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Bartolomeo da San Concordio (Pisa) OP
(† 1346)

ai giovani frati che imparucchiano il latino,
ai lettori e correttori di mensa conventuale:

le parole latine, come pronunciarle? dove accentuarle?
e come scriverle?

-  ecco le istruzioni  -

 

premessa

  fonti
 

De dictionibus proferendis sive de accentu,
Roma, Bibl. Casanatense 311 (xiv-xv), ff. 78r-79r

 

De dictionibus scribendis sive de ortographya (ante 1321?),
Bibl. Casanatense 311, ff. 79r-80v

 

aggiornamento | P.J. Osmond

 

Neri di Cambio: chi è costui? | Domenico Cavalca

Premessa

Erano in origine Note linguistiche, §7 complementare a Cronica di Santa Caterina in Pisa..., «Memorie domenicane» 27 (1996) 238-40. Eccoli ora (febbr. 2006) i due trattatelli. Secche istruzioni pratiche per chi deve apprendere la gramatica ossia il latino, o deve leggere in coro e a refettorio. Parliamo di latino medievale, anzi di quello parlato e scritto nell'Italia mediana. Istruzioni parallele e polarmente opposte a quelle relative al latino classico: A. Traina, L’alfabeto e la pronuncia del latino, Bologna 1984.

Modestissimi, questi trattatelli, quanto a stesura e contenuto. Importanti tuttavia se presi per quel che sono: guida che traduce in pratica convenzioni linguistiche vigenti; ma avallato dalle auctoritates in materia: «prout per verissimos autores probata sunt» (de ortographya, incipit). Verosimilmente istruzioni destinate ai giovani frati chierici (del convento pisano): «sotiorum instructioni volens intendere», si dice a inizio del trattatello sull'accento (f. 78r); a questo è subordinato il successivo, centrato sulla corretta scrittura: «Post tractatum de dictionibus proferendis restat ut de scribendis aliqua breviter videamus» (de ortographya f. 79r). Nel medesimo ms Casanatense 311 i due trattati seguono immediatamente all'«Extractio de arte metrica Doctrinalis [1299, di Alessando da Villedieu] et de glosis eiusdem secundum fratrem Bartholomeum de Pisis sive de Sancto Concordio ordinis Predicatorum» (f. 72r, testo ff. 72r-78r); guida a sua volta alla versificazione.

Brevi liste di istruzioni, a uso conventuale, per la corretta lettura. In coro si dice l'ufficio, a mensa si leggono regola, costituzioni ecc; tutto in latino. Ma sussidio anche al correttore di mensa:

«Porro ad eum <cioè al correttore di mensa> pertinet providere diligenter lectionem, et studium suum circa illam maxime applicare, et lectorem instruere cum petierit; vel etiamsi ipse non petierit, praevenire eum in hoc, maxime cum in lectione occurrerit aliquid difficile vel dubium in accentuando vel pronunciando vel littera dubbia et hujusmodi» (Humberti de Romanis, Opera de vita regulari, ed. J.-J. Berthier, Romae 1888-89, II, 301: § De officio correctoris mense). Cf. § De officio lectoris mense, AFP 22 (1952) 216-15.

Ecco un correttore di mensa del convento pisano, nelle parole della Cronica di casa: «Frater Bectus de Camugliano. Reverenda persona, doctus in gramatica et in biblia ac etiam in glosis; et ideo continuus erat corrector mense et magister iuvenum et instructor, tam in moribus quam in licteris studiosus».

Io stesso ricordo ancora il nostro correttore di mensa, Pistoia anni 1950-60! Ma i criteri degl'interventi correttivi erano regolati sul latino classico, così come appreso nella manualistica della tradizione ecclesiastica recente. Al contrario, i due vademecum di Bartolomeo da San Concordio († 1346) fotografano lo stato del latino medievale, in intensa simbiosi con le lingue volgari; e con le regole allora correnti. Cosicché i modesti trattatelli - proprio perché esclusivamente precettistici - diventano strumento di primissima qualità per intravedere come i nostri medievali trattavano il loro latino. E ogni filologo romanzo vi troverà un ineludibile ausilio per definire la variante autentica degli scrittori medievali (il "loro" autentico!) dall'involontario errore dello scriba; per descrivere l'impasto (attivo e bidirezionale) tra latino e volgare; dalla grafia all'accentazione (si pensi alla ricaduta sulla versificazione) all'onomastica ecc. Lo scambio ha prodotto sedimentazioni a tempi lunghi. Dagli esiti qua e là ancora persistenti, anche quando sfuggissero alle nostre orecchie e ai nostri occhi!

Emilio Panella OP

Firenze, febbr. 2006 


SOPMÆ I, 167: 442, 443. De dictionibus proferendis..., dal Casanatense 311, ff. 78r-79r, già pubblicato da M. Lenchantin de Gubernatis, Trattati medievali sull'accento, «Archivum Romanicum» 8 (1924) 169-71 (purtroppo con notevoli errori di lettura; qualche esempio:
«
potest acui et non acui, sed quod diversimode intelligitur declinari» (p. 169), da leggere: «potest acui et non acui secundum quod diversimode intelligitur declinari»;
«
In ‑e acuuntur ista, scilicet poné pro post et papé interiectio» (p. 170), da leggere: «In ‑e acuuntur ista, scilicet pone prepositio et pape interiectio»;
«
et omnia adverbia a nominibus vel pronominibus descendentia» (p. 170), da leggere: «et omnia adverbia localia a nominibus vel pronominibus descendentia»);
«
In -n omnes interiectiones, ut heù, quod tamen frequentius monosillabum ponitur» (p. 170), da leggere: «In -u omnes interiectiones, ut heù, quod tamen frequentius monosillabum ponitur»)
«vigintitria et trigintitria» (p. 170), da leggere: «vigintatria et trigintatria».
Testo ricontrollato e corretto sull'originale

G. Dahan, I. Rosier, L. Valente, L'arabe, le grec, l'hébreu et les vernaculaires, AA.VV., Sprachtheorien in Spätantike und Mittelalter, Tübingen (Geschichte der Sprachtheorie 3) 1995, 265-321, specie § 3.6 sull'insegnamento del latino in lingua vernacolare e reciproco influsso linguistsico (mia cartella Dahan).

Pertinente e utilissimo, per cronologia e area geografica, il confronto con →Caratteristiche grafologiche di Remigio († 1319)

Fonti e "auctores":

Ps.-Cicerone, Rhetorica ad Herennium [86-75 a.C.], ed. G. Calboli, Bologna 1969.

Prisciano, Institutiones = Prisciano, Institutiones grammaticae, ed. M. Hertz, Grammatici latini II, Leipzig 1855. In particolare Pseudo-Prisciano (VIII-XII?), De accentibus (ed. H. Keil, Grammatici latini III, Leipzig 1860, 519-28.

Isidoro da Siviglia [† 620 ca.], Etymologiae I, 27 (de orthographia)

Uguccione = Uguccione da Pisa [† 1210], Derivationes, ed. E. Cecchini, Firenze 2004.

Alessandro da Villedieu, Doctrinale (1199), ed. D. Reichling, Berlin 1893.

Graecismus = Eberardo da Béthune [ 1212], Graecismus, ed. J. Wrobel, Breslau 1887.

Candelabrum = Bene Florentini Candelabrum [1220-26], ed. G.C. Alessio, Padova 1983.

Summa Britonis = Summa Britonis sive Guillelmi Britonis Expositiones vocabulorum biblie [1250-70], ed. L.W. Daly and B.A. Daly, Padova 1975.

 


 

De dictionibus proferendis sive de accentu,
Roma, Bibl. Casanatense 311 (xiv-xv), ff. 78r-79r

 

→  De dictionibus scribendis sive de ortographya,
Bibl. Casanatense 311, ff. 79r-80v


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