GIOVANNI PROIA

(1923-2009)

UN OTTUAGENARIO SI RACCONTA

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Archivio SMN, I.C.102 F, f. 11r: Peto Domine (resp., dom. III sett., Tobia senior)

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Copyright 2005 Giovanni Proia 

Luco dei Marsi (AQ)

Mio figlio Francesco ha collaborato validamente e sostanzialmente alla preparazione di questo testo, non solo con una puntuale revisione delle bozze, ma soprattutto con la correzione di errori, la chiarificazione di punti imprecisi e la ricostruzione cronologica di episodi da me erratamente collocati nel tempo.

º Indice »


Qui soltanto taluni capitoli del lungo racconto di Giovanni Proia, nato il 14.V.1923, familiarmente detto Nino; ben 456 pagine nell'originale digitale Word (vedi Indice). Messo giù a partire dal 2003, anno ottantesimo del giovanile ottuagenario autore! Quasi racconto orale incidentalmente scritto, pensato e destinato alla lettura domestica, anzi al silenzio della comunicazione affettiva (leggi nelle conclusive "Riflessioni, F" acute annotazioni sull'ambiguità della parola), memoria di vita consegnata a figli e nipoti. E il racconto serale ai nipotini è potenzialmente infinito, costruito com'è non sui nessi delle partizioni ma sul piacere dell'ascolto.

A Nino, e a Maria Rosa, grazie di cuore per averci fatto condividere taluni spaccati di questa storia umana. Il suo precipuo valore? Feconda complementarità tra vicende personali (si dice "private"?) e ruolo civile, tra minuscoli spazi delle origini e ampi orizzonti della maturità; sempre commisurati sul venturoso - talvolta drammatico - percorso del Novecento europeo. "Mi sento cittadino del mondo e, attraverso la conoscenza di altri paesi, tanto più italiano" - dicono le ultime parole delle riflessioni finali.

Scrittura scorrevole. Sa intrecciare d'istinto minuziosa ricostruzione documentaristica e coinvolgimento dei sentimenti; dettagli di diritto amministrativo e articolazione competitiva delle pubbliche istituzioni. Tratti comportamentali svelano identità di persone e corso delle loro storie. Scrittura ironica, specie quando smorza le inettitudini di funzionari altolocati, o le umiliazioni della vita quotidiana dalla violenza della guerra. L'insipienza (e l'astuzia) politica è vista da lontano; meglio: vista di riflesso, su misura delle persone reali incrociate lungo i percorsi di vita. Riflessi, per l'appunto. Dove anche le storie d'amore sullo sfondo della guerra hanno i tempi della guerra, non i tempi dell'amore; e dove l'incontinenza burocratica dei tempi di pace mantiene il sindacalista autonomo in SIAE senza specifico lavoro: riflesso in seconda dei 150 dipendenti della sola Sezione  Musica.

Lettura piacevole, oltreché istruttiva. Al punto da azzerare, per chi nipotino non è, l'iniziale diffidenza delle lunghissime pagine.

Emilio Panella
Firenze 12.X.2005


15 luglio 2006, Sala consiliare del Comune di Luco dei Marsi.
Presentazione del libro di Giovanni Proia: Dialetti d'Abruzzo. La parlata di Luco dei Marsi. Struttura - Vocabolario, Avezzano-Luco 2006.

Ne ricevo dépliant d'invito speditomi dalle autorità comunali. Auguri!

E durante le ferie paesane, luglio-ag. '06, l'A. me ne fa dono d'alcune copie. Grazie.

Mia sorella Nora si diverte non poco a riaccendere la propria memoria dialettale. Dietro le sue evocazioni, redigo aggiunte alle voci del glossario, sulla copia lasciata a Luco; fatta vedere a Nino, che ne prende nota.


Mi perviene oggi, 27.X.2009, la notizia del decesso di Giovanni Proia, detto Nino. Requiescat in pace!


3.VI.2012. Ogg: G. Proia - Un ottuagenario si racconta.

Gentile padre Panella, ho letto con molto interesse la storia di Giovanni Proia. Ne  esiste una versione pubblicata (cartacea) da poter acquistare? In caso affermativo le sarei molto grato se potesse fornirmi le indicazioni opportune.

Cordiali saluti, Sergio Moroni,

4.VI.2012. Per quanto mi risulta, non ne esiste edizione a stampa. Ma la sig.ra Maria Rosa D'Orico, vedova di G. Proia, le potrà dare informazioni più aggiornate. Piacere del suo messaggio, signor Sergio. Da dove scrive, lei? e quali sono i suoi interessi personali? Che cosa l'ha colpito del racconto di G. Proia?

Grazie. Emilio Panella OP

4.VI.2012. Gentile padre Emilio, il mio interesse in verità non è casuale. Mio padre (scomparso nel gennaio 2004) era uno degli allievi dell'accademia navale e, come Giovanni Proia, fu deportato da Brioni in Germania. Di quel periodo non ha raccontato pressocché nulla, credo per i molti tristi ricordi ("Durante la prigionia ho visto cose orribili, in Italia non sarebbe successo"). Solo pochi mesi fa ho scoperto, parlando con una sua sorella, che era stato fatto prigioniero a Brioni. Ho quindi individuato e letto il libro di Maurizio Fumarola-Mauro e Simonetta Ghezzi "Quelli di Brioni... i figli degli anni terribili" e mi sono emozionato nel ritrovare il nome di mio padre nell'elenco finale degli allievi deportati. Nondimeno ho trovato interessante la storia di G. Proia pubblicata sul sito e mi farebbe piacere conservarla in forma di libro. Spero che la sig.ra Maria Rosa che ci legge in copia possa essere così gentile da darmi indicazioni in proposito.

Cordiali saluti, Sergio Moroni

c.so Garibaldi, 33 - 84123 Salerno

Alla mia domanda se il libro "Quelli di Brioni... i figli degli anni terribili" riporta anche il nome di Proia, Sergio Moroni mi comunica, 5.VI.2012: «Giovanni Proia è il secondo nome che ho controllato nella lista finale del libro "Quelli di Brioni": sì, c'è».

8.X.2012. Gent.mo Dr. Panella, Sono un impiegato della SIAE ormai prossimo alla pensione, e confesso di essermi imbattuto solo da due giorni nelle bellissime pagine estratte dal racconto del Dott. Proia e pubblicate su Internet. E’ stata una grandissima emozione! Aggiungo che, sia pure da dilettante, mi interessa molto la storia del drammatico periodo degli anni ’43-45 e della successiva ripresa postbellica, anche con i riflessi sull’attività della SIAE. Vorrei chiederle se esiste la possibilità di leggere anche le pagine che non sono state pubblicate. Sono nato a Roma nel 1948, a guerra finita, ma  parenti e conoscenti con i loro racconti ed esperienze hanno lasciato in me tracce profonde di quegli anni.

La ringrazio per la cortese attenzione e le invio i più cordiali saluti, Sergio Manini.

9.I.2013. Mi perviene notizia del decesso, ieri 8 gennaio a Roma, di Maria Rosa D'Orico, vedova di Nino Proia. R.I. P.

11.07.2018. «Gentile P. Emilio, ho ritrovato questa mail di quasi quattro anni fa. Ci siamo conosciuti a casa di Maria Rosa, la moglie di Giovannino Proia e sono amica di suo nipote Sandro Bisciardi. Mi sono ricordata di lei sia perché l'ho nominata con Sandro, sia perché, da circa un anno, sto frequentando la fraternita laica della Minerva a Roma e sono molto soddisfatta del cammino intrapreso. Infine, proprio ieri, ho parlato del nostro albero genealogico con Francesco Proia, il figlio di Remo, autore del libro "Polvere di lago". Infatti, nel nostro albero genealogico, pare che ci sia un tale Daniele Proia, frate domenicano, vissuto nel '700 e confessore del Papa Clemente XIII. Come è possibile controllare questa notizia?

Buon pomeriggio! Maria Proia».

Mia risposta: «... Ti suggerisco questa pista di ricerca archivistica: AGOP (= Arch. generale OP: Roma, Conv. Santa Sabina, P.zza Pietro d’Illiria 1) IV.20 ss: scegliere i volumi del Settecento, e dare precedenza alla sezione relativa alla cosiddetta "provincia Romana" (che includeva tutto il centro Italia): scorrendo quelle pagine si potrebbero avere notizie su tale fra Daniele Proia».

 

 


 

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