firpo, Torino (Strenna UTET) 1972, 92, c. 24: «Lac ethicis sanum caprinum...», tradotto con «Giova al tisico il caprino...».
p. 41, r. 13: mens eius in alta relucet ] mens cuius in alta relucet
p. 42, r. 12-13: Utinam talia sint notissima, amen. ] Utinam talia sint novissima mea!
p. 42, n° 171/2: simplex et bonus ] vir simplex et bonus
p. 42, n° 173/2-3: et vere patienter et humiliter ecclesiasticas litteras didicit ] et in eo patienter et humiliter eclesiasticas literas didicit
4. Bibliografia
V. Lusini, Note storiche sulla topografia di Siena nel secolo XIII, AA. VV., Dante e Siena, Siena 1921, 245-347 BiblDom XI.141; G. Mengozzi, Documenti danteschi del R. Archivio di Stato di Siena, AA. VV., Dante e Siena, Siena 1921, 93-188. O. Rendon, Le contado de Sienne 1263-1270, une frontière médiévale, «Mélanges de l'École française de Rome, Moyen Âge-Temps mod.» 87 (1975) 105-139. G. Cherubini, Signori, contadini, borghesi. Ricerche sulla società italiana del basso medioevo, Firenze 1977, 393 ss: Dal libro di ricordi di un notaio senese del Trecento (§ 4: L'incontro con Caterina di Iacopo di Benincasa da Siena † 1380).
G. Spini, Cosimo I e l'indipendenza del principato mediceo, Firenze 1980; inportante carta 1: ducato di Firenze al tempo di Cosimo I († 1574); cart. 4: il confine meridionale del ducato, quando la Repubblica di Siena non è ancora annessa (lo sarà ngli anni 50 del Cinquecento). G. Pinto, La Toscana nel tardo medioevo. Ambiente, economia rurale, società, Firenze 1982; c. 9: L'immigrazione di manodopera nel territorio senese alla metà del Quattrocento, pp. 421-449. O. Redon, Les réseaux de porvoir sur les campagnes siennoises à la fin du XIII siècle, AA. VV., I ceti dirigenti 1982, 347-58. W.M. Bowsky, Un comune italiano nel Medioevo. Siena sotto il regime dei Nove 1287-1355, Bologna 1986. S.K. Cohn, Death and Property in Siena, 1205-1800. Strategies for the Afterlife, Baltimore-London (J. Hopkins Univ. Press) 1988 [dono dall'A. con sua dedica autografa, lugl. '99]. S.K. Cohn, The Black Death transformed: disease and culture in early Renaissance Europe, London 2002, 305a, 316a [BiblDom-Campo 52.11]. M. Marchetti, Liturgia e storia della chiesa di Siena nel XII secolo. I calendari medioevali della chiesa senese, Siena 1991 mia bibl.
Siena OP. Vl.J. Koudelka, Spigolature dal memoriale di Niccolò Galgani O.P. († 1424), AFP 29 (1959) 111-47. M. Ascheri, Le 'bocche' di conventi e ospedali di Siena e del suo Stato nel 1360, «Bullettino senese di storia patria» 92 (1985) 323-33 cart. Siena. P. Torriti, L'iconografia del beato Ambrogio da Siena, «Bullettino senese di storia patria» 100 (1993) 212-386.
Indices generales, AFP 51 (1981) 376a.
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