Simone di maestro Filippo da Càscina OP Pisa 1390-1391 ca.: sermone di licenza e vesperie per il magistero in teologia di Federico di Frezzo ("Frezzi") da Foligno OP ■ Bibl. Apostolica Vaticana, Barb. lat. 710 (xv in), ff. 106vb-108vb ■ |
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■ Dedicato alla signora prof.ssa Elena Laureti, folignate, autrice di Il Quadriregio di Federico Frezzi da Foligno. Un viaggio nei Quattro Regni, Foligno 2007, pp. 592. Di sua iniziativa ha provveduto (febbraio 2007) riproduzione, e sviluppo su carta, di questi folii del codice Barb. lat. 710. Grazie. La medesima dott.ssa Laureti mi ha poi fatto dottorale precetto perché trascrivessi, traducessi e pubblicassi il testo nel web. E a più riprese la maestra ha pungolato la mia scolastica pigrizia! Compito eseguito nel corso del 2009. La traduzione, anzi il volgarizzamento!, portato a termine a fine 2009. ■ Febbraio 2017. Da Pisa la dott.ssa Marina Soriani loda i miei compiti scolastici, ma mi prescrive talune correzioni. Ubbidisco. Miseremini mei! ■ 7 gennaio 2021. Ricevo per posta, in San Domenico di Fiesole, il volume: AA. VV., Federico Frezzi e il "Quadriregio" nel sesto centenario della sua morte (1416-2016), a cura di Elena Laureti e Daniele Piccini, Ravenna (per A. Longo Editore) 2020, pp. 808. In pag. 1 dedica autografa (ed elogiativa!) di Elena Laureti, Foligno 19.XII.2020. Infinite grazie alla Laureti; e sincere congratulazioni per il gran lavoro, sia per il convegno di febbraio 2017 sia per la progettazione e stampa di questo enorme volume dai molteplici contributi. Marina Soriani Innocenti, Federico Frezzi 'licentiatus et vesperiatus' nello Studium di Santa Caterina a Pisa, pp. 131-163. In pp. 142-163 la Soriani riproduce il Sermo licentie e le Vesperie di Simone da Càscina per il magistero in teologia di Federico da Foligno: originale latino e mia traduzione italiana come in questo mio sito web. Ma la magistra Marina corregge e perfeziona il testo del suo baccalarius! Grazie! ■ 24.III.2021, ricevo il volume: Simone da Cascina, Actus scolastici (Bibl. Vat., Barb. lat. 710, ff. 79r-118v). Introduzione, edizione e commento a cura di Marina Soriani Innocenti, ed. Nerbini (Biblioteca di Memorie Domenicane), Firenze 2020, In pp. 193-206: sermo licentie e vesperie per Federico da Foligno. |
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Il latino di fra Simone da Càscina († 1420 ca.) |
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licentia e vesperies: che cosa significano e che sono? |
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fra Andrea di ser Colo Geppi da Pisa OP: testimonianza notarile di licenza in teologia e connesse celebrazioni, 1409-1410 |
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bibliografia di base |
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licentia et vesperie | ..\nomen2\dante11.htm |
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Sermo licentie quam dedi magistro Federico, b | ë |
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Premessa
1. Anzitutto il latino di Simone e la mia traduzione italiana. A parte la tonalità ironica di tali atti accademici riversata nel lessico, confesso qualche perplessità nel definire, qua e là, l'articolazione sintattica del periodo, e delle singole proposizioni entro il periodo. Palese, la sua originaria oralità. Mentre peculiarità paleografiche o di compendio, proprie della scrittura (qui autografa) di Simone, possono essere attendibilmente sciolte sulla pista di ricorsi ed affinità; non senza qualche residua incertezza.
■ Cf. Cronica di Santa Caterina in Pisa, «Memorie domenicane» 27 (1996) 266-272.
BAV, Barb. lat. 710 (xv in), mm 315 x 234, ff. 234, raccolta omiletico-scolastica di Simone, codice in gran parte autografo.
2. I due sermoni (rigorosa composizione redazionale del sermo novus) ben illustrano i passi accademici della licentia ubique docendi (qualcosa come la nostra laurea!), suo sinonimo magistero. Almeno in Pisa di fine Trecento. Licenza di valenza universale (intendi "Europa cristiana"), e dunque concessa in radice da autorità universale (papato= auctoritas apostolica, poi anche impero). Vero e unico grado accademico, la licentia, che dava il titolo di magister ovvero il magistero; mentre il baccellierato era solo di nomina del maestro, con funzione d'insegnamento introduttivo e subordinato alle attività magistrali (lectio, disputatio, praedicatio). Tieni conto dei molteplici trapassi della medesima licentia: pubbliche solennità in due sedute accademiche. In siffatto contesto lessicale, solemnis o solemnitas significavano primariamente pubblico, atto di diritto pubblico.
Il magister aulandus indìce, 8/15 giorni in anticipo, le questioni da disputare:
Seduta I, vesperies (così dette perché tenute di sera o pomeriggio; seduta seròtina): a) expectativa magistrorum, vi sono attivamente impegnati i baccellieri sotto la presidenza del maestro; b) vesperies propriamente detta (2a quaestio), disputata tra il vesperiandus o aulandus e due maestri aulati.
Seduta II, aulica: a) disputa nella quale è impegnato il baccelliere formato, cui muovono obiezione sia l’aulandus che gli aulati (3a quaestio); segue disputa tra i maestri (4a quaestio); b) resumpta: compito esclusivo del magister novus seu aulandus, che riassume tutta la disputa precedente e ne dà la terminatio (soluzione magistrale).
Il tutto termina con la traditio degli insignia magistralia o insignia doctoratus (berretto, bacio, anello, magistralis infula o benda bianca a mo' di corona, o sertum = corona floreale, libro aperto ecc.) e pubblico banchetto... a spese del neomaestro! "Io fui conventato" - fa dire Boccaccio a maestro Simone (Decameron VIII.9.87): = "fui addottorato!"
<── nota qui il birretum rotundum sul capo di Tommaso d'Aquino: non elemento dell'abito domenicano, ma distintivo del solo fratre che ha conseguito la licenza o magistero; talvolta usurpato da chi maestro non era, e pertanto punito dalle autorità dell'ordine. MOPH VIII, 229/32 (1434); VIII, 243/32 (1439).
& Pisa 1.VI.1409, il candidato baccelliere viene examinatus e approbatus; 2.VI.1409 viene licentiatus, ovvero riceve la licenza magisteriale, premesso il giuramento; 3.VI.1409 vesperiatus; 4.VI.1409 riceve le insignia doctoratus: M. Soriani Innocenti, Per la storia dell’Università di Pisa: ricerche e documenti, «Bollettino storico pisano» 63 (1994) 214-17: importante documento per seguire i molteplici passaggi accademici e le pubbliche celebrazioni per il magistero, almeno nell'area pisana.
3. Arch. di Stato di Firenze, Notar. antecos. 8066, ff. 260v-261r (Pisa, chiesa cattedrale, 26.I.1410), rubrica marginale Privilegium magistratus magistri Andree Geppi. Importante atto notarile che attesta legale procedura nel conseguimento della licentia; testimonianza complementare alle celebrazioni accademiche raccolte da Simone da Cascina. Fra Andrea del fu ser Colo Geppi da Pisa OP, il giorno giovedì 5.XII.1409 era stato licenziato in sacra teologia da messer Iacopo Arrigoni de Balardis da Lodi OP (vescovo di Lodi 1407-18, † 1435: SOPMÆ II, 298) per autorità del papa d'obbedienza pisana Pietro Filargis dell'isola di Creta (= Alessandro V, 7.VII.1409 - 3.V.1410); successivamente, domenica di Settuagesima 19.I.1410, vesperiato da maestro Simone del fu maestro Filippo da Cascina OP; e ora, domenica di Sessagesima 26.I.1410, nella cattedrale pisana il medesimo maestro Simone gli rilascia il privilegium magistratus, o insignia doctoratus, sempre per autorità apostolica.
Privilegium magistratus |
Pubblico attestato |
originale latino |
volgarizzamento (2009) di EP |
|260v| «In nomine Domini, amen. Universis et singulis, presentes literas seu publicum instrumentum inspecturis, pateat evidenter qualiter reverendus vir sacre theologie magister, magister Simon olim magistri Filippi de Cascina ordinis fratrum Predicatorum, habens de infrascriptis omnibus et singulis specialem et generalem comissionem et auctoritatem, sibi iniunctam et datam a reverendo in Christo patre et domino, domino Iacobo, Dei et apostolice sedis gratia episcopo laudensi necnon magistro apostolici palatii, ex auctoritate sibi iniuncta a sanctissimo in Christo patre et domino nostro Alexandro divina providentia papa quinto, ut de commissione et auctoritate dicti magistri Simonis constat per cartam rogatam et publicatam a ser Filippo filio Francisci olim Lippi de Pistorio, publico imperiali auctoritate notario atque iudice ordinario, sub anno dominice nativitatis millesimo quadringentesimo nono, indictione tertia, tempore eiusdem sanctissimi domini nostri pape, die quinta mensis decembris [= 5.XII.1409] secundum cursum et consuetudinem notariorum civitatis Pistorii, |
Nel nome del Signore, amen. A tutti e singoli che leggeranno questa lettera, ovvero pubblico attestato, sia evidente quanto segue: Il reverendo maestro in teologia, maestro Simone del fu maestro Filippo da Càscina dell'ordine dei frati Predicatori (= domenicani), aveva ricevuto specifica e generale delega ed autorità circa tutti gli atti legali qui di seguito annotati, dal reverendo in Cristo messer Iacopo, per grazia di Dio e della sede apostolica vescovo di Lodi, nonché maestro del palazzo apostolico, per autorità conferitagli dal signore nostro Alessandro V papa per divina provvidenza. Siffatta delega ed autorità concessa a detto maestro Simone, è testificata da diploma rogato e reso pubblico da ser Filippo di Francesco del fu Lippo da Pistoia, notaio pubblico e giudice ordinario per autorità imperiale, nell'anno dalla natività di nostro Signore 1409, indizione terza, essendo papa il medesimo summenzionato signore nostro santissimo, giorno 5 dicembre, secondo stile cronologico in uso presso il notariato della città pistoiese. |
die dominica que fuit dies nonadecima presentis mensis ianuarii [= 19.I.1410], Pisis in ecclesia Sancte Caterine fratrum ordinis Predicatorum predictorum, venerabilem virum fratrem Andream olim ser Coli Geppi de Pisis eiusdem ordinis Predicatorum, licentiatum in sacra theologia a prefato domino episcopo laudensi auctoritate apostolica, ut constat per cartam rogatam et publicatam a prefato ser Filippo notario de Pistorio supra nominato, dictis anno et indictione, die quinta dicti mensis decembris [= 5.XII.1409], vesperiavit solempniter sibique vesperias dedit cum omnibus solempnitatibus debitis et consuetis, assistente magistrorum, doctorum, bacchalariorum et nobilium civium multitudine copiosa. |
Nella domenica che ricorreva il 19 gennaio <1410>, nella chiesa pisana Santa Caterina dei frati dell'ordine dei Predicatori, il maestro Simone da Càscina celebrò e concesse pubblicamente le vesperie al venerabile fra Andrea del fu ser Colo Geppi da Pisa, del medesimo ordine dei Predicatori, celebrando tutte le solennità debite e consuete, e alla presenza di gran numero di maestri, dottori, baccellieri e nobili cittadini. Il medesimo fra Andrea aveva precedentemente ricevuto la licenza ovvero il grado accademico di magistero in sacra teologia, dal suddetto signor vescovo di Lodi per autorità apostolica, come risulta dal diploma rogato e reso pubblico dal predetto notaio ser Filippo da Pistoia, anno e indizione suddetti, giorno 5 del mese di dicembre <1409>. |
Deinde quia dignum et congruum est ut qui in scientia theologie laboravit in sua
iuventute intentis vigiliis, multis sudoribus, assiduo studio, sollicitis
repetitionibus, exercitio utili, disputationibus crebris, doctrinis catholicis,
inquisitivis controvertiis, ardentibus predicationibus, mereatur ipsius
theologie titulo laureari, die dominico, que fuit dies vigesima sexta presentis
mensis ianuarii, in cathedrali ecclesia pisana idem magister Simon ex
auctoritate predicta eidem fratri Andree posuit et dedit insigna doctoratus, cum quibuslibet
sollempnitatibus in similibus actibus solitis exerceri [ |
Inoltre, c'è chi ha molto faticato nella scienza teologica fin dalla propria
giovinezza: veglie intense, sforzi plurimi, studio assiduo, ripetizioni rapide,
esercizi proficui, dispute serrate, elaborazioni teologiche, dibattiti
investigativi, prediche infiammate. Bene, è cosa degna ed opportuna che costui
venga incoronato del titolo della medesima teologia. E pertanto il giorno di
domenica, ovvero il 26 del presente mese di gennaio <1410>, nella chiesa
cattedrale di Pisa il medesimo maestro Simone,
sempre per autorità apostolica, impose e dètte allo stesso fra Andrea le
insegne di dottorato, con talune pubbliche celebrazioni consuete in tali atti, [ |
Datum et actum Pisis, in suprascripta ecclesia cathedrali pisana, presentibus venerabili viro domino Iohanne Macthei de Vico, canonico pisano, presbitero Andrea olim item Andree et presbitero Iacobo olim ser Tomasi de Malaventre predicte ecclesie pisane cappellanis, Leopardo olim item ser Leopardi cive et mercatore pisano de cappella Sancte Eufrax(ie) et ser Guillelmo notario olim ser Iacobi domini Chelli de cappella Sancti Laurentii de Rivolta, et pluribus aliis testibus ad hec vocatis et rogatis, dominice incarnationis anno millesimo quadringentesimo decimo, indictione tertia, die vigesimo sexto ianuarii, secundum cursum pisanum [= 26.I.1410], pontificatus eiusdem domini nostri pape Alexandri anno primo». |
Atto rogato in Pisa, nella suddetta chiesa cattedrale, presenti il venerabile signor Giovanni di Matteo da Vico, canonico pisano, prete Andrea del fu Andrea, e prete Iacopo del fu ser Tommaso da Malventre, entrambi cappellani della predetta chiesa pisana, Leopardo del fu ser Leopardo cittadino e mercante pisano della cappella Santa Eufrasia, e ser Guglielmo notaio, figlio del fu ser Iacopo di messer Chello della cappella San Lorenzo di Rivolta, e molti altri testimoni appositamente convocati e richiesti, nell'anno dall'incarnazione del Signore 1410, indizione terza, giorno 26 di gennaio, secondo stile cronologico pisano, anno primo del pontificato del medesimo signore nostro papa Alessandro. |
ASF, Notar. antecos. 8066, ff. 260v-261r: Pisa, chiesa cattedrale, 26.I.1410. |
Archivio di Stato di Firenze, Notarile antecosimiano 8066, ff. 260v-261r. |
→ cf. Cronica di Santa Caterina in Pisa...
4. Bibliografia di base. - T. Käppeli, La raccolta di discorsi e di atti scolastici di Simone da Cascina O.P. († ca. 1420), AFP 12 (1942) 185-246, in particolare pp. 202 n. 42 (provincialato di Frederico da datare 1402-04), 216, 220, 226n.
SOPMÆ I, 403-05; IV, 89. Corretta antroponimia: "F(r)ederico (figlio) di F(r)ederico (ovvero Frezzo) da Foligno" = Federico di Frezzo da Foligno († 1416).
Pisa, autunno 1388, «Sermo licentie quam dedi magistro Venture de Mevania et magistro Bartholomeo Tebaldi ordinis Predicatorum in pisana ecclesia katedrali» (BAV, Barb. lat. 710, ff. 103va-104rb).
C. Piana, La facoltà teologica dell’università di Firenze..., Grottaferrata 1977, 41, 496-98.
O. Weijers, Terminologie des universités au XIIIe siècle, Roma (Ed. dell’Ateneo) 1987; in particolare III-C, Les examens et le grades, pp. 385-424.
Maierù, Formazione culturale e tecniche d’insegnamento nelle scuole degli Ordini mendicanti, AA.VV., Studio e studia: le scuole degli Ordini mendicanti tra XIII e XIV secolo, Spoleto 2002, 5-31.
LAURETI, Il Quadriregio di Federico Frezzi